Nel concetto di bellezza vi è un elemento oggettivo (che postula l’integrità, la simmetria e la chiarezza - intesa come radiazione luminosa - della cosa) ed uno soggettivo, il piacere provato nella contemplazione del bello.
Dall’essenza del buono discende la tendenza (appetito) al possedere; dall’essenza del bello discende la tendenza (appetito) a contemplare. Il buono è ciò che soddisfa semplicemente l’appetito, il bello è ciò che soddisfa la visione suscitando piacere estetico (Summa I-II,27,1), esso di conforma alla potenza conoscitiva (propria del buono) aggiungendovi simmetria e proporzione – che congiunge l’oggettivo-metafisico con l’empirico-psicologico. Non esiste soltanto la bellezza corporale-fisica o artistica, ma anche la spirituale (armonia delle virtù, e dallo splendore della vita della grazia e infine della bellezza di Dio trino, fonte e prototipo di ogni bellezza).
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