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1.3 Materiali di Squadra

In grotta si va (solitamente) in squadra di due, tre, quattro, o anche piu` speleologi. Il numero migliore e` tre o quattro. Se si e` in quattro ci si puo` dividere in due squadre da due nella zona "operativa", per esempio una squadra arma mentra l'altra rileva. Squadre da due sono "essenziali", ma efficaci, soprattutto nella progressione che risulta in genere piu` veloce. In due si puo` portare abbastanza materiale per portare avanti l'esplorazione di una grotta: armare, fare risalite, disostruzioni, rilevare. In piu` di quattro, si comincia ad essere in troppi; il numero e` giustificato se si tratta di una uscita di corso, oppure se alcuni componenti non sono ancora esperti.
Una o anche piu` squadre particolarmente numerose sono invece necessarie quando si organizzano immersioni in grotta. In tal caso il numero elevato di componenti e` giustificato dalla mole del materiale da trasportare.
Nella squadra ognuno e` responsabile verso chi lo segue. Non devi tener d'occhio chi ti precede, ma chi ti segue. Se lo speleologo che ti precede ha dei problemi, te ne accorgi inevitabilmente perche' e` sulla tua strada. Invece puo` succedere di non accorgersi quando chi ti segue ha dei problemi. Quindi se non lo vedi (o senti) arrivare torni indietro per verificare se e` successo qualcosa. Non ti preoccupare di avvisare chi ti precede (se non sei in contatto di voce), anch'egli, se segue questa regola, tornera` indietro.
I materiali di squadra comprendono:

