Prev Up Top Next Contents
5.4 Termoregolazione
In grotta ci troviamo nella situazione di disperdere calore in eccesso
durante la progressione, e al contrario di conservare il calore durante
le soste.
Il rendimento meccanico muscolare e` compreso fra 0 e 25% , percui
una parte fra 75 e 100% dell'energia prodotta viene trasformata in calore.
Una piccola parte di questo calore serve per il
metabolismo basale (circa 0.7 Kcal/min).
Una parte del resto viene speso per mantenere la temperatura corporea, per
compensare la perdita di calore verso l'ambiente esterno.
Il calore in eccesso deve essere dissipato, e questo avviene tramite
sudorazione.
Bisogna aggiungere che all'inizio dell'esercizio fisico il corpo utilizza
una parte del calore prodotto per innalzare leggermente la temperatura
corporea (
riscaldamento).
Questo riscaldamento e` molto importante:
- favorisce il funzionamento del sistema nervoso;
- favorisce un miglior funzionamento di muscoli e tendini;
- favorisce l'ossigenazione tramite la vasodilatazione, per cui
si effettua meno lavoro anaerobico (quello che produce acido lattico);
Il tempo di durata del riscaldamento deve essere inversamente proporzionale
alla durata dell'esercizio fisico.
Il tipo di esercizio di riscaldamento deve essere simile a quello
dell'attivita`.
Durante il riscaldamento bisogna "ammorbidire" muscoli e articolazioni.
Percio` dopo una sosta prolungata, quando ti sei "raffreddato",
prima di riprendere fai un paio di minuti di riscaldamento:
riprendi la marcia ad un ritmo ridotto, senza metterti subito a correre,
oppure muoviti un po' prima di cominciare a salire un pozzo, se sei
rimasto sotto ad aspettare a lungo.
L'acqua costituisce circa il 60-70% del corpo umano.
Essa rietra principalmente nelle seguenti funzioni
- trasporto degli elementi nutritivi alle varie parti del corpo;
- trasformazione dei nutritivi durante il metabolismo;
- eliminazione delle scorie;
- regolazione termica.
In una giornata, in cui non si compiono particolari sforzi, si eliminano
700-900 gr d'acqua nelle urine, 200-300 tramite sudorazione, e 200-400
con la respirazione.
Un aumento dell'attivita` fisica comporta un aumento della eliminazione
di acqua a causa della accelerata respirazione, accentuata traspirazione
(dovuta alla termoregolazione del corpo) e all'aumento delle scorie
da eliminare.
Quindi ogni attivita` fisica induce un debito idrico che deve essere
compensato con bevande ed alimenti.
In genere si espelle un litro d'acqua ogni kilocaloria consumata.
Dato il ruolo dell'acqua nel trasporto e trasformazione dei nutritivi,
le riserve idriche risultano importanti per il rendimento muscolare.
In particolare si ha una diminuzione di resa di circa il 20% per ogni
litro d'acqua in meno (diagramma di Hermansen) [
465] .
Una progessione lenta, una facile galleria, o la discesa di pozzo comporta
una perdita di 200 gr/h. In questo caso si ha sensazione di sete quando
le riserve d'acqua sono al 95% . Nel caso di progressione piu` intensa,
in opposizione, o su massi di crollo, o marcia rapida in galleria, o
arrampicatine, la perdita e` di 500 gr/h e si ha sensazione di sete
quando le riserve sono al 75% . Per risalite di pozzi, disostruzioni,
passaggi di strettoie impegnative, si perdono 750 gr/h e la sete si sente
quando le riserve sono al 55% .
In ogni caso se aspetti di bere quando hai sete, sei in una situazione
di debito idrico: disidratazione piu` o meno marcata a seconda del
grado di attivita` che stai eseguendo. Quando senti la sete e` ormai
troppo tardi e il recupero e` lento e richiede tempo, riposo, e
alimentazione regolare e bevande. Sei costretto a continuare
cercando di bere per non peggiorare la situazione e tenendo presente
che la capacita` muscolare e` ormai ridotta.
Quindi "BEVI PRIMA DI AVERE SETE".
