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Questioni pedagogiche
educazione -società
educazione - individuo
maestri e realtà sociale e culturale
Dou, scuola serale XVII sec.)
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28/03/97 Donald WINNICOTT (1896-1971) psicanalista teorico dell'oggetto transizionale (conosceva Schulz, l'autore della coperta di Linus), della scuola britannica indipendente [(con Balint e Masud Khan: quest'ultimo restringe il concetto freudiano di pervertito a "colui che pone un oggetto impersonale tra il proprio desiderio e il proprio complice: questo oggetto può essere una fantasia stereotipa, un aggeggio qualunque o un'illustrazione porno: in ogni caso il pervertito è alienato da se stesso, così come, ahimè, dall'oggetto del suo desiderio")]. La terapia per lui consiste non tanto nel "rendere più conscio l'inconscio" quanto nel cogliere a fondo i bisogni del paziente. La talking cure valorizza le spinte istintive materne (il c.d. "intuito"). Per W. l'oggetto transizionale è un modo con cui il bambino mantiene il contatto (tramite le qualità: odori-sapori) con il corpo materno. Non un oggetto feticistico (teoria freudiana) ma un oggetto interno, tant'è vero che nella crescita il bambino se ne allontanerà senza processi di lutto. E' il primo oggetto nel processo di transizione dall'unione alla separazione. L'oggetto transizionale "è la prima occasione che il piccolo ha di usare l'immaginazione, è la sua maniera di tenersi a galla nei momenti di solitudine e di insicurezza." ("Colloqui con i genitori", tenuti alla BBC). Un bambino sano sarà quello ricoperto di continue attenzioni da parte del suo ambiente: da questa carica (anche di illusioni) nasce la forza per poi emanciparsi gradualmente dalla dipendenza materna. Invece il bambino deprivato - cioè quello che ha perso qc. d'importante che prima aveva - sarà costretto a fare immediatamente i conti con la realtà senza avere un livello minimo di sicurezza e fiducia nel mondo. La realtà non deve entrare troppo rapidamente nel bambino, pena il blocco dei processi maturativi: il bambino deprivato utilizzerà difese che costruiscono un "falso sé": "il bambino sano è, il bambino disturbato reagisce". Altri suoi titoli: fondamentale Playing and reality, Il bambino deprivato, I bambini e le loro madri, Thinking about children. |
29/05/97 17.35 Felice Carugati
(leggo dal bollettino GILDA marzo '97) raggruppa le teorie sull'apprendimento in
individualistiche (legate al patrimonio genetico e alla "maturazione"
biologica -etologia, si esprime nei modelli cognitivisti),
deterministiche-sociali (comportamentismo di Skinner), costruttivistiche (oltre
al patrimonio genetico e all'ambiente, l'uomo riesce in qualunque età a
costruire propri modelli cognitivi, spinto dalla necessità di avere strumenti
sicuri di relazione con il mondo esterno). All'interno delle tesi
costruttivistiche stanno due strade: quella del "costruttivismo in
solitudine" (l'uomo costruisce strumenti cognitivi sempre più complessi in
cinque fasi sovraordinate, ognuna delle quali è prerequisito della successiva:
periodo senso motorio, pre-operatorio, operatorio concreto e operatorio formale;
l'apprendimento è subordinato allo sviluppo di tali fasi, sviluppo legato
all'operatività e relazione ambientale dell'individuo -io
=tesi piagetiana), e quella minoritaria del "costruttivismo
sociale" (cfr. Carugati-Selleri, Psicologia sociale dell'educazione, Bo:Mulino, 1996). Secondo questa
tesi non è possibile nessun apprendimento al di fuori del contesto società-dinamiche
storiche-culturali. L'intersoggettività e il prerequisito e il luogo per
imparare tutti gli strumenti cognitivi, fino alla logica, matematica, lingue
ecc. Ogni lavoro sull'apprendimento
non può quindi prescindere dallo studio delle interazioni personali, dello
status sociale del partner, delle norme e rappresentazioni collettive condivise
della vita sociale in cui operano i soggetti. Un tale punto di vista esclude la
validità di ogni teoria educativa basata sulla semplice trasmissione del sapere
(io insegno e lui impara oppure no), o sull'imitazione o sull'attivismo
generico. Ricerche tutte da sviluppare sul gruppo classe portano p.e. a queste
prime considerazioni: 1)le regole e l'ordine sociale sono potenti organizzatori
dell'attività cognitiva individuale (contengono il confronto tra punti di vista
logici differenti e il confronto tra gradi di conoscenze diverse nel corso delle
interazioni, le regole sociali mettono a disposizione dei soggetti-alunni
repertori di risposte sociali che possono entrare in conflitto con le condotte
cognitive attuali degli alunni), 2)gli alunni organizzano a livello concreto e
simbolico la vita sociale attribuendole significati specifici e connessi con la
cultura più generale in cui vivono: così attività cognitiva e acquisizioni di
nuovi saperi da parte dell'individuo dipendono dai processi messi in atto nei
momenti in cui gli alunni sono chiamati ad operare. Le risposte prodotte
risultano così dalla negoziazione che si stabilisce tra le interpretazioni
degli alunni e le attese degli insegnanti; 3)le dinamiche dei processi di
apprendimento si realizzano all'interno di relazioni interpersonali e di ruolo
che dipendono esse stesse da ruoli culturali più ampi, storicamente costruiti, che producono le conoscenze che la scuola è chiamata
proporre agli alunni. In concreto, non è ininfluente sull'attività cognitiva
singola, la metodologia e il criterio di verifiche che accompagna ogni processo
informativo (L'ESAME NON è solo un processo amministrativo) "si puo'
interrogare chiunque in qualsiasi situazione.
e' raro che siano risposte a dare la
verita', piu' spesso è il
concatenamento delle domande" (PENNAC, La fata carabina, MI:Feltrinelli,
1994).