1.3.1 Le corde

In grotta si usano corde "statiche" da 9, 10 e qualche volta anche 8 mm di diametro [62] [63] [64] [65] [66] [67] . Differentemente dall'alpinismo per cui si usano corde dinamiche atte ad assorbire cadute con fattore di caduta 2 (v. dopo), in speleologia le caduta hanno fattore uno, dato che si procede verso il basso (scendendo i pozzi).
La staticita' cioe` la relativa inelasticita' delle corde e` importante per aumentare l'efficacia della progressione in risalita, oltre che a ridurre quel noioso movimento su-e-giu`! Inoltre le corde statiche sopportano meglio (cioe` si rovinano meno) l'azione degli attrezzi da discesa e risalita.
Le corde sono formate da una struttura interna, detta anima, formata da trefoli intrecciati in versi opposti (in modo da evitare la torsione della corda durante l'allungamento), contenuta entro una calza (che serve anche da protezione dell'anima). La calza ha uno spessore di circa 1-2 mm e contribuisce alla resistenza della corda per circa il 30Ogni trefolo ha una resistenza di circa 130 Kgp.
Le fettuccie, al contrario delle corde, non hanno una anima portante protetta da una calza esterna, ma solo la struttura esterna, percio` sono piu` facilmente soggette a lesioni per usura.
Le corde si accorciano con i lavaggi e le asciugature ripetute (circa 4Le corde si riducono in lunghezza trazionandole durante il normale uso speleologico. L'accorciamento e` pari a circa 13% (11% nel primo anno). Percio` le corde nuove, prima di essere utilizzate in grotta dovrebbero essere "preparate" dal magazziniere, per evitare che si accorcino notevolmente dopo le prime uscite. Si mette a bagno la corda per una notte nell'acqua. Il giorno dopo si traziona la corda: basta essere in due, con una carrucola. Mentre uno sale verso la carrucola con gli attrezzi da risalita, l'altro gli da` corda col discensore. Tutto cio` ha il duplice vantaggio di mettere la corda sotto una trazione pari al peso dello speleo che sale, a di far fare a questi un po` di esercizio, che non puo` fargli che bene! La preparazione aiuta a stringere la calza, evita lo slittamenteo della calza sulla anima, e restringe le maglie riducendo l'infiltrazione di materiali intrusi (argilla).
Non si deve mai usare una corda che abbia sostenuto uno "choc" da caduta, cioe` abbia sostenuto l'arresto di una caduta. Questo puo` infatti produrre lesioni interne alla corda, non visibili esternamente. Pertanto la corda non puo` piu` essere utilizzata per la progressione verticale (pozzi, traversi, etc.).
Le cause dell'usura sono, in ordine di importanza: lo sfregamento e l'abrasione contro la roccia, le lesioni dovute a materiali intrusi, lo stress causato dagli attrezzi da progressione, l'invecchiamento delle fibre. Con un uso normale, una corda si usura, ma mantiene le sue capacita` di arrestare una caduta, quindi fornisce l'adeguata sicurezza. Questa viene meno se l'armo non e` ben fatto e la corda sfrega contro la roccia. L'abrasione dovuta allo sfregamento contro la roccia indotto dal movimento durante discese e risalite e` il vero distruttore delle corde da speleologia. Essa dipende dall'asperita` della superficie rocciosa, dalla presenza di lame, dalla pressione che esercita contro la roccia e dalla entita` degli scorrimenti.
Acidi e solventi chimici (per es. benzina) e oli danneggiano le corde (anche i vapori di questi, percio` lo lasciare le corde in macchina o nel garage). Infine bisogna evitare inutili sollecitazioni alle corde: fare dunque attenzione a non calpestarle e a non colpirle con sassi. In ogni caso la vita media del nylon e di circa dieci anni, dopo di che` le fibre decadono abbastanza velocemente. Una corda piu` vecchia e` inaffidabile.
La pulizia (lavaggio con tanta acqua e spazzola morbida [68] [69] ) e una buona manutenzione sono necessarie, per controllarne lo stato di affidabilita` prima di portarle in grotta. Il lavaggio accurato serve a togliere i microcristalli di argilla dalla calza e dall'interno della corda.
Il carico di rottura di una corda si riduce nel punto in cui questa forma il nodo con cui viene attaccata all'armo. Questa diminuzione e` causata dalle spire del nodo che stringono la corda e la bloccano. In genere questa riduzione e` di circa 30
Senza nodi le fettuccie si rompono per snervamento delle fibre. Anche per le fettuccie la resistenza sul nodo e` ridotta di circa il 30% rispetto a quella nominale. Una fettuccia doppia su moschettone ha una resistenza pari al 140% del valore nominale. Su un anello (da 6 mm) la resistenza e` circa uguale al valore nominale. Su una placca (4 mm) e` ridotta all'80In queste tre situazioni si ha fusione delle fibre per attriti sugli ancoraggi, dovuta ad una concentrazione degli sforzi (e quindi attriti maggiori) per le pieghe. Ne risulta che le longe di fettuccia singola con nodi non sono adeguate. Tuttalpiu` usare un anello di fettuccia.
Le corde vengono trasportate nel sacco, filandole dentro. Sul capo sotto si dispone una gassa ad otto, pronta per aggiuntarci una altra corda se serve, preceduta da un nodo ad otto come "testimone" [56] . Corde corte si possono anche avvolgere a matassa e mettere nel sacco. Per mantenere asciutta la corda durante il trasporto (pesano meno) si puo` inserirla in un sacco di plastica, dentro al sacco [4] . Evita di trasportare in grotta le corde fuori dal sacco, avvolte a matassa. Oltre alla scomodita` del trasporto, il continuo sfregamento sulla roccia rovina la calza [70] .
E` importante controllare spesso che le corde non siano lesionate: in tal caso vanno tagliate in corrispondenza della lesione, con il coltellino o martellandole con la mazzetta su una lama di roccia. I due capi della corda tagliata si bruciano poi con la fiamma del fornelletto per evitare che la corda si sfilacci. Avendo il coltellino si brucia la corda sino a fondere quasi i trefoli, prima di tagliarla; in tal modo risulta piu` semplice tagliarla e i due capi restano gia` terminati senza sfilacciarsi.
Le corde devono essere provviste sulle estremita` di etichette indicanti la lunghezza (misurata dopo la "preparazione") e un codice per il registro delle corde (tenuto scrupolosamente dal magazziniere). In tale registro vengono annotati i dati delle corde: tipo, produttore, data di acquisto, e la storia di utilizzo, in particolare "choc" (arresto di caduta) e altri danneggamenti subiti. Riguardo alla data d'acquisto, almeno l'anno dovrebbe essere segnato anche sulla corda.
Ulteriori informazioni sulle corde nella Appendice 1.B

