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teatro
Greco
1. Lo spazio scenico
2. Macchine teatrali del teatro greco
3. Temi della letteratura drammatica
4. Ordine dorico
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Corinzio

Romano
1. Storia della messa in scena e organizzazione degli spettacoli
2. Le origini
3. Il Teatro Marcello
4. Il Colosseo
5. Gli spazi scenici
6. I romani a teatro

7. Confronto fra gli ordini architettonici greci e romani

Medioevo e sacra rappresentazione

Rinascimento
1. Teatri di corte e scena dipinta
2. La scena mutevole
3. Il Rinascimento in Europa

Inghilterra
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Barocco
1. La scaena ductilis
2. L'edificio teatrale nell'et� barocca

Neoclassicismo, Romanticismo
1. I teatri meccanici
2. Stanislavskij e la crisi del realismo

Il Novecento
1. I pionieri Appia e Craig
2. Le avanguardie artistiche e gli sviluppi sull'edificio teatrale

cinema
Considerazioni sulla scenografia
Capitolo costumi

televisione

cinema

"La nascita del cinema vero e proprio avviene alla fine del 1895 quando i fratelli Lumi�re proiettano in pubblico le loro prime pellicole. I film vengono visti contemporaneamente da pi� persone sedute in sale. Questa � la data fondamentale per la storia del cinema. Altre due date sono importanti: il 1927, nascita ufficiale del cinema sonoro (anche se proprio il rapporto immagine-suono precede addirittura la nascita del cinema e se, per qual che riguarda il cinema commerciale, la casa di produzione Warner nel 1926 aveva prodotto un film sonoro, "Don Juan" e qualche tentativo era stato realizzato) con il film "The Jazz singer" (Il cantante di jazz), con Al Jolshon, produzione Warner. E' intorno al 1950, come anno dello sviluppo in grande stile della televisione, che tanto cambier� i costumi del pubblico.
Per�, prima di giungere al fatidico 1895 e alle invenzioni brevettate dai Lumi�re, bisogna ricordare che tutta una serie di scoperte scientifiche (di fisici, matematici, chimici) aveva permesso all'immagine "statica" di mostrarsi in movimento mediante l'illusione ottica. Parimenti l'invenzione della fotografia creava nuovi stimoli alle ricerche e rendeva possibile la fine del cosiddetto "ritratto verosimile" spostando l'attenzione degli artisti sui problemi pi� profondamente legati a una ricerca del movimento compositivo e della materia cromatica (vedi per esempio la grande mostra degli Impressionisti nel 1874). Fin dall'antichit� pi� remota l'uomo � stato attratto dalle immagini in movimento. I giochi di luci e ombre, lo stesso sistema della mobilit� continua, prezioso per i filosofi presocratici, come per Eraclito che con il suo "panta rei" (tutto scorre) d� l'immagine dell'acqua che non � mai la stessa in uno stesso punto del fiume e l'immagine del fuoco (sempre in divenire). Quell'immagine su cui si sofferma in "Effetto notte" Trouffaut-Ferrand nel dialogo con Valentina Cortese-Sev�rine davanti al muoversi delle fiamme come per un antico spettacolo di figure in movimento.
Il problema della proiezione di immagini � presente con l'idea della camera oscura che riproduce un modello dell'occhio(una scatola con un solo piccolo foro in una parete; sulla parete opposta viene creata la riproduzione esatta, ma inversa, di quel che si vede esternamente). Cos� le immagini che si formano - oggi - all'interno di una casa poco illuminata per la riflessione della luce (come proiezione) degli elementi che passano nella strada sottostante: per esempio le auto che scorrono le possiamo vedere come immagini luminose in movimento nella nostra stanza buia o semibuia attraverso le fessure delle tapparelle. Cos� Platone proprio all'inizio del settimo libro di "La Repubblica" inventa una specie di camera oscura e un precedente dell'immagine cinematografica proiettata su un ipotetico schermo, con il mito della caverna.
Comunque la creazione della camera oscura risale agli antichi. Gli Egizi del IV secolo avanti Cristo la conoscevano, cos� come i Romani. E avviene cos� il passaggio della camera scura a lanterna magica, ad apparecchio fotografico e a macchina da presa, attraverso le messe a fuoco rinascimentali di Leonardo precursore.
Le continue scoperte degli inventori dell'Ottocento riportarono il problema primario del movimento e di riprendere il movimento attraverso dei meccanismi scientifici.
Cos� Plateau, studioso di lettere, diritto e fisica, si interessa particolarmente ai problemi posti dalla persistenza delle impressioni luminose sulla retina dell'occhio umano. Che tipo di durata della persistenza di queste sensazioni? Plateau studia pi� tardi (si � all'incirca nel 1833) i rapporti che sorgono mediante l'uso della ruota di Raraday (fisico inglese) e immagina di disegnare le fasi differenti di un movimento completo intorno alla ruota di Faraday. Inventa cos� il suo "fenachiostoscopio". E cos�, mutando il disegno, che ruotando d� l'illusione del movimento, si giunge alla creazione di piccoli dischi rotanti che prendono il nome per esempio di "fantascopio" a Londra.
Simone Stampfer, professore di geometria applicata all'Istituto Politecnico di Vienna, contemporaneamente a Planteau, prov� a disegnare le posizioni successive di un animale o di un essere umano attorno a un cerchio di cartone con feritoie ai bordi e di osservare dai riflessi in vetro la ricostituzione del movimento attraverso le feritoie del disco. Cos� l'inglese Horner chiam� il suo apparecchio "daedalum". Questa specie di apparecchio ebbe altri inventori e fu conosciuto col nome di "zootropio". L'unico difetto di questo apparecchio era la breve durata del movimento.
Come descrive il Deslanders, studioso e storico del cinema, bisogna attendere quasi mezzo secolo, prima che Emile Reynauld perfezionasse il gioco scientifico, uscito dalle mani di fisici, per creare un vero teatro ottico in miniatura con il suo "prassinoscopio".Con le scoperte di Muybridge e di Marey l'immagine fotografica subentra al disegno e ci si avvicina ancora pi� alla ripresa di una "realt� in movimento" che solo sul finire del secolo avrebbe portato, con la scoperta del proiettore da parte dei fratelli Lumi�re, alla invenzione del cinema.
Si sposta l'attenzione su come proporre lo spettacolo cinematografico. E in questa direzione forse il primo creatore di un linguaggio prettamente autonomo che non ricalcasse soltanto fatti visivi colti nel quotidiano, ma aggiungesse tutta una serie di invenzioni create per lo spettacolo, fu M�li�s. Ma gi� il cinema nel mondo percorreva nuove strade e gi� agli inizi del Novecento molte realizzazioni erano state fatte. I francesi, con i due nomi pi� celebrati, Lumi�re e M�li�s, la scuola di Brighton in Gran Bretagna, Segundo de Chomon, le invenzioni di Edison e poi di molti altri autori negli Stati Uniti e la nascita del cinema italiano, davano impulsi nuovi a un modo di intendere il linguaggio di questo spettacolo chiamato cinema."

