Iakov Levi
 

I funerali del Papa e la parola lapidaria

Aprile 12, 2005

Il seguente articolo rappresenta il supplemento del saggio Una storia di sassi. Dalla teoria cloacale al parricidio primordiale, e può essere compreso solo nel suo contesto.


La Chiesa è la pietra tombale di un uomo - dio: essa vuole impedire che egli risorga
(Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi 4[38]).



Dall' omelia del cardinale Joseph Ratzinger, al funerale di Papa Giovanni Paolo II, l' 8 Aprile 2005:

Come Pietro obbedì al comando di Gesù: "seguimi", anche Giovanni Paolo II ha obbedito alla stesso comando rivoltogli... 'Seguimi' dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore.
'Seguimi', questa parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato Papa Giovanni Paolo II le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalit� - il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine
Invero, la chiave è la parola lapidaria, sintesi di parola, Logos, e sasso, l'Azione. L'apparato psichico si esprime, infatti, per condensazioni.
"Lapidare" significa uccidere qualcuno scagliando sassi. Santo Stefano, il protomartire, fu lapidato davanti alla porta di Damasco a Gerusalemme. Le lapidi sono quelle che si mettono sulle tombe come atto di pietas verso i morti, ma sono anche pesanti ostacoli per difendere i vivi dalla loro vendetta. Nel nostro inconscio non esistono morti casuali, ma solo il prodotto delle nostre pulsioni aggressive. Ogni morte reattiva il nostro senso di colpa ontogenetico, ma anche ancestrale. A maggior ragione quando il morto rappresenta un'imago paterna. Non a caso, quindi: la "parola lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere il messaggio che viene dalla vita del nostro compianto ed amato Papa Giovanni Paolo II". La parola lapidaria è, infatti, la chiave (la causa) del pianto, il quale condensa il senso di colpa per il parricidio e pietas filiale.
I sassi lanciati per lapidare si trasfigurano in lapidi depositate in onore del morto.
Anche "la chiave" non è casuale, poichè ci riporta per associazione a Pietro stesso, che apre le porte del Paradiso a chi "piange", ovvero si pente, per le sue pulsioni aggressive peccaminose.

La Parola risolve ed invalida allo stesso tempo l'Azione, che fu il Principio, il Peccato Originale.
Il Papa è il Vicario di Cristo, quindi lui stesso un dio - Figlio, vicario dei Figli, come il Cristo. Ma come esplicitamente definisce la parola stessa, è anche Papa (=Padre), e chiamato "il Santo Padre".
La chiesa cattolica condensa nella figura del Papa sia l'immagine del Padre che quella del Figlio, in una sintesi che risolve la tensione del conflitto tra le generazioni. La conditio sine qua non è naturalmente la fede nel Cristo e nel suo Vicario. Ovvero, che il Cristo abbia espiato, attraverso la morte e la risurrezione, il peccato originale di aggressione verso il corpo del Padre. Senza questa fede, la tensione originale potrebbe riemergere, e senza la Parola (Logos) si ritornerebbe all'Azione (il parricidio). La pietra, strumento dell'aggressione primordiale, si trasfigura nel simbolo della riconciliazione tra il Padre e i Figli, come è scritto: "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa" (Matt., 16,18). La pietra è Pietro, e Pietro è il Papa, imago paterna, ma nello stesso tempo Vicario del Figlio. Papa Giovanni Paolo II si identificava in maniera manifesta con Cristo, e anche la sua sofferenza veniva ostentata piuttosto esplicitamente dai media: un Papa, Padre e Figlio, spesso ritratto ricurvo come se stesse portando la croce. La sofferenza di un Padre assassinato e quella di un Figlio che prendesse su di sè la sofferenza del mondo si condensavano in questa immagine, reattivando sia il senso di colpa che la pietas che ne consegue.

