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1.F Attrezzi da progressione
1.F.1 Resistenza dei materiali personali
1.F.1.1 Carichi di rottura - Imbrago
L'imbrago messo su un manichino di legno deve sostenere una trazione
verso il basso di
15 KN per tre minuti senza deformazioni, e a seguito di un
trazionamento perpendicolare per tre minuti la fibbia della cintura non deve
scorrere per piu` di 25 mm.
1.F.1.2 Carichi di rottura - - Delta
Per quanto riguarda le prove sui carichi di rottura,
il delta (a "D") in lega
si e` aperto, trazionato sulla ghiera, anche con carichi
molto bassi: 400Kg.
La seguente tabella riporta i valori medi (approssimati)
delle prove di resistenza della Commissione Tecniche e Materiali del CNSAS.
Da queste prove risulta che, anche se quelle triangolari risultano piu`
resistenti, entrabe le maglie, di forma semicircolare e
triangolare, sono adeguate per chiudere l'imbrago, purche` di acciaio e
da 10 mm di diametro.
Diametro
|
Semicirc. 10 mm acciaio
|
Semicirc. 10 mm lega
|
Triang. 10 mm acciaio
|
Triang. 10 mm lega
|
Trazione longitudinale
|
maggiore di 5000 Kgp
|
2600 Kgp
|
maggiore di 5000 Kgp
|
2600 Kgp
|
Trazione trasversale
|
1300 Kgp
|
1100 Kgp
|
3100 Kgp
|
1600 Kgp
|
1.F.1.3 Carichi di rottura - Discensore
La seguente tabella (presa dal catalogo Petzl)
riporta la forza massima d'arresto (in kilogrammi) e
la distanza di scivolamento (in centimetri)
per caduta di una massa di 80 kilogrammi su una lunghezza di un metro di
corda.
Sono considerati i casi di fattore di caduta F=1 e F=2.
La forza di carico statico e` la forza statica cui
inizia lo scivolamento dell'attrezzo.
E` misurata in kilogrammi.
Diametro corda
|
Dinamica F=1
|
Statica F=1
|
Dinamica F=2
|
Statica F=2
|
Forza di carico statico (Kgp)
|
forza (Kgp) |
scivol. (cm) |
forza (Kgp) |
scivol. (cm)
|
forza (Kgp) |
scivol. (cm) |
forza (Kgp) |
scivol. (cm)
|
Dinamica
|
Statica
|
8 |
100 |
caduta |
100 |
caduta |
100
|
caduta |
100 |
caduta |
100 |
100
|
9 |
160 |
60 |
130 |
150 |
160
|
150 |
130 |
caduta |
120 |
200
|
10 |
200 |
45 |
290 |
10 |
200
|
80 |
290 |
55 |
230 |
400
|
11 |
210 |
10 |
300 |
0 |
210
|
30 |
300 |
40 |
350 |
480
|
Nel caso di rottura del frazionamento con uno speleologo appeso sotto ed
uno sopra, si ha una forza di arresto sull'armo di circa 470 Kg
[
162] .
La posizione degli speleologi (entranbi 80 Kg) e` poco rilevante.
Il discensore risulta leggermente deformato ma utilizzabile se il
rinvio e` nel delta. Non deformato se il rinvio e` nel
moschettone del discensore. Deformato e inutilizzabile se si passa
la corda direttamente nel moschettone del discensore per rinviarla
(a parte il fatto che cio` usura le flangie del discensore).
Se il discensore e` montato a 'C' si ha piegamento delle flangie e
rottura sotto il cricchetto. Percio` evitare di usare il discensore
a 'C' se c'e` il rischio di strappo da caduta da sotto.
1.F.1.4 Carichi di rottura - Bloccanti
Questa tabella (sempre copiata dal catalogo Petzl) riporta
la forza massima d'arresto
(in kilogrammi) e la distanza di scivolamento (in centimetri)
per caduta di una massa di 80 kilogrammi su una lunghezza
di un metro di corda per i bloccanti.
