Prev Up Top Next Contents
1.2 Casco e illuminazione
1.2.1 Il casco
Fig. 17. Casco
Il casco [
58] [
15]
serve per proteggere dalla caduta di pietre e dagli urti imprevisti
contro la roccia (Figura). Esso deve anche proteggere la testa in caso
di eventuali cadute.
Il principale requisito
del casco e` la resistenza e la capacita` di assorbire l'energia di un urto
trasferendo una forza ridotta alla testa e al collo (meglio che si
rompa il casco piuttosto che la testa).
Il casco deve essere omologato UIAA, cioe` deve aver
superato specifiche prove di resistenza, in particolare agli urti e alla
penetrazione di oggetti accuminati [59] .
Il test di ammortizzamento verticale prevede l'impatto di un oggetto
semisferico di 5 Kg in caduta da 2 metri perpendicolarmente sul casco
montato su una testa di prova.
La forza di arresto misurata all'altezza delle vertebre cervicali
non deve superare 1000 daN.
Il test di ammortizzamento frontale prevede l'impatto di un disco da
5 Kg in caduta da 0.5 m sulla zona frontale del casco montato sulla
testa di prova reclinata indietro di 60 gradi.
La forza di arresto non deve superare 1000 daN.
Infine il test di resistenza alla penetrazione viene fatto lasciando cadere
un punzone conico di 3 Kg da 1 metro.
Questo non deve arrivare a toccare la testa di prova.
Il sottogola non deve aprirsi ma presentare una escursione inferiore a
2.5 cm se trazionato con una forza di 500 N
Secondo la direttiva CE 8916861EEC ogni casco omologato deve riportare
la sigla CE e deve essere accompagnato da un manuale tecnico che
ne spiega le caratteristiche, l'impiego, e i limiti di utilizzo.
I caschi sono costituiti da una calotta semirigida e una cuffia interna
fissata alla calotta. La calotta deve restare sollevata sopra la cuffia, con
uno spazio libero di alcumi centimetri.
L'assorbimento del colpo e` affidato ad una imbottitura di schiuma
cellulare disposta intorno alla circonferenza del cranio (di spessore circa
10 mm e altezza circa 40 mm).
Il casco deve avere un sottogola robusto collegato davanti alle orecchie e
sulla nuca, in modo da mantenere il casco in posizione.
Il sottogola non deve inibire la visione.
Fattori di confort del casco sono
- i fori di aereazione;
- il peso contenuto e il bilanciamento;
- l'ingombro: non deve restare troppo alto sopra la testa;
- la regolabilita` del giro della testa;
- la lavabilita` della cuffia interna.
La visiera e` inutile, anzi riduce la visuale.
I caschetti da alpinismo soddisfano
questi requisiti; sono abbastanza leggeri, relativamente poco
ingombranti, comodi da portare per molte ore, e soprattutto dotati di una
resistente allacciatura sotto il mento. In particolare e` utile che
l'allacciatura sotto il mento sia facilmente apribile, anche con una sola mano
e in condizioni scomode. Risulta infatti spesso necessario liberarsi del
casco mentre si sta affrontando una strettoia, e si ha una sola mano libera.
E` inoltre indispensabile portare la fonte di illuminazione
montata direttamente sul casco in modo da lasciare le mani libere e da
orientare la luce nella direzione di vista.
Percio` sul casco si porta l'impianto di illuminazione che,
in genere, consiste di due
indipendenti fonti di luce, una a gas acetilene, l'altra elettrica. La prima e`
la fonte di illuminazione primaria, mentre la seconda serve per sopperire alla
prima quando questa vien meno, ... e cio' succede spesso purtroppo: sotto
stillicidio, per forte corrente d'aria, per il fango, per molti altri motivi.
L'impianto luce e il portabatterie sono fissati al casco mediante viti
con testa a forma di calotta sferica molto sottile, e rivolte verso l'esterno.
L'impianto ad acetilene deve essere rimuovibile, in modo da poter utilizzare
il casco con il solo impianto elettrico. In questo caso bisogna tenere
il sottogola allacciato ogniqualvolta c'e` la possibilita` di
perdere il casco (per esempio pozzetti, meandri fondi, etc.).
