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Biografia di Cesare Cremonino 

1550 22 dicembre -battezzato a Cento, nato da Matteo Cremonino e da Mattea Plancha (Archivio Parrocchiale S.Biagio, libro dei Battesimi c.43r; v. anche ORSINI 1880; mentre MONTANARI 1973,61 dà  errata l'indicazione dell'Orsini, e fa risalire la parternità a Cesare). La famiglia è di origini  esterne a Cento. 

1573  Professore di Filosofia naturale all'Università di Ferrara . (per il BAGNI 1996, 263 l'inizio dell'insegnamento è del 1578).

1589  20 maggio: in una lettera si appella al duca Alfonso II contro le calunnie personali e le critiche alla sua filosofia mosse dapprima da gente comune e successivamente anche da "persone di molta qualità dello studio e del Collegio de' Medici" (inizia il 17mo e ultimo anno di lezioni a Ferrara, con  800 lire di stipendio più 200 per lezioni supplementari su Euclide e sulla Sphaera di Sacrobosco)

1590  23 novembre - Decreto di nomina in secundo loco alla cattedra di Filosofa ordinaria nello Studio padovano, ove era deceduto Iacopo Zabarella (sostituito in primo loco da Francesco Piccolomini). Non avendo ottenuto né copertura né soddisfazione nella lite contro i suoi calunniatori, aveva abbandonato Ferrara. Lo stipendio a Padova è di 100 fiorini   (raddoppiati nel 1598).

Scuola bolognese 1623, Ritratto di Cesare Cremonini, Cento, Pinacoteca

Nella parte alta si legge: CAESAR CREMONINUS PERIPATETICUS PATAVII ARTEM ET SAPIENTIAM DOCET

in basso: CAESAR CREMONINUS CENTENSIS  ATAVIS CREMONINI MDCXXIII

(Prisco BAGNI, Artisti centesi del cinquecento, 1996,Fondaz. CRD CENTO, 1996,264)

1591 27 gennaio - tiene la prolusione al suo primo corso di lezioni. La pubblica a Ferrara (Exordium). In febbraio spedisce ad Alfonso II una lettera di perenne riconoscimento accompagnata da 4 madrigali  e probabilmente da "Il ritorno di Damone" (che è dedicato ad Eleonora d'Este). Le poesie sono pubblicate in MONTANARI 1974. - 30 novembre - in delegazione a Venezia per difendere l'autonomia didattica dell'università fortemente attaccata dai gesuiti (che avevano fondato un loro studio a Padova). Pronuncia una Oratione ... in nome della Università di Padova (la versione circola manoscritta, poi edita a Parigi nel 1595 in Decret de la Seigneurie de Venise contre le Jesuites, ristampato nel 1624, estratti sono in Montanari 1974,52-55). Il 23 dicembre la Repubblica Veneta intima ai gesuiti "che per l'avvenire mai più leggessero pubblicamente, ma in privato fra loro, se pur lo volevano, ed in modo da non contravvenire in alcuna maniera agli statuti ed ai privilegi dello studio pubblico di Padova". In una Risposta al C.C. per li Padri Gesuiti fatta dal P.re Bomaccursio si accusa il C. di disubbidire alla Chiesa, di mentire e di essere " un mercenario filosofo tolto dal fango e dalle cannucce, del pantano ferrarese ingeritosi" (Montnari 1974).

1592 All'Università legge e commenta il "De generatione et corruptione"

1593 All'Università legge e commenta il "De Anima, I e II"; eletto protettore della nazione germanica nella facoltà delle arti a Padova

1594 All'Università legge e commenta il "Physicorum, I"

1596 viene a Padova Galilei, che diventa subito amico di C. C.- saranno colleghi nella stessa facoltà della Arti fino al ritorno di Galilei a Firenze nel 1610

1598 All'Università legge e commenta il "De privatione et corruptione"; William Harvey inizia a frequentare le lezioni di medicina e filosofia a Padova per due anni:  probabilmente segue o apprende la teoria del C. "De calido innato". 27 maggio - va a Ferrara  con una delegazione di Centesi al fine di ottenere dal papa Clemente Ottavo alcune concessioni a favore di Cento. Pubblica la relativa Oratio habita Ferrariae ad Clementem Octavum Pont. Maximum pro S.P.Q. Centensi, FE: Baldinum, in 4to [Arc]. Può essere considerato il primo tentativo di ricostruzione storica della terra di Cento, cui fecero seguito i manoscritti del Bagni a fine secolo, del Monteforti e del Baruffaldi nel secolo successivo. 

1599 All'Università legge e commenta il "De Anima, I e II";  25 Novembre - partecipa, insieme a Galileo,  alla fondazione dell'Accademia dei RICOVRATI a Padova (l'Accademia chiuderà l'8 Gennaio 1694, v. lavoro di una classe liceale 1999 di PD da cui ho preso l'informazione: http://scuolaworld.provincia.padova.it/nievo/ddttc/galileo/2/RICOVRAT.htm). (L'elezione ufficiale di C. C. e di Galileo si ha il 9 gennaio 1600, secondo SCHMITT 1984)

1601  Ritiratosi il Piccolomini, occupa la cattedra di Filosofia ordinaria in primo loco (stipendio 600 fiorini - diventeranno 2000 nel 1629)

1603 All'Università legge e commenta il "De generatione et corruptione" (con G. Raguseo in secundo loco)

1604 All'Università legge e commenta il "De privatione et corruptione" (con G. Raguseo in secundo loco); Galilei tiene tre lezioni circa una nuova stella e critica le posizioni aristoteliche (secondo il VIVIANI attacca direttamente il Cremonino)

1606 Pronuncia l'orazione di benvenuto per  conto della Facoltà delle Arti in occasione della nomina del nuovo doge Leonardo Donà (Oratio. VE 1606)

1608  Il S.Uffizio lo accusa di trasmettere "una cattiva dottrina" ai suo alunni (specie per l'insegnamento della mortalità dell'anima). C. sostiene la richiesta di Galilei di ottenere un anno di salario anticipato presso l'università. Successivamente sarà Galilei a fare un prestito al C: - il quale non onorerà subito l'impegno della restituzione

160 sostiene , insieme al collega Paolo Beni, il suo ex allievo Giuseppe Aromatari nella controversia  (terminata nel 1613) contro il Tassoni il quale aveva criticato i principi aristotelici circa l'arte.

