Iakov Levi

Sacralità, intoccabilità e tabù

Feb. 13, 2003

Non gettate le vostre perle davanti ai porci,
perché non le calpestino con le loro zampe
e poi si voltino a sbranarvi
(Matt. 7,6).

...il maiale è un antico simbolo di fecondità
S.Freud, Simbolismo nel sogno




La tomba dei Bnei Hazir, letteralmente "I Figli del Porco", a Gerusalemme.
Una importante famiglia sacerdotale (Cohanim), menzionata nel Talmud

Il primo esempio di casta intoccabile, molto simile a quelle tutt'ora esistenti in India appare in Erodoto:

Gli Egiziani hanno sempre ritenuto il maiale un essere immondo: prima di tutto, se uno di loro, passando accanto a un maiale soltanto lo sfiora, corre subito a gettarsi nel fiume completamente vestito; in secondo luogo, i guardiani di porci, anche se sono Egizi di nascita, sono i soli fra tutti che non possono entrare in un tempio, fra quanti ve ne sono in Egitto. Nessuno suole dar loro la propria figlia in moglie, né sposarne le figlie, sicché i porcari accasano e si accasano senza uscire dalla loro cerchia (Hist. II,47)
Quindi, una casta di intoccabili, che non potevano avvicinarsi al sacer dei templi, in quanto l'immondezza delle bestie che allevavano passava alla loro stessa persona attraverso il contatto.
Già, ma se i maiali erano considerati una bestia immonda al punto che era proibito toccarli, perché gli Egizi li allevavano? Erodoto continua:
Mentre gli Egiziani non ritengono giusto sacrificare maiali agli altri dei, solo a Selene e a Dioniso [che Erodoto stesso aveva precedentemente identificato con Osiride], nel medesimo tempo e proprio nel plenilunio, li sacrificano mangiandone le carni. Perché mai in questa circostanza usino immolare dei maiali, mentre nelle altre feste ne rifuggono con disdegno, esiste una spiegazione che viene raccontata dagli Egiziani. Ma io, pur conoscendola, non trovo conveniente riferirla
Pensate quanta fatica Erodoto ci avrebbe risparmiato se non avesse dimostrato tanta reticenza!
Dunque i maiali erano immondi, ma ne avevano bisogno per sacrificarli. Gli antichi sacrificavano agli dei solo le bestie perfette, che non avevano difetto alcuno. In ebraico Qaddosh , sacro, significa anche "messo da parte" "dedicato a". Quindi, sacro significa "dedicato al dio".
Ma sacro, il sacer degli antichi è tale poiché non si può toccare in quanto tabù ovvero, incute orrore proprio perché dedicato ed associato al dio.
Come ha provato Freud, gli animali che venivano sacrificati, erano l'evoluzione di uno stadio precedente in cui il dio stesso era l'animale che veniva sacrificato (il Totem).
Il maiale era immondo poiché troppo sacro per essere toccato, in quanto rappresentava il dio stesso nella sua epifania più arcaica.
Gli Egizi avevano molti dei, ma quello più importante era Osiride, il giudice supremo del regno dei morti, dio del sole, e dunque dio padre, che solo posteriormente passerà il suo simbolo solare al figlio Horus. Non a caso Erodoto lo identifica con Dioniso. Questi era stato infatti il dio padre e capro delle tribù greche, prima di passare la supremazia ad Apollo, dio figlio, come Horus, e entrambi gli dei figli diventeranno dio-sole, come accadrà anche al Cristo.
Quindi il maiale era il dio Totem, primo Padre degli Egizi, quando questi erano ancora strutturati a società tribale, come il capro era stato il Totem e Padre delle tribù greche, prima che queste si strutturassero a società apollinea. Maiale = Totem = Padre = sacro = intoccabile = Tabù.
Ma perché il corpo del Totem - Padre ucciso è intoccabile = Tabù?
Per capire questo punto bisogna dare uno sguardo ad altri tipi d'intoccabilità e Tabù.
Per gli ebrei, come per la tribù africana degli Yaho, il tabù mestruale proibisce di toccare una donna per sette giorni da quando ha avuto l'ultimo sangue. Toccare in modo molto concreto, non traslato; è proibito perfino sedersi sulla stessa panca insieme a una donna che non sia la moglie, o darle la mano, nel dubbio che questa possa essere nel suo ciclo mestruale.
Per quello che riguarda la moglie, un uomo sa quando questa ha le sue mestruazioni, e quindi si astiene dal dividere la stessa panca solo fino a sette giorni dall'ultimo sangue. Ma non solo la stessa panca. Non può neanche toccare gli stessi oggetti mentre li sta toccando la moglie, poiché il Tabù  passa con il contatto.
