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STUDIO DI FERRARA

L'Università di Ferrara ha avuto il massimo sviluppo nell'età rinascimentale. In particolare i duchi di Ferrara la sostennero per rivaleggiare anche in campo artistico e culturale con Firenze.

L'impulso agli studi filosofici fu dato soprattutto dalla venuta del cardinal Bessarione e successivamente dai filosofi bizantini che fuggivano l'avanzata turca verso Costantinopoli portando con loro le opere di Platone (di cui in  precedenza era conosciuto in occidente solo il Timeo).

Alfonso II d'Este, ultimo duca di Ferrara prima del dominio ecclesistico, provvedeva a stipendiare i docenti dell'università

Cesare Cremonino docente a Ferrara

C. compie gli studi di filosofia a Ferrara seguendo l'insegnamento di Federico Pendasio. Neppure ventitreenne, nel 1573 inizia a Ferrara l'insegnamento universitario, che dura 17 anni (Montanari 1973,61).  Nello studio di Ferrara è sistematico l'insegnamento di Aristotele, mentre quello di Platone è presente solo in alcune annate, coincidenti comunque con gli anni di docenza del C., che legge sistematicamente Aristotele (nell'ultimo anno si affianca a tale insegnamento quello sulla Sphaera  del Sacrobosco).   Nell'Archivio di Stato di Ferrara sono documentati i pagamenti operati da Alfonso d'Este per  l'insegnamento nello studio universitario. C. risulta sul libro paga nei seguenti anni accademici: (Franceschini 1970, 254-55 e passim):

anno insegnamento paga in lire
1578/79 ad lecturam extraordinariam Philosophiae naturalis 200
1581/82 ad lecturam ordinariam Philosophiae naturalis
ad lecturam extraordinariam Philosophiae naturalis
300
100
1582/83 ad lecturam ordinariam Philosophiae naturalis
ad lecturam extraordinariam Philosophiae naturalis
300
150
1583/84 ad lecturam ordinariam Philosophiae naturalis
ad lecturam extraordinariam Philosophiae naturalis
300
150
1584/85 ad lecturam ordinariam Philosophiae naturalis 500
1585/86 ad lecturam ordinariam Philosophiae naturalis ?
1586/87 ad lecturam ordinariam Philosophiae naturalis 550
1587/88 ad lecturam ordinariam Philosophiae naturalis 800
1588/89 ad lecturam ordinariam Philosophiae naturalis
ad lecturam Spherae et Euclidis
800
200

Come si può desumere dall'introduzione all'edizione a stampa de Il ritorno di Damone, C. colloca tale poema ("imagine di quel tempo") nel periodo ferrarese, periodo "di goduta tranquillità". 

Dopo 17 anni di presenza all'Università (dai 22 ai 39 anni) il C., che risulta comunque tra i più pagati,  sceglie la più attrattiva Padova, forse anche per il clima negativo in cui si era venuto a trovare a Ferrara negli ultimi tempi. Il 20 maggio 1589,  in una lettera si era appellato al duca Alfonso II contro le calunnie personali e le critiche alla sua filosofia mosse dapprima da gente comune e successivamente anche da "persone di molta qualità dello studio e del Collegio de' Medici".

Nel 1590 pubblica a Ferrara Le Pompe funebri (ristampato quattro volte nel decennio), opera rappresentata a Ferrara, come si desume dalla dedica che presenta l'edizione a stampa dell'opera giovanile Il ritorno di Damone.

Nel 1598 pubblica a Ferrara l'Oratio habita Ferrariae ad Clementem Octavum Pont. Maximum pro S.P.Q. Centensi, che può essere considerato il primo tentativo di ricostruzione storica della terra di Cento, cui fecero seguito i manoscritti del Bagni, del Monteforti e del Baruffaldi

Da vedere per l'attività di insegnamento Facciolati 1757. A Modena (ASM) sono presenti alcuni ms. di corrispondenza C.C. - Alfonso  II d'Este del 1591, alcuni sonetti, una lettera di Enea Caprile del 1589 circa "uno strano caso occorso al signor C. philosopho" (Montanari 1973). 

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