150-200 ml ogni mezzora in genere, ma piu` spesso in caso di sforzi
intensi. Bere acqua e` sufficiente. Meglio se aggiunti all'acqua sono
integratori salini e zuccheri [
466] .
L'importante pero` e` bere.
5.4.1 Il bilancio idro-termico
I meccanismi di perdita di calore verso l'ambiente sono
- radiazione. Dipende dalla superficie e dalla differenza di temperatura;
- conduzione. E` in contatto diretto con oggetti freddi.
L'acqua conduce calore 25 volte piu` velocemente dell'aria, percio`
bagnati ci si raffredda. In generale la perdita per conduzione e`
circa il 2% del totale quando si e` asciutti, ma aumenta di cinque volte
e piu` se si e` bagnati.
- convezione. E` il flusso di calore associato a movimento, dell'aria
e/o dell'acqua. Le perdite convettive in acqua sono maggiori che in aria.
Il fattore vento e` dovuto alle perdite convettive causate dall'aria
in movimento, che ci fanno sembrare la temperatura piu` fredda di quel
che e`.
- evaporazione. Perdiamo calore nel trasformare acqua da liquido in
vapore. Questo meccanismo viene utilizzato per rimuovere calore in
eccesso (sudorazione). La perspirazione serve invece a mantenere
l'umidita` ad un valore intorno al 70% vicino alla pelle (soprattutto
in un ambiente freddo e secco).
- respirazione. L'esalazione di aria con alto tasso di umidita`
rappresenta una ulteriore perdita di calore.
E` importante riconoscere la connessione fra il livello dei fluidi nel corpo,
la perdita di fluidi, e la perdita di calore. Quando fluidi corporei
vengono persi tramite i vari processi evaporativi, il volume complessivo
e` ridotto, e cio` porta alla disidratazione.
Questa riduzione del livello di fluidi corporei rende il corpo
piu` suscettibile alla ipotermia e agli altri malanni da freddo.
Facciamo un esempio di bilancio termico per uno speleologo
(di 75 Kg compresa attrezzatura e sacco)
durante una progressione
non eccessiva ma sostenuta (50% della potenza massimale).
Questo esempio e` solo indicativo di come
usiamo e dissipiamo le nostre energie. Dovrebbe servire per riflettere su
come migliorare il loro utilizzo e migliorare la capacita'
di andare in grotta.
Abbiamo visto che durante uno sforzo uno speleologo mediamente allenato
consuma (alla potenza massimale) circa 5 litri di ossigeno al minuto.
Al 50% della potenza massimale consuma percio` 2.5 litri/min
di ossigeno producendo poco piu` di
12 Kcal/min (il rendimento calorico del processo aerobico e`
di poco meno di 5 Kcal per litro di ossigeno).
(Questo valore non e` irragionevole: la produzione di calore va da
1.2-1.8 Kcal/min a riposo, a 18-22 Kcal/min sotto sforzo).
Salendo di 10 m al minuto egli compie un lavoro meccanico
(contro l'energia potenziale gravitazionale) di
Lavoro = 75 Kg 9.8 m/s2 10 m / (60 s)
= 123 Joule = 0.03 Kcal
In effetti bisogna tener conto anche della efficienza del lavoro meccanico
[
467] [
468] ,
per cui la frazione potrebbe facilmente essere 0.1 Kcal.
Ad ogni modo, anche se risalendo i pozzi non sembra, solo una frazione
pressoche' trascurabile dell'energia viene usata per il movimento.
Tolta una piccola parte di energia utilizzata per il metabolismo
basale (0.7 Kcal/min) il resto viene dissipata nell'ambiente come
calore (a parte i primi minuti di
riscaldamento in cui
aumenta leggermente la temperatura corporea).
Ci sono varie modalita` di dissipazione del calore
(il secondo e l'ultimo comportano anche un aumento della
dispersione di acqua):
- irraggiamento: emissione di radiazione infrarossa;
- respirazione: espirando aria umida e riscaldata;
- conduzione: il contatto con l'aria, l'acqua
la roccia e il fango;
- convezione: la circolazione dei fluidi, aria e acqua, intorno a
noi disperde piu` velocemente il calore diffuso per conduzione;
- sudorazione: emissione di acqua e sua evaporazione.