Il Protestantesimo, rifiutando la sostanza divina, filiale ma anche paterna del Papa, ha spostato nuovamente l'enfasi della figura del Cristo sul Figlio.
IL Protestantesimo rappresenta, quindi, un ritorno dal rimosso delle pulsioni ribelli e aggressive dell'orda fraterna contro il Padre primigenio. La tensione si risolve esclusivamente nell'ambito della figura del Figlio sacrificato, rifiutando la natura divina e paterna di un vicario che lo rappresenti in terra.
Non più un Papa, surrogato paterno e dalla natura divina, che quando parla ex cathedra viene considerato infallibile (come qualsiasi imago paterna), ma un Pastore che guidi il suo gregge, primus inter pares, come era percepito il leader dell'orda fraterna.
Il messaggio di Lutero trovò un terreno fertile in quelle popolazioni, discendenti dei barbari d'oltralpe, che avevano mantenuto una struttura psichica tribale, e non avevano mai assimilato il messaggio ecumenico cattolico, trasfigurazione dell'ecumenismo apollineo greco - romano *. Le pulsioni di ribellione contro il padre tribale e tiranno, nei barbari sono sempre a fior di pelle, poichè mancano della mediazione apollinea elaborata dal lungo percorso della civilizzazione (Cfr. Es e Io nello specchio di Dioniso e di Apollo).
Una volta qualcuno ha detto ironicamente: "Paolo è un santo protestante". Questa affermazione va presa più seriamente di quanto sembri, poichè Paolo rappresenta un'imago militante, e il suo simbolo è la spada, mentre Pietro è più consono alla mentalità cattolica. La sua imago è più conciliatoria, e il suo simbolo è la chiave del Paradiso, simbolo di penitenza e riconciliazione tra Padre e Figli **. Non è certamente casuale che il primo ai funerali del Papa non sia stato menzionato, malgrado il Pontefice sia omonimo del santo, mentre il secondo è stato il protagonista dell'omelia del cardinale Ratzinger.

L'ebraismo, da parte sua, rappresenta la negazione totale di un dio - Figlio che faccia da rappresentante dell'orda fraterna e da mediatore con il Padre, che regna da tiranno indiscusso sul suo popolo. Malgrado protestantesimo ed ebraismo abbiano alcuni tratti in comune vis a vis il cattolicesimo, come l'avversione al culto delle immagini e alla cultura apollinea, si sono polarizzate su posizioni antitetiche: il primo ha spodestato quasi completamente il Padre, mentre il secondo ha rimosso l'istanza filiale. Questo antagonismo tra posizioni inconciliabili è la causale primaria del feroce antisemitismo luterano.

Possiamo dire che il cattolicesimo sia la più equilibrata e la più psicosessualmente progressiva tra le religioni, prodotto finale del lungo cammino dell'Occidente sulla strada della civilizzazione. Il problema consiste nel fatto che ogni equilibrio può essere mantenuto solo a spese di un investimento energetico continuo. Le correnti pulsionali destabilizzanti sono sempre all'opera, e rischiano continuamente di erompere, come un vulcano che periodicamente scaglia verso il cielo aperto il proprio contenuto viscerale.
Da qui l'impellente necessità del dogma, la fede come strumento apotropaico contro la verità pulsionale, la Chiesa come pietra tombale sull'orifizio del vulcano.

Nell'omelia del cardinale Ratzinger trovano espressione tutti gli elementi della tensione originale, che si risolvono finalmente nella figura del Papa, come condensazione di Padre e Figlio. Infatti, la parola lapidaria viene detta dal Cristo a Pietro, il suo proprio alter come leader dell'orda fraterna e suo rappresentante, e questa è "Seguimi". Il Cristo, il figlio ribelle, incita i suoi fratelli a ribellarsi. "Seguimi", suona certamente come un grido di battaglia, come un capo che inciti i suoi soldati a seguirlo nella lotta. Quindi, prima di tutto l'orda fraterna viene inconsciamente incitata alla lotta e viene, così, reattivata la pulsione parricida. Ma tutto si trasfigura, e l'esito finale, che pur tuttavia passa attraverso la vittoria dei figli, è l'identificazione e la condensazione con il Padre, e quindi la Salvezza.
Da qui, la grande commozione della folla, al funerale di un Papa che viene percepito come la perfetta condensazione di Padre e Figlio. Intransigente, autoritario, e conservatore, come un Padre, ma combattivo, deciso, e presente, come un dio - Figlio, leader dell'orda fraterna. Mai, come di questo Papa, si era enfatizzata di nessun altro la sua vicinanza ai giovani: "Era vicino ai giovani", "Una folla di giovani gremisce San Pietro", "I giovani lo amavano", etc. Nella sua omelia il Cardinale Joseph Ratzinger ha dedicato un saluto speciale ai giovani, che "Giovanni Paolo amava definire futuro e speranza della Chiesa". Come Apollo, il dio iniziatico e protettore dei giovani, che mostra loro le vie della Salvezza. La sua parola è lapidaria, invero.


