Arturo Peregalli:
"La produzione industriale -- afferma
Lafargue --, l'agricoltura, il commercio e la finanza
capitalista hanno potuto sorgere e svilupparsi solo
distruggendo il carattere essenziale della proprietà privata,
trasformando quest'ultima in proprietà impersonale..."
Ed è talmente impersonale che egli definisce il
capitalismo come "collettivismo capitalistico".
Riprendendo le indicazioni di Marx
e di Engels, sparse nei loro scritti, Lafargue sottolinea il
carattere sempre più sociale e sempre più anonimo assunto
dalla proprietà nella fase capitalista.
La dinamica del capitale lo rende, nel suo
processo di concentrazione e centralizzazione, sempre più
anonimo e sempre più slegato dal diretto proprietario fisico.
"E' la soppressione -- come aveva scritto
anche Marx --del capitale come proprietà privata nell'ambito del
modo di produzione capitalistico stesso".
Se questo fatto non era immediatamente percepibile nella fase
iniziale del capitalismo, in cui l'imprenditore si presentava
come l'attore principale e l'eroe dell'accumulazione, lo
sviluppo della finanza e della società per azioni si sono
incaricati di lacerare gli ultimi veli che ancora mascheravano
questa impersonalità.
Nella visione di Marx il capitalista è
considerato né più né meno che una semplice funzione dello
sviluppo del capitale, che mette in movimento il capitale
che si autovalorizza, facendo produrre plusvalore agli operai
impiegati nel processo produttivo attraverso una loro
remunerazione sotto forma di salario.
Ora l'azionista di un'impresa
capitalista è ormai completamente scisso dalla sua "proprietà",
non viene mai a contatto con essa; non ha bisogno né di vederla
né di conoscere la sua ubicazione e neppure di rappresentarsela
mentalmente; egli se la rappresenta solamente con pezzi di carta
variamente stampata e colorata.
È importante sottolineare questo aspetto della
compenetrazione Stato-Capitale, cioé della sottomissione sempre
maggiore dello Stato al Capitale, perché si è sempre teso a
presentare qualsiasi statizzazione o nazionalizzazione di un
certo peso come un superamento della società capitalista o
perlomeno un mutamento qualitativo del capitalismo stesso.
In realtà per Lafargue, come per Marx ed
Engels prima, il capitale nelle mani dello Stato, con la
conseguente scomparsa della figura fisica del capitalista
imprenditore, non era che il derivato naturale e conseguente
dello sviluppo del capitalismo.
Ciò che invece non
compresero i vari Lassalle prima e tutti i socialisti riformisti
poi fino ai rifognatici svendoliani o bolivaristi di oggi.
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