Credito formativo: nasce dalla
prospettiva di educazione per tutta la vita. Ogni alunno all'inizio del suo
percorso formativo scolastico assegna in custodia all'istituzione tale credito,
che egli spenderà secondo tempi e modi pattuiti solo sotto forma di scelte
riuscite. L'organizzazione delle scuole del futuro deve prevedere un'ampia
diversificazione degli itinerari formativi, coinvolgendo le comunità locali,
con scambi e intersecazioni e variazioni di velocità. Anche l'università dovrà
adeguarsi a tale complessità e varietà di percorsi. 23/06/97 Secondo Francesco
TRONCI ("Letteratura senza tempo. Forme e modi per l'educazione
dell'immaginario infantile", LNI 1996 pp 191) la specificità della
letteratura dell'infanzia nasce in It. con Vincenzo Cuoco, "Platone in
Italia" 1803, inconsapevole modello del genere. Nel libro Platone con il
suo seguito contiene gli elementi del genere: rapporto guida-giovani inesperti,
destini dell'Italia. La missione educatrice esplode nel romanzo storico: la forma
romanzo prevede il popolo come eroe collettivo e il
protagonista ne interpreta i valori. Pinocchio e Cuore sono Bildungsroman,
preceduti da "Le confessioni di un italiano" 1858 (Il
protagonista Carlo Altoviti è il primo vero ragazzo della letteratura italiana,
e occupa metà del libro). Le due opere successive sono dovute al clima
postunitario: -visione idilliaca del presente, -progetto educativo da
realizzare, -veicolare in un'ideologia nazionale i residui particolarismi
geografici e le differenze socio-economiche. Col tempo Pinocchio ha mantenuto il
successo perché - rispetto a Cuore, è slegato dalla scuola come
ambiente formativo (tra l'altro con la didattica della ripetizione, con
l'esclusione del riso e della gioia dell'apprendere),
ed è "figlio di Piaget e Freud". |
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Uno dei 4 tipi di insegnanti-nocivi in circolazione nelle scuole superiori italiane degli anni '80, secondo Jacopo Fo (FO:1993) |
14/07/97 La tecnica è al
centro del problema pornografico. La riproducibilità e multimedialità
dell'immagine porno, tecnicamente disponibile in modo attivo e passivo da parte
di ogni individuo, ha fatto esplodere il tema del possesso sessuale del minore,
che in sé è sempre esistito ma ridotto all'ambito parentale (la pedofilia
inizialmente coincideva con l'incesto), non commerciale planetario come oggi. Si
pone oggi più di allora il tema dell'etica sessuale. La corte costituzionale
Usa non ha ammesso l'intervento statale su internet, sia per difendere la libertà
espressiva sia perché nella rete si riproducono immagini che comunque già sono
accessibili nella nostra società anche fuori rete, sia perché
irrealizzabile di fatto un intervento censorio globale.
Secondo Carmine Ventimiglia, docente di sociologia, genitori e *Educatori
non sono preparati a individuare i segnali di disagio che il bambino sottoposto
a pratiche sessuali manda. Il bambino, come è capitato anche a noi bambini,
manda risposte erogene positive anche in un contesto di manipolazione sessuale
da parte dell'adulto (che detta le regole e quindi assume tutto il potere), ma
il bambino prova colpa e vergogna: nell'affrontare la sua situazione, ecco
riemergere allora anche nell'adulto colpe e vergogne rimosse, e tendiamo a
tirarci indietro. A parte il dato delle criminalità economica, il problema è
quello del passaggio a liceità o meno dell'erotismo tra minore e adulti, liceità
oggi ammessa per l'autoerotismo. Da sottolineare che l'adulto oggi implicato
nella pedofilia tende a rifiutare il rapporto paritario tra adulti. Liceità non
tanto formale-legale quanto di principi etici. Gabriel Levi (neuropsichiatra
infantile Univ. Roma) sottolinea che nessuno è formato, nessuno sa come si
*Educa un bambino emotivamente. Spesso
vengono gabellati come interventi educativi punizioni su minori che sono abusi
fisici sessuali e psicologici. Non sanno, gli adulti nel settore, come lavorare
con lui sulla rabbia, sul rapporto con gli altri, nessuno gli spiega che
pestare i piedi a qc. significa subire prima o poi lo stesso trattamento. Se non
si è in grado di riconoscere un bambino angosciato, che piange, che non dorme,
che ha il terrore degli esami, non viene riconosciuto gran parte del disagio
infantile. Da statistiche ONU si uccidono 28 adolescenti su 100 mila; se ci
fosse un intervento di neuropsichiatria generalizzato
tale da poter individuare i bambini depressi sotto gli 8 anni, tale
livello si potrebbere dimezzare. Consigli per la RIFORMA a Berlinguer: la scuola
deve sì preparare individui adattabili senza traumi cognitivi e lavorativi, a
una società in continuo mutamento, ma l'accento è stato messo su fattori
tecnici metodologici e intellettivi, trascurando l'educazione piena alla
personalità: l'adulto di domani dovrà cambiare città e lavoro, mantenendo però
dentro di sé una stabilità affettiva, dovrà saper rispettare l'altro per
pretendere il rispetto della parte diversa di sè: se oggi l'asilo nido pubblico
è frequentato dal 6% della popolazione in età, chi mai s'è interessato degli
interventi attuati sull'altro 94%? Chi monitorizza la salute mentale nell'età
evolutiva? Per prevenire i danni sugli adulti, bisognerebbe intervenire perché
i bambini imparassero a stare bene con se stessi e a poter riconoscere il
disagio appena si manifesta per poterlo elaborare.