Irraggiamento.
Ogni corpo emette radiazione che porta via
calore, allo stesso modo che ogni corpo assorbe radiazione (e calore)
dall'ambiente. La quantita` di calore emesso dipende dalla temperatura
del corpo, cosi' come quella di calore assorbito dipende dalla
temperatura dell'ambiente.
La relazione (detta legge di Stefan-Boltzmann) e`
Calore = Area S A (Tc4 - Ta4)
dove T
c e` la temperatura superficiale (in gradi assoluti)
del nostro speleologo, cioe` quella della tuta,
e T
a e` quella dell'ambiente.
A e` il coefficiente di assorbimento del corpo, che possiamo
assumere pressoche` pari a 0.8.
S e` un fattore costante, detto costante di Stefan-Boltzmann,
e vale 8.2 10
-10 Kcal/min m
2K
4.
A conti fatti (assumendo che il nostro speleologo abbia un'area di
1.7 m
2) risulta che disperde circa 1.5 Kcal/min per irraggiamento.
Il calore dissipato con la respirazione e` poco.
Noi inspiriamo
aria alla temperatura e umidita` ambiente ed espiriamo aria piu`
calda quasi a temperatura corporea (30 gradi) quindi possiamo "caricarla"
di umidita`.
L'umidita` dell'aria e` definita come la pressione parziale
di vapor acqueo
presente nell'aria rispetto alla pressione parziale massima
possibile senza che ci sia condensazione (
pressione di saturazione),
quindi si tratta propriamente di
umidita` relativa:
Umidita` = Pv / Pv,sat.
La pressione di saturazione dipende dalla temperatura.
La seguente tabella riporta alcuni valori della pressione parziale
di saturazione in funzione della temperatura (a pressione totale
P=1 atm = 1.033 Kg/cm
2):
Temperatura (°C)
|
5 |
15 |
20 |
36 |
40 |
46
|
Pressione parziale di saturazione (Kg/cm2)
|
0.004 |
0.0108 |
0.0238 |
0.038 |
0.075 |
0.103
|
Titolo di saturazione (gr/[1 Kg aria])
|
2.5 |
6.6 |
14.7 |
23.7 |
48.7 |
68.9
|
La massa di vapore presente nell'aria e` detta
titolo:
Titolo = Vapore [gr] / Aria [Kgr]
ed e` legato alla pressione parziale del vapore dalla relazione
Titolo = 0.622 Pv / (P - Pv)
Dalla tabella sopra riportata vediamo che l'ammontare di vapor acqueo che
puo` essere contenuto nell'aria cresce con la temperatura. In particolare
se l'aria satura di umidita` a 7 gradi contine circa 3 grammi d'acqua per
kilo d'aria, la stessa aria a 30 gradi ha una umidita` del 15% circa,
percio` puo` ricevere altro vapor acqueo (circa 17 grammi per kilo d'aria,
circa 17 ml per m
3 d'aria).
Incidentalmente notiamo che i dati di questa tabella ci spiegano anche
l'origine fisisca della condensazione
sulle pareti delle grotte.
Quando aria (relativamente) calda e umida viene a contatto con un corpo
freddo, con l'abbassamento di temperatura l'aria diviene sovrassatura e
si ha condensazione. Lo stesso risultato ha luogo quando due corpi d'aria
a differente temperatura entrambi saturi d'umidita` vengono a contatto
a causa delle circolazioni dell'aria nella cavita`.
Questo fenomeno che e` alla origine di pioggie e temporali si presenta
dunque, seppur con diversi effetti, anche nella climatologia dell'ambiente
ipogeo.
Lo studio del clima ipogeo e` un capitolo a parte,
App. 10.G
.
Un consumo di 2.5 litri/min di ossigeno corrisponde ad un flusso
F di 50 litri/min d'aria, quindi ad una dissipazione di calore
Calore = C (Tc - Ta) F
dove
C rappresenta il coefficiente di capacita` termica
e la variazione del grado di umidita` dell'aria.
