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Cesare Cremonino - fama e leggenda

Contribuirono alla sua fama gli allievi Gabriel Naudé , Guy Patin, Giusto Lipsio.

 "Caesar Cremoninus hic totus jacet": incisione sul suo sepolcro: Gianandrea Barotti (Difesa degli Scritt. ferrar., par 2, cens. 7 - citato dal Tiraboschi) smentisce tale diceria, molto diffusa.

"Intus ut libet, foris ut moris est": massima attribuitagli dal NAUDE' 1711, 55 ss, che lo ritiene uno di quei  personaggi  - frequenti in Italia nell'ambito degli studi scientifici - "qui savait bien la verité, mais qu'on n'ose pas dire en Italie"

"Nihil habebat pietatis et tamen pius haberi volebat": anche questa fama di sostanziale irreligiosità gli è attribuita dal Naudé, 1711, 55 ss

Sempre secondo il Tiraboschi, tanto il C. (come gli altri scolastici) è oscuro e barbaro nello stile in filosofia, quanto è eloquente e aggraziato nella poesia ( 4 drammi pastorali e un'orazione al serenissimo principe Priuli).

Contribuisce alla sua fama Cesare Cantù (Gli eretici d'Italia, III, p. I,165)

Muore di peste: voce popolare ripresa dal Tiraboschi, dall'Erri. Viene smentita.

Rifiuta di usare il cannocchiale di Galilei: Sintetizzo le considerazioni di Eco (1995 in http://www.cudenver.edu/~mryder/itc_data/eco/eco.html):  non è vero che si rifiutò. Il senso del suo discorso era: "Allo stato attuale della tecnologia, queste lenti sono molto rudimentali, perciò penso che non possano contribuire realmente a strutturare un mio sistema di conoscenze effettivamente produttivo". Cioè, nel momento stesso in cui riconosceva a Galilei l'operatività del suo lavoro, connesso ad un modello di pensiero diverso rispetto a quello aristotelico, ammetteva la difficoltà sua di aristotelico di cambiare prospettiva di indagine.

Altri allievi del Cremonino: 

Joachim Jung (lat. Jungius, Lübeck 1587-Hambourg, 1657), biologo e matematico innovatore fu allievo di Cremonino a Padova, fonda in Germania la prima società di intellettuali che intendono difendere la ragione e attuare ricrca empirica ((Societas Ereunetica sive Zetetica). Nella Logica Hamburgensis (1638), e nelle Disputationes noematicae (1635) si allontana dalla scolastica per collegarsi con la tradizione empirica inglese, in particolare a Bacone, e si interessa del pensiero di Cartesio: Da Leibniz viene indicato come "le plus grand logicien".

 

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