21/07/97 La famiglia ha mutuato
dalle imprese anche la strategia del decentramento produttivo (Arlie Russell
Hochschild, A time bind, Henry Holt & C., NY, pp 316, rec., sociologa,
studia l' intossicazione da lavoro): dato che funzioni materne e paterne sono
delegate a baby-sitter, maestri sportivi, psicoterapeuti... Secondo l'autrice
che studia i dipendenti di una grande azienda USA del Midwest, la famiglia è ad
un grado tale di anafettività che sia maschi che femmine cercano nel clima
dell'azienda compensazioni affettive o comunque stimolazioni impensabili in
famiglia (socializzazione, corsi di aggiornamento su "Come non arrabbiarsi
mai"). Insomma il valore del lavoro come principio organizzatore della
società. Perché da noi a scuola no?
31/07/97 Il biologo H. Laborit
("L'uomo e la città", Paris 1971 tr.it. Mondadori 73; "Elogio
della fuga", Paris 1976, tr.it. Mondadori 82; "Lo spirito del
solaio", 1992, tr. it. Mondadori 94): il bisogno è l'energia, mentre la
motivazione fondamentale è il mantenimento della struttura organica da cui
dipendono pulsioni fondamentali (e bisogni acquisiti); ne deriva che il solo
comportamento innato è l'azione gratificante (spinta dal desiderio) tendente a
mantenere la struttura.. La libertà non è altro che la possibilità di
realizzare atti che ci gratificano senza scontrarci col progetto altrui. Ma
occorre prendere atto che "lo spazio gratificante non è libero". Per
questo il desiderio del piacere tende a realizzare un sistema di dominanza del
territorio circostante. Non il piacere connesso a processi immediati-pulsioni
primitive, bensì un piacere (definito felicità) costruito nel proprio stile di
vita. Secondo Aldo Agazzi (Su La Nuova Secondaria del 1983) che riprende Kant,
le "scienze dell'uomo" riguardano appunto l'uomo nel suo insieme
(verità di fatto e verità di ragione) cioè l'agire in base a libere scelte e
finalità di fronte a riflessioni sulle leggi di natura, mentre le "scienze
umane" sono le conoscenze date dalle leggi fisiche (scire per causas), mere
verità di fatto. Per Kant l'educazione è l'oggetto della pedagogia, e l'ed. ha
due livelli: oggetto dell' ed. fisica sarebbero appunto le verità di fatto,
mentre a livello qualificante per l'uomo sta l'ed. pratica , delle finalità,
all'autonomia. Per Agazzi la ragione che meglio giustifica la deontologia
pedagogica è la speranza, il possibile miglioramento degli uomini e delle cose
umane. Questo mi pare il punto d'arrivo anche
di Bruner ("La ricerca del significato. Per una psicologia
culturale", Boringhieri 1992) dove sostiene che precedente l'apprendimento
e la comprensione logica sta quello per narrazione, che è un continuo tentativo
di inglobare nella cultura espressa dall'ambiente e sedimentata dall'individuo,
le azioni, i segni ecc. che appaiono divergenti rispetto a tale sfondo. La narrazione
serve per assumere tale novità in un contesto-significato accettabile per la
cultura storicamente costituita dall'individuo. Per cui la narrazione (dal
soliloquio infantile post 18 mesi come
primi tentativi di dare senso a ciò che si vede e fa, all'autobiografia, al
"dialogo con se stessi" della riflessione adulta) è il modo primario
per costruire la propria identità , il proprio mondo, creando il proprio
universo di significati. Riflessi educativi: i ragazzi tendono a spiegare ciò
che turba le loro aspettative, la conoscenza è un processo attivo di
costruzione del significato (Bruner è costruttivista e nega un primato della
conoscenza basata sulla trasmissione ed elaborazione delle informazioni, quale
sembra essere la teoria IA che esclude sentimenti), a partire dai modelli
interpretativi di ciascuna cultura. Insomma la conoscenza avviene sempre su un
piano di scambio culturale, scambio di significati, che avviene attraverso la
loro continua ricostruzione e negoziazione. La società multietnica in tale
senso offre alla scuola occasioni formidabili di apprendimento. La narrazione
permette di mostrare anche le proprie azioni in una luce legittima rispetto agli
inevitabili conflitti con l'ambiente (a partire da quello familiare). Il
costruzionismo sostiene che non vi è un significato unico pre-esistente al
pensiero. Il mondo viene costruito dall'uomo, che si sforza di mediare i
significati che via via assegna alle singole esperienze all'interno
di un ben preciso orizzonte culturale. La narrazione serve a comporre le
