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LA STANZA di FILONE

Un’estate a Kakskerta

ovvero

Vita da emigrante

Caro diario, scusami se ti ho trascurato, ma un’estate così calda e lunga, come quella scorsa, è cosa rara in Finlandia. Ho quindi ritenuto opportuno godermela fino in fondo, tra mare e campagna, anziché starmene a parlare con un diario che, tra l'altro, non ti ascolta, non ti risponde e mi fa sentire parecchio polmone.

Ti informo immediatamente dei risultati ottenuti con le mie piantagioni:

Le cimecicoria, o meglio, le foglie delle cimecicoria sono diventate alte, molto alte, ma di cime non ne vedo ancora l'ombra. Però, il mio amico e consigliere contadino, dall'Italia, mi informa che devo attendere e avere speranza. Nel frattempo mi consolo con le angurie, poche, piccole, ma squisite, i “meloni dell'inverno” che grazie ad alcuni trucchetti hanno riempito la mia cantina in attesa di essere mangiati, appunto, il prossimo inverno (ma come farò a mangiarli tutti ancora non lo so), i "meloni di pane" che ne sto mangiando tanti da fare schifo, le zucchine che “alla poverella” sono un manicomio, i peperoni che fritti mi fanno morire, le melanzane che ho messo sott'olio in oltre 80 vasetti – e continuerò a metterne -, i pomodori che ho conservato in bottiglia – e quest’inverno non li comprerò al prezzo di 7 euro -, le mele che le lascio cadere dagli alberi, tanto non mi piacciono, le pere, piccole ma gustose e le prugne. A proposito degli alberi di prugna e dei ciliegi, solo dopo che hanno portato i frutti mi sono accorto di averli. Prima, credevo fossero alberi selvatici, tant'è che li stavo tagliando. Ma non diciamolo al mio amico contadino. I carciofi non li ho piantati, ho pensato di farlo il prossimo anno dopo che avrò creato per questi un luogo adatto.


Per tutta l’estate ho dovuto sopportare Asko “Pacciani”, il mio “vicino” di casa. Ogni giorno mi domandava per quale motivo non avessi piantato le patate e le carote. "Perché le trovo al supermercato" gli rispondevo. Ma lui sembrava non capire e me lo richiedeva. Alla fine gli ho risposto che il vero motivo per cui non le avevo piantate era che, le patate è faticoso raccoglierle e le carote non le mangio in quanto stimolano la melanina, facendomi diventare ancora più scuro e mettendomi in imbarazzo con gli skinheads. Non mi ha quindi più chiesto delle patate e delle carote, ma ha cominciato a tormentarmi con un altra domanda: “Perché non hai piantato i fagiolini”? Gli ho risposto che la mia religione non mi permette di mangiarli. Asko l’ha così piantata definitivamente.

Lo scorso sabato ho invitato alcuni amici finlandesi a cena. Ho preparato delle pietanze usando quasi esclusivamente i prodotti della mia campagna: antipasti di bruschette con i “pezzetti” e prosciutto e melone – il prosciutto l’ho dovuto comprare, i maiali a Kakskerta non li alleviamo. Primi piatti di assaggini di riso con la zucca e strascinate – preparate con le mie mani e messe ad asciugare in un telaio protetto da una rete, sull'uscio di casa: mi sembrava di essere a Bari vecchia! – con i broccoli che, però, mi hanno fatto rimpiangere le cimedirape. Secondo a base di carne cotta alla brace con contorno di melanzane sott’olio e zucchine alla poverella. È una soddisfazione no? Del resto non si vive di sole carbonara e bolognese: meditate finlandesi, meditate. A proposito, dimenticavo di dire che la cena è stata accompagnata da un meraviglioso vino, "Il Falcone", incomprensibilmente scomparso dagli scaffali di Alko. Forse per fare spazio al pubblicitatissimo e scadentissimo vino cileno? Comunque me ne sono portato una bella scorta dall’Italia.

