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1.1 Materiali Personali

I materiali personali sono il vestiario e gli attrezzi per la progressione su corde [14] [15] :
Un vestiario appropriato e` un componente di sicurezza (come gli attrezzi da progressione), perche` garantendo un adeguato confort riduce la dispersione di energie, e lo sforzo psicologico.

1.1.1 Guanti

I guanti in gomma, ruvidi per consentire una discreta presa, e resistenti. Felpati, proteggono le mani dal freddo, dalla roccia, dall'acqua e dall'argilla. Non devono essere troppo stretti, per non bloccare le dita, ne' troppo larghi, per non compromettere la presa delle mani. Devono avere dei polsini abbastanza lunghi (ma non troppo) in modo che vadano a coprire sui polsi le maniche della tuta. Nei passaggi con molta acqua e` utile bloccare i polsini con un elestico (tagliato da una camera d'aria) per limitare l'entrata dell'acqua nei guanti e nelle maniche della tuta.
I guanti vanno lavati esternamente con acqua, e rovesciati per lavare l'interno usando sapone neutro. Si lasciano asciugare rovesciati.

1.1.2 Stivali e scarponi

Gli stivali, alti fin sotto il ginocchio, lisci senza lacci, stringono bene il piede, per fornire un appoggio sicuro (ma non devono essere tanto stretti da far male!). Un piede "libero" ha maggior sensibilita` e resta piu` caldo (la circolazione non e` impedita). Preferibili stivali in lattice poiche` restano piu` morbidi anche a basse tempertaure [16] .
La suola (di gomma, non di plastica) ben scolpita e` essenziale per l'aderenza sulla roccia umida e sovente fangosa. Gli stivali da grotta non sono foderati internamente, per facilitarne l'asciugatura; pero` anche dei normali stivali, leggermente foderati internamente, risultano piu` che adeguati.
La comunita` degli speleologi e` suddivisa in due fazioni a riguardo delle calzature da grotta [17] : quelli pro stivali e quelli pro scarponi [18] . In determinate situazioni gli stivali sono sconsigliabili; per esempio, negli inghiottitoi d'alta montagna coperti di ghiaccio o nelle grotte nel ghiaccio. In grotte molto acquatiche si usano stivali bucati per fare fuoriuscire l'acqua. Una suoletta in neoprene all'interno degli stivali migliora l'isolamento termico dal freddo che penetra attraverso la suola.
Gli scarponi infatti sono piu` rigidi, non abbastanza impermeabili, piu` pesanti, piu` bassi, e non offrono una tanto migliore aderenza degli stivali sulla roccia, bagnata e fangosa, in grotta. Altri due svantaggi degli scarponi sono la facilita` di usura (specialmente per quelli in pelle e tela; forse cio` non vale per gli scarponi in plastica) e la presenza di gancetti di chiusura che si possono impigliare. D'altra parte gli scarponi offrono una maggior protezione al piede, soprattutto in caso di scivolate o cadute.
Un problema comune a stivali e scarponi sono i sassolini. Per prevenirlo si portano la gambe della tuta sopra di essi e, se serve, fermate da un elastico. Nei passaggi con molta acqua questi elastici devono essere stretti per evitare che entri troppa acqua. In genere le gambe della tuta non sono abbastanza lunghe per gli scarponi. Come suggerimento (mai sperimentato) prova con delle ghette indossate sopra gli scarponi e sotto le gambe della tuta. Naturalmente quando entrano sassolini nelle calzature, la cosa da fare e` fermarsi e toglierli, sfilando e pulendo la calzatura appena possibile, invece di proseguire sopportandone il fastidio.

1.1.3 Calzettoni

I calzettoni sono molto importanti: servono per tenere il piede isolato dal suolo (che e` freddo) e per proteggerlo durante la progressione. Devono essere caldi, anche quando sono bagnati.
I calzettoni devono avere rinforzi su tallone e punta. E` meglio usare un solo paio di calzettoni che due paia di calze piu` sottili.

1.1.4 Sottotuta

Sotto la tuta si indossa il sottotuta, capo unico che copre torso, braccia e gambe e protegge dal freddo, [19] . Evita l'uso di due capi di vestiario distinti, uno per la parte superiore del corpo e uno per quella inferiore: tendono a separarsi formando dei rigonfiamenti e lasciando una zona scoperta. Il sottotuta deve essere in fibra idrofoba, cioe` che respinge l'acqua. In tal modo, l'umidita` prodotta a livello della pelle (per sodorazione) migra verso l'esterno. Per tale motivo e` bene portare il sottotuta a contatto con la pelle. Deve essere abbastanza aderente per evitare l'effetto "soffietto" (che raffredda) ed elastico, in modo da non impedire i movimenti. E` chiuso sul davanti con una cerniera a tre cursori (o con una chiusura a velcro).
Ci sono modelli in pile o polartec. Essi asciugano facilmente anche se molto bagnati, purche` portati indosso (ma la tuta sopra riduce l'evaporazione).
Non occorre che il sottotuta sia troppo pesante, a meno di andare in cavita` eccezionalmente fredde. Un peso intermedio e` sufficiente per le grotte dove la temperatura varia fra i cinque e i nove gradi. Il collare alto e` decisamente utile e comodo. Se la grotta e` molto fredda indossa un altro capo, caldo, oltre al sottotuta (una maglia sopra, oppure una maglietta a maniche lunghe sotto).
Il sottotuta deve avere

