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Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Bibliografia
Tabella 1
 
FOTOGRAFIE
 
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Capitolo 2

Calcari a Saccocoma e ad Aptici
(Titoniano inferiore)

Il passaggio tra i Calcari Diasprigni ed i Calcari a Saccocoma ed Aptici è in genere graduale e caratterizzato da un aumento della componente carbonatica nei litotipi a scapito della diminuzione di quella silicea. Ai calcari bioclastici bianchi, talora laminati, in strati sottili con abbondante selce grigio-verdastra della parte basale, seguono calcari rosati e rossi contenenti Aptici e Saccocoma, con selce rossa in noduli e locali liste di forma irregolare. Questi passano a loro volta, verso l'alto a torbiditi gradate e laminate con base calcarenitica spesso silicizzata (Cecca et al., 1990; Baumgartner, 1987). Lo spessore dell'unità è in genere sui 15-20 metri e tende ad assottigliarsi avvcinandosi ai settori di alto strutturale, dove è talora verificabile il passaggio laterale con la Formazione del Bugarone superiore. L'unità venne inclusa da Jacobacci et al. (1974), per motivi cartografici, nella Formazione dei Calcari Diasprini.

Maiolica
(Titoniano inferiore/medio - Aptiano superiore)

La formazione è caratterizzata essenzialmente da calcari micritici, talora bioclastici nelle posizioni basali, in strati spessi da 10 a 150 cm, contenenti liste e noduli di selce grigio-violacea, spesso zonata. Circa 70 metri al di sotto del tetto dell'unità si riconosce un orizzonte guida denomi-nato "Livello Faraoni" (Cecca et al., 1994). Il livello è cararatterizzato dall'alternanza di micriti bianche e black-shales ad elevato contenuto in materia organica e contiene uno strato guida riconoscibile a scala regionale molto ricco in ammoniti. In base a queste l'orizzonte è riferibile all'Hauteriviano terminale. Il "Livello Faraoni" è considerato anche come limite di separazione in due membri dellla Maiolica: membro inferiore biancastro e membro grigio superiore contenente periodiche intercalazioni bituminose di spessore millimetrico. Micarelli et al. (1977) coniarono il termine "Maiolica di seamount" in contrapposizione a quello di "Maiolica di bacino".

La "Maiolica di seamounts" presenta litofacies micritiche biancastre più o meno dolomitizzate e nodulari, caratterizzate da una stratificazione non ben definita. La "Maiolica di bacino" contiene intercalazioni detritiche, anche grossolane, di origine intra ed extrabacinale (Piattaforma Laziale-Abruzzese), così come sono molto abbondanti gli slumps (Lowrie e Alvarez, 1984). Nella parte basale della "Maiolica di seamount" Cecca (1985) e Cecca et al. (1990) hanno rinvenuto livelli ad Ammoniti, talora abbondanti, mentre sono anche presenti Gasteropodi, Brachiopodi, frammenti di Echinidi. Queste associazioni sono rare o mancanti nella parte basale della "Maiolica di bacino" (Micarelli et al., 1977; Cecca, 1985). La parte basale della "Maiolica di bacino" mostra ancora affinità con i Calcari a Saccocoma e ad Aptici in termini di alto contenuto, da parte degli strati calcarei, di materiale bioclastico come costituenti di torbiditi carbonatiche laminate grigio chiare spesse da 10 a 20 cm, intercalate ai calcari micritici bianchi (Cecca et al.,1990). Frequentemente le deformazioni tettoniche obliterano la stratificazione di alcuni intervalli della Maiolica che acquista allora una conformazione disomogenea ("Calcare Rupestre" Auct.) (Micarelli et al., 1977). Infine lo spessore della "Maiolica di seamounts" varia da 20-70 metri, mentre raggiunge in 300 metri nel settore del Bosso (Cresta et al., 1989). Solo dall'Hauteriviano in poi la Maiolica si presenta in litofacies quasi uguali sia sugli alti che sui bassi strutturali. Nel settore del Bosso sono stati fatti di recente studi biostratigrafici atti a correlare gli eventi a Calpionellidi con quelli a nannofossili calcarei ed alla magnetostratigrafia (Bralower et al., 1989; Channell e Grandesso, 1987; Channell et al., 1984; Cirilli et al., 1984). Inoltre gli ultimi 70 metri della Maiolica in questa sezione (ed in altre località) sono stati luogo di uno studio condotto da Channell et al. (1995) in cui sono state correlate le Zone ad Ammoniti con gli eventi a nannofossili in funzione della scala magnetostratigrafica relativa. In base a questi dati il limite inferiore è databile Titoniano superiore, mentre il limite è databile Aptiano inferiore.

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