HOMEPAGE
Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Bibliografia
Tabella 1
 
FOTOGRAFIE
 
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Capitolo 3

SEZIONE DEL BOSSO

Si segue lungo il ciglio della strada che collega l'abitato di Secchiano con quello di Pianello e che affianca il Torrente Bosso. La successione qui rappresentata risulta dall'incisione, da parte del Torrente, del fianco interno dell'Anticlinale del Monte Nerone ed è descritta nelle colonne litostratigrafiche di dettaglio delle tabelle n° 1,2,3,4,5 .

Corniola

Non affiora la porzione basale della formazione ed il livelli più bassi sono di età Sinemuriana (Cecca et al., 1990). La successione si segue in sei spezzoni distribuiti lungo il ciglio stradale, separati da altrettante coperture, per uno spessore complessivo di circa 150 metri. Dal basso verso l'alto si riconoscono: a) primo spezzone (foto n° 10, tabella n°1, spessore: 26 metri): caratterizzato da alternanze di calcari micritici grigio chiari in strati spessi da 20 a 45 cm e di torbiditi bioclastiche beige a base ruditica, in genere calcarenitica e silicizzata, in strati spessi da 30 a 150-200 metri caratterizzati da una evidente laminazione e in genere contenenti gli intervalli di Bouma Ta, Tb, Td raramente Tc. Si intercalano pebbly e cobbly mud/wackstones
(foto n° 11), i cui ciottoli sono in genere arrotondati o a spigoli smussati, più raramente spigolosi, ed appartengono al Calcare Massiccio del Monte Nerone. La selce grigio-bruna è presente in liste e noduli di forma irregolare in tutte e tre le litofacies. Sono presenti giunti pelitici e tre slumps. b) secondo spezzone (foto n° 12, tabella n°1, spessore: 48,5 metri): - 25 metri di torbiditi bioclastiche laminate e gradate prevalenti (Ta, Tb, Tc, Td) in strati spessi da 30 a 150 metri con abbondanti resti di crinoidi, a cui si intercalano livelli detritici da debris-flow con ciottoli a spigoli smussati di colore biancastro. Anche la selce, verdastra o rossastra, è presente in blocchi di dimensioni variabili fino ad un massimo di 12 cm. Selce in liste e noduli di colore grigiastro. Interstrati marnoso-argillosi e pelitici. - 23,5 metri caratterizzati da quattro slumps spessi 3-5 metri e intercalanti calcari micritici beige in strati spessi da 10 a 35 cm e torbiditi laminate e gradate (Ta,Tb e Tc, foto n° 13) a base calcarenitica spesse da 20 a 40 cm, contenenti bivalvi, ammoniti e resti di crinoidi. Selce grigio-beige in liste e noduli e giunti pelitici. c) terzo spezzone (foto n°14, tabella n°1, spessore: 27 metri): alternanze di torbiditi spesse 20-50 cm a base calcarenitica a raramente ruditica, contenente gli intervalli Ta, Tb, Tc,Td (foto n° 14), e di calcari micritici beige in strati spessi da 15 a 35 cm, con interstrati di peliti più o meno marnose. Selce grigia in liste e noduli e slumps metrici di cui quello centrale spesso 7 metri circa. d) quarto spezzone (tabella n°1, spessore: 14 metri): dopo due livelli detritici alla base, spessi 80 cm contenenti ciottoli di colore variabile da biancastro (appartenente ai litotipi del Calcare Massiccio del Monte Nerone) a verdastro-grigiastro ("materiale pelagico"). Seguono calcari micritici prevalenti in strati spessi 25-60 cm con al tetto una terza torbidite di 1 metro di spessore. La selce è presente in liste o noduli appiattiti e allineati in senso orizzontale. Interstrati pelitici e marnosi grigiastri. e) quinto spezzone (tabella n°2, spessore: 18 m): calcari micritici prevalenti in strati di spessore più regolare compreso tra 20 e 35 cm di colore beige, con rare torbiditi a base calcarenitica laminate e con giunti pelitici. Selce in liste e noduli. Uno slumps al 53° metro. d) sesto spezzone (foto n°15, tabella n°2, spessore: 16 metri) caratterizzato da calcari e calcari-marnosi rosati in strati spessi 15-25 cm talora appena nodulari, con interstrati marnosi rossastri sempre più spessi e frequenti. Presenti anche rare calcareniti, e due slumps. La selce a zonazione concentrica, (rossa al centro e verdastra all'esterno) è presente in piccoli ed occasionali noduli, che scompaiono verso la parte sommitale dello spezzone.

