PINOCCHIO
il rito iniziatico di un
burattino
(Parte prima)
7 maggio 2002
È ormai più di un un secolo che
la storia di Pinocchio affascina adulti e bambini. Questa fiaba
commovente ha ormai superato l’esame del tempo. Ma perché la
troviamo così commovente? Cosa ci sta raccontando tra le righe che
ci penetra senza passare per la coscienza?
Un bambino che nasce.
Ma non è un bambino ma un burattino. E non nasce da una mamma, come
tutti i bambini, ma da un ceppo di legno. Dov’è la mamma? Come può
un bambino nascere senza una mamma? E nasce già grandicello, all’età
giusta per andare a scuola. Tutti gli stadi più importanti dello
sviluppo umano sono saltati. Pinocchio non ha provato il calore
dell’utero materno, non è stato allattato, accudito, accarezzato,
baciato. Non ha teso le manine verso l’agognato volto femminile, e
non c’era un sorriso materno che incontrasse le sue prime moine. Era
un pezzo di legno impacciato che aveva bisogno di amore materno per
emergere dalla materia grezza e sentirsi vivo. E la prima cosa che
fa, appena nato, è fare i dispetti e dire le bugie. Un bambino che
riceve l’affetto di cui ha bisogno non dice le bugie. Le bugie si
dicono per sostituire una realtà inaccettabile con una fantasticata.
La realtà inaccettabile era che Pinocchio non aveva una mamma. Ma è
vero? È questa la vera storia, o la fiaba ci nasconde qualcosa, una realtà esistenziale su cui è stato fatto calare il sipario della rimozione. Come nel mito biblico, dopo alcune battute d’apertura, la scena si apre su un Dio padre che si china sulla terra per forgiare con le sue mani di deus faber il primo uomo dalla materia prima, così la storia di Pinocchio comincia con un padre che si china su un ceppo di legno, la materia prima, per creare suo figlio. Dopotutto anche il padre di un altro Figlio era stato un falegname. Appena Pinocchio comincia a muoversi e a dire le bugie, gli cresce il naso, ovvero ha un’erezione. Gli imperatori bizantini, quando volevano escludere qualche parente dalla possibilità di salire al trono gli tagliavano il naso in quella che è un’evirazione simbolica. In questa maniera lo escludevano definitivamente dai potenziali concorrenti. Con le parole di Abraham: “In talune donne nevrotiche il naso assume il significato di un surrogato genitale maschile 1. Che strana storia! Un bambino appena nato, che non è un bambino, ma un burattino, nato da un ceppo di legno per mano di un padre falegname e che ha subito delle erezioni...continua
Naso contro naso
(Der Sturmer)
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