La caduta su una corda da 8 mm puo'
corportare la rottura della corda [
123] [
158] .
La forza di carico statica e` la forza statica cui inizia lo scivolamento
dell'attrezzo; e` espresso in kilogrammi.
Il danno e` limitato alla calza della corda.
Diametro corda
|
Dinamica
|
Statica
|
Forza di carico statico (Kgp)
|
Forza (Kgp)
|
Scivol. (cm)
|
Forza (Kgp)
|
Scivol. (cm)
|
Dinamica
|
Statica
|
8 |
110 |
300 |
120 |
200 |
400 |
450
|
9 |
140 |
90 |
130 |
200 |
430 |
500
|
10 |
150 |
80 |
225 |
90 |
510 |
550
|
11 |
150 |
70 |
240 |
50 |
570 |
600
|
1.F.2 Maniglia col carrucolino
Fig. 49. Maniglia con carrucolino: diagramma delle forze
Il carrucolino puo` essere fatto con una o con due puleggie
[
163] , [
164] , [
104] , [
102] , [
103] .
Nel primo caso (figura a sinistra) la carrucola e` fissata alla maniglia
e il pedale passa sulla carrucola ed e` collegato al delta (o al croll).
Nel secondo caso (figura a destra) sul delta c'e` una seconda carrucola
ed il pedale risale alla maniglia cui viene fissato.
Nel primo caso la forza sul pedale e` 1/2 del peso, nel secondo 1/3, e
nel terzo 2/3.
Naturalmente l'efficacia della pedalata e` parimenti ridotta di 1/2 e
1/3, e 2/3 rispettivamente.
Infatti, tenendo in conto che la lunghezza del pedale e` costante, si
hanno le relazioni, rispettivamente,
x + 2 y = L
x + 3 y = L
2 x + 3 y = L
Nel primo caso per innalzare il corpo (il delta) di un centimetro
(cioe` per diminuire
y di un centimetro), il piede deve scendere di un centimetro, e
la gamba (
x) deve allungarsi di due centimetri.
Percio` il lavoro fatto dalla gamba e` 2
F =
P.
Nel secondo caso il piede deve scendere di due centimetri e la gamba
allungarsi di tre, per cui il lavoro e` 3
F =
P.
Infine nel terzo il piede deve scendere di mezzo centimetro, quindi
la gamba allungarsi di 1.5 cm, per cui il lavoro e 3/2
F =
P.
Quando si da` la pedalata, si imprime una accelerazione al nostro corpo
(altrimenti non si muoverebbe di un centimetro). Percio` la forza e`
superiore al peso della persona. Comunque l'analisi resta qualitativamente
corretta: parte della forza esercitata sul pedale viene trasmessa dalla
carrucola al delta (o al croll). Sul corpo agisce anche la forza di
reazione della pedalata. La spinta totale verso l'alto e` la somma
di queste due forze.
1.F.3 Fisica del discensore
Il discensore, accoppiato con la corda, forma un sistema
convertitore di energia potenziale in calore [
165] [
166]
[
167] [
168] .
1.F.3.1 Statica
La forza di attrito sulla puleggia e`
Fa,pul = fD R (π/2 A) P(a)
dove P(a) e` la pressione della corda sulla puleggia,
R e` il raggio della puleggia (circa 18 mm), e
fD e` il coefficiente di attrito.
Dato che la corda entra nella gola della puleggia bisogna moltiplicarlo
per un fattore correttivo: se la gola fosse ad angolo questo sarebbe
1/sen(a) dove
a e` la semiapertura dell'angolo.
Per la gola circolare (la corda subisce un leggero appiattimento
quando passa nella gola della puleggia e diviene a sezione leggermente
ellittica) si puo` prendere 2/πTenuto conto che la superficie di appoggio trasversale e`
π/2
A, possiamo prendere il diametro
A della corda
come sezione trasversale di contatto, e ignorare queste correzioni.