1.3.2 Materiali d'armo


Sacca da armo
Fig. 18. Sacca da armo
I materiali d'armo comprendono martello, fix e trapano a percussione, chiave da 13 mm, piastre e anelli, moschettoni e maglie rapide (Figura). Spit (chiodi perforanti ad espansione; spit e' l'acronimo di Societe' de Prospection et d'Inventions Techniques) con i coni, e piantaspit stanno passando in second'ordine rispetto ai fix.

Il numero dei fix deve essere adeguato al numero e lunghezza delle corde e al tipo di cavita`. E` comunque bene portarsi fix in eccesso, visto il peso (relativamente) ridotto: almeno una o due dozzine di fix di scorta. Ogni fix deve essere provvisto di ranella e dado; questi devon essere avvitati sul gambo del fix, abbastanza da evitare che fuoriescano.


Spit
Fig. 19. Spit
Spit e coni devono essere almeno una dozzina per squadra. I coni possono essere portati in un tubicino di gomma chiuso alle estremita`. Oppure si puo` utilizzare la cartucciera per spit e coni. Di solito le sacchette d'armo hanno una tasca per spit e coni, ma fare attenzione che potrebbe essere bucata. Infine si puo` usare un barattolo di plastica come contenitore.


Piantaspit e martello
Fig. 20. Piantaspit e martello
Di piantaspit [71] uno basta, ma e' bene averne anche uno di scorta. L'impugnatura deve avere un diametro di circa tre centimetri e lunga circa 14-15 cm. Deve avere un anima in acciaio duro, ne` fragile ne` plastico (per trasmettere il colpo allo spit). Un paracolpi non e` necessario, ma e` utile per riparare la mano spittando in posizioni astruse. Il piantaspit deve avere una leva per ruotarlo o una spina forzata su cui si puo` martellare (piano), quando non gira. Il piantaspit deve avere un anello di cordino (o fettuccia) di sicura che vieve avvolto sul polso durante l'uso. Questo anello deve essere attaccato al piantaspit tramite un anello metallico in modo che girando il piantaspit esso non ci si avvolga attorno.


Moschettone
Fig. 21. Moschettone
Il martello d'armo e` abbastanza leggero, con una massa battente di 400 grammi e con una piccola becca. Il martello da grotta ha pure una chiave tubolare da 13 mm in fondo al manico. Se ne puo' portare anche uno solo: in caso di necessita` si puo' rimpiazzare con la mazzetta da disostruzione. Il martello ha un lacciolo che viene messo attorno al polso durante l'uso. Questo evita di lasciar cadere accidentalmente il martello. Evitate di battere col martello senza tenere il lacciolo: questo tende a finire davanti alla massa battente durante il colpo e viene rotto facilmente. Il lacciuolo deve essere 3 cm piu` lungo della impugnatura. Se e` troppo corto rende l'uso del martello scomodo e meno efficente. Infine il martello puo` avere un cordino passante nel foro alla base dell'impugnatura, per collegarlo all'imbrago quando si arma un pozzo; questo cordino deve essere sufficientemente robusto (3-4 mm) per evitare che si spezzi e il martello cada.
Il martello e` utile anche durante la progressione in meandrini stretti e profondi. Oltre che per allargare la via, puo` essere utilizzato incastrato fra le pareti per fornire un punto di appoggio. (Anche il sacco funziona abbastanza bene per fornire punti di appoggio).