differenze e risolvere i conflitti. |
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Altro tipo dii insegnante-nocivo in circolazione nelle scuole superiori italiane degli anni '80, secondo Jacopo Fo (FO:1993) |
Tornando a Laborit: lo spazio
gratificante non è libero. Reazioni biologiche: stato di allarme di ipofisi e
surrenali (se perdurante porta a malattie psicosomatiche tipiche dei dominanti
che cercano di mantenere una dominanza contestata. I paradigmi biologici sono così
sintetizzabili: a-la persona è un'organizzazione di sistemi; b-i sitemi
dell'organismo comunicano tra di loro; c-le situazioni di disagio dinamizzano
l'intero organismo. La PERSONALITA' non è altro che l'interazione dei sistemi
complessi. Il sistema endocrino comunica mediante ghiandole che producono
ormoni, molecole che sono decodificabili dai recettori. Questi ultimi fanno
parte di un altro sistema, quello nervoso (SN), relativo a tre strati: il
primitivo (ipotalamo, tronco cerebrale) sovrintende all'equilibrio tra pulsioni
innate fame sete sesso e loro soddisfazione; un secondo livello (compare con i
mammiferi) è il limbico, cioè il sistema basato su sinapsi o contatto di
neuroni, che consente la memoria. Gli input nervosi sono sintetizzati dal
neurone su molecole proteiche (che rendono possibile il passaggio da un neurone
all'altro) lasciando una memoria. Con il terzo livello (corteccia cerebrale) si
riesce ad utilizzare la memoria producendo anticipazioni di atti gratificanti e
quindi consentendo una strategia di comportamento (la cosiddetta libertà, cioè
la rappresentazione del pensato, come già indicato da Kant-Agazzi
dell'attribuire alla libertà questa dimensione di rappresentazione
che manca invece alla causalità-fisicità. Esistono vie nervose
trasversali che connettono i tre livelli cerebrali: il "fascio della
ricompensa" (MFB individuato da Old e Milner USA 1954), il "fascio
della punizione", il "sistema inibitore dell'azione" (SIA,
Laborit 1970). Quest'ultimo memorizza e ripete gli atti che generano piacere, ma
la sua eccitazione determina invece la spinta alla fuga: il SN registra uno
stimolo noicettivo doloroso, reagisce con la fuga e -se questa è impossibile-
con scariche di aggressività difensiva. Se
anche l'aggressività è inibita, l'ulteriore accesso al SIA provoca secrezione
dell'ormone ACTH dall'ipofisi, e di ormoni glicocorticoidi dalle surrenali; la
liberazione di cortisone provoca abbassamento delle difese immunitarie perché
trattiene acqua e sali e provoca la produzione dell'ormone nerepinefrina (ormone
della fuga e della lotta) che scatta con la paura: l'inibizione dell'azione
produce vasocostrizione, angoscia, se invece vi è reazione di lotta e fuga si
ha una produzione ormonale di adrenalina, quindi vasodilatazione e ritorno
all'equilibrio. Le vie di fuga sono
o psicosi o droga o suicidio, o fuga nell'immaginazione (funzione specifica
umana): Educare significa quindi CONOSCERE SE STESSI e le proprie condotte dal
pdv delle dinamiche biologiche endocrine (ghiandole ormonali) e neurovegetative
(corticali e subcorticali): Compito della biopedagogia è far sorgere una
coscienza planetaria, una informazione generalizzata: Itard ha dimostrato che
Victor non diventerà mai un uomo
perché gli sono mancate le stimolazioni che
nella fase infantile completano il reticolo corticale e l'interazione tra
emisferi. La pedagogia è scienza dello sviluppo e contemporaneamente scienza
dell'educazione. Pare che sia attorno ai 18 mesi che si formano l'abbassamento
della laringe e il prolungamento del palato che consentono la completa fonazione
(prima, e nelle specie inferiori sempre, non è possibile la vocalizzazione
a-i-u): questa fase ontogenetica
corrisponde alla fase filogenetica relativa al sorgere 1,5-2,4 mln di anni fa
dell'homo abilis (primi studi
Leackey Tanzania 1964): formazione area emisfero sinistro Broca deputata alla
parola e area Wernike (lobo temporo-parietale sinistro) di elaborazione della
parola. E' la fase di fuoriuscita dagli ominidi australopiteci e prima dell'homo
erectus, fase di necessaria costruzione culturale per sopravvivere su ampie
distese senza acqua: compare il chopper pietra scheggiata, prima cultura, primo
deposito di memoria esterno all'individuo e simbolizzato, il volume cerebrale
supera i 600 cmc (teoria Tobias,
Sudafrica 1979).