NOTE

* Cfr. F.Nietzsche:

I “Tedeschi”: originariamente questo termine significava i “pagani”: è così che i Goti, dopo la conversione, chiamavano la gran massa dei membri della loro stirpe non battezzati, prendendo suggerimento dalla loro traduzione dei Settanta, in cui i pagani venivano designati con la parola che in greco significa “i popoli”: si veda Ulfila. Sarebbe pur sempre possibile che I Tedeschi trasformino a posteriori il loro antico appellattivo ingiurioso, diventando il primo popolo non cristiano d’Europa: che in ciò siano dotati in sommo grado costituiva per Shopenhauer un loro titolo d’onore.Così giungerebbe a compimento l’opera di Lutero, che ha insegnato loro (ai Tedeschi, N.d.R.) a essere antiromani (La gaia scienza,  par.146. Vedi anche par.358)
E ancora:
Si direbbe che alle razze latine inerisca il cattolicesimo in maniera molto più intima di quanto non accada per l’intero cristianesimo in generale a noi gente del nord; e che di conseguenza l’incredulità nei paesi cattolici debba significare qualcosa di molto diverso da quello che essa significa nei paesi protestanti, cioè una specie di rivolta contro lo spirito della razza, mentre da noi è piuttosto un ritorno allo spirito (o al non spirito…)  della razza. Indubbiamente noi, gente del nord, proveniamo da razze barbare anche per quello che riguarda la nostra disposizione alla religione: per questo noi siamo mal dotati (Al di là del bene e del male, par.48.)

La Riforma tedesca appare invece come un'energica protesta di spiriti arretrati, che non s'erano ancora affatto saziati della visione medievale del mondo e che avvertirono i sintomi del suo dissolversi, la straordinaria superficializzazione ed esteriorizzazione della vita religiosa, con profondo abbattimento, invece che con giubilo, come si sarebbe convenuto. Con la loro nordica forza e caparbietà, essi respinsero gli uomini indietro, provocarono la Controriforma, vale a dire un Cristianesimo cattolico da legittima difesa, con le violenze di uno stato di assedio, e ritardarono di due o tre secoli il pieno risvegliarsi e dominare delle scienze, così come resero forse impossibile per sempre l'armonioso concrescere a unità dello spirito antico e di quello moderno. Il grande compito del Rinascimento non potè essere portato a termine; lo impedì la protesta della germanicità, rimasta frattanto indietro, che nel Medioevo aveva almeno avuto il buon senso di attraversare ogni momento le Alpi per la propria salute (Umano troppo umano, I, par. 237).



** Uno dei sintomi del conflitto tra il mondo protestante militante e quello cattolico conciliante trasparisce nel diverso atteggiamento di Bush da quello dell’Europa e della Chiesa verso il fondamentalismo islamico. Bush, che non a caso è un New born in Jesus, ha preso la spada di Paolo, mentre la Chiesa tiene saldamente in mano le chiavi al Paradiso di Pietro.