Per l'aria il calore specifico
C=0.0003 Kcal/l °C; per il vapor acqueo
C vale
circa il doppio. La frazione di calore dissipata per la capacita`
termica e` quindi piccola (circa 0.5 Kcal/min se l'ambiente e`
a circa 5 °C)
Invece la variazione del grado di umidita` da' un piccolo contributo
alla dissipazione di calore e un considerevole contributo alla dispersione
di acqua perche`, come abbiamo visto, possiamo caricare
l'aria che espiriamo di vapor acqueo.
I 50 litri d'aria che il nostro speleologo respira in un minuto
corrispondono a circa 2.23 moli (cioe` 64 gr).
Quindi egli puo` immettere nell'aria (espirando) vapor acqueo
per circa 1.0 gr/min, al massimo (in effetti circa 50 gr/h di acqua).
Il calore e` dissipato essenzialmente per evaporaione
(0.59 Kcal/grammo).
Supponendo che lo speleologo immette solo il 50% del vapore, questo
corrisponde ad una dissipazione di 0.4 Kcal/min.
La dispersione di calore in eccesso mediante respirazione cresce con
l'intensita` dello sforzo (aumentando proporzionalmente al flusso
d'aria e quindi al consumo d'ossigeno). Tuttavia alla potenza massimale
ed al massimo d'evaporazione
il nostro speleologo arriverebbe a disperdere circa 3 Kcal/min.
Un importante meccanismo di dissipazione di calore e` la
conduzione
termica, aumentata dalla
convezione in presenza di correnti d'aria e/o
acqua: per esempio alla base din un pozzo con intenso stillicidio, oppure
in una condotta con notevole corrente d'aria.
Il calore viene portato alla superficie cutanea (pelle) dalla
circolazione sanguinea, e qui viene ceduto all'ambiente:
Calore = Area C' (Tc - Ta) / D'
dove
C' rappresenta il coefficiente di conduzione termica
e
D' la "distanza" tra il corpo e l'ambiente esterno.
Il coefficiente di conduzione termica dell'aria vale
0.34 Kcal mm/min m
2°C
(quello del vapore acqueo e` circa 0.5).
Per l'acqua esso vale 24 volte tanto.
La convezione
(nell'aria) determina la distanza da utilizzare
in questa formula, cioe` quella per cui le correnti convettive
diventano influenti per rimuovere l'aria riscaldata (effetto "vento").
Bisogna aggiungere che la pelle ha anche una funzione di isolamento
termico verso l'esterno,
piu` o meno accentuato a secondo dello strato adiposo sottostante.
Questo comporta una riduzione del flusso di calore pari ad un fattore
1 / ( 1 + C'D"/C"D')
dove
C" e` il coefficiente di conduzione del sistema
pelle-strato adiposo, e
D" il suo spessore.
Assumendo una distanza
D' di un millimetro
e utilizzando un valore generico
C"/D" uguale a
1.7 Kcal/min m
2°C (questo valore
e` stimato a partire dai tempi di perdita di coscenza di una persona
immersa in acqua: 40 min a 10°C, e 3 ore a 15°C)
si ha un flusso di calore di circa 10 Kcal/min.
Stando fermi, senza una adeguata protezione termica il nostro
speleologo perderebbe circa 12 Kcal/min
(considerando pure l'irraggiamento). Dato che i tessuti corporei hanno una
capacita` termica media 0.83 Kcal/Kg K,
perderebbe un grado di temperatura ogni quattro minuti circa.
Questa situazione peggiorerebbe molto se fosse bagnato, o
addirittura in acqua, la
conducibilita` termica della quale e` 24 volte superiore.
In poco tempo arriverebbe all'ipotermia:
a 25°C il
corpo risulta severamente danneggiato.
Percio` e` importante avere una adeguata protezione termica.
Il sottotuta
rimuove il contatto diretto col l'aria ambiente e limita
lo scambio termico dovuto alla conduzione di un fattore 3-4 se
asciutto, un po' meno se umido.
Infatti la capacita` isolante del sottotuta e` dovuta principalmente
all'aria che resta intrappolata fra le fibre, quindi il suo effetto
isolante puo` essere considerato come un incremento del
fattore D'
(che compare nella formula predente) pari al suo spessore.