Per capire il perché il sangue mestruale sia Tabù, mi servirò di un'altra proibizione ebraica: "Non mangerai il sangue poiché il sangue è l'anima" (Lev., 17, 11-14). Come spiegazione a questo versetto, Eben Ezra, un importante commentatore di testi sacri, un rabbino spagnolo dell'XI secolo, dice: "La proibizione di cibarsi del sangue deriva dal fatto che l'uomo ha una passione naturale per il sangue", e poi aggiunge: "La proibizione di cibarsi del sangue deriva dal fatto che l'uomo ha un orrore naturale per il sangue". Una cosa e il suo contrario e Eben Ezra, che era una mente molto sofisticata, direi senz'altro psicoanalitica, non ci trova nessuna contraddizione.
Eben Ezra aveva afferrato il vero senso del Tabù: L'uomo ha orrore per il sangue proprio perché ha una passione naturale per il sangue. Eben Ezra per "passione" adopera la parola Teavah, che può essere benissimo tradotta come libido. Quindi, l'uomo si astiene dal toccare la moglie durante il suo ciclo mestruale poiché ha orrore della propria libido, che si potrebbe risvegliare all'odore o al contatto del sangue, e potrebbe uscire di controllo da tanto è forte.
Un altro Tabù, che è comune sia agli ebrei che ad alcune tribù australiane ed africane è il Tabù dei morti. Un uomo che tocchi un cadavere o anche solo entri in cimitero, diventa lui stesso Tabù per sette giorni, ovvero è proibito toccarlo, poiché anche qui, il Tabù passa da uno all'altro attraverso il contatto.
I Cohanim (la casta sacerdotale), hanno la proibizione assoluta di entrare in cimitero, e solo negli ultimi secoli è stato permesso loro di entrarci per uno dei due genitori, i figli o la moglie.
Sette giorni è immonda = intoccabile la donna dall'ultimo sangue. Sette giorni è immondo = intoccabile colui che entra in contatto con il morti.
Per associazione con "Non mangerai il sangue poiché il sangue è l'anima", in entrambi i casi dietro all'intoccabilità si cela una passione proibita dalla connotazione sadico orale.
Questo legame associativo è confermato dall'usanza presso i popoli, anche più civili, di sedersi a mensa comune dopo un funerale. In certi paesi dell'estremo oriente, non possono neanche trattenersi e tornare a casa, e lo fanno in cimitero.
Se torniamo a quello che ci ha detto Freud in Totem e Tabù, quando i fratelli dell'orda uccisero il Padre, ne divorarono il corpo. Anche qui, uno sfogo libidico di carattere sadico - orale. Quindi il Totem - corpo del dio è intoccabile come meccanismo di difesa dalla pulsione di sbranarlo.
Ed ecco perché i maiali in Egitto erano intoccabili e chiunque li toccasse, come la casta dei porcari, diventasse lui stesso tabù.
I porcari erano dunque una casta di sacerdoti, come i Cohanim ebrei, che probabilmente in origine erano stati anche loro intoccabili in quanto toccavano il Totem - corpo del dio. Col passare del tempo, la proibizione di toccare i Cohanim fu spostata a questi di entrare in contatto con i morti, estensione del morto per eccellenza, che era il corpo del Padre ucciso.
Quando Erodoto dice che ai suddetti porcari non fosse permesso entrare nei templi, era per non contaminarli con la propria sacralità - intoccabilità. Durante i secoli era andato perso il senso originale di porcari = sacerdoti del Totem, e da tali si erano trovati semplici porcari. Il senso autentico era stato rimosso, ma questo continuava a persistere nella loro intoccabilità. Dopotutto, ai tempi di Erodoto, erano già passati almeno 3000 anni da quando i riti totemici tribali erano stati abbandonati, e ai suoi tempi questa era solo la traccia mnestica degli eventi originali

Se torniamo all'India, una casta d'intoccabili può solo voler dire la stessa cosa, ovvero, una casta di sacerdoti. Cosa che si ricollega benissimo a quello che già sappiamo, anche perché i leviti, che come proverò in seguito erano i discendenti dei porcari egizi, erano i più reietti e poveri del popolo, in quanto non possedendo terra propria, dipendevano dall'elemosina della comunità entro la quale vivevano.
Probabilmente, come era accaduto ai poveri porcari di Erodoto, anche in India il senso originale di paria e sacerdoti è andato perso, ma rimane nella loro intoccabilità e reiettezza.

