La Cappella delle Arti liberali.
Alberti giovane a Bologna. Gli studi di Marta Guerra.
Nelle pagine Nel Tempio, un tempo nuovo e Per una vita tra cittadini uguali e quindi liberi, abbiamo citato gli studi di Marta Guerra. Ripartiamo da quelle righe.

Tutta la parte del volume "Dalle origini al Cinquecento", a cura di Loredana Chines, Milano 2007 dedicata al Quattrocento è a cura di Marta Guerra. Tale volume appartiene alla serie "La letteratura italiana", diretta da Ezio Raimondi.
A Marta Guerra si debbono due importanti contributi storici su Alberti. Il primo è apparso nel 2007 in "Alberti e la cultura del Quattrocento". Il secondo del 2010 si legge in "Crocevia e capitale della migrazione artistica: forestieri a Bologna e bolognesi nel mondo (secoli XV-XVI)", a cura di Sabine Frommel, alle pp. 37-46, sotto il titolo "La formazione di Leon Battista Alberti a Bologna".
Chiara Di Giorgio parla (in "Filologia e critica", 01.01.2009) del primo saggio: «Il contributo di Marta Guerra ("Alberti e Bologna", pp. 203-222) inaugura la II sezione degli Atti (I luoghi dell’Alberti), illustrando alcuni documenti notarili dell’Archivio di Stato di Bologna che testimoniano della presenza dello scrittore nella città felsinea negli anni 1426-1427, documenti che confermano le memorie del nobile bolognese Carlo di Giovanni Ghislieri, che ricorda l’Alberti quale frequentatore della propria biblioteca; sulla base di queste testimonianze, Guerra prova a ricostruire le possibili frequentazioni dell’umanista presso la locale università, da Giovanni Aurispa a Gasparino Barzizza, da Francesco Filelfo a Lapo da Castiglionchio il Giovane fino ad Antonio Beccadelli detto il Panormita.»

Passiamo ora ad una nuova SCHEDA sul testo di Marta Guerra [2010].

"La formazione di Leon Battista Alberti a Bologna"
Sugli anni universitari di Alberti a Bologna, ha scritto Marta Guerra che le prime informazioni giungono a noi dalla Vita latina dell’Alberti (di controversa attribuzione), la cui ultima edizione è stata congedata nel 1972 da Riccardo Fubini e Anna Menci Gallorini sulla rivista «Rinascimento».
Da questo testo ricaviamo che Alberti "studiò per qualche anno, a partire dal 1424, il diritto sia canonico che civile, senza specificare tuttavia in quale città e presso quale Studio". Alberti "per la fatica dello studio si ammalò, per giunta non ricevendo assistenza dai parenti, indifferenti e crudeli".
Marta Guerra poi scrive: "Proseguiti dopo la prima infermità gli studi di legge, di nuovo Alberti, per giunta povero, si ammalò, e questa volta più gravemente. I medici gli proibirono categorici le fatiche della giurisprudenza e così il Nostro, non rassegnato in nessun modo ad abbandonare gli studi, decise di dedicarsi a materie meno faticose e meno mnemoniche, come la filosofia e le arti matematiche. Secondo la Vita ci troviamo a questo punto nel 1428".
Nel "Commentarium" preposto alla seconda edizione della "Philodoxeos fabula", prosegue Marta Guerra, il nostro Alberti “afferma di avere composto la commedia a Bologna, dove si trovava per studiare diritto canonico già al momento della morte del padre avvenuta il 28 maggio 1421, e, oltre a trattare del difficile rapporto coi parenti (così come nelle Intercenali Erimna e Pupillus), afferma di essersi laureato, descrivendo poi una festa di laurea nel De commodis litterarum atque incommodis, opera composta appena dopo avere lasciato Bologna e gli studi di legge".
Marta Guerra cita poi un documento archivistico che conferma la presenza di Alberti «studente in diritto canonico» a Bologna, dell'11 maggio 1426, presso il notaio bolognese Rolando Castellani.
Marta Guerra rimanda allo lo storico del diritto Giovanni Rossi che spiega: Alberti fu "autore di un trattatello specificamente dedicato al tema della giustizia, il De iure (composto proprio a Bologna nel 1437 e dedicato al giurista Francesco Coppini da Prato) ove si distacca dalla giurisprudenza medievale, per riallacciarsi, da vero umanista, alle fonti classiche, soprattutto ciceroniane, del diritto".
Leggiamo ancora in Marta Guerra: "Potrebbe verosimilmente essere accaduto - ed è un’ipotesi ancora di Rossi - che Battista, iniziati gli studi in utroque iure, abbandonasse il diritto civile per proseguire il solo diritto canonico, anche in considerazione della propria debolezza fisica e dei problemi di salute. Potrebbe anche essere accaduto che Alberti avesse completato il cursus studiorum senza conseguire la laurea: nell’università medievale i due momenti potevano non accompagnarsi, sia perché era possibile esercitare la professione anche con la sola frequenza degli esami (è il caso per esempio del giurista Antonio Pratovecchi che insegnò all’università con successo fin dal 1410, laureandosi solo nel 1424), sia perché la cerimonia di laurea era un costo non facilmente sostenibile: e al proposito si legga quanto Anna Laura Trombetti Budriesi scrive nel 1988 sull’esame di laurea presso lo Studio bolognese (in «Studi e Memorie per la storia dell’Università di Bologna»)."

Il testo di Marta Guerra, "La formazione di Leon Battista Alberti a Bologna", si legge in "Crocevia e capitale della migrazione artistica: forestieri a Bologna e bolognesi nel mondo (secoli XV-XVI)", a cura di Sabine Frommel, alle pp. 37-46, Bologna 2010.
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Umanesimo riminese. ARCHIVIO

Passioni malatestiane del 1718.
Eruditi e maldicenti. 1756, contestata la riapertura degli avelli nel Tempio.
Nel Tempio Malatestiano, una cultura senza segreti.
Umanesimo malatestiano. Prima di L. B. Alberti: Marsilio da Padova e il Defensor pacis [2015]
Umanesimo malatestiano. Nel Tempio, una cultura senza segreti. [2014]
Umanesimo riminese. Studiamolo [2012]
Umanesimo riminese. Per essere liberi Tama 1066, il Ponte, 29.01.2012
Grecia, anzi Europa. Tama 1071, il Ponte, 04.03.2012
Tre libri sui Malatesti, 1991 ["il Ponte" n. 7, 1991]

Riministoria. La storia dei Malatesti e Rimini

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