Quando il sottotuta diventa umido, l'aria e` rimpiazzata dall'acqua e
conseguentemente la capacita` isolante e` ridotta (come descritto
piu' propriamente parlando dell'effetto isolante della pelle).
Per questo quando sudiamo o siamo bagnati
risentiamo piu` facilmente il freddo.
Tornando al nostro speleologo in esplorazione, la dissipazione termica
con il sottotuta (asciutto) e la tuta, e` circa 3 Kcal/min.
A conti fatti gli restano ancora 6 Kcal/min che dissipa per
sudorazione.
Il meccanismo principale
di dispersione non e` tanto il flusso di sudore quanto l'evaporazione
che richiede 0.59 Kcal/grammo.
Il tasso massimo di produzione di sudore e` circa 30 ml/min, che
corrisponde a 18 Kcal/min. Pertanto una dissipazione di 6 Kcal/min
tramite sudorazione e` sostenibile.
Il flusso di sudore e` sempre superiore al flusso evaporativo,
soprattutto per lo speleologo per cui la capacita` evaporativa
e` limitata dall'umidita` dell'ambiente e dal vestiario.
Una parte del sudore viene dunque assorbita dal sottotuta e dalla tuta.
Per dissipare 6 Kcal/min lo speleologo espelle 10 grammi d'acqua al minuto!
Questi ammonterebbero a 0.6 litri in un'ora se non intervenisse un
"fortunato" meccanismo
di regolazione: sudando il sottotuta si inumidisce e quindi aumenta la sua
conducibilita` termica dato che l'acqua e` 24 volte meglio conduttrice
dell'aria umida.
Spesso questo meccanismo di regolazione e` pure favorito dall'ambiente
ipogeo che "inumidisce" il vestiario mediante, acqua e fango!.
Anche senza arrivare ad un sottututa fradicio, possiamo
assumere che lo speleologo dissipi 6 Kcal/min per conduzione e quindi solo
3 Kcal/min per sudorazione. Percio` egli perde 0.3 litri d'acqua all'ora
(a cui si aggiungo i 50 gr per la respirazione).
In dieci ore perderebbe tre litri che e` veramente tanto!
Il sudore e` ipo-osmotico, cioe` ha meno sali rispetto al plasma
ematico. Con l'aumento della produzione di sudore, aumentano le
concentrazioni di Na e Cl nel sudore, e diminuisce quella di Mg.
Quella di potassio resta costante.
Lo speleologo deve quindi bere per contenere la disidratazione.
Gia` una disidratazione del 1-2% comporta una riduzione delle
capacita`, al 3-4% si ha una diminuzione della potenza aerobica.
Bere anche preventivamente.
5.4.2 Il freddo
Il freddo [
469] [
470] ,
soprattutto causato dall'acqua, e` una costante delle grotte
prealpine (temperature intorno a 7°C)
e alpine (temperature intorno ai 2-4°C).
La reazione dell'organismo ad una esposizione breve al freddo e` una
accresciuta circolazione (che provoca una sensazione di benessere).
Pero` se l'esposizione e` prolungata si ha restrizione dei vasi
periferici ed, eventualmente, riduzione della circolazione
agli organi interni.
Il freddo inibisce l'attivita` motoria: i muscoli diventano rigidi
e non funzionano sotto i 34°C.
Il freddo intenso e prolungato puo` bloccare i vasi sanguinei, a causa della
vasocostrizione e dell'aumento di viscosita` del sangue.
I muscoli e i nervi possono risultare danneggiati.
La seguente tabella riporta i valori medi dei tempi di perdita di
coscienza e morte in caso di immersione in acqua.
Temperatura (°C)
|
Perdita di coscienza (ore)
|
Decesso (ore)
|
0
|
0.25
|
0.25 - 1.25
|
10
|
0.5 - 4 [ ? ]
|
1 - 2
|
15.5
|
2 - 4
|
6 - 8
|
Da tener presente che le differenze di reazione al freddo
fra i vari soggetti sono enormi,
e dipendono dalla corporatura, e dalla presenza di grasso sottocutaneo.
Anche la capacita` respiratoria e` importante, perche` determina la
capacita` metabolica.