L'energia dissipata per attrito sulla puleggia e` dunque
Ea,pul = fD R A ∫[ P(a) da ]
La pressione della corda sulla puleggia e` proporzionale alla
tensione
T della corda. Questa
tensione decresce proprio a causa dell'attrito,
dT(a) / da = - Fa(a) = - f T(a)
Il coefficiente
f tiene conto di tutte le perdite per attrito.
Quindi la tensione ha un andamento esponenziale in funzione dell'angolo
a di avvolgimento intorno alla puleggia,
T(a) = T(0) e-f a
Ne risulta che la tensione e` ridotta di un fattore e
-f a
all'uscita dalla puleggia, avendo indicato con
a l'angolo
di avvolgimento sulla puleggia (misurato in radianti: 200 gradi
corrispondono ad
a=3.5).
Questa e` la formula principale per l'analisi della disposizione
del discensore.
La seguente tabella riporta valori
sperimentali di come viene distribuita la forza di frenaggio
per uno speleologo di 80 Kg (785 N).
Il coefficiente di attrito effettivo f risulta variabile
fra circa 0.33 (corda asciutta), e 0.54 (corda argillosa).
|
prima puleggia
|
seconda puleggia
|
rinvio e mano
|
corda asciutta
|
461 N
|
285 N
|
39 N
|
corda argillosa
|
690 N
|
94 N
|
1 N
|
Fig. 50. Discensore: disposizioni
La disposizione del discensore dipende dalle forze in giouco e dai
loro punti di applicazione. Queste variano a seconda del modo di
utilizzare il discensore [
168] ,
- senza rinvio tenendo la corda da sotto
- con corda rinviata nel moschettone stesso del discensore
- con moschettone di rinvio attaccato al moschettone del discensore
- con moschettone di rinvio attaccato al delta
- senza rinvio, passando la corda sul perno superiore,
tenendo la corda da sopra
Nel primo caso le forze sul discensore sono
- F1, esecitata dalla corda verso l'alto,
- F2, eserctiata dal moschettone,
- F3, la tensione con cui viene tenuta la corda a valle.
Dall'equazione della variazione di tensione nella corda si ha
F
3 = F F
1, dove F = exp( -f [ p - 2 d - a ] ).
p e`
un angolo fisso (dipende dalla posizione delle puleggie: vale
2πpiu` l'angolo con cui la corda avvolge "internamente" le puleggie);
d e` l'angolo di inclinazione del discensore rispetto alla verticale;
a e` l'angolo di uscita della corda rispetto alla verticale.
Considerando il momento rispetto al punto di ancoraggio al moschettone
si ottiene la relazione
F1 ( A sin(d) - R ) = F3 ( B sin(d-a) + R )
dove
R e` il raggio delle puleggie,
A il braccio della prima,
e
B quello della seconda. Questa relazione puo` essere risolta
numericamente, per determinare come varia l'angolo
d in funzione
del coefficiente d'attrito. Assumendo l'angolo
a piccolo, risulta
che per valori di
f bassi (inferiori a 0.25) il discensore si inclina
notevolmente, fino a rovesciarsi. Un valore positivo dell'angolo
a
(cioe` la corda tenuta piu` vicino al moschettone)
aiuta a mantenere il discensore piu` verticale, ma per eliminare il
problema del rovesciamento occorre che la forza F
3 abbia un momento
opposto a quello di F
1, quindi che la corda sia tenuta dall'altra
parte del moschettone (con la mano sinistra).
Fig. 51. Discensore: angolo di lavoro
Nel secondo caso (disposizione detta Vertaco) la corda esce sempre dal
discensore con lo stesso angolo, e passa a sinistra del punto di
ancoraggio del moschettone, percio` l'equilibrio del momento e`
(
r denota il raggio del moschettone)
F1 ( A sin(d) - R ) = F3 r
In questo caso F = exp( -f ( p - d + a ).