I Leviti

Cito dal secondo saggio di L'Uomo Mosè la religione monoteistica ( Opere di Sigmund Freud, B.Boringhieri, Torino 1989, p.365):

Fra i maggiori enigmi della preistoria ebraica c'è quello dell'origine dei Leviti. Questi vengono fatti derivare da una delle dodici tribù d'Israele, dalla tribù di Levi, ma nessuna tradizione giunge a dire dove questa tribù risiedesse originariamente, o quale parte del paese conquistato, Canaan, le fosse assegnata. Essi occuparono i più importanti uffici sacerdotali, ma erano tuttavia distinti dai sacerdoti, un Levita non è necessariamente un sacerdote, il nome non indica una casta.
Qui Freud inizia quell'operazione di depistamento che poi porterà avanti nel terzo saggio, mescolando brillanti intuizioni con postulati che sono il contrario della realtà:
1) Essi non occuparono mai importanti uffici sacerdotali.
2) Il nome indica proprio una casta.
Essi furono sempre una casta di reietti, come i porcari descritti da Erodoto e gli intoccabili indiani di cui abbiamo parlato, esposti alle vessazioni degli ebrei tra i quali abitavano. Il capitolo 19 dei Giudici ci descrive fedelmente la sorte di un levita e la sua concubina, viandanti che nessuno voleva accettare in casa: "il levita entrò e si fermò sulla piazza della città ma nessuno li accolse in casa per passare la notte" (19,16); "ora mi reco alla casa del Signore, ma nessuno mi accoglie sotto il suo tetto"(19,19). In seguito la concubina gli venne rapita e assassinata dai beniamiti tra i quali stava passando.
Solo alle soglie del primo esilio (587 A.C.), quando cominciò a riemergere il ricordo d'Egitto, furono assegnati loro i compiti più umili nel Tempio, come raccogliere la legna e pulire la confusione che facevano i Cohanim, e lavare loro i piedi.
Questa tradizione continua anche oggi.
Quando,durante la cerimonia del Sabato, nelle sinagoge, i Cohanim si accingono a benedire la congregazione, è uso che prima si vadano a lavare le mani. Escono dalla sala principale della sinagoga e si dirigono verso il lavandino o la fonte d'acqua più vicina. I leviti li seguono, e lavano loro le mani, come una volta lavavano loro i piedi.
Quindi, la tradizione che i leviti fossero stati una casta di reietti e umiliati continua ininterrotta fino ai giorni nostri.
Nel Deuteronomio, che è il primo libro della Torà in quanto gli altri furono composti dopo, come è ormai universalmente riconosciuto dalla critica biblica moderna, e che fu composto alle soglie dell'esilio ai tempi delle prime riforme religiose di Giosia, il legislatore pensò bene di garantire loro un minimo di paga, per tutti i lavori a cui erano stati assegnati, e garantì loro la decima. Garantendo loro una minimum wage, il Deuteronomio li mette automaticamente tra le vedove e gli orfani, espressione stereotipata che indica la parte socialmente più debole della popolazione: "Guardati bene dall'abbandonare il levita" (Deut.12,19)
Il levita che abita entro le tue città non lo abbandonerai, perché non ha parte né eredità con te. Alla fine di ogni triennio metterai da parte tutte le decime del tuo provento del terzo anno e le deporrai entro le tue città; il levita, che non ha parte né eredità con te, l'orfano e la vedova che saranno entro le tue città verranno, mangeranno e si sazieranno, perché il Signore tuo Dio ti benedica in ogni lavoro a cui avrai messo mano(Deut.14,27-9).
Altro che importanti uffici sacerdotali!
Continuo a citare da Freud:
La nostra congettura circa la persona di Mosè suggerisce una spiegazione. Non è possibile che un gran signore come l'egizio Mosè si unisse senza accompagnatori a un popolo che gli era straniero. Portò certo con sé il suo seguito, i suoi adepti più stretti, i suoi scribi, i suoi servi. Ecco cos'erano originariamente i Leviti. L'affermazione della tradizione, secondo cui Mosè era un Levita, pare un'evidente deformazione della realtà i Leviti erano la gente di Mosè Questa soluzione trova conferma nel fatto già citato nel mio saggio precedente, che più tardi solo tra i Leviti compaiono nomi egizi.