31/08/97 Noam Chomsky (n. Philadelphia 1928, doc. MIT)
osserva che W. von Humboldt (riprendendo
una particolarità che Cartesio attribuiva all'uomo relativamente al rapporto
cervello-mente i) individuava nel
linguaggio lo strumento che ci fornisce dei mezzi finiti (parole) per scopi
infiniti (pensiero). Riprende il problema di Platone: "Com'è possibile
sapere tante cose partendo da esperienze minime?" traferendolo al
linguaggio: "Com'è possibile creare
in maniera non causata ma appropriata e illimitata (pensiero) partendo da mezzi
limitati (parole)?". Solo degli anni '50 -dice C.-si avvia un progetto di
ricerca linguistica che compara il sorgere di molte lingue per vederne i tratti
comuni, per vedere principi e modi di computazione del cervello nell'esprimere
illimitatamente pensieri (progetto di grammatica generativa). C. conclude come
Platone: la capacità generativa ha potuto svilupparsi sulla base
dell'esperienza perché era GIA PRESENTE come parte della dotazione
biologica-genetica. Questo spiega la rivoluzione cognitiva che dagli anni '50
sposta l'attenzione dai comportamenti ai meccanismi interni che rendono
possibili i comportamenti linguistici: i vari fattori linguistici si poggiano su
una semplice relazione strutturale e su poche regole universali naturali. Dopo
25 anni di ricerche, negli anni '80, i risultati portarono ad un punto di svolta
la linguistica: i bambini possiedono già disponibili i concetti, come parte
della loro natura interna, e - pur a fronte di una limitata esperienza - sono in
grado di legare questi concetti con suoni particolari. Ciò significa che
concetto e struttura sonora preesistono all'esperienza, la quale consente di
rapportare i due aspetti secondo le regole fissate dall'ambiente (lingua
materna). L'esperienza serve cioè per legare tra loro le due cose. L'ambiente
fornisce poi particolarità concettuali (p.e. la differenza tra "home"
e "house" è appresa), ma in sostanza il prbl. di Platone ottiene
questa risposta: la natura del sistema computazionale ha la particolarità di
produrre-generare una serie illimitata di pensieri che possono essere espressi
con un meccanismo finito. Circa la creatività dell'uso linguistico, posta da
Cartesio (mente distinta dal meccanismo) non è per ora possibile dare una
risposta.
Videogames per bambini di 18
mesi, tastiere alla loro portata: Tomy's ComfyKeyboard, una scuola Montessori a
Kingston Surrey per bambini di 2
anni. Da una ricerca del Nationa Council for Educational Technology (NCET)
risulta che il PC aiuta i bambini a sopportare uno sforzo di concentrazione
prolungato nel tempo.
14/09/97 Roberto Rossellini
(intervista comparsa su "Paese sera" del 12 giugno 1977, nove giorni
dopo la scomparsa del regista, ora in R:ROSSELLNI, "Il mio metodo",
PD:Marsilio 1987): "La scuola, in genere, insegna poco. La vita insegna
tutto. L'etimologia latina di educare è educere, che vuol dire anche castrare.
L'ed. è "castrante", per il semplice motivo che non dà valore
all'unicità di ogni essere umano". 09/10/97 Oliver SACKS (Londra
1933, lavora a N.Y) precisa che nel mondo esterno i colori non esistono: sono
solo risultati di processi di corrrelazione e comparazione operati dal cervello
sulle lunghezze d'onda della luce. Dunque il colore non è una sensazione, ma
una categoria della conoscenza, una categoria della percezione(caso del pittore
che per lesione cerebrale non percepisce più il colore, e che usa
sostitutivamente i toni di grigio). Gerald Edelman teorizza questa funzionalità
del cervello non per zone ma per moduli: a livello di circuiti minimi, ogni SNC
è unico fin dalla nascita (anche quello di due gemelli): Platone Cartesio
Leibniz Chomsky parlano di grammatica innata, viceversa per Locke siamo tabula
rasa come SNS che viene impresso come cera dalle sensazioni. Per Sacks ed
Edelman sono vere tutte due le visioni: il cervello è un corpo in continuo
movimento caratterizzato da processi attivi sia di impressone sensoriale
(percezione) che di categorizzazione. Si organizzano cerebralmente gli schemi
solo in base a "risposte di ritorno", feedback che sono pregiudiziali
alla costituzione di correlazioni. Per Edelman il mondo non è costituito da
oggetti: siamo noi che percettivamente ce li costruiamo. Formare il mondo:questa
è l'enorme portata del compito del SNC di ogni individuo. Negli anni 80
dell'Ottocento Gilles de la Tourette descrisse la sindrome che porta il suo
nome: convulsioni, parole e comportamenti ripetitivi, giocosità. La sindrome è
incorporata con le esperienze di vita e la personalità dell'individuo. E' una
malattia ambientale-corporea (i). Il mondo reale non è affatto asettico e
riconducibile al principio di non contraddizione. Caos, auto-organizzazione,
complicazione sono linee di azione che ormai si impongono adesso anche nella
fisica, nella chimica, ma nella biologia sono sempre state presenti. La sindrome
tuorettiana non va vista solo come una malattia, bensì come attività di una
personalità, di una persona capace di esprimersi in maniera creativa. La
funzione superiore del cervello è proprio la sua capacità di riorganizzarsi. |
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Altro tipo di insegnante-nocivo in circolazione nelle scuole superiori italiane degli anni '80, secondo Jacopo Fo (FO:1993) |
14/12/97 Non multa sed multum.