Piastra
Fig. 22. Piastra
La chiave , da 13 mm, e` indispensabile poiche` quella sul martello non va bene per gli anelli. E` tanto leggera che e' bene averne un paio per squadra. E` consigliabile una doppia chiave da 13 mm, con una parte aperta ed una ad anello. Una ulteriore chiave da 14 mm risulta utile per aprire le maglie rapide e per sostituire le puleggie del discensore. Per aprire il delta, se bloccato, ci vuole una chiave da 17 mm. Una pinza nel set d'armo serve per aprire le ghiere dei moschettoni quando sono "inchiodate".
Il numero di piastre e/o anelli con i relativi moschettoni e/o maglie rapide dipende dalla spedizione: in genere un attacco ogni dieci metri di corda (piu` qualcuno di scorta).


Maglia rapida
Fig. 23. Maglia rapida
Il posizionamento degli spit e` trattato nella Sez. 4.1
Ulteriori informazioni su piastre ed anelli si trovano nella Sez. 4.2
Moschettoni e maglie rapide sono trattati nella Sez. 4.3

1.3.2.1 Trapano ad accumulatori

Il trapano ad accumulatori (batterie) [72] [73] [74] [75] [76] [77] [78] [79] e' determinante in operazioni di risalita impegnative e nelle disostruzioni. E` ormai un accessorio immancabile nel sacco dello speleologo, e i grandi abissi del futuro verranno armati a trapano. In speleologia esso viene impiegato come martello perforatore, cioe` con l'azione della punta battente oltre che ruotante.
Le punte per il trapano sono ad innesto di tipo SDS-plus. Utilizza sempre punte di qualita` ed in buono stato. La punta per il foro deve essere quanto piu` corta possibile, per non dissipare energia e per perforare piu` efficacemente. Percio` si usa una punta corta per fare gli armi e le risalite, e una lunga per piazzare le cariche esplosive. La qualita` della punta e` rilevante per una buona resa. Usare punte a doppia elica. La punta deve essere affilata (con taglienti di 0.3 mm). Una punta arrotondata e debole si scalda e riduce il rendimento anche del 60Se vedi che il trapano fatica a fare il foro, e la punta e` fumante, e` meglio sostituirla con una di scorta, che dovresti sempre portare per le eventualita`.
Il trapano deve avere un imbrago per portarlo in spalla, o un cordino, terminante con un moschettone, per appenderlo alla cintura. Viene adattato con uno spinotto per un collegamento esterno se le batterie sono separate. Questo permette di avere un trapano piu` leggero e maneggievole, con le batteria trasportate in un sacco. Tuttavia richiede di portare il cavo di collegamento. Questo cavo deve essere abbastanza lungo da permettere l'uso del trapano portando le batterie in un sacco in spalla, o lasciandole distanti; dunque una lunghezza di 3-4 metri.
In genere il trapano richiede una certa cura nel trasporto e utilizzo: non immergerlo nell'acqua, ne` riempirlo di argilla. Durante il trasporto, e` bene proteggere il trapano e, soprattutto, le batterie da urti e dall'acqua. A tal fine si puo` avvolgerli con plastica da imballaggi (quella con le bollicine d'aria) o gomma piuma (tipo materassino "dormiben"). Inoltre se c'e` il rischio che il sacco finisca in acqua si fa il passasacchi, cioe` ci si aiuta per evitare che il sacco si bagni, e a maggior garanzia si avvolgono trapano e batterie con sacchetti a chiusura ermetica (sacchetti di plastica resistente chiusi stretti con un elastico), prima di metterli negli imballaggi di protezione. Particolare cura occorre nel proteggere il mandrino del trapano dall'argilla durante il trasporto. Si puo` usare uno spezzone di punta inserita nel mandrino oppure una "cuffia" di gomma che avvolge l'intero mandrino.
Richiede una costante manutenzione di pulizia e controllo, prima e dopo ogni uscita. Bisogna pulire e lubrificare il portapunta, e pulire accuratamente il resto, soprattutto le prese d'aria, gli spinotti, e i pulsanti. Saltuariamente lo si smonta per fare anche una pulizia interna con ingrassaggio delle parti meccaniche. Il trapano viene conservato in luogo asciutto.
Prima di perforare col trapano si deve saggiare la roccia col martello per sincerarsi di non mettere un ancoraggio su una placca che non tiene. Si inizia il foro trapanando leggermente, per evitare di svasarlo, poi si prosegue col percussore inserito. Il percussore entra in azione quando si esercita una sufficiente pressione. Con l'esperienza si puo` capire dal rumore del trapano, dalla velocita` di esecuzione, e dalla forza che si deve esercitare, se si sta` facendo un foro in una buona roccia o meno.
Bisogna fare attenzione poiche' il trapano puo` girare anche al contrario (in senso antiorario): in tal caso si scalda la punta e si consuma la batteria senza fare granche' di foro. Questa non e` una cosa di cui ci si accorge tanto facilmente a causa delle vibrazioni della punta, soprattutto se si sta risalendo, e si tiene il trapano con una sola mano, in alto sopra la testa. Ce se ne accorge dal fatto che il trapano fa insolitamente "fatica" a perforare la roccia.
Anche se CNSASS consiglia di impedire che si selezioni il verso di rotazione antiorario (per esempio, tagliando opportunamente la levetta) credo sia meglio lasciare tale possibilita`. Piuttosto si puo` aggiungere un blocco che renda la selezione inversa, piu` complessa di quella normale. La possibilita` di girare al contrario e` infatti utile quando la punta ha difficolta` ad uscire da un foro perche` questo e` intasato. Infine il suggerimento di raddoppiare la ventola di raffreddamento deve essere preso in considerazione solo per trapani impiegati in operazioni che richiedono un uso intensivo, come per esempio per il soccorso.