Postscriptum A

Dall'omelia del cardinale Ratzinger: le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità- il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine.
In Pinocchio, ho paragonato l’atto di seppellimento degli zecchini, con la speranza che crescano in un intero albero di monete d’oro, al seppellimento dello sperma del Padre, pars pro toto del suo corpo stesso. L’atto è aggressivo, rappresentazione inconscia di un desiderio di morte diretto al Padre. Ma come questi era destinato a risorgere in un intero albero di zecchini, condensazione di pene paterno, l’albero della conoscenza, e albero della vita, così: "le cui spoglie deponiamo oggi nella terra come seme di immortalità":

Quando l'uomo si cibò dell'albero della conoscenza si cibò dunque del genitale paterno, per incorporare ed acquisire la potenza sessuale che i figli dell'orda tanto invidiavano al padre. Anche la fiaba di Pinocchio ci parla di un albero di zecchini che avrebbe dovuto crescere se il sacrilegio fosse riuscito: “ --E se invece di mille monete, ne trovassi su i rami dell'albero duemila?..”(XIX). L’albero della conoscenza biblico (il genitale del dio) emerge nella fiaba attraverso la fantasia - desiderio di Pinocchio, dopo la quale, come nel mito biblico, avviene l'orgia di pentimento e disperazione. Pinocchio. Il rito iniziatico di un burattino
- il cuore pieno di tristezza, ma anche di gioiosa speranza e di profonda gratitudine
La stessa goia, tristezza e speranza di Pinocchio nel seppellire l’imago paterna, sotto forma di zecchini. Tristezza - lutto e senso di colpa per aver ucciso il Padre . Gioia - l’esplosione orgiastica susseguente all’eliminazione dell’istanza inibitrice. Profonda gratitudine – verso il dio (ogni dio da Dioniso a Jahveh al Cristo) per averci nutrito con il suo corpo e averci trasfuso, attraverso il processo di introiezione cannibalistica, la sua stessa potenza (S.Freud, Totem e tabù, IV,5) - Cfr. Il silenzio e la parola
Nel mito greco di Dioniso (il Capro = Padre primigenio) divorato dai Titani (l'orda fraterna), l'elemento di aggressività cannibalistica è manifesto in tutta la sua crudezza, ma poi Dioniso viene adorato come colui che dona la sua carne e il suo sangue. Nella teologia cristiana l'elemento aggressivo viene completamente sterilizzato, e il Cristo concede la sua carne e il suo sangue come atto di amore e misericordia. Anche gli ebrei, dopo ogni pasto ringraziano il Signore che concede il pane quotidiano con la sua misericordia. La pulsione aggressiva, con il quale questo "pane" è stato carpito e divorato, viene rimossa, e quello che rimane è solo la profonda gratitudine. Le religioni hanno trasfigurato l'atto aggressivo e cannibalistico dei figli vero il Padre in un atto di misericordia del Padre verso i figli, per il quale questi si sentono grati.
Con questo accorgimento, la pulsione cannibalistica che è il motore all’origine di ogni pasto, viene soddisfatta, ma il suo vero senso viene rimosso attraverso la sovrapposizione posteriore. Il risultato è la communio con il corpo del dio, l’odio si trasfigura in amore, colui a cui è stato carpito diventa colui che dà. Il senso di colpa viene smussato, malgrado non sparisca completamente, e trova la sua espressione nella grande commozione della folla.