Per prevenire l'analfabetismo culturale di ritorno nella società complessa,
la scuola non deve più mirare a distribuire sapere generalizzato (oltre
tutto nella società dell'informazione non è più possibile
che una singola agenzia educativa riesca a porre e a realizzare tale
scopo), ma deve consentire
all'alunno di sviluppare le operazioni cognitive e
meta cognitive che si
collegano a singole aree di approfondimento. "E' come dire che gli allievi potranno effettuare esperienze cognitive
complesse solo a condizione di acquisire un livello elevato di padronanza in
relazione a settori circoscritti"(VERTECCHI 1985).
Il feedback relativo
all'efficacia educativa della scuola è costituito dalla capacità del prodotto
in uscita, dello studente, di conservare nel resto della vita la capacità di
acquisire nuova conoscenza attraverso i linguaggi e i media
con cui si conservano e trasmettono le informazioni.
Tradotte queste considerazioni preliminari ai fini del
costituendo Liceo delle Scienze Sociali a Cento, cìò significa che bisogna
utilizzare le ricchezze locali per costruire e affinare le capacità individuali
di padronanza e operatività creatrice sul territorio. L'area di applicazione di
tali capacità è quella della catalogazione conservazione e promozione
conoscitiva dei beni culturali centesi, nell'ottica e con la strumentazione
metodologica che eviti drasticamente ogni deriva localistica. La metodologia
deve essere quella propria delle scienze sociali: documentazione, "accertamento"
in senso vichiano (LAENG 1995) delle ricchezze
locali (che consentono alla scuola una operatività sul campo) con criteri il più
possibile universali e riproducibili in situazioni diverse.
1/13/99
5:31
A1/P1
Chiara descrizione delle lezioni nella scuola elementare di primo 900 in
Inghilterra (dal punto di vista di una giovane maestra, dei suoi rapporti con
direttore e con la disciplina da imporre agli allievi), in ”La vita è un
arcobaleno” (1989) di Ken Russell.
1/13/99
“La capacità di memorizzazione è massima, raggiunge cioè la sua vetta,
tra i 9 e i 14 anni” (Anna Oliverio Ferraris”, La Repubblica 7.11.97). La
psicologa ivi fa riferimento ad una ricerca sull’ uso ipertesti 3a elementare
(Univ. Sapienza - Psicol. Età Evolutiva): afferra la struttura, ma rimane
vincolato alle figure e ripete percorsi già noti, salta il testo scritto (la
lettura su video ha un 25% in più di difficoltà rispetto alla lettura su
carta). Senza l’adulto il bambino non
esplora efficacemente e completamente l’ipertesto. Commentando la proposta
dell’ U.S. “National Council of Teachers of Mathematics (50 tesi che
incoraggiano al lavoro alunni in équipe e uso media, studio
probabilità-statistica e soluzione problemi a più incognite, la
psicologa sollecita alla sostituzione dello studio tabelline con
la descrizione degli individuali percorsi dell’alunno per risolvere una
moltiplicazione (o addizione) , da confrontare con la soluzione proposta da
altri compagni.
13/01/99 11.57 “Il
mostro e la bella. Padre e madre nell’educazione cattolica dei sentimenti,
Cortina ed., pp. 292, di Luisa Accati. Noi viviamo in un mondo di credenze
diffuse, gran parte dei nostri pensieri non sono pensati davvero, ma assunti
dalla realtà in cui viviamo, che è un tessuto di luoghi comuni. Secondo
l’autrice questa dipendenza dal luogo comune è ancora più radicale
nell’educazione dei sentimenti, cioè delle tensioni affettive in mezzo alle
quali ci troviamo nascendo. Il
luogo della nostra nascita è il precipitato delle aspettative e desideri dei
nostri genitori e antenati, loro stesi dominati da una serie di simboli. Il
Cattolicesimo in questa catena genitoriale esalta una particolare perversione
del rapporto figlio-madre, ove la scena primaria, congiuntamente alla figura del
padre, viene rimossa. Al centro dell’iconografia non la coppia parentale, ma
la coppia madre-figlio, esemplificata in modo sublime dall’incestuoso afflato
della Pietà michelangiolesca, “trascrizione marmorea di un’unione
perfettamente felice e colpevole, in cui Thanatos regala a Eros un’eccezionale
carico di godimento, nell’evento della morte concedendo al desiderio
onnipotente di impossessarsi del divieto” (Nadia Fusini, in “Repubbica “
8.1.99, articolo da cui traggo tutte queste informazioni). Nella Chiesa di Roma
poi, saranno i figli celibi – che vivono i rapporti parentali solo attraverso
la Madre sacra, non potendo concretamente essere né padri né sposi, ad
amministrare l’educazione e la cura morale dei figli. Per Accati l’ed.
