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Maestri

Raccolgo materiale che riguarda quegli intellettuali italiani, come Sciascia e  Papini, che hanno  attraversato nella loro vita (di solito nel tratto iniziale) l'esperienza specifica di maestro elementare.

Se possibile ripercorro la loro formazione, collegata alle istituzioni magistrali esistenti all'epoca.

Cignani - Cleopatra

20/1/2000

Marco Rossi-Doria (figlio del meridionalista Manlio, segue a Napoli un progetto di strada per agganciare culturalmente  i ragazzi della fascia dell'obbligo che non vanno a scuola. E' un maestro di strada, fa da raccordo tra strutture sociali,  vita dei ragazzi inseriti in un'economia in nero e i loro bisogni di conoscenza e comunicazione (doposcuola pomeridiano, laboratori creativi, computer) (Repubblica 3/12/99). 

Giorgio Caproni, (Livorno 1912 -Roma 1990)  maestro a Roma, già alunno di Pasolini negli anni '50. Usava  a scuola il metodo socratico del non sapere e non saper fare. Tipo di poesia esemplificato in questo inedito del 2 luglio 1970 (da Repubblica 19/1/2000).

Li ho visti, i morti. è diventato il passato ancora, qui, coi loro  torti
I morti di qui, ancora vivi. Anche se io, qui adagiato e le loro ragioni 
I vivi per un attimo e che sulla poltrona, vivo (le spavalderie, la paura)
 poi saranno, per sempre, morti ancora nell'istante in cui che sulla bilancia pesano
- solitario - scrivo,  in eguale misura.
Li ho visti, li vedo, anche se il presente  sarò anch'io dei loro, un morto
(mentre annoto) già  tra i morti che ora vedo vivi

 

31/1/2000 Lucio Mastronardi (Il maestro di Vigevano) espone le esperienze di maestro anche in racconti brevi. Descrizione di un' ispezione e dei suoi esiti in "Il trasferimento" (Unità 8/12/1963, in "Gli scrittori e l'Unità- antologia di racconti", Roma:Unità, 1980,271-274). Ricordo che anche il suo suicidio attraversa la scuola: si scontra violentemente con il direttore didattico, subisce una denuncia e  un arresto.Il direttore lo aveva fatto tornare all'insegnamento, anche se M. chiaramente non amava insegnare. aveva precedentemente riportato anche una condanna per diverbio con un ferroviere. condanna firmata da Francesco Saverio Borrelli.  Era nato a Vigevano il 28 giugno 1930, morto nel 1979 nel Ticino (ARMANO 2002).

 

Edmondo De Amicis ponendo in "Cuore" a fine ottocento la scuola di tutti, preannuncia  l'art. 34 Costituzione (Scuola aperta a tutti). Ne "Il romanzo di un maestro", edito nel 1890 ma nell'ideazione contemporaneo a "Cuore", riflette da un lato la misera considerazione sociale della categoria, dall'altro l' inventività didattica e la libera reinterpretazione  delle disposizioni ministeriali operata da alcuni docenti, dipinti come soggetti stravaganti, innestati tuttavia su un corpo professionale vivo e sano.[DE AMICIS 1960].

Mosca pone le sue memorie come celebrazione del piccolo mondo borghese di inizio 900.

Per le prime esperienze di Carolina AGAZZI vedi biografia dello scrittore di letteratura infantile Gherardo Ugolini - che ho conosciuto attraverso i romanzi storici per l'infanzia [UGOLINI 1956]; per Maria Boschetti Alberti, di cui nel 1951 compaiono le esperienze didattiche, vedi la biografia - scritta nel 1963 - ad opera del mio prof. di metodologia-didattica a Padova [PERETTI 1967].

Per Leonardo Sciascia (1921-1989)maestro elementare nel paese natale di Racalmuto (Agrigento),  ne sintetizza l'esperienza nel manoscritto del 1954 "Cronache scolastiche" - asciutto saggio di politica e costume - pubblicato  dapprima in "Nuovi Argomenti" e infine da Laterza nel 1956 come Le parrocchie di Regalpietra.

Italia Donati  ragazza che va a fare la maestra in un comune toscano (penso a fine ottocento), subisce tutte le angherie e le maldicenze per il fatto di vivere da sola (e di dover dipendere dal sindaco). Ma tiene la testa alta, a costo della vita.[GIANINI BELOTTI 2002?]

Giuseppe Pontremoli giovane maestro a Milano negli anni '70 (morto nel 2004 a 49 anni) riprende le sue esperienze in prima linea (cioè in classe) ed esalta il filone della narrativa come motore per la didattica; in secondo luogo opera nella direzione del "ritorno all'infanzia": citando una frase di Bruno Schulz del 1936: "Il mio ideale è <maturare> verso l'infanzia: questa soltanto sarebbe l'autentica maturità". Come suggerisce il titolo del suo libro "Elogio delle azioni spregevoli", edito da "L'ancora del mediterraneo", si tratta di lasciare libera la fantasia e la spinta alla ricerca spontanea, sia in ambito didattico, sia in ambito di "matura" esplorazione dell'uomo: leggere, leggere non i libri i imposti, ma ciò che viene suggerito dalle situazioni vissute. Dalla recensione che ne fa Beppe Sebaste (L'Unità 28.4.04) riprendo un pensiero di Pontremoli che mi ha colpito, forse perché riferito a situazioni quotidiane dell'insegnante: "A tutt'oggi vado a scuola ogni giorno, e poi ne ritorno con il convincimento che quel che più conta sono le storie". Non quindi l'informazione - che oggi occupa totalmente lo scenario della scuola e della società. Per me la riflessione quotidiana era invece: ... quel che più conta è la freschezza della ricerca, della curiosità, del nesso tra idee che sorge spontaneo". Nel senso della ricerca scettica, come scrive e pratica Montaigne.(pagine dedicate a Pontremoli: http://www.albertomelis.it/pergiuseppe.htm