Da Ballo, Francesco in Dallari, Marco. Guardare intorno. Un approccio pedagogico alla cultura visuale e audiovisiva, Firenze, 1986, La Nuova Italia Editrice


"Gi� nel corso del primo decennio del nostro secolo, la rapida evoluzione del linguaggio del cinema non passa pi� per il laboratorio di Montreuil, ma ha preso altre strade. E' l'americano E.S. Porter che, partito come imitatore, o meglio contraffattore, dei film di M�li�s, comincia a dare una pi� complessa articolazione spaziale e narrativa al repertorio dei trucchi ("Dreams of the Rarebit Fiend", 1906) e che insegna a organizzare in strutture narrative le scenette di attualit� e vita americana (La vita di un pompiere americano, 1903, e Assalto al treno, 1903). Ma sar� soprattutto con la frenetica attivit� di D.W. Griffith alla Biogtraph tra il 1908 e il 1912 che prenderanno forma quei procedimenti tecnici e di organizzazione logico-narrativa delle inquadrature che ci permettono di parlare di "nascita del linguaggio cinematografico" (Brunetta, 1974)"

Fu il film La nascita di una nazione di Griffith che segn� finalmente questo passaggio infatti:

"Con questo film Griffith riusc� a dimostrare le possibilit� che il cinema offriva: 1. di articolare un complesso spettacolo della durata di circa tre ore al pari di una rappresentazione di un teatro d'opera; 2. di sviluppare una narrazione compiuta e di notevole complessit� tematica al pari di un voluminoso romanzo; 3. di articolare la narrazione alternando le pi� grandiose e spettacolari scene d'insieme alla registrazione dei minimi dettagli attraverso i primi piani e i "mascherini a iride" con una efficacia e un'intermittenza assolutamente nuove"