1.1.5 Tuta

La tuta [20] [19] in nylon e` decisamente la migliore per la speleologia. Essa permette di traspirare il sudore ed evita che il sottotuta resti troppo bagnato. Tuttavia ci sono situazioni in cui la tuta in PVC risulta piu` conveniente: in grotte molto bagnate e/o fangose, con intenso stillicidio, in lavori di scavo nel fango, ecc.. La tuta non deve essere troppo stretta per lasciare liberi nei movimenti, ma neppure troppo larga. Meglio un poco larga che stretta. Quando devi acquistarla, provatela indosso e fai i tipici movimenti che faresti in grotta: piegamenti, spaccata, etc.
Il cappuccio in materiale impermeabile e leggero, indossato sotto il casco, protegge dall'acqua e tien calda la testa. Deve essere sottile in modo da non ingombrare quando indossato sotto il casco. Una tasca, in genere sulla sinistra, e` conveniente per metterci piccole cose: la peretta per l'acqua [21] , un po' di cioccolato, frutta secca, etc.. La tasca puo` essere interna o esterna. All'esterno la tasca e` di accesso piu` comodo (evita di dover aprire la parte alta della tuta).
I polsini non sono proprio indispensabili: un paio di bande elastiche (tagliate da una camera d'aria) suppliscono perfettamente. Dei rinforzi sui ginocchi e sui gomiti prolungano la vita della tuta, tuttavia e` meglio avere braccia e gambe di un unico pezzo, ed usare ginocchiere e gomitiere (v. sotto). Le gambe della tuta vanno infilate sopra gli stivali e non devono essere troppo larghe (altrimenti si impigliano) ne` corte (da non arrivare alle calzature). Similmente le maniche della tuta devono essere abbastanza lunghe da arrivare ai polsi, altrimenti resta uno spazio fra maniche e guanti. La chiusura della tuta e` in velcro; questo deve essere abbastanza largo (5 cm) in modo da assicurare la chiusura anche quando e` un poco infangato. Se ti si infanga tanto da non tenere, puliscila prima con il contello da sfango, e poi lavala con acqua.
Dopo l'uscita in grotta conviene ripiegare la tuta a rovescio mettendo le gambe e le braccia all'interno. In tal modo il fango resta all'interno e si puo' anche trasportarla nello zaino senza usare il sacco di plastica. La tuta ripiegata forma una specie di sacco dentro il quale si possono mettere anche stivali, guanti e attrezzi.

1.1.5.1 Manutenzione della tuta e riparazioni

La tuta deve essere lavata, in acqua fredda o appena tiepida, per rimuovere l'argilla infiltrata fra le fibre. E` consigliabile un lavaggio con sapone neutro, con una spazzola morbida. Un poco di argilla resta comunque e la tuta e` destinata a perdere la morbidezza cha aveva appena comprata e a diventare "rigida". In grotta la tuta si usura, e si rompe, spesso lacerandosi tagliata da sporgenze di roccia acuminata, o da concrezioni a cavolfiore, a volte strappandosi sulle cuciture. Per riparare la tuta si utilizzano pezze dello stesso materiale (nylon per la tuta di nylon, PVC per quella in PVC), cucite o incollate con appositi mastici (per esempio "Aquaseal" o "Seamgrip" della McNett Corp., Box 996, Bellingham WA 98227, USA), oppure con colla per tubi in PVC. I mastici sono a base di toluene che e` molto pericoloso anche per inalazione (oltre che per contatto e per gli occhi): utilizzare occhiali e maschera protettivi, guanti, ed operare all'aperto in ambiente ventilato (se serve usare un ventilatore) [22] . La tuta deve essere accuratamente lavata prima di una riparazione per migliorare l'aderenza delle pezze. Nella tuta in PVC le pezze vengono applicate all'interno e solo incollate [4] . Nella tuta di nylon le pezze possono essere applicate all'interno della tuta. Le pezze vengono poi cucite lungo i bordi dello strappo e lungo il bordo della pezza stessa.

1.1.6 Casco e impianto di illuminazione

Il casco, l'impianto di illuminazione, e i relativi materiali di manutenzione sono cose talmente importanti che viene loro dedicato un capitolo a parte: il Cap. 2.

1.1.7 Imbrago


Imbrago
Fig. 1. Imbrago
L'imbrago [23] [24] [25] [26] deve essere Ed meglio se e` pure comodo e confortevole (per non essere di fastidio durante la pregressione). Gli imbraghi da speleologia hanno un punto di attacco molto basso, per facilitare la progressione su corda. In caso di caduta, considerando che il pettorale (la parte superiore dell'imbrago) non sostiene il peso, la forza di arresto grava perlopiu' sui cosciali, e cio` puo` comportare un eccessivo inarcameno della colonna vertebrale [15] .

L'imbrago Petzl Fractio, a sinistra in figura, e` a mio avviso, un buon modello. Il vecchio modello consisteva di due striscie di fettuccia larga che passano attorno alle coscie e quindi cingono in vita incrociandosi sul dietro. Nel modello attuale (Figura sopra) i due gambali sono uniti da una sola cinta, sormontata da una cinghietta. Ci sono quattro fibbie di regolazione: una per ciascun gambale, una per la cintura e una per la cinghietta.
L'imbrago Rapide, a destra in figura, e` leggero e veloce da indossare e togliere, anche in situazioni scomode, come in strettoia, poiche' non ha i due gambali separati, ma un unico sottogamba che, quando si va su corda, viene collegato sul davanti alla cinta con una fettuccia. Il risultato e` che l'imbrago tende a stringere le gambe, inibendo la liberta` di movimento delle stesse, per esempio nel fare la spaccata.


Delta
Fig. 2. Delta
L'imbrago viene chiuso in vita con una maglia rapida in acciaio (mai in lega) da 10 mm di forma a semicerchio (detto "ovale", oppure "maillon a mezza-luna"), o triangolare (detto "delta"). Il delta viene posizionato con l'apertura a sinistra. Non chiudere mai l'imbrago con un moschettone, neppure se d'acciaio e con ghiera: il cricchetto puo' rompersi se sottoposto ad un moderato sforzo! E` piuttosto consigliabile utilizzare un pezzo di fettuccia, o di corda, se manca la maglia rapida. Non attaccare mai la corda ad un anello per gli accessori in quanto non sono fatti per sopportare grandi pesi.
Puo' capitare che la ghiera del delta si apri durante la risalita, ma e` una occasione abbastanza rara, e non dovrebbe succedere se e` stata stretta bene. Comunque e` bene controllare la chiusura della ghiera prima di scendere o salire ogni pozzo (e magari anche durante il pozzo). Qualora sembri che la ghiera tenda ad aprirsi da sola, e` bene sostituire il delta.