cattolica non permette uno sviluppo risolutivo del legame edipico, vista la fondamentale deresponsabilizzazione
morale della paternità fisica a vantaggio di quella spirituale rappresentata
dalle gerarchie. In tal modo il figlio non riesce ad elaborare la relazione
originaria. |
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Altro tipo dii insegnante-nocivo in circolazione nelle scuole superiori italiane degli anni '80, secondo Jacopo Fo (FO:1993) |
14/9/01 Sono passati cento giorni di governo Berlusconi 2. Risultati: nessuna legge approvata in parlamento, in compenso diversi decreti con efficacia immediata. Su quali punti? Forse sul punto che Forza Italia aveva indicato come prioritario, cioè sul rinnovamento della scuola? Nossignori: Berlusconi ha dedicato poche righe alla scuola, quando si è presentato in Parlamento. Il resto l'ha lasciato fare alla "manager" Moratti, alla quale deve aver raccomandato le tre "i" (che evidentemente pretende per i dipendenti delle sue aziende) internet-inglese-impresa . Questo sul piano dei "valori" da trasmettere nella scuola. Nel frattempo c'è una quarta "i" che il nostro presidente del Consiglio ha operato, a sintesi delle prime tre: "impunità" per chi ha falsificato bilanci, corrotto finanzieri, violato leggi. Impunità cioè per se stesso, per l'individuo Berlusconi. Infatti molti tra i primi provvedimenti emessi dal governo o proposti dal "Polo" riguardano la difesa personale degli interessi di Berlusconi come individuo. Rischiava di andare in galera per falso in bilancio (mille miliardi di fondi neri Fininvest)? Ed ecco pronto un provvedimento che modifica il reato di falso in bilancio in modo che non vi rientri più il caso Berlusconi. Rischiava la galera se i giudici di sette processi a suo carico mettevano le mani su documenti attualmente depositati in Svizzera? Ed ecco un bel provvedimento (a firma del fedele specialista in conoscenze mafiose Marcello Dell'Utri) per rendere quasi impossibile l'utilizzo istruttorio di documentazione provenente da rogatorie.
La Moratti nel frattempo, dopo aver "staffato" (penso voglia intendere che ha sostituito qualche funzionario negli uffici del suo ministero), si è data alle operazioni tipiche del sottogoverno: manovrando con provvedimenti ministeriali in modo da fermare gli effetti delle azioni di difesa della scuola pubblica intraprese dal precedente governo dell'Ulivo. Intendiamoci: Berlusconi ha il diritto di fare la riforma che vuole, nella scuola. Ma dovrebbe delineare uno scenario di largo respiro, parlare di alte idealità. Invece si preferisce boicottare il poco fatto con il risultato di lasciare in sospeso un sistema delicato come quello scolastico, il sistema di principale investimento per il futuro del paese.
Si poteva partire dalla critica della precedente "Riforma Berlinguer" in senso migliorativo: in effetti tale riforma prevedeva l'obbligo di istruzione di soli 9 anni (contro i 10-12 dell'Europa). Un decimo degli adulti italiani è ancora privo di qualsiasi titolo scolastico, un altro terzo ha un'istruzione elementare contro una media europea di 80% di diplomati, 20% di laureati) Si poteva quindi allargare la base educativa partendo da un obbligo dai cinque anni (ultimo anno della scuola d'infanzia), e prolungando l'obbligo fino a 18 anni. Questi sarebbero stati buoni motivi di critica alla "riforma Berlinguer". Invece si preferisce l'azione di ripicca, quasi di "dispetto", il blocco dell'attuazione dei cicli (cioè della strutturazione dell'istruzione su due livelli: uno di base e uno di scuola superiore unificata). Addirittura si tenta di far passare un arretramento dell'obbligo stesso, cercando di far passare il "doppio canale" scuola-formazione professionale a partire dai 14 anni. Si tratta di visioni miopi anche dal punto di vista di una destra onesta alla Montanelli. A cosa serve infatti mandare all'apprendistato un quattordicenne che ha difficoltà di studio? Ad alleviare momentaneamente il problema della mancanza di mano d'opera generica nelle fabbrichette. Ma sul lungo periodo ti trovi con un adulto analfabeta. A cosa serve spostare ingenti finanziamenti pubblici dall'intervento statale alla scuola privata? Si ha il risultato di deprivare la scuola statale aperta a tutti per dare di più a chi ha già di più: Il buono scuola attualmente vigente in Lombardia è diretto solamente alle famiglie che hanno i figli nelle private, ed esclude gli studenti anche con basso reddito che frequentano le scuole pubbliche. Contro tale provvedimento s'era mosso l'Ulivo attraverso un ricorso presentato dal governo di centrosinistra. Ora la Moratti ritira tale ricorso, e ne fa un segnale "politico" di "privatizzazione" nel campo educativo. |
