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Storiografia italiana

Spunti  sulla filosofia della storia e della filologia alla luce di questioni d'attualità.

 

              De Zuazo - azzurro astratto 1969 

La storiografia politica italiana è attraversata da una crisi che vede il continuo superamento di scuole e metodologie. La scuola filologica indirizzando i suoi studi sul Risorgimento forma la scuola economico- giuridica, alla quale allora appartenevano il Croce e il Volpe. Ma questo tipo di storiografia pur essendo più esauriente della precedente non riesce comunque ed essere completa. Si passa quindi a una nuova storiografia dominata dall'idealismo: la scuola etico- politica. Con questa nuova scuola il Croce da alla storiografia una base filosofica completandola con le moderne teorie del materialismo storico e del mito sociale (di Sorel). Croce si differenzia dagli storici precedenti: questi studiavano la politica attraverso la logica con cui la prima si sviluppava, arrivando quindi a seguire un tipo di politica e scartando tutte le sue antitesi; Croce tenta invece di conciliare la politica con l'etica e conciliare così molti aspetti di politiche diverse. Croce fonde quindi storia etico- politica, storia economica e storia delle istituzioni, impedendo così che queste ultime due siano studiate come storie astratte e riguardanti fenomeni anonimi. Anche secondo Maturi una salda conoscenza storica deve unire vari aspetti delle diverse storiografie. Il problema di una selezione dei documenti storici italiani, i quali non possono essere tutti assimilati o considerati allo stesso livello, è affrontato dal Volpe.

 La storiografia etico- politica vuol essere, secondo Croce, la storia della vita morale e civile di un popolo o di tutta l' umanità, e non quindi solo la storia economica o militare di esso.

Gli altri aspetti storici sono una conseguenza dell'attività morale dei popoli e perciò da questa si dovrebbero dedurre gli altri aspetti. La funzione della storiografia etico- politica non è solo quella di analizzare la vita civile e morale dei popoli, ma è principalmente quella di trovare nella morale umana il "principio dinamico" che da ad essa l'autonomia rispetto a tutto ciò che nella storia non è ideologia morale. Quindi Croce presuppone che la storia morale dia origine a tutti gli altri aspetti storici (economici, istituzionali, militari ...), i quali sono rilevanti solo se posti in una storiografia che parte da questo presupposto, ma sui quali è sbagliato impostare una storiografia in cui essi non dipendono dalla morale umana. Quindi se secondo il materialismo storico la vita morale faceva parte della sovrastruttura, con Croce la vita morale diventa la struttura su cui si basa tutta la storia.

La storia etico- politica o storia morale, da non confondersi con quella moralistica che giudica i fatti secondo l'ideale morale, si interessa al carattere e al significato delle azioni storiche.

10/01/99 17.55 Sarebbe da vedere quanto della tesi crociana deriva da Gentile e viceversa qual è l’origine dell’idealismo attualistico di quest’ultimo.  Gentile inizia la sua formazione (adolescente) sul testo del FIORENTINO, che sulle solide fondamenta del criticismo kantiano aveva innestato sia un' analisi della storia come fattualità oggetto di scienza  che un recupero del positivismo visto come sequenza di fatti oggetto di scienza.  Immediatamente Gentile coglie l'inconciliabilità tra forme-categorie kantiane e riduzione sperimentalistica del positivismo. Da qui inizia una lotta feroce a quest'ultima filosofia, vista anche - nel clima giolittiano meridionale di fine secolo - come commistione di intellettualità e potere politico trasformistico. 

GLI ANNI OSCURI - Il terrorismo e la strategia della tensione in Italia http://www.informagiovani.it/Terrorismo/terhome.htm

22/7/01  Per capire gli effetti dirompenti sulla democrazia italiana del nuovo governo Berlusconi, dopo l'uccisione di Carlo Giuliani (Genova, 20 luglio 1991) da parte dei Carabinieri nella manifestazione anti-G8, 23 anni dopo l'ultima morte in piazza (Giorgiana Masi), bisogna chiedersi: si tratta di eventi superficiali o di segnali che arrivano da strutture profonde storiche e sociali? Bisogna risalire agli anni di "formazione"  dell'imprenditore. Tenere presente che al governo dell'ordine pubblico Berluconi ha insediato Scajola, a suo tempo detenuto per avere - come sindaco di Imperia - chiesto tangenti in relazione alla gestione del casinò di S.Remo [Leggo su "Diario" del 31.8.01 che il conte Giorgio Borletti aveva riferito ai magistrati di aver avuto da Scajola la richiesta di 50 milioni di tangente per vincere la gara di appalto della  gestione del casinò di S.Remo. L'ex sindaco fu poi prosciolto nel 1989 dal g. i. che archiviò le accuse].Garantisce nell'incontro con i rappresentanti del Genoa Social Forum che la polizia non ha mai sparato in Italia. Non conosce quindi la nostra storia. Non era ancora maggiorenne nel periodo del governo Tambroni (luglio '60), ma dovrebbe almeno aver vissuto (era dirigente nazionale dc) le tragedie di Avola nel '68. 