Fibbia imbrago
Fig. 3. Fibbia imbrago
Chiudere bene le fibbie (la fettuccia deve sporgere almeno 8 cm) e controllare la regolazione spesso: i movimenti di risalita tendono ad allentare la fettuccia nelle fibbie. Dato che l'imbrago e` un accessorio personale si puo' risolvere questo problema cucendo la fettuccia dopo essersi regolato il proprio imbrago. La fettuccia tende ad usurarsi principalmente in corrispondenza delle fibbie. Per ovviare mettere delle protezioni come nella fibbia in vita, in cui un capo della fettuccia e` lasciato lungo oltre la cucitura in modo da ripassare nella fibbia a coprire la fettuccia che fa tenuta. Si puo` fare una cosa simile anche per i gambali; dopo aver cucito la fettuccia propriamente regolata, la si fa ritornare nella fibbia a mo' di protezione e la si blocca cucendola sopra la cucitura gia` esistente (Figura). Inoltre il cinghietto in vita non occorre che sia regolabile; si puo` togliere completamente la fibbia e cucire i due capi assieme (con una buona cucitura).
Prima e dopo l'uso e` necessario controllare le condizioni delle fettuccie e delle chiusure dell'imbrago. L'imbrago deve essere sostituito quando le fettuccie sono lesionate per oltre il trenta percento della larghezza, oppure dopo tre anni (per l'invecchiamento) anche se non ci sono lesioni apparenti [4] . I produttori consigliano sempre di cambiare l' imbrago dopo una grave caduta, perche' ci potrebbero essere delle lesioni interne non visibili. Se durante un controllo ti sembra che il tuo imbrago incominci a diventare troppo usurato, taglialo subito! Cosi` non hai ripensamenti e te ne procuri uno nuovo.
L'imbrago va pulito con acqua non troppo calda (max. 30 C) e poi asciugato in un locale buio e ventilato. Bisogna pure evitare di lasciare l'imbrago esposto alla luce diretta (per le radiazioni ultraviolette) per periodi prolungati. Evitare il contatto con prodotti chimici che potrebbero danneggiare le fibre. Anche temperature troppo fredde (sotto -40 C) o troppo calde (sopra 80 C) sono dannose.

Se capita che il delta o un moschettone a ghiera risulti difficile da aprire (o come si dice e` "bloccato"), a causa del fango o altro, si puo' cercare di aprirlo utilizzando una fettuccia umida avvolta attorno alla ghiera per migliorarne la presa. Alternativamente si puo' utlizzare una maglia rapida (ad ampia apertura).
E` possibile cucirsi il proprio imbrago a partire da un pezzo di fettuccia [4] [28] [29] :

1.1.8 Pettorale


Pettorale
Fig. 4. Pettorale
L'imbrago viene completato nelle risalite su corda da un pettorale. In ogni caso il pettorale non e` assolutamente adeguato per attaccarci la corda, ma serve solo per tenere teso il bloccante ventrale.
Un tipo di pettorale consiste in un anello di fettuccia indossato a "otto" attorno alle spalle e fermato sul davanti attaccandolo al bloccante ventrale con un cordino regolabile, tiracroll o tendicroll, come in figura. L'idea e` che il bloccante ventrale resti ben teso verso il petto in modo che la corda vi scorra dentro facilmente mentre si risale. Allo scopo e` importante che la fettuccia, o il cordino, che passa nel foro superiore del croll esca esternamente sulla destra ed internamente sulla sinistra in modo da compensare la torsione indotta dal delta nel foro inferiore. In caso contrario esso tende a far ruotare il croll verso l'interno.


Croll con tendicroll e delta
Fig. 5. Croll con tendicroll e delta
Il pettorale ad otto puo` essere indossato in un altro modo: sempre incrociato sulla schiena ma passando sulla pancia e con una "V" sul collo [30] . Questa disposizione e` (probabilmente) migliore se il pettorale ha una fibbia di regolazione, che risulta piu` comoda se si trova sulla "V". Questo pettorale non necessita del cordino tendicroll. (La regolazione puo` esser fatta sulla fettuccia ventrale).
Un terzo tipo di pettorale e` a forma di bretella, attaccato posteriormente alla cinta dell'imbrago.

1.1.9 Longe


Longe
Fig. 6. Longe
La longe [31] [32] [33] [34] e` un pezzo di corda con attaccato un moschettone in lega senza ghiera ad ampia apertura (Figura). La corda deve essere dinamica, di diametro almeno 9 mm. Evitare corde statiche e fettuccia. Le longes si attaccano al delta direttamente o mediante un moschettone (a ghiera).
Per collegare la corda ai moschettoni si usa un nodo semplice, o, meglio, una gassa inglese che ha il vantaggio di stringersi sul moschettone e tenerlo con l'apertura del cricchetto all'esterno. Anche il nodo ad otto va bene ma risulta piu` grosso. I moschettoni delle longe devono avere un carico di rottura di almeno 2200 Kg, e non avere il dentino di bloccaggio del cricchetto (perche` tende ad impigliare corde e fettucce). E` conveniente che il moschettone resti bloccato sulla longe in posizione d'uso, cioe` pronto per esser agganciato. Ci sono moschettoni dotati di una barretta che mantiene il nodo in posto. Oppure si puo` bloccare il nodo sul moschettone con un piccolo elastico.
La longe puo' essere semplice o doppia, cioe` si puo' usare una unica longe oppure due longe fatte sullo stesso pezzo di corda. Su quante e che tipo di longe avere ci sono svariate possibilita`: Senza considerare poi il diametro della corda, i nodi, la fattura delle longe. Se usi due longe separate, quella corta puo` essere poste sul delta a destra del bloccante ventrale.
La lunghezza della longe dipende molto dai gusti personali. In genere varia da 30 cm a 75 cm, con una media fra 35 e 50 cm. La longe corta e` dunque molto corta, 30 - 40 cm circa, compresi i moschettoni. Quella lunga deve essere tale da poter raggiungere il bloccante di staffa quando sei appeso con tale longe alla stessa. Quando la longe non e` abbastanza lunga la puoi allungare attaccandoci un altro moschettone. Quando invece risulta troppo lunga puoi accorciarla passandola nel delta e mettendo le due asole in un moschettone.