A partire da oggi, come ogni terrone che si rispetti, concluderò con un proverbio prelevato dalla sapienza e dalle condensate regole di vita del mio popolo. Quello di oggi è:

«L’amìsce du bbuene tìimbe

se càngene come o vìinde»

Gli amici del buon tempo

cambiano come il vento”

(Medita caro amico italiano, medita)

(17.9.2006)

WWF

(What a Wonderful Finland)

Il volpino mascherato

Dopo un’intensa attività di ricerca e un attento studio sul comportamento di alcuni esemplari, posso dire con assoluta certezza che, il volpino mascherato, razza che in molti ritenevano estinta, ha invece trovato il suo habitat naturale in Finlandia.

Chi è il volpino mascherato:

discende dal volpino italiano, si divide in razza piccola e nana. Un tempo usato, soprattutto nel Sud Italia, unicamente come cane da lavoro. Era conosciuto in questi luoghi anche col nome di “cane da traíno”, in quanto, i contadini, usavano legarlo nella parte sottostante il carro, al tempo mezzo di locomozione della categoria. Erano utilizzati anche per la guardia, nonostante non fossero particolarmente dotati dal punto di vista fisico, ma sicuramente molto coraggiosi. Un’altra caratteristica che li differenzia dalle altre razze di piccola taglia, è la particolare resistenza. Trainati dal carro, infatti, riuscivano a percorrere molti chilometri anche con condizioni atmosferiche avverse. Cedevano solo quando, colpa di un contadino più scarpa grossa che mente fine, venivano legati con una corda troppo lunga o non abbastanza resistente e finivano sotto la ruota del carro. Con gli anni ottanta, il carro trainato dal cavallo o mulo, viene completamente sostituito dal tre ruote Ape. Ma il contadino, lo stesso della corda troppo lunga, continua a farlo viaggiare a piedi, sempre nella zona sottostante il mezzo. Così sarà sino alla nascita del movimento animalista che considererà il volpino una razza di sinistra e pretenderà per l'animale il rispetto delle leggi sindacali. (Il contrario accadrà alcuni anni dopo, con lo sterminio della razza pitbull, considerata di destra e per tale motivo particolarmente pericolosa).

Nonostante la nuova condizione fosse senza dubbio più agiata, il volpino cominciò a mostrare segni di insofferenza nei confronti del contadino e della campagna. Anche perché, si era reso conto che razze meno nobili della sua, ma che vivevano in luoghi dove c'era più ricchezza, erano improvvisamente passati allo status di cani da salotto. Inizia così a migrare verso nuovi orizzonti. Prima al Nord Italia, in particolare Milano e Torino, ma gli unici salotti su cui riescono a sedere sono, di tanto in tanto, quelli di Mediaset, in trasmissioni tipo: “Non è l’Arabia”. Lasciano l’Italia, quindi e continuano a salire, sostando prima in Francia e poi in Germania. Ma anche lì sono costretti a subire, quindi arrivano in Finlandia. Ed è qui che il volpino mascherato, anche facendo frutto dell'eperienza, ma soprattutto della non esperienza dei finlandesi, riesce ad ottenere quello che cercava. Il volpino che, come dice lo stesso nome è un animale furbo, inizia a spacciarsi per razza nobile: da compagnia, da lavoro d'ufficio, da cucina etc. Ma soprattutto, il volpino mascherato, approfitta immediatamente dei benefici della politica finlandese. Primo fra tutti, il Kela che liberamente tradotto in lingua volpina significa: KELAvorinoifinlandesi.

Esiste oggi in Finlandia un numero non considerevole di volpini mascherati, ma il rischio è che il richiamo del KELA ne attiri molti altri. Comunque non c’è da preoccuparsi, il volpino mascherato non è un cane pericoloso. Per metterlo in condizioni di non nuocere, basta non tendergli la mano. In caso contrario, rischiereste di perderla, con tutto il braccio.

E va bene! Eccovi il

Diario di Filone

(a patto che non lo chiamiate blog)

PICCOLA PREFAZIONE

Neanch’io ho potuto resistere al “fascino” di scrivere un diario. Cosa che mai avevo fatto prima, neanche negli anni dell'adolescenza. Perdonatemi se lo chiamerò diario; è che blog mi fa troppo conformista. E scusatemi se nel mio Diario finlandese, non tratterò di ananas sulla pizza, di Hesburger che fanno dei Mac Donald’s ristoranti a cinque stelle (ma Mc Donald’s è il simbolo del diavolo America, quindi tutti agli Hesburger... sigh!), di kebab che tanti come in Finlandia non ce ne sono neanche in tutti i paesi arabi messi insieme (e non mi sforzerò neanche di capire come si possa mangiare quella robaccia) e dei ristoranti italiani che... lasciamo perdere. Buona lettura.

