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Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Bibliografia
Tabella 1
 
FOTOGRAFIE
 
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Capitolo 3

I) SEZIONE DI FONDARCA (figure 27 e 31)

La sezione si trova a qualche decina di metri in linea d'aria dal ponte naturale caratteristico di questa località ed è raggiungibile percorrendo il sentiero 20 di Bani (Bani, 1989). È praticamente composita ed è data dall'unione degli spezzoni dislocati per mezzo di una faglia orientata circa NE-SW su cui si è impostato, almeno per una diecina di metri, un torrente. Gli spezzoni sono quindi posti attualmente sulla destra e sulla sinistra orografica della vallecola posta immediatamente a nord-ovest rispetto alla cava di Pieia. I due spezzoni sono in sequenza, dato che salendo poche decine di metri verso nord-ovest si incontra la sovrapposizione della base del secondo spezzone con il tetto del primo. a) primo spezzone. Dal basso verso l'alto si riconoscono: - 4,5 metri di strati micritici rosato-beige di Corniola equivalente. In essi si possono riconoscere strutture geopetali impostatesi nelle cavità interne di alcuni gusci di gasteropodi e il loro orientamento fa escludere eventuali meccanismi di rimaneggiamento post-cementazione (vedi anche Cecca et al., 1990). Possiamo quindi affermare con sicurezza che si tratta di una Corniola sedimentata in continuità sopra il tetto del Calcare Massiccio del Monte Nerone, in condizioni del tutto analoghe a quelle degli altri settori di PCP descritti. Cecca et al. (1990) hanno inoltre rinvenuto frammenti di crinoidi e ammoniti carixiane e, nei livelli sommitali, carixiano-domeriane. Accenniamo la fatto che sempre nello stesso settore nel corso del rilevamento sono stati riconosciuti strati di Corniola analoghi, per uno spessore minore complessivo (circa 3 metri) presso lo sperone roccioso localizzato immediatamente a SE (che chiameremo "sperone I" , foto n° 41) rispetto all'affioramento precedente, e in assottigliamento graduale nella stessa direzione. Questa sottile successione, tendente a chiudersi lateralmente, si identifica di fatto con la porzione basale dell'associazione di facies condensata di PCP del Monte Nerone. In netta discordanza geometrica troviamo, sovrapposta alla sequenza di cui sopra: - 12 metri di un complesso conglomeratico (circa 7 metri presso lo "sperone I"), caratterizzato da livelli di spessore non costante lateralmente e compreso tra 25-40 cm e 250 cm, costituiti da ciottoli rotondeggianti di dimensioni variabili da pochi mm a più di 10 cm (foto n° 42). Molti di questi clasti, di colore bruno talora rosato, hanno una straordinaria affinità con i noduli appartenenti alla formazione del Rosso Ammonitico equivalente che in effetti segue la Corniola equivalente nei settori di PCP. Altri invece, tra quelli più spigolosi, appartengono certamente alle litofacies del Calcare Massiccio del Monte Nerone (Cecca et al., 1990). La tessitura del deposito è clasto-sostenuta, anche se raramente, soprattutto nei livelli a detrito più fine, è possibile riconoscere entro gli interstizi una matrice del tutto simile al materiale costituente i clasti, oppure un cemento spatico rosato. Per quanto concerne il modello genetico e di trasporto del materiale costituente il conglomerato, la scarsa matrice ed il forte arrotondamento dei clasti (a parte quelli forse rappresentati da originari noduli del Rosso Ammonitico equivalente) fanno pensare a meccanismi di tipo "debris flow" fino a "grain flow". La presenza inoltre di un masso metrico di Calcare Massiccio a circa metà sequenza, fa presupporre l'esistenza di una "scarpata sottomarina soggetta a fenomeni di crollo" (Cecca et al., 1990). b) secondo spezzone, rappresentato dalla successione delle seguenti formazioni che, dal basso verso l'alto, sono:

Bugarone inferiore sensu Cresta et al. (1988)

É rappresentato da 1,4 metri di strati calcarei verdastri spessi 20-45 cm contenenti resti filamentosi sottilissimi e di diffuse globigerinidi scibile un pebbly wackestone (Cecca et al., 1990) spesso circa 30 cm.