Marne di Monte Serrone

Seguono la Corniola ed il passaggio è messo in evidenza da uno stacco morfologico (foto n°16). Si riconoscono (tabella n°2): - 85 cm di marne verdastra a stratificazione incerta contenenti ammoniti e con interstrati leggermente più calcarei sempre verdastri; - 20 cm di peliti bituminose grigio-giallastre laminate, corrispondenti al livello anossico riconosciuto in letteratura come E.A.O.

Rosso Ammonitico

L'unità presenta affioramenti discontinui lungo la strada per la diffusa copertura vegetale, mentre è ben rappresentata nella spettacolare parete subverticale visibile in destra orografica del Bosso (foto n° 17). Le litofacies esposte mostrano la presenza di numerosi orizzonti slumpizzati e frequenti livelli detritici, che si incontrano in parte anche lungo il ciglio della strada, com'è descritto di seguito. Dal basso verso l'alto si riconoscono (tabella n°2): - 10 cm di marne-argillose rosso vivo a nodularità molto accentuata e a stratificazione talmente sottile da non essere ben distinguibile. La base della formazione è nettamente distinguibile dal livello anossico giallastro sottostante. Gli strati contengono piccole ammoniti; Dopo una copertura di circa 15 metri affiora uno spezzone di notevole interesse perché espone il limite superiore dell'unità con le Marne a Posidonia (foto n° 18); si riconoscono: - 3,2 metri caratterizzati da pepply mudstones contenenti ciottoli rotondeggianti rosati ed uno rappresentato da una lumachella di filaments (ad ammoniti), intercalati a sottili strati marnosi e calcareo-marnosi nodulari rossastri con sfumature verdastre ricchi in ammoniti ed in resti filamentosi. Nella parte finale si riconosce un livello torbiditico spesso 10 cm a base calcarenitica ed a gradazione verticale.

Marne a Posidonia

Dal basso verso l'alto si riconoscono: - 2 metri di calcari-marnosi rosati in strati spessi 5-15 cm contenenti abbondanti resti filamentosi addensati in allineamenti grigiastri paralleli alla stratificazione, con sottili interstrati marnosi rossastri spessi 3-4 cm; - 2,7 metri di pebbly mudstones con ciottoli grigio-rosati millimetrici e centimetrici (foto n° 19), con rare torbiditi gradate rosate e con uno slumps metrico. Dopo un tratto di 12 metri di copertura vegetale si rinvengono isolati affioramenti di pochi strati in gran parte non in posto (leggermente traslati). Si preferisce riprendere la rappresentazione in colonna a partire dalla base dell'ultimo intervallo accennando in questa sede al trend deposizionale desunto dalla osservazione dei vari affioramenti esposti lungo la strada e nella destra orografica del Bosso (vedi Rosso Ammonitico). Qui, oltre a quanto è visibile nella facciata semiverticale rappresentata nella foto n° 17, si può seguire questo primo intervallo delle Marne a Posidonia lungo vari spezzoni rappresentati appunto in destra orografica e risalendo il Fiume stesso. Si riconoscono livelli torbiditici spessi fino a 20-30 cm con una evidente gradazione verticale (si riconoscono gli intervalli Ta, Tb, Tc, Td di Bouma). Frequenti, e spessi fino a mezzo metro, sono anche i depositi da debris-flow (pebbly-mudstones di Cecca et al., 1990) contenenti grossi clasti arrotondati e schiacciati di micrite rosata talora confondibili con i noduli molto comuni nel Rosso Ammonitico, e clasti di lumachelle ad ammoniti. Molto appariscenti sono inoltre i livelli slumpizzati spessi fino ad alcuni metri che tagliano in più direzioni la stratificazione (foto n° 20). La colorazione dell'intervallo, abbastanza omogenea, è rappresentata da un rosso scuro che talora assume tonalità rosate o verdastre. Verso la metà dell'intervallo, spesso circa 20-25 metri, compaiono i primi noduli di selce rossastra talora violacea.

