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TOMMASO D'AQUINO

Doctor communis, Doctor angelicus

  • Accidentis esse est inesse
  • Accidentis non est ens sed entis

Per VERCELLESE (1994,86) le due massime (per l'accidente essere è essere in qualche cosa; l'accidente non è in se stesso un ente, ma qualcosa che appartiene a /è proprietà di/  un ente) non sono da usare mai.

"Togliere la causa è come togliere l'effetto"

1225-1274

Vita
scultura moderna di Giuliano Vangi, Roccasecca (piazza centrale)

Visione di San Tommaso (Sassetta,1423) ; ritratto (Botticelli); Incoronazione della vergine (Beato Angelico,FI: conv. S.Marco); Apoteosi di San Tommaso (Zurbaràn, Siviglia:Mus. Naz.)

Calma imperturbabile, tenace e vasta memoria, dottrina semplice. Sicura professione di fede sul letto di  morte: "Per amore tuo ho studiato, vegliato, lavorato, predicato e insegnato". Canonizzato nel 1323, dottore della Chiesa nel 1567 (Pio V).

 

Tommaso dipinto da Raffaello nella Disputa del Sacramento, di fronte a Bonaventura Il padre sempre fedele a Federico II (di cui era giustiziere nella Terra di Lavoro), di ascendenze longobarde nasce nel 1226 (non documentato). Oblato a Montecassino a cinque anni, studia a Napoli: entrato - contro il volere dei genitori -  nell'ordine predicatori, a 18 anni viene arrestato dai fratelli. Liberato dopo un anno si  reca con il generale dell'ordine Giovanni Teutonico a Parigi  e poi a Colonia sotto Alberto Magno. A Parigi nel 1252 acquisisce il dottorato in teologia.Qui tiene lezioni sulle Sentenze di Pier Lombardo (trasformati poi in 4 libri di commento, che trattano dell'intera teologia), è dal 1256 al 59 magister regens di teologia (il risultato delle relative lezioni confluisce nelle Quaestiones de veritate), contemporaneamente tiene dispute pubbliche (che costituiscono successivamente i temi dei Quodlibeta 7-8), nel 1259 in Italia (insegna in conventi dell'Italia centrale), l'anno dopo è praedicator generalis  a Napoli, nel 1261 è  lector curiae pressoUrbano IV a Viterbo-Orvieto (e poi a Roma con Clemente IV) .Nel  periodo 61-63 incontra e lavora con Alberto Magno e col traduttore di Aristotele Guglielmo da Moerbeke, termina la Summa contra Gentiles

Dopo il 1265 inizia la prima parte della Summa theologiae e il grande commento ad Aristotele, il De aeternitate mundi, il De srotubus e altro. . Dal 1269 al 1272 torna ad insegnare a Parigi: qui contro l'averroista Sigieri di Brabante scrive il De unitate intellectus

I francescani dominanti nello Studio vengono scandalizzati dalla sua teoria sull'unità della forma sostanziale nell'uomo, dal ripudio delle virtù germinali e dell'illuminazione agostiniana.  Scrive le Quaestiones disputatae de anima, la seconda parte della Summa, i Quodlibeta 1-6 e commenti aristotelici. Dal 1271 al 73 insegna teologia nello Studio di Napoli, dove termina al Summa e i Quodlibeta 11-12, il Compendium theologiae e i commenti aristotelici.  Chiamato da Gregorio X, muore il 9 marzo 1274  presso i cistercensi a Fossanova (Terracina), mentre era in viaggio per il Concilio di Lione.L'ostilità netta della scuola francescana verso Tommaso è rappresentata da Duns Scoto, cui poi fece seguito la dottrina nominalistica (Occam). La sua teologia, già alla base della poesia di Dante (ma non della sua politica e filosofia, per la quale Dante si appoggiava ad Alberto Magno e al   neoplatonismo), fu  predicata dal Savonarola (m. 1498). 

Primo e finora unico indice delle opere di Tommaso (fino al dopoguerra) è la Tabula aurea di Pietro da Bergamo (m. 1482). I gesuiti seguirono la dottrina di T. nella ratio studiorum (l'opera del massimo teologo gesuita, Francesco Suárez, ha la forma di commento alla Summa). 

Tommaso (avvelenato) regge il sistema razionale cristiano

Dante dipinge T. vittima di intrighi da parte di Carlo d'Angiò, usurpatore dei regni di Puglia e Sicilia, che dopo aver eliminato il pretendente all'impero, avrebbe fatto avvelenare Tommaso, per opera di un medico, in modo che egli non si potesse recare al Concilio di Lione a sostenere contro di lui gli interessi della parte imperiale (Purg., XX, 67-69). 
Carlo venne in Italia; e per ammenda
   Vittima fue di Curradino; e poi
   Ripinse al ciel Tommaso per ammenda.

Nel  Paradiso (X, 94-99) indica a Dante tutta la schiera degli spiriti sapienti, e gli si presenta come domenicano, discepolo di Alberto Magno, ed infine col proprio nome. Nel canto successivo (anticipando Occam) Tommaso esalta Francesco e San Domenico, contro la corruzione dell'Ordine francescano.
Io fui de li agni de la santa greggia
  Che Domenico mena per cammino
  U' ben s'impingua se non si vaneggia.
Questi che m'è a destra più vicino,
  Frate  e maestro fummi, ed esso Alberto
  E' di Cologna, ed io Thomas d'Aquino
.

 

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REFERENZE

SERTILLANGES 1931: A.D. Sertillanges, Saint Thomas d'A., Paris, 1931

VANNI ROVIGHI 1973 Sofia Vanni Rovighi, Introduzione a Tommaso d'Aquino,  BA:Laterza,1973, pp. 216.

VERCELLESE 1994   Michele Vercellese, Cogito ergo sum. Breve storia della filosofia, MI:Garzanti, 1994 (un giro guidato nell'universo filosofico in 50 massime commentate)

Linkografia

http://stthaquinas.8m.com sito monografico spagnolo

http://www.op.org/DomCentral/study/TA.htm  sitografia

http://www.home.cc.duq.edu/~bonin/thomasbibliography.htm  bibliografia completa

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