Da Costa, Antonio. Saper vedere il cinema,Milano, 1985, Bompiani, Sonzogno


Charlie Chaplin insieme a Pola Negri, Febraio 2, 1923 

Considerazioni sulla scenografia
"l'architettura e la scenografia cinematografica hanno differenti sistemi costruttivi e una diversa destinazione dell'opera, anche se il modo di progettare � lo stesso in ambedue i casi. La costruzione scenografica � per sua natura transitoria e quindi le sue strutture portanti sono differenti da quelle dell'architettura. In genere esse vengono realizzate in modo provvisorio, con ponteggi in ferro opportunamente occultati nelle strutture architettoniche e facendo uso di materiali di rapida applicazione in modo che tutto quanto � necessario per la costruzione della scena possa essere messo in opera in tempi molto pi� ristretti di quanto accada nella costruzione architettonica.
L'architettura costruisce per restare nel tempo e per le necessit� dell'uomo in modo che egli possa muoversi fisicamente in essa, girarle intorno, entrare, uscire, salire, scendere, apprezzare i volumi, insomma viverla.
La scenografia cinematografica, invece, costruisce opere che debbono durare solo per il tempo necessario a essere utilizzate da un mezzo meccanico quale � la macchina da presa, che manovrata in certo modo, le possa registrare per restituire all'occhio umano soltanto la loro immagine, per poi essere demolite." (...)
 "Si pu� notare che, a parit� di soggetto, la pianta scenografica � molto pi� movimentata di quella architettonica, a volte senza una reale giustificazione stilistica, ma semplicemente per creare alla macchina da presa maggiori punti di vista, inquadrature, accidentalit� architettoniche a vantaggio dell'atmosfera del film e della dinamica delle azioni sceniche. La pianta scenografica, inoltre, � differente da quella architettonica anche pel re dimensioni. I volumi e le superfici piane dell'architettura sono destinati all'uomo che le pu� utilizzare fisicamente anche se sono angusti o di dimensioni piccolissime, ma i volumi e le superfici della scenografia sono realizzato oltre che, come abbiamo detto, per la macchina da presa che � molto pi� ingombrante dell'uomo, anche per le azioni che si debbono svolgere in essa e per lo spazio occupato da quanti sono addetti alla riprese. Per questo, a parit� di soggetto, le superfici delle scene sono generalmente differenti da quelle dell'architettura." (...)
 Quando si progetta una scena bisogna considerare, oltre alle necessit� di ordine stilistico e ambientale, anche quelle tecniche e pratiche che consentono alla macchina da presa di compere agevolmente tutte le operazioni che le sono necessarie per la ripresa. (...)
La scenografia cinematografica � assolutamente diversa da quella teatrale. (...) La scenografia teatrale presuppone un punto di vista ideale e nasce in funzione di esso, quindi tutte le invenzioni e le trovate grafiche ne sono subordinate.
La scena teatrale nasce per essere luogo dei personaggi e in definitiva non necessita di grandi accorgimenti. Tutto quanto si far� per essa far� parte delle "meraviglie" della scenografia, ma non sar� tutto strettamente necessario all'economia dello spettacolo. Un testo pu� essere interpretato scenograficamente in tanti modi diversi, ma rester� sempre lo stesso. 
La pianta della scena teatrale non influenzer� lo spettatore che non potr� mai entrare in essa e la potr� sentire solo attraverso i movimenti e le posizioni degli attori. La pianta della scena cinematografica, grande o piccola che sia, deve essere non solo, come detto, stilisticamente aderente alla storia, ma deve anche poter essere penetrata dalla macchina da presa, dalle fonti di luce e dagli obiettivi che saranno usati per riprenderla. Addirittura potr� essere letta interamente con la macchina da presa posta fuori di essa. Per lo spettatore questo significa la possibilit� di poterla apprezzare totalmente. E' necessario per� progettare tenendo sempre d'occhio le giuste proporzioni, sapendo che la macchina da presa accelera tutte le prospettive. Un corridoio di un appartamento risulta lungo come quello di un ministero, una stanza troppo grande diventa una "piazza d'armi". L'effetto allora � falso e sgradevole anche se la scena � stata eseguita con cura."

Da Del Prato, Vincenzo. Manuale di scenografia. Il cinema, la televisione il teatro, Roma 1992, La Nuova Italia Scientifica

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