Marne a Posidonia

Si riconoscono 20,5 metri (non sempre ben esposti) calcari e calcari-marnosi in strati spessi 5-25 cm contenenti selce grigio-nerastra in rari noduli e più comuni liste in numero e dimensioni crescenti verso l'alto in maniera del tutto analoga a quanto è visibile nella sezione del Bosso, ed occasionali intercalazioni millimetriche di marne grigie. Molto comuni sono la laminazione piano parallela degli strati ed i resti filamentosi, che come presso il Bosso, sono spesso concentrati in allineamenti paralleli agli strati o leggermente ondulati e divengono più rarefatti verso l'alto, fino a scomparire completamente negli ultimi 3 metri.

Calcari Diasprigni

É separata dalla formazione sottostante da una breve copertura e si presenta come una successione abbastanza regolare di livelli selciferi di tipo "pinch and swell", con sottili intercalazioni pelitiche fogliettate e di calcareo-marnosi grigi silicizzati. La successione è spessa circa 18 metri, ha una colorazione in genere grigio-verdastra con intervalli metrici rosso vivo.

Calcari a Saccocoma ed Aptici

Dal basso verso l'alto si riconoscono (foto n° 43): - circa 1,5 metri durante il quale si verifica un netto incremento delle litofacies calcaree mediante la comparsa di strati calcarenitici e calcisiltitici bioclastici giallastri alla base e rosso mattone al tetto con interstrati La formazione affiora per uno spessore di 2 metri circa costituiti da torbiditi grigio chiare a stratificazione incerta con noduli elissoidali di dimensioni decimetriche di selce grigio-violacea a zonazione concentrica. La successione prosegue, anche se non affiora in condizioni favorevoli ad una analisi dettagliata, per altre decine di metri e si presenta in strati calcarei micritici biancastri con selce in lise e noduli e con una caratteristica (diffusa dolomitizzazione) tipica dei settori di PCP. Ora cercheremo di delineare l'evoluzione laterale della sequenza descritta. Mentre nella sezione di Fondarca le Marne a Posidonia poggiano sul corpo carbonatico basale del Bugarone inferiore, scendendo verso SE, in prossimità dello "sperone I", queste poggiano in dicordanza sulla sequenza conglomeratica. Presso il secondo sperone ("sperone II") nelle vicinanze della Cava di Pieia analogamente a quanto è visibile lungo la strada asfaltata (foto n° 44), è invece possibile riconoscere 2-3 metri di straterelli calcareo-marnosi e marnosi spessi 5-10 cm che chiudono a becco di flauto sul Calcare Massiccio del Monte Nerone producendo una originale ed appariscente struttura ad onlap. Questa evoluzione laterale del contatto basale delle Marne a Posidonia è legato alla chiusura laterale del prisma conglomeratico e della formazione del Bugarone inferiore sensu Cresta et al. (1988) che mostra un progressivo assottigliamento nella direzione sud-est. E' stato notato che la sequenza silicea rappresentata dai Calcari Diasprigni mantiene spessori pressoché costanti fino a ridosso della cava di Pieia. Anche verso monte (nord-ovest) la sequenza in esame subisce un assottigliamento inizialmente debole, in seguito progressivo fino a quando si incontra, come affermato all'inizio del paragrafo, una sequenza del tutto analoga a quella di Pieia Paese. Al contrario il corpo carbonatico dei Calcari a Saccocoma ed Aptici subisce forti variazioni laterali: tale situazione è particolarmente evidente presso le sezioni della cava di Pieia e di Pieia strada ove a distanza di pochi metri (lo spazio che separa le due sezioni) l'unità mostra un incremento triplicato dello spessore verticale legato principalmente all'individuazione, nella seconda, di un maggior numero di slumps e di depositi torbiditici e da debris-flow. Verso monte, in direzione nord-ovest, il corpo carbonatico subisce invece un più graduale assottigliamento finché, dopo un'area di copertura detritica abbastanza estesa, si riconosce una successione analoga a quella rappresentata dalla sezione di Pieia paese (figura 28)

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