Come hanno imparato a cavalcare i figli di Berlusconi ? L'attività pre-scolastica e para-scolastica dei figli di Berlusconi (primo letto) era affidata anche ad uno specialista nell'allevamento di cavalli. Hanno imparato a cavalcare affidandosi alla mano ferma di quest'uomo dall'aspetto severo, dal quale venivano anche accompagnati a scuola. Peccato che nella pausa tra le sue funzioni di "angelo custode " e di "autista" della prole berlusconiana il signore in questione si recasse nel centro di Milano per incontrare uomini che decidevano come investire al meglio i proventi del traffico di coca e degli illeciti gestiti dalla mafia: quest'uomo si chiamava Vittorio Mangano, assunto da Berlusconi - nonostante gravi precedenti penali, e divenuto più tardi boss incontrastato nel palermitano, condannato per vari omicidi. Mangano ha sempre conservato un buon ricordo del periodo trascorso con i Berlusconi e con Dell'Utri a Milano, tant'è che non fu licenziato da Berlusconi (anche quando quest'ultimo aveva "appreso dai carabinieri" che Mangano era un pregiudicato). Mangano se ne andò (sono sue parole davanti ai giudici) solo quando decise che non era più opportuna la sua presenza - ormai nota all'opinione pubblica- a fianco del cavaliere. Questo perfetto esempio di autonomia probabilmente ha lasciato il suo segno anche nell'educazione dei figli di Berlusconi. |
Il governo dell'Ulivo aveva predisposto dei meccanismi per l'immissione in ruolo dei lavoratori precari presenti nella scuole e per l'assunzione di insegnanti tramite concorso. Ora il neo-ministro, per favorire il privato, modifica le regole di assunzione in modo da avvantaggiare coloro che hanno prestato servizio in scuole private (dove non esistono criteri di assunzione validi per tutti, com'è invece nel caso delle scuole pubbliche), con il risultato di lasciare senza lavoro sicuro migliaia di persone che avevano il diritto di entrare in ruolo. Casi del genere sono presenti anche nel centese (v. la protesta di [email protected], di [email protected], di [email protected], ai quali diamo la nostra solidarietà). Secondo me c'è spazio per ricorsi sia amministrativi che di merito, perché vengono lesi diritti a livello costituzionale (viene meno la parità di trattamento nei criteri di assunzione per le stesse funzioni).
Lo sapevate che...i figli di Berlusconi non potevano vedere le televisioni di papà? Berlusconi, dall'alto del suo impero televisivo, aveva affidato l'educazione dei figli (secondo letto) ad una scuola (privata) che impediva ogni contatto con la TV durante tutta la fase dell'educazione di base. La scuola adottava infatti il metodo Steiner, secondo il quale nella fase dello sviluppo il bambino non deve essere circondato da situazioni comunicative altamente alienanti e diseducative come quelle tv, che lasciano il soggetto-fruitore in situazione di passività. |
La nostra scuola è basata sulla Costituzione. Di questo il governo non parla. Addirittura il ministro Moratti, che dovrebbe istituzionalmente difendere la nostra legge-fondamentale (in caso contrario viene meno al suo giuramento di fedeltà alla Repubblica reso all'atto di assunzione dell'onere di governo) pubblicamente declama che l'art. 33 della Costituzione ("Enti e privati hanno diritto ad istituire scuole, senza oneri per lo Stato") "è anacronistico" e va cambiato. Penso che il "Polo" sia talmente impegnato a sistemare gli interessi personali dei vari personaggi che sono al governo, che non abbia la determinazione né l'ispirazione per realizzare la riforma che pure la scuola italiana aspetta. D'altro canto non ha neanche la forza per rifiutare in blocco la riforma Berlinguer, frutto di anni di lavoro e in parte già attuata (per esempio il Liceo delle Scienze Sociali prefigura da 5 anni la scuola superiore riformata). Si rischia di vivere "all'italiana" con soluzioni tampone e compromessi che sul lungo periodo danneggiano la scuola con ricadute negative sulla società italiana dei prossimi anni. Ma penso che nel paese, tra chi è in qualche modo coinvolto quotidianamente nei problemi dello studio e dell'educazione (sia pubblica che privata) ci sa la volontà di evitare il peggio e di andare finalmente verso un sistema di istruzione europeo, a cominciare dall'esigenza di portare il rapporto istruzione/pil dall'attuale 4% al 5% della media europea. |
26/1/2002 La società plasma la scuola secondo Bourdieu 1964, uno dei primi a evidenziare - con gli strumenti di indagine delle scienze sociali oltre che con la filosofia - che la globalizzazione estende a livello planetario la riproduzione di classi dirigenti che modellano la società.
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Il sito “Etnopedagogia” di Anselmo Riveda (http://utenti.tripod.it/anselmoroveda) costituisce uno spazio per contatti e riflessioni sul fare educativo e su di un approccio etnopedagogico, che miri a pensare l'educazione come libertà, specie ai tempi della globalizzazione.
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Fonti:
FO 1993 Jacopo Fo, La vera storia del mondo, Sesso, merda, generali e professori imbecilli, Sommacampagna:Demetra, 1993
Bourdieu-Passeron 1964 Pierre Bourdieu - C. Passeron, La riproduzione: teoria del sistema scolastico ovvero della conservazione dell'ordine culturale (1964), FI:Guaraldi 1971
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