Gli italiani in Finlandia

I primi italiani che qui ho conosciuto erano quelli che lavoravano ai cantieri navali. Era il 1998, quando arrivai in questo posto. Vi lavoravano almeno 400 italiani. Circa 250 per una ditta che si chiamava Athanor. I titolari scapparono con i soldi in Italia e i 250 operai non videro una lira, nonostante non ci fosse ancora l’euro. Circa 50 per la GM Allestimenti di Leverato, il cantiere buttò fuori la ditta (giustamente) e gli operai non videro una lira. Una ventina per una ditta di un ex agricoltore prestanome di Leverato, buttato fuori dalla finestra e rientrato dalla porta, ma il cantiere lo buttò ancora fuori e gli operai non videro una lira. Una trentina per uno che si spacciava per ingegnere, toscano, improvvisamente scomparso da Turku. Qualcuno disse si fosse rifugiato in Africa, comunque gli operai non videro una lira. Oggi continuano a lavorare al cantiere ditte che hanno tanto di quel lavoro da impiegare 10-12 ore al giorno gli operai che vedono qualche euro solo quando il titolare se ne ricorda (ogni 2-3 mesi). Caro diario, ho dimenticato di dirti che il posto in cui vivo è la Finlandia, mica il Senegal. Ma l'ambasciatore italiano non ha mai potuto farci nulla, anche se lui la lira ieri e gli euro oggi li vede, eccome.

Ai titolari di cui sopra, se ne sono aggiunti altri. Ex spioni, ex caporali, ex cetera ex cetera. Si sono inseriti nell'alta società italo-finlandese (vabbé, si fa per dire... insomma, tra gli immigrati italiani) e si fanno chiamare: imprenditori, designer, ma sono solo ex cetera.

Per fortuna a Turku c’è chi ci aiuta a dimenticare queste brutte esperienze e dà un tocco di classe all’immagine dell’Italia. Una delle cose più entusiasmanti per noi italiani di Turku, sono gli eventi culturali. In questi miei 8 anni a Turku ne ho visti almeno uno: la festa della befana 2006. Poi c’è stata anche la fiera del libro, non organizzata da istituzioni italiane, ma dove vi era un ricco padiglione italiano. Nel senso che tre pannelli di truciolare che formavano il padiglione sono costati quasi 2000 euro. Alla fiera è intervenuto anche sua eccellenza l’ambasciatore Ugo G. de Mohr. I visitatori finlandesi sono rimasti a bocca aperta nell’osservare i libri nel nostro padiglione e si sono detti tra loro: Hai visto gli italiani? Per loro è molto importante il fatto estetico. Infatti il padiglione è costato 2000 euro, di libri non si raggiungono neanche i 200 euro. Però il padiglione è piaciuto a tutti, soprattutto a coloro che erano lì non per i libri ma per le studentesse. E mentre i finlandesi continuavano a rimanere a bocca aperta, chi cercava la cultura rimaneva a bocca asciutta, a chi voleva contestare gli hanno ordinato acqua in bocca, i più intelligenti sono andati qualche tempo dopo alla fiera del libro di Helisnki per rifarsi la bocca, mentre gli altri hanno ancora l’amaro in bocca. Ma boccaccia mia statti zitta!