1.3.3 Accumulatori

Il punto critico del sistema "trapano" sono gli accumulatori/batterie [80] [81] [82] [83] [84] . La scelta e` tra accumulatori al piombo (Pb) o quelli al nichel-cadmio (NiCd) da 4 Amh (Ampere-ora) o al litio. I primi sono molto piu` pesanti (2.5 Kg per un accumulatore da 6.5Ah, pero` un pacco ne contiene due), non hanno memoria, e la tensione cade durante la scarica. Quelli al NiCd costano di piu` e sono piu` delicati, ma sono piu` leggeri (3.2 Kg quelle da 4 Ah), mantengono la tensione piu` costante durante la scarica e hanno migliori prestazioni (circa 1.3 volte degli accumulatori al piombo, e quasi quattro volte delle batterie originali).
La carica della batteria va accuratamente controllata prima di ogni spedizione per evitare di portare trapano e batteria a fare un giro per la grotta. Le batteria si scaricano da sole col tempo (autoscarica), soprattutto quelle Ni-Cd. Inoltre l'autoscarica e` tanto maggiore quanto piu` alta e` la temperatura. Percio` evitate di lasciare per giorni e giorni le batterie nel baule della macchina al sole d'estate. Le batterie non devono essere lasciate al caldo e/o al sole a lungo tempo altrimenti si autoscaricano. Infine l'energia che una batteria puo` fornire (capacita`) non e` data solo dalla capacita` nominale della batteria (e dallo stato di carica), ma dipende anche da In genere la capacita` decresce aumentando la corrente e diminuendo la temperatura.
Anche se non sembrerebbe, le batterie richiedono maggior cura e manutenzione del trapano. Durante il trasporto il circuito deve restare aperto. Il danno di un cortocircuito nell'effettuare i contatti, non e` irrimediabile per le batterie al piombo (le scarica un poco), ma distrugge certamente una batteria Ni-Cd (puo` anche esplodere). Durante l'uso le batterie al piombo non devono essere scaricate sotto il 40% della carica nominale; punto in cui la tensione sotto carica vale 8-9 V, e ce se ne accorge perche` il trapano comincia a far fatica. A questo punto meglio smettere, per non danneggiare irreparabilmente le batterie. Anche le batterie Ni-Cd hanno questo problema, non devono essere scaricate sotto i 16 V. Pero` se non si scaricano abbastanza presentano l'effetto memoria: si ricaricano solo parzialmente. Le batterie devono essere ricaricate appena possibile. La ricarica delle batterie e` molto critica; rimandiamo alla sezione di approfondimenti su Batterie e trapano.
Controllare il pacco batterie per la tenuta e l'integrita` del contenitore. Controllare che i contatti siano in buono stato e non ossidati. Occorre controllare spesso il corpo delle batterie e sostituirle in caso di deformazioni, crepe o piccole fuoriuscite di elettrolita. Evitare il contatto di corde, fettuccie, imbraghi etc. con gli acidi o i vapori della batteria. Non pulire la batteria con solventi organici tipo benzina. Se possibile ricaricare le batterie in serie; non ricaricarle mai in parallelo.
Infine da non dimenticare che il sistema non consiste solo di trapano e batteria, ma anche di altri piccoli (o meno piccoli) accessori: le punte e l'eventuale cavo di connesione batteria-trapano [85] [86] . Basta scordarsi uno di questi per rendere inutilizzabile il tutto.