Gli strati calcarei calcareo-marnosi contengono resti filamentosi sempre più abbondanti che spesso si concentrano formando allineamenti laminari paralleli alla stratificazione (foto n° 21), mentre i livelli marnosi presentano spessore e nodularità sempre meno accentuati, fino alla loro scomparsa, nella parte alta dell'intervallo. Il secondo intervallo di circa 20 metri studiabile solo a tratti lungo la strada è rappresentato da litofacies essenzialmente calcaree e calcareo-marnose non nodulari, in strati di spessore compreso tra 5-15 cm nella parte bassa crescente verso l'alto fino a 35 cm. I resti filamentosi sempre più abbondanti si presentano come allineamenti nerastri o bruni, paralleli alla stratificazione, spessi pochi millimetri e di aspetto sfumato. Talora la componente micritica negli strati calcarei diminuisce in maniera tale che i resti filamentosi stessi risultano amalgamati (vedi anche Cecca et al., 1990). verso la metà dell'intervallo compare anche la selce nera in noduli o liste irregolari. L'intervallo superiore è rappresentato nella colonna litostratigrafica di dettaglio relativa alla sezione del Bosso (tabella n° 2, foto n° 22). Dal basso verso l'alto di riconoscono: - 5 metri di calcari-marnosi grigiastri in strati spessi 15-20 cm, contenenti meno abbondanti resti di filaments, e separati da sottili interstrati pelitici e marnosi grigiastri. La selce, di colore grigio-nerastro, è presente in liste e più comunemente in noduli lenticolari; - 5 metri di calcari-marnosi e calcari radiolaritici in strati spessi 5-10 cm contenenti resti filamentosi che, dapprima meno numerosi, scompaiono al tetto di questo intervallo. La selce nera è presente in sottili liste e noduli lenticolari
(foto n° 22); - 10 metri di calcari radiolaritici in strati contorti spessi 5-10 cm intercalati a liste ondulate di selce nerastra con tonalità verdastre, prevalenti negli ultimi 6-7 metri. Si riconoscono interstrati pelitici silicizzati. Dopo uno stacco morfologico connesso con una faglia seguono: - 4 metri di livelli contorti selciferi nerastri con tonalità verdastre e violacee spessi 5-10 cm intercalanti strati calcarenitici grigiastri silicizzati spessi 2-3 cm e sottili veli di peliti grigio-nerastre fogliettate (foto n° 23).

Calcari Diasprigni

Il limite inferiore dell'unità coincide con la base della prima lista di selce cornea (Cresta et al. 1988). Dal basso verso l'alto si riconoscono (tabella n°2): - 2 metri di livelli selciferi verdastri di tipo "pinch and swell" spessi fino a 8 cm, separati da sottili peliti e marne grigiastre silicizzate; - 5 metri di livelli di selce brunastra (vedi foto n° 24 per il contrasto litologico-cromatico) di tipo "ribbon cherts" spessi 7-12 cm, di cui almeno 3 metri non presentano intercalazioni pelitiche né carbonatiche. Questi passano gradualmente ancora a: - 10 metri di selci di tipo "pinch and swell" con intercalazioni marnose e pelitiche fogliettate e silicizzate di colore grigio-verdastro; - 10 metri di calcari grigiastri laminati e gradati silicizzati alla base, in strati spessi 5-10 cm, contenenti liste e noduli di selce grigio-nerastra e interstrati marnosi millimetrici di colore grigio scuro.

Calcari a Saccocoma e ad Aptici

Il limite inferiore dellunità non è rappresentato in questa sezione per l'esistenza di uno stacco morfologico forse connesso con una faglia locale, ma è ben rappresentato risalendo il torrente in località "Pian dell'Acqua" (in questa località è esposta praticamente la stessa successione del Bosso).Qui il limite è rappresentato dalla base del primo strato calcareo grigiastro laminato spesso circa 20 cm, e coincide col ripristino di una sedimentazione di tipo prevalentemente calcarea, anche se spesso torbiditica, rispetto all'ancora abbondante litofacies silicea. Nella sezione del Bosso dal basso verso l'alto si riconoscono (tabella n°3): - 5 metri di strati calcarei biancastri bioclastici spessi da 5 a 25 cm, con talora evidenti gradazioni e laminazioni, contenenti liste e noduli di selce grigiastra; - 6 metri di strati calcarei più spessi (fino a 40 cm) rosati con tonalità violacee, contenenti selce rossastra sempre in liste e noduli, con sottili intercalazioni marnose rossastre (foto n° 25). Gli strati calcarei sono in genere ricchi in frammenti (più raramente esemplari integri) di aptici millimetrici. Nelle superfici di strato sono ben visibili i resti di Saccocoma. - 5 metri rappresentata essenzialmente da livelli torbiditici spessi 10-20 cm, in genere a base calcarenitica, frequentemente silicizzata. La gradazione, talora molto evidente, sfuma dal basso in alto, verso una laminazione piano parallela (intervalli Ta, Tb, Td(?) di Bouma)