Longe semplice
Fig. 7. Longe semplice
La longe semplice puo' essere fatta da un anello di corda, chiuso con un nodo guida semplice inseguito, oppure con un otto inseguito o con un inglese doppio. Per fare l'anello bastano 75 cm di corda (dinamica da 9 mm). E` bene bloccare i capi della corda con cuciture. Questo anello viene poi passato in un moschettone (con ghiera) con due giri (figura). In tal modo si puo' accorciare la corda, raddoppiando l'anello su se stesso, anche in posizioni pericolose, senza dover togliere la corda dai moschettoni della longe. Alternativamente si puo` agganciare l'anello di corda direttamente nel delta, oppure con un nodo a bocca di lupo al delta, avendo sempre la possibilita` di doppiare l'anello e accorciare la longe.

L'utilizzo di un anello aumenta la resistenza della longe dato che, in caso di caduta, la forza d'arresto viene distribuita su due tratti di corda. La longe e` dunque piu` rigida, e ne risulta una forza d'arresto massima rispetto ad una longe di corda singola. Quindi, per maggior elasticita`, e` consigliabile usare una corda da 9 mm dinamica per doppia, piuttosto che una da 10 mm. Anche una corda dinamica singola va bene, ma e` piu` ingombrante e pesante.
La longe regolabile viene fatta passando la corda della longe in un dissipatore, che viene poi attaccato al delta. Puo` essere doppia, con due moschettoni sui due capi, o singola, con un moschettone su un capo, e un nodo sull'altro. Una longe regolabile singola, puo` esser fatta con uno spezzone di corda, con un otto da una parte (per attaccarlo al delta) e un'asola bloccata con un nodo bellunese dall'altra.
La resistenza delle longe dipende dall'eta` e dalla usura [16] . Le longes devono essere sostituite al minimo segno di usura, e comunque ad intervalli regolari (ogni anno almeno). Da tener presente che non solo le corde in nylon invecchiano e si usurano, ma anche i moschettoni in lega sono soggetti ad usura (per la flessioni indotte dalle trazioni) e a indebolimento per senescenza. Come per l'imbrago, appena hai il minimo dubbio sullo stato delle tue longe, tagliale: cosi` ti togli l'idea di usarle ancora e te ne procuri di nuove.
Come tutti gli altri attrezzi, le longe si trasportano nel sacco quando non si usano. Altrimenti danno fastidio ed intralciano la progressione.

1.1.10 Discensore


Discensore
Fig. 8. Discensore
Il discensore [35] [32] [33] [36] [37] [38] e` un attrezzo che trasforma l'energia acquisita scendendo dissipandola in calore. In tal modo la discesa viene frenata e permette di scendere sulla corda a velocita` controllata.
Puo' essere di due tipi: semplice o autobloccante (Figure). Il discensore autobloccante [39] [40] [41] [42] ha il vantaggio di una maggior facilita` di bloccaggio: basta lasciare libera la leva sull'impugnatura, per cui, salvo i casi in cui si sta` fermi a lungo come per esempio quando si arma, non occorre fare la chiave di bloccaggio. E` pero` un errore usare il discensore autobloccante come freno (la puleggia di bloccaggio non deve essere usata come freno). La corda viene stretta fra le puleggie, si appiattisce e si rovina prima (vetrificazione causata dal calore concentrato). Il discensore autobloccante si usa come l'altro, con un moschettone di rinvio, tenendo la mano sinistra sul bloccante di staffa in modo che la corda possa scorrere. Il suo vantaggio e` quello di evitare l'uso della chiave di bloccaggio nei passaggi dei frazionamenti, e la possibilita` di sostituire un autobloccante per risalita in caso di emergenza.
Il discensore autobloccante Stop, come i bloccanti, e` un dispositivo di protezione individuale (DPI) per i lavori su fune e porta la marcatura CE [43] . E` certificato per corde da 9 a 12 mm (per lavoro).

Il modello autoblocacnte SRTE (australia) [44] blocca la corda a valle delle puleggie, percio` il bloccaggio risulta piu` efficace. Pesa di piu` dello "Stop", pero` il controllo della discesa e` molto migliore. E` un discensore ad attrito variabile, regolato attraverso la maniglia. Le superfici di attrito sono in acciaio inox, ed il calore viene dissipato dalle flangie e dalla maniglia. Ci sono vari modelli che differiscono per una (1) due (2) corde, freno singolo o doppio (DB), flangie di alluminio (a) o acciaio (S).