Postscriptum B

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa (Matt. 10,34 -6).
Come abbiamo sostenuto sopra, Paolo rappresenta l’apostolo intransigente e militante, mentre Pietro quello conciliante ed ecumenico. Pietro, infatti, è “il pescatore di anime”, colui che le raccoglie con la sua rete. Egli mostra ai novizi le vie della Salvezza e apre loro le porte del Paradiso. Ma è la figura stessa del Cristo che contiene i due aspetti, quello bellicoso e ribelle di vicario dell’orda fraterna contro il Padre, come si può inferire dalla citazione di Matteo 10, e quella di vicario del Padre e di mediatore con i Figli, come si evince dalla sua figura nei Vangeli.
In alcune rappresentazioni, come in quella di Michelangelo, nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, a Roma, il Redentore è scolpito nel suo aspetto bellicoso, mentre abbraccia la croce come se fosse una spada. La fierezza del giovane guerriero riporta a quella del David, dello stesso artista, mentre la croce sostituisce la fionda. Altrove, come nella cappella Brancacci a Firenze, il Cristo viene rappresentato nel suo aspetto di mediatore e conciliatore: colui che porta la pace.
Questa doppia immagine del Cristo si scinde (splitting) nella figura dei due apostoli principali: Paolo e Pietro. Paolo ricopre il ruolo del figlio ribelle, il Cristo che afferma "non sono venuto a portare pace, ma una spada” *, mentre Pietro rappresenta i figli che si riconciliano con il Padre, e come loro rappresentante li inizia alla Salvezza.
Infatti, è Pietro che viene istruito da Gesù di pagare il tributo al gabelliere, simbolo del dovere dei figli verso l'autorità, e come tale imago paterna. Il simbolo di Cristo è il pesce, e Pietro è appunto un pescatore, che prende la moneta dovuta al gabelliere dalla bocca di un pesce. Quindi, l’apostolo è un alter, dall’aspetto conciliatorio, della figura del Cristo. Anche il simbolo di Apollo è un pesce (il delfino) **. Infatti il dio era il protettore dei giovani e il loro iniziatore (Cfr. Occidente e Oriente nello specchio di Dioniso e di Apollo ).

Non vi è dubbio che Papa Giovanni Paolo II si identificasse soprattutto con la figura militante di Cristo, ovvero San Paolo, ma il Santo, di cui era omonimo, non viene menzionato nell'omelia del Cardinale Ratzinger. L’enfasi è sull’aspetto conciliatorio, sull’immagine di un Papa - Pietro protettore dei giovani che li ama e li rappresenta, e che mostra le vie della Salvezza attraverso l’empatia e l’istruzione.
In ogni funerale, infatti, si è molto più propensi a enfatizzare la pace e la riconciliazione, piuttosto che la bellicosità e la lotta, la chiave che apre le porte del Paradiso, piuttosto che la spada che caccia dal giardino dell’Eden. In ogni funerale, il pubblico si trova davanti a una salma, che viene inconsciamente interpretata come il risultato di una pulsione aggressiva e parricida. Vengono reattivati i sensi di colpa, e il bisogno di quella riconciliazione intesa a mediarli e a disinnescarli attraverso l’identificazione con il morto e l’atto di pietas filiale.


NOTE

* Nel Vangelo di Giovanni, Gesù viene associato a Mosè nel contesto del serpente di bronzo che guariva gli Israeliti: "E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo". (3, 14). L'implicazione è che Gesù avesse le stesse proprietà taumaturgiche e salvatrici del serpente di Mosè.
Questo aspetto della natura del Cristo viene trasmesso a San Paolo. Come leggiamo in I Ciarauli:

Una leggenda che ancora oggi a Solarino viene tramandata,anche se da qualche tempo sono sempre di meno le persone anziane con una forte memoria, vuole che tutti o quasi tutti quelli che nascevano nella notte del 25 di gennaio, data della conversione di San Paolo, possiedono delle qualità taumaturgiche che vengono loro donate dal Santo,quelle cioè di poter guarire dai morsi di serpenti o dalle “passiature”(eritemi da contatto provocati da rettili o altri animali velenosi). Queste persone dotate di tale facoltà vengono soprannominati “CIARAOLI”.San Paolo, è considerato dai solarinesi il primo dei “ciarauli”,il capostipite di questa lunga schiera di gente che con il semplice strofinamento della propria saliva sulla parte ammalata accompagnato da una serie di versetti e di parole “magighe” produceva la immediata guarigione del paziente.
Ovvero, nell'inconscio popolare San Paolo veniva associato al Cristo taumaturgico, egli stesso associato al serpente di Mosè. Il santo bellicoso, che porta la spada, è anche colui che guarisce, e ciò per mezzo dei serpenti.
Anche Apollo colpisce gli eroi greci con i suoi dardi che portano la pestilenza nell'accampamento acheo sotto le mura di Troia, come Paolo colpisce con la spada, ma poi diventa "colui che guarisce". Anche in questo caso, la figura del dio iniziatico (Apollo - Cristo) si scinde in due, quello che colpisce di spada (Paolo) e poi guarisce, e quello che diventa il protettore dei giovani e apre loro le porte del Paradiso - iniziazione - salvezza (Pietro). Nel mito ebraico tutto viene compresso e condensato nelle immagini di Jahveh, e Mosè suo alter ego, ma i contenuti essenziali sono gli stessi.