Maiolica

Il limite inferiore della formazione, in accordo con Cecca et al. (1990) è stato posto al cambio di colorazione sia dei litotipi calcarei che della selce, da rossa a bianco-grigiastra (foto n° 26). Accenniamo al fatto che si tratta di un limite convenzionale e non applicabile alle problematiche di cartografia geologica, dato che anche lateralmente la lista tende a mutare colorazione più volte. Inoltre, come accade per il limite inferiore della Scaglia Rossa, il cambio di colorazione è imputabile ad una mutazione delle condizioni diagenetiche locali (in questo specifico ambito da ossidanti a riducenti) che non è detto dunque si verifichi sempre allo stesso livello. Dal punto di vista litostratigrafico è probabilmente più corretto porre il limite inferiore della Maiolica alla base del primo strato calcareo micritico bianco seguente l'ultimo strato calcareo-marnoso grigio chiaro dei Calcari a Saccocoma ed Aptici, circa 6 metri sopra il limite considerato in questa sede. Dal basso verso l'alto si riconoscono (tabelle n° 3,4,5): - 6 metri di calcari marnosi grigio-chiari a laminazione piano-parallela, talora convoluta, alternati a calcari micritici bianchi in strati spessi 10-20 cm, con selce grigia in liste e noduli; - 11 metri di calcari micritici baincastri in strati spessi 15-20 cm, alternati a strati torbiditici bianchi con leggere tonalità grigiastre spessi 10-15 cm, a cui si associano liste e noduli di selce grigia talora zonata. - 34 metri di calcari micritici biancastre con tenui tonalità grigiastre in strati spessi 20-60 cm, con liste spesse fino a 20 cm di selce grigia-violacea zonata (alternanze di bande grigie e violacee). Gli ultimi 4 metri sono rappresentati da un complesso di slumps; - 9 metri di calcari micritici bianchi spessi fino a 1,5 metri con liste e noduli di selce grigiastra; - 12 metri rappresentati da un complesso di slumps difficilmente distinguibili dagli occasionali strati micritici biancastri spessi 30-30 cm intercalati (foto n° 27); - 56 metri caratterizzati da una successione abbastanza monotona di calcari micritici in strati spessi da 20 a 50 cm fino a 80 cm, contenenti liste e noduli di selce grigia: i numerosi tagli riconosciuti in più posizioni stratigrafiche rendono poco attendibile la misura indicata, non essendo valutabile l'entità del rigetto delle faglie. Inoltre il diffuso clivaggio e quindi le numerose superfici stilolitiche dànno agli strati una forma particolarmente contorta (foto n° 28, "Calcare Ruperstre" Auct.). - 6 metri rappresentati da un complesso di slumps spessi 70-200 cm; - 52 metri di calcari micritici bianchi in strati spessi 20-35 cm separati da locali locali orizzonti slumpizzati. Dopo una breve copertura detritica seguono: - 48 metri di calcari micritici bianchi in strati di forma più regolare e spessori più costanti, intorno ai 15-25, contenenti liste e noduli di selce grigia, a cui si intercalano straterelli spessi 2-5 cm di peliti biuminose. - "Livello Faraoni" (foto n° 29) rappresentato da: una lista di selce nerastra alla base a cui seguono 6 cm di black-shales, uno strato micritico bianco spesso 5 cm e, dopo un sottile black shales, uno strato calareo micritico di 20 cm. Il tetto del livello è rappresentato da un altro orizzonte a black-shales spesso 7 cm intercalante lenti di calcari micritici. - 40 metri di calcari micritici bianchi in strati spessi 10-20 cm, contenenti liste e noduli di selce grigia e con occasionali intercalazioni di peliti bituminose spesse 1-3 cm.

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