Il casco deve essere sostituito quando presenta segni di cedimento
(fessurazioni), oppure se ha subito un urto grave.
1.2.2 Impianto di Illuminazione
L'impianto di illuminazione consiste di una coppia di sorgenti di luce
totalmente indipendenti.
Tradizionalmente si usava una sorgente di luce elettrica ed una a gas
acetilene, quest'ultima utilizzata come fonte di luce
principale e l'elettrico come fonte di luce secondaria.
Attualmente l'illuminazione a led ha oramai raggiunto un livello tale da
soppiantare l'acetilene come fonte primaria, e quindi da permettere la
pratica della speleologia senza l'impiego dell'acetilene [
60] .
L'impianto di illuminazione elettrico
e` costituito da una lampada, montata frontalmente sul casco, e da un
portabatteria, posto sulla parte posteriore del casco.
La lampada elettrica contine due riflettori (modello "Duo")
con una lampadina per illuminazione diffusa e una per illuminazione
in profondita`.
Si utilizzano lampadine alogene oppure insiemi di led.
Le lampadine alogene sono da 6 V
per alimentazione con quattro stilo: 12 ohm, alimentate a 0.5 A.
Pero' consumano di piu' dei led: il catalogo Petzl riporta
circa sei ore.
Le lampade a led sono ancora in fase di rapida evoluzione.
Il numero dei led e` variabile: 3, 5, 10, 14 e piu`.
Anche il tipo dei led e` molto importante. Led
a fascio concentrato illuminano solo una area ristretta,
pertanto sembrano piu` "luminosi" dei led a fascio allargato.
Il colore dei led e` anche importante, al fine di avere
una illuminazione non concentrata su una sola frequenza.
La lampada Duo
viene accesa mediante una levetta interruttore posto sulla sinistra.
Ruotandolo verso il basso si accende la lampada sinistra
(luce diffusa), ruotandolo verso l'alto quella destra (fascio focalizzato).
Un'altra levetta sulla destra permette di variare la focalizzazione
del fascio di destra.
Il portabatteria del modello "Duo"
contiene quattro batterie a stilo (da 1.5 V, cioe` in totale 6 V).
Fai attenzione ad inserire le batterie nel verso della corretta polarita`,
come indicato nell'alloggiamento delle stesse se usi i led.
Conviene utilizzare pile ricaricabili (da 1.2 V, cioe` in totale 4.8 V),
pero` occorre rimpiazzare la lampadina alogena di profondita`
adeguatamente.
Prima di entrare in grotta controllare che le batterie siano cariche.
L'impianto elettrico richiede una regolare manutenzione e cura.
I cavi elettrici e i contatti devono essere verificati regolarmente.
Le ghiere dell'impianto di illuminazione devono essere pulite di tanto in
tanto, e lubrificate con lubrificante spray siliconico.
Dopo ogni uscita, le
batterie devono essere tolte dal portabatterie e questo deve essere
lasciato aperto, per asciugare ogni eventuale umidita`.
1.2.3 Illuminazione solo elettrica
Come detto e` possibile praticare speleologia, anche impegnativa,
senza l'utilizzo dell'acetilene, ma solo con illuminazione elettrica,
principalmente a led.
Gli impianti a led sono piu` sofisticati dell'impianto a acetilene,
e difficilmente possono essere "riparati" se presentano problemi
mentre si e` in grotta.
Tuttavia essi hanno raggiunto un livello di affidabilita` che rende
conveniente il loro utilizzo in alternativa all'acetilene.
I vantaggi dei led sono:
- minor peso: non occorre portare la bombola, ne` carburo di scorta,
e nemmeno riportare fuori dalla grotta lo scarburo. Basta portare
quattro batterie di scorta.
- maggior facilita` di progressione nei punti stretti: meandri, laminatoi
e strettoie.