Il modello DSD-30 (slovenia) ha la maniglia di bloccaggio posta superiormente [45] [46] . E` utilizzabile in due modi: doppio o singolo. Nel primo caso la corda entra sotto la puleggia inferiore nel discensore ed esce da sopra; blocca sia che si lasci la maniglia sia che la si stringa. E` il modo "normale" di usarlo. L'uso singolo serve per corde molto rigide e poco scorrevoli. La corda entra da sopra ed esce da sotto; blocca solo quando si lascia la maniglia. Nell'uso singolo e` bene mettere una sicura (shunt o nodo Machard) sotto il discensore.
Il discensore semplice e` disponibile in vari modelli (Simple, Banana, Spider), differenti per forma (il Banana e` "curvo"), tipo di puleggie (Spider ha la possibilita` di ruotarle di 90 gradi), presenza di un foro per attaccare il rinvio (Spider). La "frenata" risulta quindi leggermente diversa, ma non in modo significativo.
Il discensore si attacca al delta mediante un moschettone a ghiera (possibilmente in acciaio) o una maglia rapida. Il cricchetto deve essere rivolto verso l'interno, per evitare che batta inavvertitamente contro la roccia scendento. Il discensore semplice richiede anche un moschettone di rinvio (detto anche "freno moschettone") in acciaio poiche` si consuma meno. Questo moschettone dovrebbe essere stretto e lungo (come da nautica); il moschettone Handy di Raumer, e` appositamente fatto per tale scopo: ha una gola che si stringe verso una estremita`, che facilita la regolazione della corda.
Se il moschettone che collega il discensore al delta e` a ghiera c'e` il rischio che si giri e il discensore si agganci sulla ghiera. Per evitare cio` puoi usare un moschettone senza ghiera, oppure controllare sempre la posizione del discensore ogni volta che carichi di peso su di esso.
Sul posizionamento del moschettone di rinvio ci sono diverse soluzioni:
Puoi anche montare il discensore direttamente nel delta, con l'apertura rivolto verso sinistra (cricchetto verso l'alto), per aprirlo piu` facilmente, e mettere il rinvio sulla destra con l'apertura verso il basso. La corda viene passata ad 'S' fra le puleggie nel modo opposto a quanto disegnato sulla flangia. La mezza chiave viene eseguita passando la corda dal moschettone di rinvio sopra il discensore. Svantaggi: e` scomodo avere il discensore appeso al delta nei passaggi stretti, ed ingombra un poco la disposizione degli attrezzi in risalita: (da destra verso sinistra) longe corta, bloccante ventrale, discensore, longe lunga; il rinvio appeso ai ganci portaoggetti a lato, il bloccante di staffa attaccato alla longe lunga. Vantaggi: la mezza chiave sembra piu` stabile, si ha un moschettone in meno, e non c'e` rischio che la testa del discensore finisca nel rinvio.

Il discensore stop ha la possibilita` di bloccare la maniglia (con un moschettone) in modo da usarlo come un simple. Questo potrebbe essere un problema su pozzi molto lunghi (parecchie decine di metri). Lo stop normalmente dissipa energia anche per compressione della corda oltre che per sfregamento (che produce calore). Il calore prodotto durante la discesa viene dissipato nella puleggia inferiore del discensore stop meno che nel simple, a causa della differente struttura. Il calore in eccesso potrebbe scaldare eccessivamente la puleggia e danneggiare la corda.


Discensore: puleggie
Fig. 9. Discensore: puleggie
Le puleggie del discensore devono essere rovesciate quando sono troppo usurate dalla parte su cui scorre la corda, e cambiate quando sono usurate da entrambe le parti (Figura) [47] . In queste operazioni fare attenzione a bloccare strettamente i dadi (coppia di 20 Nm). Per bloccare il dado si puo` mettere una goccia di colla. Controllare anche lo stato di usura delle flangie e del cricchetto.
Le puleggie del discensore in alluminio si consumano molto facilmente, soprattutto quella inferiore, tanto che nella discesa di abisso molto profondi si rischia di far fuori mezza puleggia in una discesa. Occorre allora portarsi una puleggia di scorta e la chiava da 14 mm per cambiarla. Puoi utilizzare una puleggia d'acciaio inox come puleggia inferiore, per ridurne l'usura, pero` devi comunque portarti le puleggie di scorta.
Il discensore Spider di Repetto presenta due innovazioni. Le puleggie sono routabili in quattro posizioni, cioe` di 90°, in modo da permettere una usura piu` uniforme. Inoltre ha un foro alla base per attaccarci il moschettone di rinvio.
La flagia del discensore si puo` piegare se caricato di peso col discensore aperto. Questo puo` succedere quando ci si sgancia da un tiro diagonale molto tirato [4] .
La chiave di bloccaggio e` descritta nella Sez. 3.2

1.1.11 Bloccanti


Croll
Fig. 10. Croll
I bloccanti sono attrezzi meccanici utilizzati per risalire su corda. Comunemente si usano due bloccanti: uno attaccato al delta che chiude l'imbrago (bloccante ventrale), e uno mobile e dotato di staffa (detta pedale) su cui ci si solleva con l'ausilio di uno od entrambi i piedi (bloccante di staffa o "maniglia" come viene comunemente chiamata). I bloccanti sono dispositivi di protezione individuale utilizzati anche nei lavori su corda e sono soggetti a norme di sicurezza. Esistono sul mercato diversi modelli, alcuni dei quali piu` orientati al lavoro che allo sport [46] [48] . Tutti si basano sul medesimo principio: un cricchetto a forma di camma che blocca la corda stringendola in una scanalatura.
Le caratteristiche dei bloccanti sono
Il bloccante ventrale (detto solitamente croll, anche se questo e` il nome di uno specifico modello) viene attaccato direttamente nel delta che chiude l'imbrago e collegato al pettorale tramite il tiracroll. La maniglia viene collagata al delta con una longe e possiede una staffa (pedale) in cui si puo` infilare un piede, od entrambi, per innalzarsi durante la risalita su corda [50] [51] [52] [53] [54] .