Il discensore mantiene sempre una inclinazione pressoche` costante.
Nel terzo caso la corda esce dal discensore con un angolo quasi
costante (rispetto all'asse del discensore). Quindi questo caso e`
simile al secondo; l'equilibrio del momento e`
F1 ( A sin(d) - R ) = F3 ( B sin(b) + R )
In questo caso F = exp( -f ( p - d - b ) ).
L'ultimo caso e` piu` complesso perche` si ha anche la variabile della
posizione del moschettone di rinvio, che condiziona l'angolo di
uscita della corda dal discensore. Approssimando questo angolo
come
a=
d - 20°, F = exp( -f ( p' - d ) ).
L'equilibrio dei momenti da'
A sin(d) + R = F ( B sin(d-a) + R )
Questa equazione si risolve numericamente. Risulta che il metodo di
discesa e` migliore rispetto a senza rinvio, poiche` il rovesciamento
del discensore succede solo per valori molto piccoli del coefficiente
di attrito (inferiori a 0.1). Tuttavia se la testa del discensore
entra nel moschettone di rinvio (per esempio ai frazionamenti,
se la corda sfugge di mano, e il suo peso abbassa il discensore),
l'effetto del rinvio e` annullato e il discensore e` quasi rovesciato.
(Se succede occorre fermarsi sul discensore, mettere la maniglia,
e sistemare il discensore bene.)
La figura riporta i risultati di [
168] . Essa mostra come varia l'angolo
di inclinazione del discensore in funzione del coefficiente di
attrito. E` riportata anche la forza necessaria per frenare, espressa
come percentuale della tensione sulla corda a monte.
1.F.3.2 Dinamica
Lo speleologo che scende da sopra alla base di un pozzo perde energia
potenziale, EP = M g H. Questa energia deve essere
convertita in altre forme. L'energia cinetica dello speleologo quando
arriva alla base del pozzo, Ek = ½M v2,
deve essere piccola (altrimenti si fa male): la velocita` v deve
essere dell'ordine di una frazione di metro al secondo.
Supponendo uno speleologo di 80 Kg (M g = 785 N),
su un pozzo di 20 m, l'energia
potenziale risulta circa 15700 J. Se la velocita` e` di 0.5 m/s,
(che e` un valore medio, ne` lento ne` veloce:
40 s per scendere il pozzo da 20)
l'energia cinetica finale e` 10 J,
una frazione trascurabile della energia potenziale. Essenzialmente
questo e` il motivo per cui non si salta giu` dai pozzi !
Se lo speleologo scende con velocita` costante,
v,
l'energia potenziale prodotta nell'unita` di tempo e`
dEP / dt = M g v
Questa energia deve essere dunque dissipata durante la discesa.
Una parte se ne va in calore a riscaldare il discensore, ed e` in parte
dispersa da questo nell'aria.
Il calore e` prodotto dall'attrito della corda sulle puleggie del
discensore.
Una altra parte viene dissipata per attriti interni alla corda, causati
dal reciproco scorrimento delle fibre une sulle altre.
Anche questa energia se ne va in calore, che scalda la corda.
Il riscaldamento e` comunque contenuto: come vedremo piu` sotto,
se anche tutta l'energia potenziale
servisse a riscaldare la corda si avrebbe un aumento di temperatura
di 22°C (per uno speleo di 80 Kg).
In partica il 90 % del calore viene dissipato sulla corda
e il 10 % attraverso il discensore [
169] .
Se lo speleologo non scende a velocita` costante
l'energia non e` dissipata uniformemente, a causa delle frenate
e delle accelerazioni.
Inoltre le oscillazioni indotte nella corda a monte dissipano
ulteriormente energia all'interno della corda.
Fig. 52. Discensore: diagramma delle forze
Analizziamo in dettaglio cosa avviene all'interno della corda
quando passa nel discensore.
