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Capitolo 2
Marne a Fucoidi
(Aptiano inferiore p.p. - Albiano superiore p.p.)
Ricordiamo che solo la base della Maiolica
descritta nel paragrafo precedente è rappresentativa della sedimentazione
terminale del Giurassico, mentre gli ultimi tre quarti della formazione
appartengono già al Cretacico. Pertanto per la descrizione della
parte neocomiana si rimanda al paragrafo
precente.
Questa Formazione è rappresentata essenzialmente da alternanze
di peliti e marne-argillose varicolori, e subordinatamente da
calcari e calcari marnosi. La maggior parte dei sedimenti sono
interessati da evidenti e diffuse tracce di bioturbazioni attribuite
principalmente a Planolites, Chondrites e Zoophycos (Coccioni
et al., 1987). Il limite inferiore delle Marne a Fucoidi è posto
in corrispondenza del tetto dello strato calcareo contenente l'ultima
lista di selce nera della Maiolica, mentre lo spessore massimo
della formazione è stato riconosciuto presso Poggio le Guaine
dove raggiunge gli 86,2 metri (Coccioni et al. ,1987). Tuttavia
questo criterio, non sempre applicabile sotto il profilo cartografico,
è in revisione in occasione della stesura dei nuovi fogli al 50.000
nell'ambito del progetto CARG / Regione Marche. La spettacolare
ritmicità della formazione è dovuta alle evidenti variazioni cromatiche
ed alle fluttuazioni nella percentuale carbonatica dei litotipi.
Le alternanze tra litologie calcaree, calcareo-marnose, marnose,
marnoso argillose e pelitiche bituminose, suggeriscono periodiche
fluttuazioni negli apporti carbonatici legati alle variazioni
cicliche della produttività e del chimismo delle acque. In questo
senso si è pensato all'esistenza di correlazioni dirette tra la
periodicità dei ritmi di tali fluttuazioni (che ricadono in una
fascia compresa tra 10.000 e 400.000 anni) ed i cicli astronomici
(obliquità, eccentricità, ecc.). I cicli astronomici hanno poi
un'influenza più o meno diretta sulle variazioni climatiche, come
previsto dalla teoria di Milankovich (De Boer, 1982; Herbert e
Fhisher, 1986; Herbert, 1987; Fhisher e Herbert, 1987 e quindi
sui rapporti tra produttività e sedimentazione. Le Marne a Fucoidi
sono state suddivise in sei
membri (vedi Poggio le Guaine-Bosso in Coccioni et al.
(1987) di ampia correlabilità, in base alle variazioni litologiche
e cromatiche (Coccioni et al., 1987, 1989a,b) costanti nell'area
Umbro-Marchigiana. Questi membri hanno una considerevole importanza
stratigrafica, ma la loro effettiva applcazione in senso cartografico
è ancora da sperimentare. A questo scopo invece si può distinguere
la formazione in due membri: inferiore calcareo selcifero grigio
verdastro (corrispondente al primo dei sei membri descritti) e
superiore, marnoso policromo con intercalazioni bituminose (corrispondente
a restanti cinque membri).
I) Membro selcifero-grigio-verdastro: rappresentato essenzialmente
da calcari e calcari marnosi grigi con tonalità verdastre, contenenti
noduli centimentrici di selce verdastra talora zonata per uno
spessore complessivo di 5,5 metri. Il membro può essere suddiviso
ulteriormente i tre intervalli: a) unità inferiore (spessa 1,4
metri) costituita da calcari e calcari marnosi biancastri o leggermente
grigiastri seguiti da marne e marne calcaree grigio-vedastre,
il tutto in strati di spessore variabile da 5 a 15 cm. Comuni
sono anche i noduli di selce grigio-verdastra, le sottili intercalazioni
radiolaritiche e bituminose. b) "Livello Selli", orizzonte guida
"radiolaritico-bituminoso-ittiolitico" spesso 1,7 metri, caratterizzato
da una sequenza di strati poverissimi in carbonato di calcio,
bituminosi, con abbondanti radiolari, con frequenti resti fosfatici
racchiusi entro gli stessi e con noduli millimetrici di pirite.In
base alla colorazione ed alla frequenza delle peliti bituminose
è possibile suddividere ulteriormente il livello in un "intervallo
inferiore verde" spesso circa 1 m, cosituito da peliti grigio-verdastre
e nel restante "intervallo superiore nero" rappresentato essenzialmente
da peliti bituminose radiolaritiche nerastre. c) unità superiore
(2,4 metri) costituita da strati grigio-verdastri talora bioturbati,
spessi da 5 a 15 cm, di calcari più o meno silicizzati, calcari
marnosi, marne calcaree e marne con sottili intercalazioni di
peliti bituminose e con selce grigio-verdastra in noduli e nuovamente
in liste.
II) Membro marnoso rosso inferiore è rappresentato da una sequenza
spessa 24,7 metri costituita da alternanze regolari tra marne
e marne calcaree in strati rossi in prevalenza, rosati per i litotipi
più calcarei, raramente grigiastri, spessi 1-20 cm, talora diffusamente
bioturbati. Il limite inferiore con il membro sottostante è rappresentato
dal "tetto dello strato calcareo contenente l'ultima lista di
selce grigio-verdastra" (Coccioni et al., 1987).
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III) Membro argilloso marrone: è spesso 8,2 metri
ed è rappresentato da peliti più o meno marnose e marne argillose
diffusamente biutorbate, il cui colore dominante e il marrone
esclusi tratti grigiastri e nerastri.