- eliminazione dei piccoli inconvenienti legati all'utilizo dell'acetilene:
regolazione del flusso d'acqua,
necessita` di trovare acqua, necessita` di scarburare, possibilita`
di infangare il beccuccio, problemi con il piezo, etc.
- eliminazione di una fiamma viva, con il pericolo che questa comporta
(scottature, etc.).
- semplicita` di regolazione dell'intensita` luminosa (almeno fintanto che
le batterie sono cariche).
L'impiego di soli led comporta degli "svantaggi". Ma questi sono
abbastanza rimediabili:
- mancanza di una fonte di calore: deve essere sostituita con una
fonte di calore alternativa, per esempio una stufetta catalitica
a gas.
- difficolta` nel segnare i capisaldi durante il rilievo; bisogna
portarsi un pennarello a vernice o dello smalto all'uopo.
- possibilita` di perdere il casco, salendo un pozzo; bisogna fare
attenzione a tenerselo bene allaciato sui pozzi, perche` se cade
si resta al buio completo. Forse, almeno sui pozzi, e` bene avere
una microlampada frontale d'emergenza al collo.
- problema di avere una grande scorta di batterie durante i campi.
Questo puo` essere un problema, considerando che un set di batterie
e` sufficiente per una uscita impegnativa, o poco piu`. Tuttavia
il peso delle batterie e` inferiore a quello del carburo. Il problema
e` che non si possono usare (solo) batterie ricaricabili, a causa
dell'autoscarica, a meno di aver modo per ricaricarle (per esempio
con un carica batterie solare).
L'illuminazione dei led, e` diversa da quella della fiamma
dell'acetilene, e` piu` concentrata e il colore della luce e`
differente. A chi e` abituato alla luce dell'acetilene, puo`
apparire inadeguata. Probabilmente dal punto di vista ergonomico
la luce diffusa della fiamma dell'acetilene e` migliore.
Tuttavia la luce dei led e` ampiamente sufficiente per la
progressione.
1.2.4 Batterie ricaricabili
Le batterie ricaricabili (specialmente Ni-MH) hanno soppiantato
le batterie alcaline, in quanto economicamente molto piu` convenienti.
Dal punto di vista della capacita` sono comparabili (o quasi).
La differenza principale e` la tensione 1.2 V ad elemento rispetto a
1.5 V delle batterie tradizionali.
Le batterie ricaricabili richiedono alcuni accorgimenti d'uso
[
61] , altrimenti si rovinano irreparabilmente.
Devono avere eguale carica.
Vengono pertanto usate in gruppi di quattro, e disposte in serie
per ottenere una tensione di alimentazione di 4.8 V. Se una delle
quattro ha una capacita` inferiore alle altre (oltre 10 % per motivi di fabbricazione
o perche` caricate in modi differenti) durante la scarica essa arriva a
lavorare con polarita` invertita, il che la danneggia.
L'autonomia del gruppo di batteria risulta ridotta.
Pertanto formare gruppi di batterie ed usarli e ricaricarli
sempre a gruppi.
Una eccessiva scarica danneggia le batterie.
Le tensione delle batterie Ni-MH non dovrebbe mai scendere
sotto 0.8-0.9 V per elemento.
Per essere sicuri che le batterie siano cariche
non usare le batterie prima che siano state completamente
ricaricate. Non usare le batterie quando iniziano ad essere scariche.
Anche le batterie Ni-MH (come quelle Ni-Cd) hanno un effetto memoria.
Percio` bisogna utilizzare un caricabatterie con funzione di
scarica automatica prima della carica.
Esse subiscono anche l'autoscarica. In tre giorni possono perdere fino al
10 % della carica. Percio` bisogna tenerle nel caricabatteria
in carica fino ad un giorno prima dell'uso.
Si scaricano completamente in alcuni
mesi, e se lasciate scaricare per oltre un anno si possono danneggiare.
In situazioni in cui non si puo` ricaricare le batterie (eg. campi)
ricorrere a batterie alcaline, che non hanno problemi di autoscarica.
marco corvi - Mon Aug 25 06:22:54 2008
Prev Up Top Next Contents
This work is licensed under a Creative Commons
Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Italy License.