1.3.4 Materiali da rilievo

I materiali da rilievo comprendono la bussola, l'ecclimetro (o clinometro), la bindella, il tacquino e le matite. Questi vengono messi in una apposita sacchetta che e' poi portata in un sacco. Questi materiali saranno descritti nel capitolo 5 sulla topografia d'esplorazione.

1.3.5 Cibo e telo termico

Il cibo e' una questione personale di ciascun componente della squadra. Il capitolo 6 e` dedicato alla alimentazione in grotta. Ad ogni modo e` bene controllare che tutti abbiano una scorta di cibo adeguata entrando in grotta.
Di fornelletto [87] ne basta uno per squadra. Serve per fare qualcosa di caldo (caffe', the, o brodo) durante le soste per mangiare. Si puo` utilizzare un fornelletto a gas, oppure uno, molto piu` compatto, a combustibile solido (in tal caso evitare il contatto del cibo col combustibile).
Altre informazioni sui fornelletti si trovano nella Sez. 6.5
Il telo termico e' talmente leggero e poco ingombrante che ogni speleologo dovrebbe portarsene uno. Il telo termico e` un gran cosa: avvolgendoselo intorno e tenendo una stufetta (il fornelletto) accesa sotto si forma una cupola calda e con una minore umidita` relativa. Questo permette di riposare piu' caldi e di asciugare anche. Attenzione a non bruciarsi! La botta di freddo quando si esce dal telo termico e` terribile. Quindi va usato con buon senso: permette un recupero molto migliore delle forze, ma puo` prolungare le soste oltremodo. (E` un telo d'emergenza).
Dato che il gas della stufetta bruciando produce anidride carbonica e/o ossido di carbonio, e` bene tener la testa fuori dal telo termico ed evitare di respirare questi fumi tossici. La CO si forma quando si ha combustione incompleta, cioe` in carenza di ossigeno. A basse concentrazioni (10% di aria) la CO2 provoca solo mal di testa e stordimento, oltre 25% puo` causare perdita di coscienza e convulsioni. La dose massima [88] per periodi prolungati (TWA, time weighted average) e` di 10000 ppm, con picchi di 30000 ppm (3 La CO e` molto peggio, a 10 ppm (parti per millione) provoca gia` mal di testa. A 20 ppm si ha anche nausea e torpore. La massima dose e` 35 ppm TWA, con punte massime di 200 ppm [89] .

marco corvi - Mon Aug 25 22:45:53 2008
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