Nel luglio 2001 sottosegretario agli interni è l'avv. Taormina (FI). Merito che si attribuisce (oltre a quello di usare "vendetta" contro giudici giudicati di sinistra -come si legge nel suo sito personale)  è di aver chiesto a suo tempo al ministro di giustizia Diliberto (governo D'Alema) di dimettersi, perché a suo dire l'attività politica di quest'ultimo non era compatibile con quella contemporanea di guardasigilli, cioè di uomo garante dell'imparzialità delle leggi. Ora continua a fare l'avvocato contemporaneamente all'assunzione delle deleghe (cioè del potere) nel ministero degli interni. Sta difendendo servitori dello stato (guardie di finanza) accusati di avere danneggiato lo stato (uno o più ministeri sono parte lesa al processo che si tiene in questi giorni a Padova contro di loro). Nello stesso processo si viene cioè a trovare nel doppio ruolo di parte lesa (come ministro) e di parte imputata, come avvocato. 
Assume poteri nel ministero degli interni anche il trapanese Antonio D'Alì (FI), laurea in legge, 49 anni, ex dirigente della Banca Sicula di proprietà della famiglia. Nelle precedenti legislature ha ripetutamente svolto attività nelle commissioni parlamentari che seguono finanza, credito e antimafia. A suo tempo la questura di TP aveva segnalato la sua banca come cassaforte di esponenti della cupola mafiosa. Francesco Messina Denaro (boss mafioso) faceva il campiere nei possedimenti di famiglia, alcuni dei quali poi passati n proprietà ai Messina Denaro e confiscati come proprietà di Totò Riina. 

Situazione agli inizi di maggio 2003: D'Alì, avendo costituito una seconda  lista di FI alle elezioni locali, viene - nemesi storica - immediatamente espulso da Forza Italia, ad opera del coordinatore Scaiola (l'ex ministro, costretto alle dimissioni per avere dato del "rompicoglioni" a Marco Biagi assassinato dalle BR). 

Alfredo Mantovano, deputato di AN, magistrato antiabortista (su questo tema la sua tesi di laurea) con esperienza antimafia (www.mantovano.org), mostra di avere senso dello stato, ma non gli piace il sacerdote don Giuseppe Bucarto che chiede piena luce sui mandanti occulti delle stragi (articolo di Francesco Viviano su Repubblica 20/7/2001; in una lettera di 6 giorni dopo al giornale, Mantovano smentisce,  ma il giornalista conferma di avere udito, insieme ad altri colleghi, la frase "Questo sacerdote non mi piace").

Il quinto sottosegretario è Maurizio Balocchi, amministratore di condomini a Genova, deputato da tre legislature, amministratore della Lega Nord.

 Nello stesso tempo il governo (oggi rappresentato da Berlusconi) è parte lesa (per 5 mld- sentenza luglio 2001 trib. MI, IV sez., presid. D'Avossa) nel processo IMI-SIR contro Giovanni Acampora, che con Giovanni Pacifico e Cesare Previti (avvocato di Berlusconi per decenni e ministro nel suo primo governo) ha realizzato "la più grande corruzione della storia giudiziaria italiana" (PM Ilda Bocassini): dall'industriale Rovelli erano passati (come tangenti, secondo l'accusa) ad Acampora 13 mld, 21 a Previti e 33 a Pacifico, per poter corrompere i giudici Renato Squillante, Filippo Verde e Vittorio Metta. Chi è molto vicina a Squillante? Nientemeno che Augusta Iannini, la moglie di Vespa. Il che spiega (in parte, dato che la spiegazione complessiva sta in Berlusconi) perché immediatamente la condanna di Previti a a11 anni per corruzione, a gestire un'intera serata con il condannato in primo piano a difendersi senza contraddittorio nella tv pubblica, c'era l'accompagnamento di Vespa. 

Gli anni che entrano prepotentemente nella storia d'Italia, in quanto servono per capire il governo di oggi, sono i primi '70. Berlusconi "assume" e paga per almeno due anni a suon di milioni (dell'epoca) un boss mafioso emergente, Vittorio Mangano. Lo paga anche per un servizio "educativo":  dare sicurezza ai figli che vanno a scuola. Insomma era uno di famiglia. I figli infatti avranno un ricordo riconoscente di questo "angelo custode" che insegna loro a cavalcare. Pare che Berlusconi non si accorga (per anni) che dopo aver accompagnato i figli a scuola, questo "stalliere" va regolarmente ad incontrare a Milano i boss del clan Bontade  per discutere del riciclaggio al nord dei frutti del commercio della droga e altro. Veramente Dell'Utri (che è oggi onorevole - come ha dichiarato in tv - per "difendersi" dalle accuse di mafia pendenti su di lui) di fronte ai giudici deve ammettere di sapere di questi incontri "al ristorante", ma di non aver mai badato alle persone che lo stalliere frequentava.  Naturalmente sosterrà poi di non sapere niente del passato di quest'uomo, dirà che non si ricorda nemmeno se l'ha licenziato o se se ne è andato di sua spontanea volontà (come in effetti accadde). Com'è possibile tutto questo? Possiamo forse addebitarlo alla superficialità del soggetto?. 

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