La seconda parte è corretta: solo tra i leviti appaiono nomi Egizi, e questo conduce alla conclusione che i leviti lo fossero. Ma anche tra i Cohanim. Solo l'acrobazia del redattore post- esilico ha fatto discendere i primi e i secondi da un unico ceppo. In realtà, la razionalizzazione rappresenta la traccia mnestica che entrambi fossero egizi. I primi porcari e i secondi sacerdoti di Aton.
La prima parte, di un Mosè signore d'Egitto che si sarebbe portato dietro i suoi scribi è "una ballerina in punta su un piede solo" (Terzo saggio - Avvertenza seconda), un piede c'è, ma il secondo manca. Se ci fu un signore egizio che si mise a capo dell'Esodo, questi si portò dietro i suoi porcari, e non i suoi scribi. Poiché come tali furono trattati da allora i leviti dai figli d'Israele. Una casta di paria che probabilmente, all'inizio, erano anche intoccabili come i porcari egizi e i paria indiani, ma poi questo tabù fu rimosso e rimase solo la tradizione della loro inferiorità sociale. Sembra che Mosè, che come provato da Ahmed Osman era Akhnaton stesso, si portò dietro nel Sinai alcuni sacerdoti di Aton, che non furono i leviti, bensì i Cohanim. Ma una cosa per volta.
A questo punto ci diventa più chiaro un versetto dell'Esodo: "Inoltre, una grande massa di gente promiscua partì con loro...� (Es. 12,38). L'espressione che la Bibbia episcopale italiana ha tradotto come "grande massa di gente promiscua", in ebraico è Erev Rav , che letteralmente significa "confusione, miscuglio". Il versetto corrisponde alla citazione che Giuseppe Flavio fa di Manetho, il quale sostiene che Mosè sia stato un famoso sacerdote egiziano di Eliopolis che fu cacciato dall'Egitto poiché si era unito ai lebbrosi (Contro Appio, I, 31). "Lebbrosi" non è una diagnosi medica ma sta per "intoccabili", paria, come i porcari egizi.
Manetho chiama Mosè "Osarsiph", che significa Osiride.
I maiali allevati dai porcari intoccabili venivano sacrificati (e mangiati), solo una volta all'anno, proprio a Osiride, che era diventato la rappresentazione antropomorfica del Totem rimosso. Sembrerebbe che Moses "Osarsiph" - Osiride esprimano lo stesso concetto. Ovvero, sembrerebbe che Moses-Osarsiph, che Manetho sostiene essere stato un importante sacerdote di Eliopolis, si sia messo a capo non tanto degli ebrei, come sostiene Freud, ma dei "lebbrosi" porcari egizi, che a un certo punto scapparono nel Sinai, e lì si unirono ai clan giudaici che giravano per la zona come pastori seminomadi. E' possibile che questo sia avvenuto nel contesto della confusione e il disorientamento che si impadronirono dell'Egitto con la riforma monoteistica di Akhnaton e la sua susseguente deposizione. Le citazioni di Giusepe Flavio da Manetho puntano in questa direzione.
Il ritorno del rimosso del Padre primigenio, di cui parla Freud parlando del monoteismo, sarebbe dunque quello del Maiale, che era stato invero il padre primigenio degli Egizi. La riforma di Akhnaton aveva stimolato il ritorno del rimosso, poiché monoteismo significa un unico Padre, che rifletteva appunto la condizione dell'orda primigenia e del rito del pasto totemico che era venuto al posto dell'atto parricida e cannibalistico.
Non a caso il sacerdote di Osiride fu quello che fu obbligato all'esilio, insieme ai suoi "lebbrosi" quando il vecchio ordine fu restituito.
E' possibile che questo Osarsiph, sacerdote di Osiride, sia stato Akhnaton stesso, poiché il Faraone era considerato il figlio di Osiride e incarnazione di Horus.
Gli Egizi volevano depurarsi dalle influenze monoteistiche e iconoclaste che stavano rovinando l'Egitto, in quanto rappresentavano una regressione all'Egitto pre-civilizzazione.
L'Egitto era pronto a disintegrarsi in una regressione - fine civilizzazione, e questa fu evitata grazie all'energica azione delle forze conservatrici.