Quando le corda viene avvolta attorno alla puleggia le
fibre esterne tendono a scorrere indietro rispetto a quelle interne
(v. figura a sinistra). Le fibre scorrono in un verso sulla
puleggia inferiore e nell'altro su quella superiore.
Questo scorrimento delle fibre genera attriti interni alla corda.
L'andamento della pressione fra le fibre all'interno della corda
puo` essere ricavato dalla relazione fra le forze che agiscono su
un pezzetto di fibra a distanza
r dal centro della puleggia,
spessore
dr e lunghezza
r da
(v. figura a destra).
La tensione nella corda sia distribuita in modo
uniforme fra le fibre.
Per approssimazione trascuriamo la dimensione
trasversale, per cui consideriamo solo la dipendenza della distribuzione
di pressione all'interno della corda dall'angolo
a e dalla
distanza radiale
r relativa al centro della puleggia.
La densita` di tensione e` quindi
T(a)/A. Qui
A rappresenta
la dimensione della corda, cioe` il diametro. La forza
sulla faccia laterale di altezza
dr e`
F(r,a) =
T(a)
dr/A.
Dal diagramma delle forze risulta
(r da) (dP/dr) dr = T(a)/A dr da. Percio`
P(r,a) = Pest + log( [R+A]/r ) T(a)/A
dove, nel nostro caso la pressione esterna
Pest e` nulla,
perche` non c'e` nulla che comprime la corda (almeno nel discensore
simple).
Per l'energia dissipata per attrito sulla puleggia si considera
la pressione sulla puleggia,
P(R,a) = log(1+x)
T(a)/A
avendo indicato
x =
A/R, pari a circa 0.52.
Sostituendo questa nella formula dell'attrito sulla puleggia,
dEa,pul / dt = fD
(To - T1)/f
log(1+x)/x v
Per calcolare l'energia dissipata per attrito interno alla corda
bisogna integrare sull'angolo di avvolgimento
la pressione moltiplicata per lo spostamento relativo
delle fibre
a dr,
Ea,corda = fN ∫a T(a) da
∫log([R+A]/r) dr/A
dEa,corda / dt =
fN/f
(To - T1(1+f a1))/f
( 1 - log(1+x)/x ) v
dove
fN e` il coefficiente di attrito del
nylon su se stesso, e vale 0.65.
Il termine funzione di
x risulta 0.19.
In conclusione abbiamo che la dissipazione di energia e` la somma dei
due contributi sulla puleggia e all'interno della corda.
Considerando l'insieme delle due puleggie (e il rinvio) la tensione finale
e` una frazione trascurabile di quella iniziale (eccetto che per pozzi
molto lunghi in cui il peso della corda sotto, circa 80 gr/m, comincia ad
avere un ruolo importante).
Fig. 53. Discensore: energia dissipata
La forza sulla puleggia e` una frazione 0.81 fD/f
della differenza fra le tensioni a monte e quella a valle.
L'attrito sulle puleggie dissipa una frazione variabile fra
72% (corda asciutta),
50% (corda bagnata), e
40% (corda argillosa)
dell'energia potenziale.
Per l'attrito interno, si ha una frazione
0.19 fD/f2 della differenza fra la tensione
a monte (785 N) ed, essenzialmente, quella dopo la prima puleggia
moltiplicata per a f. Per f=0.56 questa differenza e`
565 N; per f=0.33 risulta 500 N.
Quindi la dissipazione per attriti interni varia dal
oltre 100% (corda asciutta),
al 50% (corde bagnate),
al 36% (corda argillosa)
della tensione.
In conclusione per le corde asciutte la somma dei due attriti, sulle
puleggie ed interno, risulta superiore, per cui occorre spingere
la corda nel discensore per scendere.
Per le corde bagnate la somma
eguaglia la forza peso, e basta una leggera regolazione.
Per le corde argillose il frenaggio non e` sufficiente ed occorre
ricorrere ad un freno supplementare.
Vediamo ora quanto si scalda il discensore [
165] .
