Seconda parte di
MUSICA ELETTRONICA E MONDO COMMERCIALE
31 GIUGNO 1997: ELETTRONICA=POP
Il 31 giugno del 1997 è una data storica, in Italia, nell'ambito
della musica elettronica: esce infatti il terzo album dei Prodigy,gruppo
inglese. In passato il gruppo aveva già fatto due album, ma in
Italia e nel resto d'Europa questi due lavori erano stati considerati
sempre underground, mai presi sul serio, cio` mai se ne è
parlato attraverso i grandi media nazionali. L'Inghilterra, la loro patria,
li aveva in passato premiati facendo schizzare alcuni loro singoli nella
top 10 nazionale; ma il fenomeno prodigy-commerciale si limitò
al primo album ,experience, del 1991. Il secondo, Music for the jilted
generation, è a mio avviso il migliore: puro underground, allucinanti
basi breakbeat o techno, riff di chitarra violentissimi, insomma un'atmosfera
claustrofobica che si esprime in tutta la sua cattiveria proprio nell'ultimo
brano del cd, claustrophobic sting.
Nel 96 esce Breathe: secondo singolo al di fuori di Music for the jilted
generation, e così i Prodigy si fanno conoscere presso le masse.
Tutti canticchiano la canzone, tutti guardano il video, tutti. Allora
la casa discografica inizia a fare pressione sul leader del gruppo, Liam
Howlett, perchè finisca al più presto l'album. Dopo numerose
promesse non mantenute (l'album doveva già uscire a ottobre 96),il
31/6/97 esce The fat of the land. E qui avviene il coronamento del successo
commerciale dei Prodigy e dell'elettronica. Partiamo dal cd: 10 pezzi,tra
cui Breathe e Firestarter precedentemente usciti come singoli. Un album
di buona fattura,non c'è dubbio. Ma è ciò che gli
gira attorno che non va. Tutti ne parlano, ma questo non sarebbe il problema;
il guaio è che tutti ne parlano senza sapere nulla dei Prodigy,
i grandi artisti ne parlano (Bono li definiva in una intervista "la
musica del futuro"), tutti i giornali ne parlano come del gruppo
del nuovo millennio, senza rendersi conto che così facendo stavano
non solo decretando la morte di un gruppo, ma anche l'inizio di una pericolosa
contaminazione in seno alla musica elettronica. Addirittura qualcuno li
paragona ai Beatles, qualcuno altro fa confronti con Never mind the bollocks
dei Sex Pistols. Non che i Beatles mi piacciano o che io conosca Never
mind the bollocks. Ma con questi due esempi stiamo parlando di movimenti
di massa, non di generi musicali sostanzialmente destinati ad un pubblico
elitario. Però riflettendoci bene, ho capito che è giusto
fare di questi paragoni :perchè i Prodigy ormai non erano più
loro, i Prodigy erano diventati "merce" degli altri, e a questi
altri la loro scelta stilistica si era adattata.
Andrea Lai a proposito dei Prodigy parla di un gruppo che ha portato la
big beat su un binario morto: in effetti la ritmica di una traccia dell'album
ricorda molto il primo album dei Chemical Brothers(padri della big beat
anni '90),e la definizione di Lai comunque si riferisce non tanto a questo
plagio,quanto alla commercializzazione dell'album.
Non mi ` chiaro se siano stati i Prodigy a influenzare il pubblico
con il loro stile, o il pubblico a proporre un proprio stile ai Prodigy
che alla fin fine lo hanno seguito. Ad ogni modo,il gruppo non esiste
più, almeno finchè non uscirà il prossimo album (sarebbe
dovuto uscire in autunno,ma ormai se ne riparla per giugno dell'anno prossimo).
Leeroy, ballerino, se ne è andato;
Maxim, l'Mc, resta ma ha intrapreso una carriera solista collaborando
con nomi famosi (Skin degli Skunk Anansie,vecchia conoscente dei Prodigy),sfornando
singoli di successo che probabilmente lo porteranno ad allontanarsi dal
gruppo.
Esclusi i primi due album, comunque qualcosa di molto buono il leader
dei Prodigy lo ha creato dopo il successo commerciale del 97: un cd assolutamente
personale in grado di scoraggiare i fan occasionali:Dirtchamber Sessions
vol.1 (sarebbero dovuti uscire anche i volumi 2 e 3,ma intanto accontentiamoci
del primo), una raccolta di otto tracce che contengono una miscela di
campioni dei pezzi preferiti da Howlett durante la sua adolescenza. Si
va dai Bomb the bass a Ennio Morricone, dai Chemical Brothers agli Ultramagnetic
Mc's; inoltre i Sex Pistols con New York e i Beastie Boys con It's time
to get ill. Veramente un capolavoro di big beat intesa in senso lato.
Lo consiglio a tutti gli amanti dell'hip hop old style e a coloro che
adorano ascoltare megamix di generi diversi.
Ma è giunto il momento di affrontare meglio la questione della
musica commerciale in relazione alla musica elettronica, e in particolare
la definizione di musica commerciale.
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A cura di SKYMIND
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