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5.3 Circolazione
Il sangue e` il veicolo di trasporto di ossigeno,
risorse energetiche e sali ai muscoli.
Esso serve anche ad allontanare dai muscoli i prodotti di scarto: anidride
carbonica in primo luogo, ma pure acido lattico (se lo sforzo e` intenso).
Un fattore importante perche` limitante per l'esercizio fisico e`
la glicemia, cioe` il contenuto di glucosio nel sangue.
Il 75% del glucosio ematico proviene dalla glicogenolisi, disintegrazione
intracellulare del glicogeno epatico. Il 25% viene dalla neuglucogenesi,
produzione di glucogeno da parte del fegato a partire da lattato,
piruvato, proteine e grassi (ciclo di Cori).
In condizioni normali la glicemia ha un valore di circa 1 gr/litro.
Un uomo ha circa 400 gr di glucosio, di cui 110 nel fegato,
e 200-300 nella muscolatura scheletrica (questa quantita` aumenta
nell'individuo allenato fino a 600 gr). Nel plasma e nel liquido extracellulare
ci sono circa 20 gr di glucosio, di cui 2.5 gr nel plasma e 17.5 nel
liquido extracellulare.
Il fabbisogno giornaliero di glucosio e` di 150 gr o piu` per il cervello,
40 gr, per ematie, leucociti, retina e pelle, 34 gr per la ghiandola
renale. Per la muscolatura ci vogliono 36 gr come minimo, ma fino a venti
volte tanto in seguito ad attivita` fisica.
Il glucosio viene impiegato per
- formazione di glicogeno immagazzinato nel fegato e nei muscoli;
- glucolisi (embden Meyerhof) con produzione di lattato e piruvato;
- produzione di energia tramite ossidazione (ciclo di Krebs);
- trasformazione in acidi grassi (trigliceridi) per immagazzinamento
nel tessuto adiposo;
- glucosio libero nel sangue.
Quando il glicogeno ematico diminuisce, il fegato libera le proprie
risere di glicogeno nel sangue. L'accumulo e il rilascio di glicogeno
nel fegato dipende da due ormoni: insulina (stimola l'accumulo) e
glucagone (stimola il rilascio) [
464] .
L'insulina viene prodotta dal pancreas quando c'e` molto glucosio nel
sangue. Essa facilita anche il trasporto di glucosio, aminoacidi, ed altri
metaboliti attraverso la membrana cellulare.
E` efficace soprattutto per il trasporto di glucosio ai muscoli
scheletrici e al tessuto adiposo.
Un eccesso di glucosio nelle cellule grasse stimola l'imagazzinamento di
lipidi.
Il glucosio contenuto nel sangue non serve tanto alla contrazione muscolare
quanto a mantenere la glicemia necessaria al funzionamento del
sistema nervoso centrale.
Infatti solo il 15% va ai muscoli (regolato dalla insulina), mentre il 25% va al cervello (non dipendente dalla insulina), e il 60% va al fegato
dove viene immagazzinato.
Per trasformare il glicogeno in glucosio occorre attivare la fosforilasi.
Questo avviene tramite l'adrenalina e il glucagone.
Entrambi aumentano la formazione di adelinato ciclico che attiva la
fosforilasi.
La ghiandola surrenale libera l'adrenalina, la cui azione e` molto
pronunciata nelle cellule del fegato e dei muscoli, contribuendo
a preparare all'azione fisica.
Il glucagone e` secreto dalle cellule alfa del pancreas quando la
concentrazione ematica del glucosio e` molto bassa.
Ha l'effetto di travasare il glucosio epatico nel sangue.
I suoi effetti sul metabolismo del glucosio sono la glicogenolisi
(disintegrazione del glicogeno) e l'aumento della gluconeogenesi.
La glicemia tende a diminuire con l'esercizio fisico.
Questo stimola la secrezione di glucagone, che serve per mobilizzare
il glucosio epatico.