** Il pesce è un simbolo fallico. Il pene del Padre è stato evirato e divorato nell'atto di parricidio e cannibalismo primordiale, atto che rappresenta la sostanza del Peccato Originale. La Salvezza si consuma attraverso l'espiazione, il perdono e l'identificazione con il pene paterno restaurato. Per questo il simbolo del Salvatore, mediatore tra i giovani e il Padre, è un pesce = pene = Figlio = Padre.
Nella condensazione peculiare delle rappresentazioni simboliche, Pietro, il pescatore, paga il gabelliere con una moneta presa dalla bocca del pesce, ovvero riscatta il peccato la cui sostanza era stato un atto di profanazione del "pesce". Infatti, si dice "pagare per i propri peccati". Il pagamento al gabelliere significa: il rappresentante dei Figli paga al rappresentante del Padre la moneta che, come ho mostrato in Pinocchio, equivale allo sperma paterno, che era stato carpito - evirato. Dal "pesce" del Padre era stata carpita, e il "pesce" del Figlio la restituisce. La scena rappresenta il pareggiamento dei conti tra Padre e Figli. Infatti, la Lex Talionis è l'unica valida, per il nostro inconscio.
Pietro è dunque il pescatore, e i pescatori pescano i pesci, che come abbiamo visto simboleggiano il pene (del Padre e del Figlio). Ma Pietro è anche il "pescatore di anime". Abbiamo, infatti, già incontrato l'equivalenza inconscia tra pene e anima, in L'intervento di Chiara Lespérance e il piede di Edipo:

James G.Frazer in Il ramo d'oro, raccontandoci del rito da consumarsi, presso alcuni selvaggi, quando si crede che un uomo abbia perso la sua anima, scrive: "...certi Indiani riprendono l'anima smarrita di un uomo per mezzo delle scarpe e gliela restituiscono facendogliele calzare" (Boringhieri, Torino 1973, vol.I, p.292).
Sembrerebbe che i primitivi associno inconsciamente piede = pene con anima, poiché questa si trova nelle scarpe, come il piede.
Quindi, pescare "anime", come pescare pesci, gettando una rete in mare e tirandola a sè, è sinonimo di erezione (gettare la rete), e contrazione - autoevirazione (tirare a sè la rete con dentro i pesci, come anche l'espressione "tirare i remi in barca").
L'erezione del Figlio si conclude con il pentimento - contrazione - autoevirazione, come avviene in uno degli stadi dei riti di pubertà iniziatici, quando il giovane novizio subisce una mutilazione, come conditio sine qua non per la riconciliazione finale con la generazione dei padri.

Last but not least, il Venerdì di Pasqua è precetto astenersi dal cibarsi di carne, poichè questa è associata troppo esplicitamente alla nostra pulsione cannibalistica. Astenendosi, i fedeli si impegnano a non ripetere l'atto primordiale di evirazione - cannibalismo. Però si mangia pesce, una soddisfazione parziale della stessa pulsione, ma questa volta sul corpo del vicario dei Figli. L'atto condensa sia la pulsione che il pentimento e l'identificazione. I riti delle religioni, come i sogni e i sintomi nevrotici, sono sempre la condensazione di una pulsione aggressiva e del suo contrario, un compromesso tra bisogno instintuale e istanza inibitrice.


Links:

Il silenzio e la parola
Pinocchio. Il rito iniziatico di un burattino
Il pifferaio di Hamelin
Olfatto e vista. Freud e Mosè vis a vis Abraham ed Akhnaton
Il monoteismo come regressione psicosessuale
Islam e clitoridectomia
Commenti di psicostoria su Occidente e Islam




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