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Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Bibliografia
Tabella 1
 
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Capitolo 5

Stratigrafia cretaceo-miocenica

Marne a Fucoidi:

ferma restando la validità da un punto di vista stratigrafico della suddivisione in sei membri presentata da Coccioni et al. (1987) per la sezione composita di Poggio le Guaine-Bosso e considerata in questa sede nella descrizione litostratigrafica delle altre sezioni (paragrafo 3.3), rimane dubbia la valenza cartografica della suddivisione stessa. A questo scopo risulta meglio applicabile un criterio di distinzione in due intervalli, inferiore marnoso e superiore calcareo-marnoso. Per quanto concerne il limite inferiore abbiamo considerato in questa sede, in accordo con Coccioni et al. (1987), il tetto dello strato calcareo contenente l'ultima lista di selce nera, come base dell'unità. Tuttavia anche questo criterio è suscettibile di essere rivisto e come possibile alternativa si potrebbe far coincidere la base della formazione con la base del "Livello Selli".

Scaglia Bianca:

l'unità può essere distinta, in due membri: - inferiore rappresentato da calcari e calcari marnosi con intercalazioni marnose prevalenti alla base e con liste e noduli di selce grigio-verdastra; - superiore prevalentemente micritico limitato inferiormente dalla comparsa di liste e noduli di selce zonata (nera alla base, grigia al tetto) e talora concentrica, peculiare di questa formazione. In genere le liste sono intimamente associate a straterelli bituminosi: questo binomio si ripete fino alla comparsa del "Livello Bonarelli" , orizzonte guida di valenza locale, ittiolitico, radiolaritico, bituminoso. I due membri sono anche cartografabili. Il limite inferiore dell'unità è stato considerato in questa sede alla "comparsa diffusa" della selce grigio-verdastra in noduli. Sebbene tale comparsa avvenga a più livelli stratigrafici, rimane per il momento il criterio più attendibile, in attesa di una revisione necessariamente legata all'individuazione di criteri più oggettivi.

Scaglia Rossa:

il limite inferiore dell'unità preso in considerazione in questa sede è rappresentato dal tetto del "Livello Bonarelli".Non ha alcuna validità scientifica, a nostro parere, l'identificazione del limite al cambio della colorazione nella selce e nei calcari essendo questa molto probabilmente legata a mutazioni, per niente omogenee nello spazio, delle condizioni diagenetiche, da riducenti a ossidanti. Nelle sezioni esaminate il cambio di colorazione si presenta a differenti distanze dal "Livello Bonarelli": presso il Monte Nerone, addirittura, al di sopra di questo i livelli selciferi mostrano ripetute variazioni cromatiche laterali. Preferiamo far coincidere, in accordo con Alvarez e Montanari (1988), la base del primo strato calcareo selcifero posto al di sopra del "Livello Bonarelli" con la base dell'unità.

Anche a livello cartografico è stato seguito questo criterio. Data la distribuzione verticale delle litofacies appare a nostro parere più attendibile, almeno per l'area rilevata, una tripartizione della formazione nei membri: calcareo selcifero, calcareo e calcareo-marnoso con selce.

Gli ultimi due membri (marnoso e calcareo-selcifero superiore) di Alvarez e Montanari (1988) non è ben applicabile nell'ambito dell'area rilevata essendo la selce diffusa anche nei litotipi marnosi e comparendo questa sempre a differenti posizioni stratigrafiche.

Scaglia Variegata:

abbiamo considerato come criterio di definizione del limite inferiore dell'unità la scomparsa della selce rossa della Scaglia Rossa. La tripartizione dell'unità proposta da Guerrera et al. (1987) risulta applicabile con difficoltà nell'area esaminata, mentre la discontinuità e la frammentarietà degli affioramenti non permettono di apportare nuovi dati per un approfondimento della conoscenza della litostratigrafia della formazione.

Scaglia Cinerea:

il limite inferiore dell'unità è abbastanza transizionale: il passaggio da Scaglia Variegata a Scaglia Cinerea, nell'ambito dell'area rilevata, si verifica attraverso una graduale diminuzione dello spessore degli strati che, sempre più marnosi, acquistano una colorazione prevalentemente grigiastra.

Bisciaro:

mentre da parte nostra c'è completo accordo con i dati di letteratura per la definizione di un limite inferiore coincidente con la base del "Livello Raffaello", si hanno serie difficoltà a definire efficacemente il limite superiore. L'identificazione di un limite superiore posto al "Livello Piero della Francesca", non sembra essere una soluzione attendibile, mentre questo criterio non ha alcuna valenza nelle applicazioni cartografiche. In base ai dati presentati da Guerrera (1977) si è cercato di ridefinire, con una certa attendibilità, la sezione di Moria nei tre membri (calcareo-marnoso inferiore, marnoso centrale e marnoso-tripolaceo superiore). Nella definizione del limite superiore della formazione si è inoltre considerato il criterio del progressivo incremento della componente marnosa delle litofacies, parallelo alla scomparsa dei livelli vulcanoclastici. Questo approccio si è dimostrato un'applicazione possibile almeno in alcune delle aree più studiate. Per concludere, ricordiamo che l'area rilevata non è molto favorevole all'approfondimento delle conoscenze sulla formazioni della Marnoso-arenacea e dell'unità di Monte Vicino, i cui affioramenti risultano limitati, discontinui e precari. Non è stato possibile, in questo senso, apportare nuovi elementi alle conoscenze di letteratura.

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