Maniglia
Fig. 11. Maniglia
Entrambi i bloccanti hanno un perno che impedisce al cricchetto di ruotare oltre un certo limite e di strozzare la corda. Questa e` una misura di sicurezza in quanto in caso di caduta si rompe la calza, ma non l'anima della corda e l'attrezzo puo` scivolare sui trefoli fino a fermare la caduta.
I bloccanti non sono fatti per sostenere elevati stress a flessione, anche se sono sagomati in modo da essere abbastanza resistenti. Percio` evita di farli lavorare a flessione sopra uno spigolo vivo. Non sono omologati per sostenere il peso di due persone (manovre di soccorso).
I bloccanti devono essere puliti accuratamente dopo ogni uscita, come tutti gli altri materiali. Per lubrificare il cricchetto puoi usare olio oppure, meglio, grafite (che trovi nei negozi di serrature), poiche` l'olio si impasta un poco con l'argilla. I dentini del cricchetto si consumano, e anche la struttura del bloccante si usura. Quando il bloccante non tiene piu` (soprattutto su corde fangose) deve essere rimpiazzato.
La maniglia puo` esser rimpiazzata senza problemi con un bloccante semplice [14] .


Maniglia: pedale
Fig. 12. Maniglia: pedale
Il pedale viene realizzato con circa 2-2.5 m di cordino statico o di fettuccia.
Puoi usare anche cordino in "dyneeman" o in kevlar che sono piu` rigidi del nylon e molto piu` resistenti all'abrasione [55] . Il pedale in fettuccia risulta piu` comodo se si usano gli stivali, perche` offre un maggior appoggio alla pianta del piede. Il pedale non e` parte della sicurezza. Pero` puo` succedere di usarlo per assicurazione, oppure per un recupero d'emergenza. Quindi, se di cordino, deve essere almeno di 7 mm. Deve comunque esser cambiato appena comincia ad usurarsi.
Ad una estremita` ha una ampia gassa, in cui viene messo un piede o entrambi durante la risalita, oppure una coppia di gasse, una per ogni piede. La prima soluzione permette di tener la corda coi piedi durante la risalita nel vuoto, la seconda offre maggior bilanciamento quando si risale contro-parete. Ha una piccola gassa all'altra estremita` per collegarlo al moschettone o maglia rapida della maniglia. Non deve aver nodi inutili. La lunghezza del pedale deve essere tale che stando in piedi col piede nella staffa e tendendo il pedale il cricchetto della maniglia risulta appena sopra il bloccante ventrale. Regolatelo prima approssimativamente a terra, poi appenditi ad una corda per aggiustarlo.
Dato che il pedale si usura principalmente in corrispondenza della posizione del piede nell'anello, se realizzato in cordino, l'appoggio del piede puo` essere protetto con un pezzo di tubo di gomma.
Varianti di costruzione del pedale sono il pedale doppio, e quello regolabile. Il primo consiste di due pedali, uno per ogni piede, in modo che i due piedi sono piu` indipendenti. La lunghezza del secondo puo` essere regolata grazie ad un nodo prusik lungo il pedale.
La longe della maniglia viene realizzata con uno spezzone di corda dinamica (130 cm da 9, 10, o 11). Sconsigliabile l'uso della fettuccia. La lunghezza della longe deve essere tale che piegando la gamba col piede nella staffa e alzando la maniglia con la mano la longe risulta tesa (Figura sotto). La longe della maniglia e` in effetti una longe lunga. Puoi dunque portare solo una longe corta, oltre a quella della maniglia, utilizzabile senza la maniglia.

1.1.12 La chiave da 13 mm

La chiave da 13 mm fa parte dei materiali personali. Ogni speleologo dovrebbe averne una nella tasca della tuta, per poter stringere un bullone o un dado di un ancoraggio quando serve. Deve esser dotata di un cordino lungo circa mezzo metro, e terminante con una gassa per assicurarla durante l'uso (per evitare che cada).

1.1.13 Il sacco da grotta


Sacco da grotta
Fig. 13. Sacco da grotta
Il sacco per il trasporto dei materiali deve essere abbastanza grande ma non eccessivamente grosso (Figura) [56] . Un sacco di forma tubolare, del diametro di 23 cm, alto 60 cm, (con una capacita' di 25 litri) e' giusto quello che ci vuole. Secondo Marbach e Rocourt ci stanno dentro 200 metri di corda del nove! (Anche se non e' bagnata ed infangata il sacco comincia a pesare!) Per le grotte particolarmente meandrose, risulta comodo il sacco di sezione schiacciata a forma di tasca, largo 30 cm, alto 70 cm : il volume e' ridotto a 20 litri, salvo esplorazioni eccezionali che richiedono un elevato numero di corde questo e' sufficiente e, nei meandri rognosi, risulta molto piu' comodo. Il sacco deve essere in PVC, per non assorbire acqua, ed essere abbastanza impermeabile. Le cuciture devono stare all'interno, e, soprattutto quelle sul fondo, devono essere protette e rinforzate. Il sacco deve avere due spallacci (in fattuccia piatta da 40 mm), una maniglia laterale (per portarlo a mano), un cordino (6 mm) per appenderlo, e un cordino per chiuderlo [57] . Questi due cordini devono lavorare indipendentemente, cioe' quando ci si appende il sacco col cordino il nodo sul cordino di chiusura non deve essere sollecitato. Non occorre che gli spallacci siano staccabili dal fondo.

Al cordino per appendere il sacco e` attaccato solitamente un moschettone (senza ghiera), usato per apperderlo sui pozzi e trascinarlo nelle strettoie. Durante il trasporto conviene agganciare questo moschettone al cordino di chiusura (o alla maniglia superiore) in modo che non rimbalzi in giro. Se vuoi bloccare il moschettone all'estremita` della gassa del cordino usa un nodo barcaiolo. Fai un nodo semplice a meta` di questo cordino, per apperdertelo piu` vicino durante le risalite dei pozzi lunghi in modo da ridurre le oscillazioni del sacco.


