Questa strada prende il nome dal vino che vi si produce: il vino DOC
Controguerra, che riunisce alcune tipologie di vino prodotte nelle
campagne dei comuni di Controguerra, Torano Nuovo, Ancarano, Corropoli e Colonnella.
Il punto di partenza della strada del vino di Controguerra
è Alba Adriatica, moderna località balneare,
ricca di attrezzature alberghiere. La sua ampia spiaggia si estende fino a Martinsicuro,
che deve il suo nome al sovrintendente ai lavori di edificazione dell'antico
Torrione (1457) Martino de Segura, unica testimonianza di un florido passato
iniziato, addirittura, in epoca pre-romana.
Ad appena 7 km all'interno: su un bel colle, ma con ampia zona collinare disegnata
da vigneti ed uliveti, si trova Colonnella, città del vino. Al centro
storico si accede attraverso una caratteristica scalinata simbolo della città
e da essa immediatamente si raggiunge la Torre dell'Orologio, edificata nel
XIV sec. e lo stupendo Palazzo Pardi del XVIII sec., recentemente restaurato.
Si prosegue verso ovest per Controguerra situata a 267 m. s.l.m., conobbe il
suo massimo splendore in epoca medievale. Ne è testimonianza l'antico
Torrione eretto nel 1279 unitamente allo scomparso Palazzo Ducale. Una visita
nella Chiesetta di S. Francesco consente di ammirare una Statua Lignea di S.
Antonio da Padova, mentre in alcune botteghe artigiane si possono conoscere
i segreti della lavorazione di originali coltelli realizzati a mano.
Per la via Nereto è il caso di fare una sosta a Corropoli per visitare
i ritrovamenti archeologici e le altre bellezze architettoniche. A circa 1 km
a nord, per chi va alla ricerca di particolari testimonianze del passato, risulta
interessante il villaggio di Ripoli: costituito da decine di capanne, tuttora
visibili, scavate nel terreno e limitate da un fossato, i cui resti risalenti
a 5500 anni fa circa sono oggi conservati nel Museo Nazionale di Antichità
di Chieti, ed altri in quello di Ancona. A Corropoli, nei giorni 6 e 7 agosto,
si svolge l'originale Palio delle Botti.
La leggenda narra che quando Annibale giunse a Nereto vi trovò
tanto buon vino da ristorare tutte le sue truppe e lavare i suoi cavalli per
mondarli delle malattie contratte nelle paludi del Trasimeno.
La cittadina conserva pregevoli testimonianze artistiche di un passato florido
che l'ha vista compresa nel Ducato di Spoleto e, successivamente, nel Regno
delle due Sicilie, Stato della Chiesa e Regno di Napoli. Ammiratissima la Statua
di terracotta del 1400 conservata nella Chiesa Madre raffigurante la Madonna
della Consolazione che, secondo la leggenda, mise in fuga i soldati francesi
che si apprestavano a saccheggiare il paese.
Da Torano si prosegue verso S. Egidio in Val Vibrata, l'esempio più
eclatante del fermento imprenditoriale della zona tanto che, anni fa, il quotidiana
Times di Londra, agli abitanti dei villaggi inglesi in crisi economica, suggeriva
di prendere ad esempio l'efficienza e laboriosità della Vibrata Valley.
Da non dimenticare di visitare la vecchia Parrocchiale, sita sui resti dell'insediamento
longobardo, offre un pregevole Portale del 1524.
Vale la pena dirigersi, attraverso un affascinante percorso, verso Civitella
del Tronto, roccaforte inespugnabile, parte del complesso sistema difensivo
del confine appenninico della Val Vibrata, si presenta oggi come un florido
centro abitato con una singolare impronta tardo rinascimentale, dominato dall'antica
Fortezza ultimo baluardo della dominazione borbonica in Italia (1861).
L'ingente patrimonio storico-artistico della cittadina offre la duecentesca
Porta Napoli, passando per la Parrocchiale di S. Lorenzo del 1500 e la Chiesa
di S. Francesco, sino a sbucare in largo Pietro Rosati in un tripudio di Palazzetti
quattro-seicenteschi, chiesette tardo romaniche o rinascimentali.
Proseguendo lungo la S.S. 81, che segna il confine con la Montagna dei Fiori e quella di Campli, situate all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si giunge a Campovalano, conosciuto soprattutto per la vasta Necropoli riportata alla luce dal 1967. Con 220 Tombe risalenti al VII, VI e V sec. a.C. Con una piccola deviazione ad est si giunge a Campli. Vi si ammirano, infatti, rari esempi di architettura civile cinquecentesca quali la Casa del Farmacista dalla splendida Loggia, la Casa del Medico e l'imponente Palazzo Farnese con il bel Portico ad archi e le trifore sottili.
Con soli 11 km si giunge a Teramo, del periodo romano le testimonianze più autorevoli sono date dai cospicui resti dell'Anfiteatro del III e IV sec., del Teatro romano del 30 a.c., nonché dell'interessante Mosaico del Leone. Ma il fiore all'occhiello del capoluogo teramano è la Cattedrale dedicata a S. Berardo. Postumo il Campanile iniziato nel XII sec. e compiuto nel 1493 dalla mano inconfondibile di Antonio da Lodi. All'interno, presso l'Altare Maggiore, è conservato il meraviglioso paliotto d'argento, opera di Nicola da Guardiagrele su commissione di Giosia d'Acquaviva (1433).