Sono frequenti i black shales di spessore variabile
da 1 fino a circa 50 cm, laminati e bioturbati. Nella parte medio-alta
dell'unità si può riconoscere un intervallo di circa 2,5 metri
caratterizzato da alternanze molto fitte di straterelli pelitici
marroncini e black-shales nerastri denominato "Livello Monte Nerone".
Il limite inferiore del membro è localizzato alla base del primo
strato marnoso-argilloso marrone che corrisponde al tetto dell'ultimo
strato marnoso rosato del membro sottostante. IV) Membro marnoso
verde: spesso 21,7 metri, è costituito da marne grigio-verdastre
prevalenti in strati di spessore molto variabile da circa 1 cm
a circa 15-20 cm, con argille più o meno marnose e marne calcaree
grigio- verdatre. Molto frequenti sono le intercalazioni bituminose
di spessore variabile da 1 a 25 cm, più spesse, frequenti e marnoso-argillose
nella parte basale, più rarefatte, sottili e marnose nella parte
superiore. Uno di questi ("Livello Urbino"), localizzato della
porzione basale del membro, presenta uno spessore di 25 cm ed
è costituito da straterelli marnosi grigio-nerastri, a laminazione
pianoparallela. ed eventi stratigrafici), presenti negli intervalli
riconosciuti consentono infatti di ricostruire le principali fasi
evolutive (di ordine paleogeografico e paleotettonico). Recenti
studi stratigrafico-strutturali connessi con settori appartenenti
al Bacino Marchigiano interno (appartenenente all'Autoctono Umbro-Marchigiano-Romagnolo)
sono stati svolti nell'intento di riconoscere la storia deposizionale
e paleogeografica dei "Bacini minori" coniati da Centamore et
al. (1978). In particolare un'approfondita analisi stratigrafica
applicata alla succalata la 3) associazione arenacea laminata,
in strati medio-L'originalità dell'intervallo, che lo rende facilmente
riconoscibile in campagna, è legato alla presenza di noduli di
pirite anche grossolani (fino a 5-6 cm). Il limite inferiore del
membro è posto al tetto dell'ultimo straterello marnoso-argilloso
marroncino. V) Membro marnoso rosso superiore: presenta uno spessore
di 8,9 metri ed è rappresentato da alternanze più o meno regolari
di marne più o meno argillose, marne calcarei e calcari marnosi
rossastri o rosati e grigio-verdastri, in strati spessi da 1 a
25 cm. Rari sono i livelli bituminosi, mentre abbastanza diffusa
è la bioturbazione soprattutto nei litotipi più calcarei. Il limite
inferiore dell'unità è posto alla base del primo strato marnoso
violaceo spesso 5 cm. VI) Membro marnoso-calcareo biancastro (17,2
metri nella sezione del Bosso): é caratterizzato da una netta
prevalenza dei litotipi calcarei rispetto a quelli argillosi.
L'unità si sviluppa attraverso una sequenza di marne calcaree
e calcari marnosi generalmente bioturbati, in strati spessi da
5 a 25 cm di colore biancastro con tonalita grigie e, nella porzione
sommitale, al limite con la Scaglia Bianca, rosate. Gli interstrati
bituminosi spessi da 1 a 5-10 cm, rappresentati da peliti e da
argille marnose nerastre, sono distribuiti nella porzione inferiore
e centrale del membro, risultando rari in quella superiore. Qui
i calcari marnosi, in strati di spessore costante intorno ai 15
-20 cm, sono predominanti e sono intercalati a sottili (5 cm)
straterelli marnosi grigiastri o rosati. Il limite inferiore del
membro è localizzato al tetto dell'ultimo strato marnoso rosato.
Per quanto concerne il limite superiore delle Marne a Fucoidi
(e quindi del VI membro) Coccioni et al. (1987) propongono come
parametro di riferimento la "diffusa comparsa" della selce dapprima
in noduli e in seguito in liste di colore grigio-verdastro e rosato.
Questo limite ha anche un riscontro biostratigrafico rappresentato
dalla comparsa di Planomalina buxtorfii (Centamore e Micarelli,
1991). In prossimità del limite tra Marne a Fucoidi e Scaglia
Bianca i livelli bituminosi subiscono un progressivo declino nel
numero e negli spessori e vengono sostituiti da depositi calcarei
"testimoni di ambienti decisamente più ossigenati" (Erba et al.,1989
in Cresta et al.,1989). Per questo, data la diversa posizione
stratigrafica nella quale compare la selce, il limite superiore
delle Marne a Fucoidi è talora posizionata convenzionalmente al
tetto dell'ultimo livello marnoso grigio-verdastro. Nonostante
la successione litologica delle Marne a Fucoidi sia abbastanza
uniforme in tutto il bacino Umbro-Marchigiano, sono documentate
limitate variazioni di facies e di spessore. La presenza in numerose
sezioni di scivolamenti intraformazionali e di lacune, presuppone
quindi un considerevole controllo morfostrutturale della sedimentazione
(Coccioni et al.,1987). Il contenuto faunistico e floristico è
prevalentemente rappresentato da nannofossili calcarei e da foraminiferi
plantonici lo studio dei quali ha permesso di riconoscere diverse
zone (Coccioni et al., 1988; Tornaghi et al. 1990; Erba, 1986,
1987).
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