Nodo piano
Fig. 14. Nodo piano
Per la chiusura si utilizza un nodo piano (Figura) Una eventuale maniglia sul fondo risulta utile, per disincastrarlo e tirarlo. Il sacco ha anche un gancio interno per assicurarci il materiale con dei moschettoni, e anche una patella superiore per evitare che il materiale fuoriesca durante il trasporto.
Quando si trasportano materiali rigidi e acuminati si puo` mettere all'interno del sacco un cilindro di dormiben per proteggerlo. Questo pezzo di dormiben e` poi utile per isolarsi quando ci si siede durante le soste. Invece per il trasposto di materiale delicato (macchine fotografiche, strumenti di misura, batterie, trapano) si ricorre a recipienti rigidi con tappo grande, che sono pure impermeabili, o a imbottiture in gommaschiuma o plastica da imballaggi.
Ci sono due modi per non stancarsi trasportando il sacco: non portarlo mai, oppure portarlo sempre. Col primo non si fa molta strada, e ben presto gli ostacoli incontrati in grotta risultano insormontabili. Percio' conviene affidarsi al secondo metodo, cioe` essere allenati a portarlo sempre. Dopottutto e` anche comodo avere un sacco con noi: ad andare in grotta senza sacco ci si sente un poco nudi, manca qualcosa ...

1.1.14 Occhiali

Gli occhiali interessano solo una parte degli speleologi. Portare gli occhiali in grotta e` un problema: si appannano, si sporcano, ... Se sei in grado di vedere abbastanza senza gli occhiali, e` meglio che in grotta non li porti: ti risparmi molti problemi, in cambio di una visione leggermente ridotta.
Per chi invece deve portarli, suggerisco di usare un "vecchio" paio di occhiali, dato i rischi di danneggiarli: graffiature sulle lenti, rottura, o perdita. Nella normale progressione non danno problemi, ne` nelle strettoie ne` sui pozzi.
I primo problema con gli occhiali e` il loro appannamento. Questo e` causato dalla traspirazione, e dal riscaldamento dell'aria intorno al nostro corpo: gli occhiali sono in genere piu` freddi e quindi inducono la condensazione di vapor acqueo, cioe` il loro appannamento. Questo effetto e` tanto piu` evidente quando in inverno si entra dall'ambiente freddo esterno nella grotta calda. Questo e` un problema che passa rapidamente, basta aspettare fermi qualche minuto che gli occhiali si portino a temperatura ambiente. Questo succede anche quando si va troppo veloci e ci si affanna. Percio` la soluzione e` evitare di tirare troppo, ed andare piano.
Inevitabilmente prima o poi gli occchiali si sporcano, principalmente mettendoseli a posto con le mani sporche di fango o guantate. Se gli occhiali tendono a scivolare sul naso, e` percio` meglio fissarli con un cordoncino elastico intorno alla nuca. Succede che si sporcano anche per contatto con il sacco (o il suo cordino) o gli attrezzi. Oppure per schizzi di fango smazzettando. Si puliscono nello stessa maniera che fuori, anche se sono infinitamente piu` imbrattati: con un panno pulito (la bandana sotto in casco e` utile in questi frangenti) o con fazzolettini di carta. Metterli sotto un gocciolamento o immergerli in un flusso d'acqua e` un metodo efficace per pulirli, ma ha in controeffetto di raffreddarli dato che l'acqua e` solitamente ad una temperatura inferiore all'ambiente. Si puo` fare se si ha addosso qualcosa con cui asciugarli perfettamente.
A furia di pulirli le lenti si graffiano (a meno che non siano di vetro antigraffio). Percio` e` consigliabile utilizzare un paio di occhiali vecchi.
Gli occhiali rappresentano anche un vantaggio. Riparano gli occhi da schegge e schizzi di fango durante le disostruzioni e quando si mette uno spit.
Le lenti a contatto risolvono il problema degli occhiali bagnati o appannati. Tuttavia quando entra qualcosa nell'occhio, questo viene espulso facilmente dall'occhio libero. Solitamente avviene cosi` anche in presenza della lente a contatto, ma se qualcosa si infile sotto la lente puo` dare dei seri problemi. Un altro problema delle lenti a contatto e` la maggior facilita` di perderle rispetto agli occhiali.

1.1.15 Orologio

Non e` necessario che ognuno abbia un orologio in grotta. Anzi ritengo sia piu` bello andare in grotta senza preoccuparsi di quanto tempo ci si resta. Tuttavia l'orologio e` essenziale in caso di incidente e percio` sempre almeno un componente di una squadra deve averlo. Se accade un incidente e` importante verificare il momento in cui e` successo. Nel caso si debba ricorrere al soccorso questa e` una delle informazioni che verranno richieste. In tal caso e` inoltre importante verificare come varia nel tempo la situazione dell'infortunato.

1.1.16 Altri materiali

Oltre a questi materiali possiamo aggiungere altri materiali di secondaria importanza ma tuttavia utili: gli indumenti intimi, il sottocasco, la pancera, le ginocchiere, i sottoguanti, il foular (per la gola o per tenere i capelli lunghi raccolti), e l'anello di fettuccia per il sacco.
Gli indumenti in cotone sono da evitare assolutamente: si bagnano facilmente e asciugano lentamente. Come mutande si puo` usare un costume da bagno in nylon, che risulta piu` caldo. A riguardo notiamo che Patagonia produce anche mutande in "capilene".
Il sottocasco risulta utile in grotte fredde, e piacevole durante le soste. Dovrebbe essere fatto di lana calda e di spessore sottile, ma anche un normale berretto di lana va bene. In alternativa puoi provare una cuffia da nuoto, e` sottile, leggera, facile da strizzare, e riscalda. In particolare e` utile se hai i capelli lunghi per tenerli raccolti.
Una alternativa al sottocasco e` la "bandana", un fazzoletto (di seta) annodato alla nuca a mo' di pirata. E` meno calda del sottocasco e serve a tener a posto i capelli. Per le soste pero` conviene avere il sottocasco, o un passamontagna.
Guantini di lana (o sottoguanti) sono molto apprezzabili durante le soste, per tenere le mani piu' calde. Nelle grotte gelide (per esempio grotte in alta montagna) e` opportuno portare sottoguanti sotto i guanti da grotta per il freddo.
La pancera e` fortemente consigliata da alcuni speleologi: " dopo averla provata non la lascerete mai piu' " Ciascuno decida per se`!


