L'Europa e il nucleare
L'Italia e l'allarme vicini di casa
(articolo pubblicato su Corriere.it nel 1999)
Da tredici anni l'Italia ha chiuso col
nucleare, ma 13 centrali straniere sono a un passo da casa
nostra e l'Anpa, l'Agenzia nazionale per la protezione
ambientale, le considera come se fossero praticamente nel
territorio italiano, ai fini delle conseguenze di un incidente
rilevante sulla popolazione e sugli ecosistemi naturali.
Le 13 centrali che si trovano a meno di 200
km dai nostri confini sono quelle di:
Phenix, Tricast, Cruas, Saint-Alban, Bugey e Fessenheim in
Francia; Muenleberg, Goesgen, Beznau e Leibstadt in Svizzera;
Grundemmingen e Isar in Germania; Krsko in Slovenia.
Per esse sono state fatte valutazioni di
rischio ed è stato messo a punto un piano nazionale
d'emergenza. Sebbene protette dalla barriera alpina, le
nostre regioni confinanti con le centrali elencate subirebbero
ugualmente il fall-out di un'eventuale nube di particelle
radioattive liberata nel caso di un incidente. Le province
italiane più direttamente interessate sono quelle di: Cuneo,
Torino, Aosta, Varese, Sondrio, Bolzano, Udine e Trieste. Ma, a
seconda della quantità del materiale liberato e della direzione
dei venti, le aree coinvolte potrebbero estendersi ben sotto la
fascia settentrionale del nostro Paese.
Anche altre centrali nucleari dell'Est
europeo più lontane, di cui una quindicina del tutto simili
all'impianto di Chernobyl, vengono considerate sorgenti di
rischi potenziali perché, in caso di grave incidente,
potrebbero disperdere il materiale radioattivo fino nel nostro
Paese.
57 CENTRALINE -
Per difendere la popolazione, e non solo quella delle regioni
più vicine alle centrali nucleari, dal rischio di esposizione a
nubi radioattive che dovessero essere rilasciate in caso di
incidente, l'Anpa sta per completare una nuova rete di
rilevamento della radioattività in atmosfera costituita da 57
stazioni (in media, 3 per ogni regioni italiana), collegate alla
Sala Operativa della stessa Anpa e in parte finanziate dalla
Protezione Civile. Entrerà in funzione all'inizio dell'estate,
ma già da tempo è parzialmente attiva in fase sperimentale. La
rete è composta da 7 stazioni ad alta tecnologia che rilevano
istantaneamente i tre tipi di radioattività: alfa, beta e gamma;
e da 50 centraline più semplici, che rilevano solo la
radioattività gamma.
CASI DI ALLARME -
Il nuovo sistema di monitoraggio servirà a fare scattare in
pochi minuti l'emergenza nucleare in caso di:
- incidente rilevante a una delle centrali
nucleari che si trovano ai margini dei confini italiani,
seguito da rilascio di sostanze radioattive in atmosfera del
tipo nube di Chernobyl;
- dispersione di materiale radioattivo sul
territorio nazionale, a causa di incidente o errore umano
presso nostri siti industriali, di ricerca, biomedici, di
stoccaggio rifiuti, o nel corso di operazioni di trasporto;
- caduta di satellite artificiale contenente
materiale radioattivo sul territorio italiano.
ESERCITAZIONI - A
seconda della gravità dell'incidente, il piano nazionale di
emergenza prevede azioni che vanno dal confinamento della
popolazione all'interno delle proprie abitazioni, in attesa che
i valori della radioattività tornino a livelli normali, al
divieto di consumo di verdure, latte fresco e altri alimenti
eventualmente contaminati. A seguito di accordi con i Paesi
nuclearizzati confinanti, sono anche previste esercitazioni
congiunte di Protezione Civile con il coinvolgimento delle
diverse istituzioni italiane.
(articolo di Franco Foresta Martin pubblicato
su Corriere.it nel 1999)
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