Quando la glicemia e` inferiore a 0.60 gr/litro (ipoglicemia)
si ha sensazione di fatica e spossatezza (con sintomi di
vertigini e disturbi visivi).
In uno sforfo intenso (75% della potenza massimale) e breve (30 minuti)
puo` diminuire fino a 0.70 gr/litro per ritornare a valori normali
in circa un'ora. Se lo sforzo si prolunga per un'ora la glicemia
puo` scendere fino a 0.65 gr/litro.
L'ipoglicemia viene attenuata ingerendo glucosio
in dosi di 50 gr. all'inizio
dell'attivita` e ad intervalli di circa un'ora.
La soluzione suggerita dai testi di medicina sportiva e`
l'assunzione di acqua zuccherata in piccole dosi a brevi periodi (20 min).
Purtroppo questo risulta un poco difficile in grotta.
Ci si deve quindi accontentare di bere spesso una sorsata d'acqua, e mangiare
piccole dosi di alimenti iperglicemici durante la progressione, per poi
concedersi una tazza di bevanda calda (the o altro) e un panino
ogni tre/quattro ore durante le soste. Evitare di assumere dosi elevate
di alimenti ad eccessivo contenuto di glucosio, perche` viene velocemente
assimilato ed alza il livello della glicemia, stimolando la
produzione di insulina (e quindi l'immagazzinamento di glucosio nel fegato).
Per un poco va bene: il glucosio assimilato passa nei muscoli e nel fegato.
Tuttavia l'insulina permane in circolo anche quando il picco di glicemia
si esaurisce, col risultato che la caduta di glicemia che segue
e` ancora peggio [
464] .
Quando il processo di produzione di energia aerobico non e`
sufficiente, cioe` durante sforzi intensi, interviene il processo
anaerobico, che produce acido lattico.
Come abbiamo detto questo viene rimosso attraverso il sangue.
La latticidemia, cioe` l'aumento dell'acido lattico nel sangue,
compare solo per sforzi sopra il 60% della potenza massimale (in
soggetti non allenati).
La capacita` di rimuovere il lattato dai muscoli e` molto importante
perche' essa puo` ritardare l'insorgere della fatica,
mantenendo basso il pH muscolare.
L'allenamento alza la soglia di latticidemia (fino al 85-90% della potenza massimale).
Durante l'esercizio il muscolo consuma lipidi, soprattutto acidi grassi
non esterficati (NEFA).
Questi sono trasportati dalle riserve ai muscoli dal sangue.
Il loro tasso ematico e` 0.1 gr/litro (un decimo di quello del glucosio),
ma producono tre volte piu` energia del glucosio
(consumando ovviamente piu` ossigeno), ed hanno un tempo di turn-over
40 volte inferiore (circa 3 min.).
Sodio, cloro e potassio sono persi con la sudorazione;
potassio, ferro e rame nelle urine.
La perdita di sali nel sudore e` concentrata soprattutto all'inizio della
attivita`. In genere si perde circa 1% dei sali minerali.
La perdita d'acqua che avviene tramite sudorazione e` superiore
alla perdita di ioni (sali) e porta ad un aumento della concentrazione
degli ioni plasmatici.
Il potassio esce dalla cellula durante la glicogenolisi e passa nel sangue
con il glucosio. Rientra nelle cellule quando si ricostruisce la
riserva di glicogeno.
Si ha dunque una iperkaliemia durante lo sforzo, seguita da una
ipokaliemia dovuta a mobilitazione del potassio tessurale, perdita
urinaria, passagio di potassio dal sangue ai muscoli.
La perdita di potassio ammonta a 5-10 mgr/ora durante sforzi prolungati
La concentrazione di fosforo aumenta durante l'esercizio fisico.
L'assunzione di sali e` consigliabile solo per attivita` con sudorazione
prolungata (come spesso capita in speleologia).
Si consiglia 0.5 gr di NaCl ogni 400 ml d'acqua.
L'apporto di ferro e` indicato solo per individui con grosse masse
muscolari.
marco corvi - Mon Nov 19 11:34:13 2007
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