Caro diaro ora vivo su un’ isola che si chiama Kakskerta che significa 2 volte. Ho scelto questo posto, perché spero che gli italiani di cui sopra, ci pensino 2 volte prima di venire da queste parti (magari anche più di due volte). La casa in cui vivo è costruita su tre piani: primo, secondo e seminterrato. Ad oggi sono riuscito a rendere (quasi) vivibile solo il primo piano e parte del seminterrato. Intorno alla casa ci sono quasi 2 ettari di terreno, una buona parte coltivabile, il resto foresta. Con l'aiuto del trattore del mio amico contadino Asko, detto Pacciani, ho preparato il terreno per coltivarci frutta e verdura. A proposito, nel giardino intorno alla casa ci sono 25 alberi di mele; se qualcuno tra coloro che leggono ama le mele, venga pure a prendersele che a me non mi sconfinferano. Dalla mia città ho portato semi di cime di rapa (che i broccoli, dalle mie parti, non vogliono neanche sentirli nominare), cime cicoria, cime di cauli (che il cavolo spagnolo se lo mangino i proprietari dei supermercati) e, tra le tante altre cose, anche i carciofi (che quelli francesi sono spine e nulla più). Spero che la semina vada bene, altrimenti sarò costretto a mangiare anch'io i broccoli, il cavolo spagnolo e i carciofi francesi no, quelli proprio no. Caro Diario, la mattina mi sveglio molto presto per andare a lavorare e la sera vado a letto tardi per curare la terra: ma chi c... me lo fa fare? Comunque resisterò. Sto pensando seriamente di smettere con i locali notturni il venerdì e il sabato per dedicarmi di più alla campagna. Vabbé, ho scritto una cavolata. Ora devo salutarvi, la campagna chiama. Caro Diario, finalmente ho ritrovato il terrone che è in me.

Emigrants rap

Lasciatemi parlare, senza lupara in mano, lasciatemi parlare; sono un italiano.

Buongiorno Italia agli spaghetti mai al dente

la bolognese che non sa di niente

e della pizza talmente scadente che l'ho data al mio cane e da allora quando torno a casa si nasconde.

Lasciatemi parlare, perché mi sono rotto, sono un italiano, ma non sono corrotto

Buongiorno Italia degli intellettuali

degli scrittori e dei professori

che se fanno amici de l'ambasciatore e se beccano 'na medaglia al valore.

Buongiorno Italia degli imprenditori

che nei cantieri se so fatti i milioni

col bottino so' scappati e gli operai so' rimasti fregati.

Lasciatemi parlare perché ne sono fiero, sono un italiano, ma un pentito vero.

Buongiorno Italia degli italioti,

delle gondole e della canzonetta,

ma non dici mai a nessuno che sei de Caltanisetta.

Buongiorno Italia dei figaccioni

col maglione al giubbotto intonato

dalla testa ai piedi griffato, naturalmente taroccato.

Lasciatemi cantare perché me so' scocciato, sono un italiano, ma nun me so' associato.

Buongiorno Italia di chi si dà da fare

che non ha scambiato la Finlandia per un osso da spolpare

lontano da banchetti e riunioni te ne freghi di Prodi, Berlusconi e sté speci de istituzioni.

Buongiorno Italia del privato

che lo stipendio nun l'ha mai rubato,

la medaglia nun te l'hanno data, ma la dignità non te la sei venduta

Lasciatemi cantare perché ne sono fiero, sono un italiano, ma un italiano vero!

PUBBLICITÀ

Volo per Istanbul: 300 euro con Mastercard. Biglietto per la finale MILAN-LIVERPOOL: 250 euro con Mastercard. Vedere la faccia di Berlusconi a fine partita: non ha prezzo. Ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto c'è Mastercard.

CONSIGLI UTILI

    Come si fa a ritappare una bottiglia di champagne? - Chiedetelo a un milanista...

    Una mela al giorno toglie il medico di torno, una cipolla al giorno toglie tutti di torno.

    PER CHI POSSIEDE UNA FIAT IN FINLANDIA:

  1. Se avete problemi col motore della vostra FIAT, ricordate che su tutti i modelli venduti in Finlandia, all'ultima pagina del libretto di istruzioni, troverete gli orari degli autobus.

  2. Se avete intenzione di vendere la vostra FIAT e volete raddoppiarne il valore, vi è sufficiente fare il pieno di benzina.

  3. Se necessitate di pezzi di ricambio per la vostra FIAT, non dovete far altro che intercettarne un'altra e seguirla.

  4. Non mettete mai nella vostra FIAT benzina senza piombo, basterebbe un po' di vento per farla decollare

  5. Se volete sbarazzarvi della vostra FIAT è sufficiente spruzzarci sopra uno spay anti-ruggine.

  6. Ricordate che il pedale in più, in dotazione esclusivamente sulle FIAT esportate in Finlandia, serve a gonfiare l'airbag.

