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L'Isolamento (e qualche gatto)


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Inviato da: Iakov Levi il August 06, 2002 at 13:08:53:

Un collega, dopo aver letto il Pinocchio, ha
scritto in [email protected]

“Colleagues,
This is interesting work. The English slang
term "pussy" immediately comes
to mind. Russian "koshka" ("kitty") is one slang
term for a
prostitute. There is also the curious Kotofei
Ivanovich in Russian folklore.

Long ago I investigated cat-imagery in Russian
culture from a
psychoanalytic perspective. In case you are
interested, see: OUT FROM
UNDER GOGOL'S OVERCOAT (Ann Arbor: Ardis, 1982).
That's Gogol, not Google.

Cheers,

Daniel Rancour-Laferriere”

[Indeed: The Puss with the Boots]

Il fatto che il termine slang “pussy” stesse per
gatto e per genitale femminile, mi era ben noto.
Chiunque abbia passato un periodo in America sa
con quale profusione esso sia usato, sia nei film
che nella lingua di tutti i giorni.
Eppure, quando ho cercato di provare che il gatto
di Pinocchio stia per questo, sono andato alla
dea Basti e ad Artemide, e non mi è venuta in
mente la prova più ovvia di tutte.
Secondo me, questa è una prova classica di come
l’Io si serva del meccanismo dell’isolamento, per
difendersi dall’emergere della pulsione dell’Es.
Anche quando la catena associativa era già pronta
e ormai il caso era stato fatto, anche allora è
rimasta una nicchia isolata, con le parole del
Dott. Zangrilli, “un’isoletta”.
Pare che Es e Io facciano comunella nel
nascondersi a vicenda queste isolette.
L’interesse dell’Es è di mantenere la libido che
si è fissata in uno stadio arcaico al simbolo del
gatto come genitale femminile, la sua isoletta
privata di piacere, e l’interesse dell’Io e di
evitare di doversi misurare con una certa
quantità di libido che, se lasciata emergere alla
coscienza, teme di non riuscire a canalizzare.
C’è voluto un’ulteriore investimento energetico,
sotto forma dell’intervento del collega, per
poter smascherare questa non tanto Santa Alleanza.
Questo ci può forse insegnare qualcosa anche sul
tempismo dell’intervento dell’analista durante le
sedute. L’intervento, che non saprei come
enumerare, è il giusto investimento energetico,
al momento giusto, per far crollare l’ultima
resistenza, come un muro le cui fondamenta siano
già state minate dalle sedute precedenti, e che
si aspetti solo una minima pressione per crollare.

Un altro esempio di isolamento è quando abbiamo
parlato del leone - sole come simbolo peniano
paterno. Come abbiamo visto non mancano prove che
sia tale.
Ma non mancano nemmeno le prove del contrario. Il
sole al femminile in certe lingue, e il leone
come Sfinge e Chimera, simboli fallici femminili.
Ma proprio la prova più convincente dovrebbe
essere anche la più nota a chiunque sia un
accanito lettore di Freud. In “Osservazioni
psicoanalitiche su un caso di paranoia descritto
autobiograficamente (Caso clinico del presidente
Schreber)” (1910), p. 380, nota 1, dell’edizione
Boringhieri, Freud riporta il caso di un
paranoico che insultava il sole gridando «Il
sole è una puttana!». Anche questa citazione mi
era ben nota poichè l’ho citata in uno dei miei
lavori.

Non c’è dunque fine agli accorgimenti dell’Es per
mantenere le isolette di piacere, o di fissazione
libidica, come non c’è fine al meccanismo
d’isolamento innescato dall’Io, per risparmiarsi
la fatica di canalizzare l’energia che si
libererebbe se lasciasse emergere alla coscienza
il grumo energetico fissato.
La pulsione dell’Es tenta continuamente di farsi
valere, per scaricarsi ed abbassare così il
livello della tensione, ma siccome ha paura di
venire scoperta e di dover affrontare una pretesa
di rinuncia pulsionale da parte dell’Io, lo fa
mimetizzandosi.
Il compito dell’analista è dunque di “call the
bluff” del Gatto e la Volpe, Es e Io, i due
malandrini che vogliono imbrogliare Pinocchio.



Links:

Il Gatto con gli stivali -- The Puss with the Boots

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