La produzione di energia per attrito va ad aumentare la
temperatura del discensore
che ha una massa di circa
m = 220 gr,
e una capacita` termica pari a circa
C 200 J/°C.
Essendo piu` caldo dell'ambiente, il
discensore disperde calore nall'aria. Quindi l'equazione che regola
la temperatura del discensore e`
C dT/dt = E'a,pul - (1/R) ( T - To )
dove
To e` la temperatura ambiente, e
R = 0.37 s °C/J il coefficiente di conduzione
fra il discensore e l'aria (tenuto gia` conto della superficie del
discensore).
Risulta
T(t) = To + ( R E'a,pul )
( 1 - e- t / (R C) )
Da questa si vede che la temperatura a cui arriva il discensore cresce
linearmente con la velocita`, nel nostro esempio sarebbe 24°C
piu` alta di
To.
Inoltre il tempo per raggiungere questa temperatura e` di poco piu`
di un minuto:
la costante di tempo
C R vale 74 s.
Su un pozzo da 20 m l'aumento teorico
di temperatura e` di circa (0.42 della temp finale) 10°C.
Simili analisi per il rack si trovano in [170] e [171] .
Nella termodinamica del discensore ci sono alcune
considerazioni da fare.
L'energia viene dissipata per attrito sulla superficie delle puleggie;
deve poi diffondersi all'interno di esse. La diffusione dipende dalla
conducibilita` termica del materiale.
materiale |
conducibilita` [W/m K] |
calore specifico [J/kg K]
|
peso specifico [kg/l]
|
alluminio |
204-230 |
963 |
2.70
|
acciaio |
20-60 |
502 |
7.85
|
titanio |
26 |
|
|
argento |
407 |
235 |
10.5
|
rame |
385 |
389 |
8.89
|
nylon |
|
0.35 |
|
Se la corda e` bagnata, gran parte dell'energia viene trasferita all'acqua
che l'assorbe ed evapora (il calore latente di evaporazione e` circa 2200 J/g).
Percio` corda e disecnsore restano abbastanza freddi.
Se la corda e` asciutta l'energia passa nella corda e nel discensore
(e viene poi dissipata nell'aria). Scendendo velocemente il discensore si
scalda molto in superficie poiche` il calore non fa in tempo a trasferirsi
a tutta la massa del discensore. Il risultato e` la possibilita` di
annerire la calza della corda quando ci si ferma al frazionamento.
Un altro effetto e` che il calore immagazzinato dal corpo del discensore
viene rilasciato lentamente dopo la discesa. Quindi non basta raffreddarlo
in superficie (buttandolo in acqua) e poi ripartire, poiche` il calore
sviluppato lungo la discesa non ha piu` modo di trasferirsi all'interno,
che e` gia caldo, e quindi la temperatura superficiale delle puleggie
sale.
Percio` quando si scende su corde asciutte ci si porta una bottiglia
d'acqua con cui raffreddare, eventualmente, il discensore.
Ad ogni modo e` bene scendere sempre lentamente, anche per vedere cosa
c'e` intorno.
1.F.3.3 Nodo mezzo barcaiolo
Una analisi analoga a quella del discensore puo` essere fatta per il
nodo mezzo barcaiolo.
La corda avvolge il moschettone per 270°, poi gira
attorno a se stessa per 180°, infine gira ancora intorno
al moschettone per 270°.
In questo caso i coefficienti diventano 0.55 per il moschettone e
0.45 per la corda, percio` la dissipazione all'interno della corda
diventa preponderante. Il mezzo barcaiolo risulta
molto efficace con ogni tipo di corda: la somma delle frazioni degli
attriti e` in genere superiore a uno, per cui si riesce sempre a regolare
la discesa.
La corda non si scalda tanto. Se tutta l'energia (785 J/m) finisse a scaldare
la corda (pesante 70 gr/m), avremmo 11 J/gr, che danno un innalzamento di
temperatura di 22.5°C.
marco corvi - Mon Nov 19 11:34:13 2007
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