Dal punto di vista psicologico il freddo demotiva all'esplorazione, porta
a considerare solo le cose strettamente necessarie per l'immediato
("uscire"), e riduce l'attenzione.
L'abitudine serve ad aumentare la resistenza
psicologica al freddo.
L'allenamento al freddo ne accresce la resistenza fisica.
Il freddo viene controbilanciato con un vestiario adeguato
(in genere tuta e sottotuta, idrocostume se occorre attraversare
lunghi corsi d'acqua, etc.).
Una alimentazione leggera e regolare serve a fornire all'organismo i
materiali per il metabolismo. I cibi non devono essere necessariamente
caldi, se lo sono sono apprezzati perche` piu` appetibili e digeribili.
E` importante che siano sufficienti a soddisfare il fabbisogno calorico
(circa 5000 Kcal/giorno in attivita`).
Il movimento come reazione al freddo provoca un poco di innalzamento
della temperatura ma anche una vasodilatazione, flusso di sangue, e
quindi maggior dissipazione di calore. Pertanto il movimento va bene
finche` non si ha troppo freddo.
Sintomi di ipotermia sono
- comportamento insolito, lamentarsi di fatica e freddo;
- apatia fisica e mentale, incapacita` di rispondere;
- disturbi visivi e difficolta di locuzione;
- sudori freddi e tremori violenti;
- cadute.
In caso di ipotermia, occorre far riguadagnare la temperatura corporea
al soggetto. Metterlo a riposo, isolarlo dall'ambiente, somministrargli
cibo (glucosio) se in grado di assimilarlo. Il pericolo e` che
il sangue esterno freddo circoli all'interno del corpo e raggiunga gli
organi vitali: bisogna lasciare che il corpo si scaldi dall'interno.
5.4.3 La disidratazione
Abbiamo visto che l'energia consumata durante l'attivita` speleologica
viene usata in minima parte per il movimento. La maggior parte serve
a mantenere la temperatura corporea, e quella in eccesso viene
dissipata attraverso la sudorazione.
La perdita di calore avviene per irraggiamneto (1.5 Kcal/min) e per
conduzione (2.5 Kcal/min se asciutti, molto di piu` se bagnati).
Durante le soste il calore dissipato e` superiore a quello prodotto
e ci si raffredda.
Il calore emesso per radiazione, puo` essere diminuito riducendo
l'emissione di radiazione verso l'ambiente. Questo
la principale funzione del telo termico, che riflette le
radiazioni emesse dal corpo impedendo loro in parte di
raggiungere l'ambiente. Deve essere avvolto non troppo strettamente,
affinche` l'aria all'interno aiuti a ridurre le perdite per conduzione.
Fornisce una barriera alle perdite convettive.
E` importante sedersi anche su qualcosa di isolante, e tenere all'interno
piedi, mani e testa (nuca: le vie respiratorie devono restare fuori)
[
471] .
In grotta poi` si puo` scaldare l'aria all'interno con la fiamma
del fornelletto (o con una stufetta)
facendo attenzione a non bruciarsi, e ad evitare di respirarne i fumi.
Inoltre si puo` aprire la parte superiore della tuta per favorire
l'evaporazione dell'acqua dal sottotuta, aumentandone cosi` il potere
isolante. Leggeri movimenti aiutano l'evaporazione oltre
ad aumentare il livello metabolico.
Durante l'attivita` sostenuta resta del calore in eccesso che viene
smaltito espellendo (ed evaporando) sudore.
Questo comporta una perdita d'acqua (circa 0.3 l/ora, ma in caso di
sforzi intensi puo` arrivare a 1 l/ora) e di sali.
Il corpo umano e` composto d'acqua per circa il 70% in peso
(la percentuale varia con l'eta` da 85% nel neonato al 60% in una
persona anziana). Di questa acqua i tre quarti sono all'interno delle
cellule (essenziali per le reazioni metaboliche),
e un quarto all'esterno (plasma, linfa, e altri liquidi).
L'acqua ha funzioni di solvente e veicolo di trasporto di sostanze,
rende possibili la maggior parte delle reazioni chimiche dell'organismo,
e serve per la regolazione della temperatura corporea.