Ginocchiere
Fig. 15. Ginocchiere
Le ginocchiere sono utili in grotte che richiedono di strisciare a lungo sulla ginocchia. Delle ginocchiere ritagliate, in un unico pezzo, da una camera d'aria, prolungano notevolmente la vita della tuta. La dimensione della camera d'aria e` molto importante, infatti le ginocchiere non devono essere troppo strette da inibire la circolazione o anche far male alla gamba, ma nemmeno troppo larghe altrimenti scivolano giu'. Tra l'altro servon anche a tener ferme la tuta sulle gambe.
Similmente si fanno le gomitiere, con due pezzi di camera d'aria, piu` piccola (v. figura).


Fettuccia per sacco
Fig. 16. Fettuccia per sacco
L'anello di fettuccia per il sacco e` un mio consiglio personale, una variante al cordino "baricentro" [57] . Si fa passare un anello (fatto con un metro di fettuccia) nei due cosciali dell'imbrago e si chiude con un moschettone (senza ghiera) (Figura). L'anello non risulta di alcun incomodo durante la progressione, e viene utilizzato per appenderci il sacco durante le risalite su corda, nei passaggi in cui ci si deve tirar dietro il sacco, nei meandri da passare in spaccata, ecc.. Risulta inoltre utilizzabile in esplorazione quando occorre un anello di fettuccia per rimuovere un masso oppure quando serve un anello per appendersi ad uno spuntone di roccia. Ha un difetto: tende ad usurare un poco i cosciali dell'imbrago. Tuttavia, prima che questi siano rovinati dall'anello di fettuccia, il resto dell'imbrago e` gia` andato da un pezzo.
Il "coltello da sfango" e` un coltellino con lama pieghevole arrotondato in punta, utilizzato perlopiu` per togliere il fango dalla tuta durante le pause e le soste, in modo da ridurre la perdita di calore causata dal fango umido. Il coltello e` utile anche quando occorre tagliare una corda. Si porta nella tesca della tuta.
Infine accenniamo alla bandoliera [26] . E` un pezzo di fettuccia ad anello (portato a tracolla) oppure a otto (indossato sulle spalle come il pettorale) cui si appendono gli attrezzi durante la progressione, quando non servono. L'idea e` di muoversi piu` comodi e di avere gli attrezzi sempre a portata di mano. Per le grotte prealpine, a nostro avviso, e` inutile: il fagotto dei materiali tende a cadere davanti quando si progredisce a carponi e intralcia i movimenti. Tanto vale mettere tutto nel sacco!

1.1.17 Uso mancino degli attrezzi

Gli attrezzi speleo, come molti altri attrezzi, sono essenzialmente fatti per essere usati con la mano destra, trascurando le necessita` dei mancini. Se sei mancino, all'inizio probabilmente sarai indirizzato ad usare gli attrezzi alla destra, e ti ci adatterai. Quando avrai preso confidenza con l'attrezzatura potrai cominciare a sperimentare configurazioni ed usi speculari degli attrezzi.
La soluzione definitiva sarebbe che gli attrezzi fossero fatti anche in versione sinistra, come avviene per la maniglia. Qui riporto alcune considerazioni che ti potranno aiutare.
In discesa il discensore puo` essere rovesciato, cioe` con l'apertura in sotto. La corda entra da destra, gira sotto la puleggia inferiore, ripassa a destra e va sopra quella superiore ed esce a sinistra. Il rinvio deve essere messo a sinistra del discensore, con l'apertura verso il basso. Prendendo un discensore come lo usa un destro, per usarlo da mancino devi solo girare il rinvio. Far passare semplicemente la corda al contrario non funziona altrettanto bene, per la asimmetria della disposizione delle puleggie.
Anche lo stop puo` essere utilizzato a rovescio.
Quindi in discesa monti gli attrezzi sul delta nell'ordine, da destra a sinistra: longe, discensore. Il delta lo puoi mettere con la chiusura rivolta a sinistra o a destra indifferentemente, percio` per facilitare l'inserzione degli attrezzi ti conviene metterlo con la chiusura verso destra.
In salita le cose sono piu` complicate. Il croll e` essenzialmente destro, e questo condizione la disposizione degli attrezzi (da destra a sinistra): croll, longe, maniglia. Per la maniglia usa la versione sinistra, quella gialla, se la impugni con la mano sinistra (usa quella destra blue se tendi ad impugnarle con la destra): ricorda che la maniglia non serve solo per risalire i pozzi, ma anche per altre situazioni su corda, come corrimani, traversi e tirolesi inclinate, scivoli, ... Sono proprio questi le situazioni in cui vedi se tendi ad impugngare la maniglia con la destra o la sinistra.
In alternativa al croll puoi usare il bloccante "Basic" (o "Dressler") che sembra sinistro, anche se in realta` e` fatto per essere usato come una maniglia, percio` impugnato con la mano destra e aperto usando il pollice destro. Il Basic e` un bloccante di sicurezza, utilizzabile per autosicura su corda durante le arrampicate. Usato come bloccante ventrale non si dispone ben piatto, per cui la corda scorre meno bene. Usando il "Basic" la disposizione degli attrezzi sul delta e`, da destra a sinistra: longe, maniglia, basic.
Per il piezo, sembra invece che esista solo la versione destra.

Approfondimenti:
Altri materiali personali
Muta subacquea
Note tecniche sugli attrezzi

marco corvi - Wed Sep 10 21:53:17 2008
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