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Michel Foucault 1926-1984 (dimensioni strutturalistiche, che privilegiano la società rispetto al soggetto individuale) |
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archeologo del sapere |
La storia non è "neutrale", è filtrata dal potere. Non so chi parla del futuro che dipende dal passato, ma il passato a sua volta dipende dal presente, e il presente è di chi ha il potere. Sono le persone al potere che danno la loro versione degli eventi. Non c'è nessuna continuità nella storia, le regole sociali cambiano anch'esse in base al potere. Ciò vale a livello di macro-società (emerge nella dimensione diacronica: cfr. cambio di Costituzioni, ecc.), ma anche nel micro-sociale: il potere nelle prigioni, nelle scuole, negli ospedali è in realtà costituito dal punire-premiare interno alla logica di chi fisicamente occupa la posizione di responsabilità, e i "privati" del potere devono adeguarsi (non a caso nel ricovero ospedaliero la prima cosa che conviene fare è informarsi sulla capo-sala). Jacopo Fo ha bene descritto (in modo ironico) il potere nella scuola italiana degli anni 80.
Compie 3 operazioni culturali (TASSINARI 1994,327-376)
Secondo la visione tradizionale, gli ospedali non sorsero per escludere ma per "arrivare ad una guarigione attraverso l'isolamento in ospedale" (ROSCIONI 2003)
Le lezioni tenute al Collège de France negli anni '73-74, ed uscite ora in Le pouvoir psychiatrique, MI:Feltrinelli, I vol. (in Francia è già uscito il IV nel 2003), indicano i percorsi scelti dalla medicina ufficiale per contenere la devianza all'interno del sistema. E' un po' come - dice Valeria Viganò (Unità 8.10.03) - il meccanismo del virus informatico: si capisce benissimo che è emesso dal cuore stesso del sistema di potere informatico per riaffermare, attraverso gli antivirus, la totalità del controllo del sistema. F. aveva capito che chi è parte colpevole della malattia, cioè la società, offre in sé il rimedio per poter ritornare a far parte di quella società che per prima ha causato il disagio, secondo regole da lei stessa legiferate, per assumere il ruolo di fornitrice di protezione.
Nelle lezioni del 1982, trascritte da un alunno, F. ribalta la sua impostazione secondo la quale il "soggetto" emerge nel pensiero occidentale come prodotto dello stato e delle Istituzioni complesse (con l'inurbazione e lo sradicamento dalla campagna, caratteristico del 6-700, la Ragione comincia ad essere una "fabbrica di individui"). (FOUCAULT 2003)
Il Moderno genera l’individuo e poi, con i
saperi-poteri, lo divora. Ma l’ultimo F. apre un terreno nuovo, quello
dell’archeologia del “soggetto”, lo studio dei precedenti dell’individuo
seicentesco. L’archeo-strato di base è quello socratico della “cura del
sé” (epimeleia heautou) insita nel “conosci te stesso”, rimessa in
questione di valori e concetti fino al “sapere di non sapere”. Platone
ponendo il rapporto anima-idea, traduce la “cura” in reminiscenza,
iscrizione di sé nell’universale, e in “parresia”, cioè nel dire
in pubblico la Verità, assumendosene l’onere (il dialogo come “autoindividuazione”).
. Ma non è il filone socratico-platonico quello che passa poi in Occidente,
bensì l’altro meccanismo di individuazione, quello stoico-epicureo che
traduce la via mnestica in esercizio soggettivo, in ginnastica e “ascesi”
che plasma irriducibilmente il sé irriducibile, libero, sovrano su passioni e
affetti. Epicuro, Seneca
, Marco Rufo, Agostino sono i ginnasti
dello spirito, i “soggettivizzatori” del Logos occidentale. Per loro tramite
il soggetto diviene poi il responsabile autopoietico (persona), verità come
“esposizione di una vita singola”.
La ginnastica stoico-epicurea è – in
termini di filosofia della morte di Dio, di filosofia moderna – una
“dismissione del risentimento”, una demistificazione della morte, una
sublimazione dell’eros. E’questo filone stoico-epicureo a costituire il filo
tessuto poi dai padri della Chiesa, e quindi la vera matrice europea. Il
Cristianesimo poi dissipa la “libertà del sé” annegandola nella rinuncia
nichilistica a beneficio di Dio. Quando arriva il SE’ universale cartesiano e
kantiano, dove si può conoscere il Vero anche senza la sensibilità
introspettiva si è già maturi per passare all’hegeliana chiusura del cerchio
sensibile della “teoria dell’esperienza della coscienza”, coscienza
(tra)sfigurata a Universale, in si annega l’individuo che deve accettare come
“suoi” i verdetti della Storia Occidentale.
In conclusione F. nel rifondare la coscienza
libera, dis-ordinata ma interiormente coesa, capace di resistere al Potere
tipica dell’impegno, dello “stile di vita” e geometria delle passioni
difformi dalle “competizioni globali”, pare prefigurare l’odierna testimonianza del “new global”
che de-struttura la globalizzazione “oggettiva” dei mercati. (considerazioni
di Bruno Gravagnuolo in l’Unità 9.10.03).
FONTI
FOUCAULT 2003 Michel Foucault, L'ermeneutica del soggetto - Corso al Collège de France 1981-82, MI:Feltrinelli 2003
CANOSA 1979 Romano Canosa, Storia del manicomio in Italia dall'Unita' a oggi, MI:Feltrinelli, 1979, pp. 256.
ROSCIONI 2003 Lisa Roscioni, Il governo della follia. Ospedali, medici e pazzi nell'età moderna, MI:Bruno Mondadori, 2003
TASSINARI 1994 Salvatore Tassinari, Storia della filosofia occidentale, FI:Bulgarini 1994, III-2
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