1610 All'Università legge e commenta il "De generatione et corruptione" (con G. Raguseo in secundo loco). Quando Galilei lascia l'università, scambia saluti e informazioni con il C. tramite gli amici comuni Paolo Gualdo e Fortunio Liceti. Si raccolta che successivamente C. dicesse: "Oh quanto harrebbe fatto bene anco il Sr. Galilei, non entrare in queste girandole, e non lasciar la libertà Patavina" (Galilei, Opere, XI,   165)

1611 In un documento del S. Uffizio si indicano sia il C. che il Galilei come insegnanti da controllare per le loro teorie.

1613 Pubblica la  Disputatio de Coelo. Una copia sarà minuziosamente analizzata dal S. Uffizio, che produrrà le sue Obiectiones l'anno seguente. L'opera era molto attesa da Galilei, il quale rimase però deluso per la mancata presa di posizione del C.C. sulle nuove scoperte galileiane (ormai note attraverso il Sidereus nuncius e Delle macchie solari).

1614 Il S. Uffizio rende note a C.C. le Obiectiones contra fidem presenti nell'opera del C.C. In particolare si indica come contraria alla fede la posizione sull'eternità del mondo (eternità dei cielo come primo motore), sul Dio non provvidenziale (causalità soltanto finale di Dio rispetto al mondo), sull'anima individuale (atto del corpo puramente materiale). C. C. replica con una Responsio nella quale ribadisce di non aver mai inteso esporre sue particolari tesi teologiche, ma di essersi sempre limitato a riprodurre il pensiero di Aristotele ("Non posso né voglio ritrattare le esposizioni di Aristotele, poiché l'intendo così, e son pagato per dichiararlo quanto l'intendo, e nol facendo sarei obbligato alla restituzione della mercede...Ma vi è un rimedio, ci sia chi scriva il contrario, io tacerò e non procurerò di rispondere altro").. 

1615 18 luglio - Il Senato Veneto lo dichiara "honore dello studio di Padova". Le sue lezioni di filosofia naturale sono le più seguite di tutta l'università.

1616  Pubblica il De ... principatu membrorum adversus Galenum : secondo NAUDE' 1711 "se Ippocrate e Galeno avessero voluto fare insieme tale opera, non sarebbero riusciti a fare meglio").Pubblica Apologia dictorum Aristotelis in cui tiene conto delle Observataiones del S. Ufficio, il quale tuttavia non giudica soddisfacenti le nuove precisazioni. Pronuncia l'orazione di benvenuto per conto della Facoltà in occasione dell'elezione del  nuovo doge Giovanni Bembo (Oratione..,1616). Un ulteriore lavoro del C. il  De Coeli efficentia, sottoposto all'Inquisizione, venne ritenuto ancora lontano dalla dottrina ufficiale. L'opera rimase manoscritta. C. rispettò le ingiunzioni dell'Inquisizione, come appare mal ms. sulla terza parte del De coeli efficentia" in cui in riferimento ad Aristotele C. scrive "Quod tamen est contra fidei, et Aristoteles erravit...".

1618 Pronuncia l'orazione di benvenuto per  conto della Facoltà in occasione dell'elezione del  nuovo doge Antonio Priuli (Oratione..,1618)

1620 restituisce il prestito avuto da Galilei, dopo reiterate richieste scritte di quest'ultimo (come si evince dalla corrispondenza del Galilei 1616-20).

1622 All'Università legge e commenta il "De generatione et corruptione" (con Fortunio Liceti in secundo loco). Viene eletto Protettore della Mazione Alemanna Artista. 

1623 All'Università legge e commenta il "De anime" (con Fortunio Liceti in secundo loco). Eletto vicesindaco del Collegio Veneto degli Artisti

1624 All'Università legge e commenta il "Physicorum I e II" (con Fortunio Liceti in secundo loco).

1226 Ultima accusa dell'Inquisizione: C. insegna pubblicamente la mortalità dell'anima. C. ribadisce di essere pagato per insegnare la dottrina di Aristotele, comprese quelle parti contrarie alla dottrina cristiana. Ribadisce anche di essere - dal punto di vista religioso - pienamente ossequiente alla Chiesa.

Gabriel Naudé - che lo visita a Padova e che resta in contatto con lui per 2 mesi - parla della casa di C.C. come "bien logé et meublé a Padoue qu'un cardinal a Rome" con maggiordomo, valletti di camera ed altri assistenti più 2 carrozze e sei cavalli. 

1629  Eletto presidente  del Collegio Veneto degli Artisti. Gravemente malato, lascia l'università di Padova dopo avervi insegnato per 40 anni.

1631 16 luglio -lascia per testamento (Caesar Cremoninus Patavii Philosophus  peste confectus morti propinquus) le sue facoltà ai monaci di S. Giustina di Padova (ma "Gli scritti di filosofia si doveranno metter nella libraria dello Studio che si va instituendo" - cosa che i monaci non fecero); 19 luglio - muore a Padova per catarro accompagnato da febbre. Sepolto nella chiesa di S. Giustina. 

 

 

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