COSA DICE LA COSTITUZIONE A questo governo di centro destra la Costituzione da fastidio. Capisco che dia personalmente fastidio al pluriindagato e pluriinquisito Berlusconi (che non sopporta la divisione dei poteri per la quale i padri fondatori dell'Italia repubblicana - da Cattaneo a Mazzini a Dossetti, Calamandrei, De Gasperi, Togliatti) si sono battuti. Non capisco perché forze che si appellano a principi cristiani (CCD) o alla legalità (AN) accettino questo stravolgimento della legge. L'art. 34 - secondo Piero Calamandrei -è il fondamento della Costituzione, in quanto solo attraverso la sua attuazione (istruzione gratuita e obbligatoria) diviene concreto il dettato dell'art. 1 (Italia repubblica democratica fondata sul lavoro). Oggi l'istruzione per tutti è di nove anni (elementari+medie+ primo anno scuole superiori) e la legge 30/2000 (riforma della scuola operata dal Centro-sinistra) prevede un ulteriore obbligo di istruzione o di formazione formazione per altri tre anni. La legge Moratti (marzo 2003) si caratterizza come contro-riforma in quanto nell'articolo finale abolisce la L. 30/2000 e la precedente legge che imponeva l'obbligo scolastico - in prospettiva - per 10 anni per tutti. 

IL GOVERNO VA CONTRO la COSTITUZIONE Con la legge Moratti viene incrinata questa base comune che unifica tutti gli italiani (9 anni di istruzione obbligatoria): alla fine della terza media, dopo soli 8 anni di istruzione comune,i ragazzi con difficoltà scolastiche (e spesso si tratta di ragazzi che hanno alle spalle famiglie disagiate) saranno incanalati verso il lavoro. Già il ministro della repubblica Bossi,con i suoi violenti discorsi razzisti, teorizza la spaccatura tra Nord e Sud e tra cittadini di una religione o di un'altra, ora Berlusconi introduce un'altra spaccatura: quella sociale e scolastica: da un lato i "pierini", i figli di papà che anche se asini se ne andranno tranquillamente al Liceo e all'università (perché la famiglia può contraddire l'indicazione che viene dalla scuola media e far iscrivere il figlio al Liceo), dall'altro i figli di famiglie disagiate che non avranno (se non sono assistiti) la forza di andare contro l'indicazione che proviene dalla media e seguiranno passivamente i percorsi professionali dei figli, che difficilmente potranno essere recuperati anziché all'interno del percorso di istruzione.

LICEO PER I RICCHI - SCUOLE PROFESSIONALI PER GLI ALTRI. Questo è il modello berlusconiano. Si torna indietro, più indietro della scuola selettiva prevista dal fascismo, si torna alla scuola ottocentesca dei ricchi contro la quale De Amicis e tanta parte del movimento democratico degli insegnanti si erano battuti. In sostanza si rende libera manodopera a basso livello di formazione, che tornerà all'analfabetismo in fase adulta (già oggi un terzo degli italiani adulti non sa leggere e scrivere un breve testo).

PER UNA SCUOLA CHE GARANTISCA UN FUTURO AI NOSTRI FIGLI.  Ruolo fondamentale dei genitori, degli insegnanti, dei lavoratori della scuola e degli studenti è oggi di fare sentire la propria voce a favore di un'istruzione di base di almeno10 anni per tutti. Bisogna iscrivere tutti i ragazzi che escono dalla terza media al LICEO e NON ai corsi o agli istituti di Formazione Professionale (che invece dovrebbero accogliere solo ragazzi dai 16 anni in su). E' quindi fondamentale agirein modo che il Parlamento senta il peso dell'opinione pubblica e difenda quella che dovrebbe essere la "linea del Piave" della scuola: istruzione uguale per tutti per almeno 10 anni. E' con la speranza di un futuro migliore per tutti che anche molti docenti e lavoratori delle scuole Cento sono andati a manifestare a Roma, il 15 febbraio 2002, per far sentire la voce di chi crede in una scuola democratica e non asservita al pensiero unico del sistema televisivo berlusconiano. La scuola non può ridursi a "settimo canale" del sistema mediatico berlusconiano. Gli insegnanti democratici sono impegnati in questo compito delicato di dare speranza anche a chi - come spesso succede tra gli alunni che soffrono il disagio di un mondo basato unicamente sul profitto - non ce l'ha.

REFERENZE

ARMANO 2002  Antonio Armano, Maestro con rabbia, in l'Unità del 14.5.2002

Maria BOSCHETTI ALBERTI, La scuola serena di Agno, BS:La Scuola, 1955

Maria BOSCHETTI ALBERTI, Diario di Muzzano, BS:La Scuola, 1968

Edmondo DE AMICIS, Romanzo di un maestro, MI:Garzanti, 1960

Pietro GARDANI,  Protagoniste della scuola, inserto S.I.M. 1999, n.13 (15 marzo).

GIANINI BELOTTI 2002 Elena Gianini Belotti,  Prima della Quiete, MI:Rizzoli 2002?

Marcello PERETTI, Maria Boschetti Alberti, BS:La scuola, 1967

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