  7. Lo sbrinatore sul lunotto posteriore della vostra FIAT acquistata in Finlandia serve allo scopo di non sentire freddo alle mani quando dovrete spingerla.

  8. Sapete cos'è una FIAT in Lapponia? Un miracolo.

  9. Se vi trovate in un posto in Finlandia dove sono parcheggiate 10 FIAT, ricordate che siete lontani dal centro urbano, più precisamente nei pressi di una discarica

  10. Se non avete ancora una FIAT, vi informiamo che, quando l'avrete comprata proverete le stesse sensazioni che avete provato l'ultima volta che siete stati ad un bordello; grande comodità quando sarete dentro, ma vergogna quando ne uscirete.

  11. L'unica cosa paragonabile alla vostra FIAT è il profilattico; entrambi bloccano il traffico.

  12. Ricordate che l'acronimo inglese di FIAT è.: Fix It Again, Tom (Tom, riparala ancora).


CRONACA

Giovane si schianta contro lampione. Spenti entrambi.

AVVISO

In questo casinò si entra in giacca e cravatta e si esce in mutande.

PROVERBIO DEL GIORNO

Se trovi un amico trovi un tesoro, ma se trovi un tesoro trovi tante amiche.

AVVENIMENTI CULTURALI

    A Turku il primo convegno delle immigrate italiane in Finlandia sul tema: Le 10 qualità delle donne italiane. - Sono invitati tutti i maschi italiani residenti in Finlandia i quali verranno informati sulle altre nove qualità.

    Grazie ai contributi ricevuti dall'Italia e dall'Unione Europea, uno studioso italiano che vive a Helsinki ha organizzato un convegno dal titolo: Come mai i salmoni lottano contro la corrente e non restano fulminati? - L'ingresso è libero, anche lo studioso (purtroppo)!

    A Helsinki prima conferenza sull'alimentazione italiana dal titolo: L'Extra vergine – ospite l'On. Rosi Bindi.

    A Helsinki conferenza degli intellettuali italiani residenti nella capitale dal titolo: Noi, l'enfant prodige. Ovvero la storia di intellettuali che a due anni erano già intelligenti allo stesso modo in cui lo sono oggi.












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Equilibrismi di intellettuali”

Un intellettuale italiano, disoccupato, decide di trasferirsi in Finlandia per cercare lavoro. Appena arrivato a Helsinki, dopo aver trovato un piccolo alloggio, si mette immediatamente alla ricerca di connazionali che possano aiutarlo. Sfodera quindi tutte le tecniche di cui ogni italiano è dotato sin dalla nascita; sorriso da ebete, parlantina, servilismo... Dopo qualche mese grazie alle sue “qualità” e all'aiuto di amici di amici di amici... riesce ad avere un lavoro come insegnante. Il tempo passa e l'immigrato comincia a sentire un forte senso di frustrazione. Vorrebbe per sé stesso qualcosa di più di un semplice impiego. Decide quindi di scrivere un libro, ma dopo un anno dalla pubblicazione si rende conto che l'unico ad averlo letto è il tipografo durante la stampa. Il povero intellettuale perde fiducia in sé stesso e decide di cercare un lavoro che almeno gli dia la possibilità di arrotondare lo stipendio. Si reca quindi ad un circo, dicendosi disposto a fare qualsiasi cosa gli offrano. Il proprietario del circo gli risponde che c'è solo un posto libero, quello dell'equilibrista. Il lavoro consiste nel camminare su una fune posta a 5 metri di altezza sotto la quale vi sono dieci leoni. L'intellettuale accetta, sperando che la cosa non si sappia tra i suoi amici e colleghi. Dopo essersi esercitato per qualche settimana, arriva il giorno dell'esibizione. Comincia quindi a camminare sulla fune, con i leoni che ruggiscono famelici sotto di lui. Arrivato a metà del percorso, l'intellettuale viene assalito dalla paura. Improvvisamente non riesce più ad andare avanti. Passano 5, 10, 15 minuti. Un leone, stanco di aspettare, lo guarda e gli urla: “Ahò!!! nun te preoccupà semo tutti intellettuali italiani!!!

Filone

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