L'organismo espelle acqua nel corso del suo funzionamento (sudore, urine,
feci, respirazione).
L'ammontare di queste perdite dipende da molti
fattori, ma i principali sono l'esercizio fisico, e la termoregolazione.
La quantita` necessaria di acqua dipende dalla temperatura ambiente, dalla
umidita` ambiente, dalla dieta (tante proteine richiedono piu` acqua),
e dal lavoro muscolare svolto.
Se si perde troppa acqua si ha uno stato di disidratazione
[
472] (v. tabella).
La perdita normale e` di 2.4 l/dia (cioe` 0.1 l/h); nella pratica sportiva
pero` puo` arrivare a 4 litri in due/tre ore (maratoneti) o piu`
(ciclisti).
Perdita d'acqua (in peso)
|
Sintomi
|
1% |
sete,
insufficienza termoregolatoria,
|
2% |
sete intensa,
diminuzione del rendimento fisico del 20% |
3% |
bocca secca,
riduzione delle urine,
aumento dell'emoconcentrazione
|
4% |
diminuzione del rendimento fisico del 30% |
5% |
mal di testa,
apatia,
difficolta` di concentrazione
|
6% |
grave degrado della termoregolazione,
nausea,
incapacita` motoria,
alterazioni psichiche,
rendimento fisico al 50% |
>7% |
rischio di coma
|
Con la disidratazione aumenta la
la temperatura corporea e la frequenza cardiaca:
DT [°C] = 0.33 D(H2O)
Df [pulsazioni/minuto] = 5.5 D(H2O)
Il primo e` dovuto alla una difficolta` di regolazione termica
mediante sudorazione. La disidratazione
e la perdita di sali portano ad una diminuzione della
pressione arteriosa e del volume del sangue circolante.
Il cuore deve compensare questa caduta di pressione con un maggior sforzo
per trasportare sali e sostanze nutritive alle cellule.
La disidratazione aumenta anche il lavoro di depurazione dei reni,
quindi una difficolta` di eliminazione delle tossine con l'urina.
Essa accentua i problemi di freddo, stanchezza, sonno.
Un indice dello stato di disidratazione dell'organismo e` data dalla
concentrazione delle urine: se sono scure e ridotte sono un sintomo
di disidratazione.
In generale la disidratazione induce una diminuzione della
attitudine allo sforzo (v. diagramma di L'Hermansen).
Infine ricordiamo che con il sudore oltre all'acqua se ne vanno anche i sali
minerali (NaCl e Potassio). Anch'essi debbono essere reintegrati con una
adeguata alimentazione in grotta (e fuori).
Il debito idrico deve essere dunque reintegrato (seppur parzialmente)
man mano durante l'attivita` sforzandosi di bere spesso piccole
dosi d'acqua anche se non si avverte alcun stimolo di sete
[
455] [
456] [
458] .
Almeno 200 cc ogni ora.
(La massima quantita` di acqua assimilabile e` di 500-600 ml/ora.)
Infatti nel caso di sforzi intensi e prolungati, come in speleologia,
lo stimolo della sete risulta in difetto rispetto al reale fabbisogno di
liquidi. Bevendo solo in risposta alla sete si sviluppa uno stato di
disidratazione, che solitamente si traduce in un inusuale bisogno di bere
dopo usciti dalla grotta, che si protrae per parecchie ore.
Questo e` tanto piu` importante nelle cavita` attive in cui
la presenza d'acqua attenua lo stimolo della sete.
Per verificare se si sta` bevendo abbastanza basta osservare le urine:
se sono scarse e di colore scuro vuol dire che non stiamo bevendo a
sufficienza.
Bisogna bere acqua potabile (non contaminata) e non povera di sali
minerali. Questi ultimi sono facilmente aggiungibili con preparati
in bustine in commercio. La potabilizzazione e` piu` difficile:
occorre far bollire l'acqua, filtrarla e purificarla aggiungendo
cloranti e/o iodanti (amuchina).
marco corvi - Wed Sep 10 22:04:36 2008
Prev Up Top Next Contents
This work is licensed under a Creative Commons
Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Italy License.