Il rapporto Bramini - Paria pare essere stato lo stesso Cohanim - Leviti, anche se in forma meno estrema e più annacquata. Ovvero, sembra che in entrambi i casi sia avvenuta un'inversione. Il sacer originale, quello più arcaico, era associato ai porcari, che erano i sacerdoti del Totem predinastico, e questi erano appunto intoccabili in quanto associati all'intoccabile, l'inavvicinabile, il Tabù. Quando gli egizi si organizzarono in civilizzazione, il rito del totem fu rimosso, e ne rimasero solo le tracce mnestiche in questi maiali intoccabili, che però dovevano continuare a venire allevati per essere sacrificati a Osiris solo in occasioni speciali, infatti solo in queste, come spiega Freud in Totem e tabù, il proibito diventa obbligatorio. I sacerdoti ufficiali divennero quelli dei nuovi dei, e questi non erano più intoccabili poiché non erano più associati al Totem. Quelli arcaici rimasero associati al Tabù e divennero paria. Probabilmente questo è anche quello che è successo in India. I Bramini - Cohanim, sacerdoti di Aton, divennero la classe più elevata, e i sacerdoti del totem, paria, leviti e porcari divennero la classe più infima.
Ma "nobili" egizi, che dalle parole di Freud si unirono a Mosè-Akhnaton nel Sinai ci furono, non i leviti, bensì i Cohanim.

Alle soglie del primo esilio e dopo il trauma della distruzione del regno d'Israele, la connotazione di sacralità che i leviti si portavano ancora addosso, e che si era espressa in tempi più antichi nella loro intoccabilità, cominciò a premere per un riconoscimento. Insieme al ricordo d'Egitto, e in concomitanza al riemergere di questo dalla rimozione, furono addetti al servizio del Tempio e dei Cohanim, anche se in sintesi con la loro infima condizione sociale . Sembrerebbe proprio che questi "lebbrosi", menzionati da Manetho, cacciati dall'Egitto e che si unirono agli ebrei che giravano nel delta nilotico, o molto più probabilmente, nel Sinai alle porte d'Egitto, siano diventati i leviti che ancora oggi lavano le mani ai Cohanim nelle sinagoghe.
Ahmed Osman ha provato in Out of Egypt (p.165), a mio parere in maniera convincente, citando anche dal Talmud (Sanhedrin, 106b), che Pinhas, figlio di Eleazaro figlio di Aronne, definito "Il Cohen", e da cui vengono tutti i Cohanim, è in realtà Panehesi, sacerdote del tempio di Aton a El Amarna. A questo punto, tutto si ricollega.
I Cohanim vengono dai sacerdoti di Aton, mentre i leviti vengono dai porcari che allevavano i maiali che dovevano essere sacrificati ad Osiris. I primi, non essendo più associati al Totem, diventarono i sacerdoti del Tempio di Gerusalemme, mentre i secondi rimasero una casta di reietti, e furono riassociati al sacer solo con la regressione monoteista giudaica alle soglie del primo esilio, per associazione con il ritorno dalla rimozione del Padre primigenio.
La separazione tra sacerdoti di Aton e porcari egizi rimase congelata, nella tradizione ebraica, fino ai giorni nostri.
A questo punto, anche la confusione seminata da Freud viene appianata: “Essi occuparono i più importanti uffici sacerdotali, ma erano tuttavia distinti dai sacerdoti, un Levita non è necessariamente un sacerdote”. Proprio così. Un levita non è un sacerdote, bensì un porcaro di Osiride. Il sacerdote è il Cohen.

A questo punto ci diviene chiaro anche il Tabù della carne di maiale, che gli ebrei hanno conservato. L'arcaico Totem giudaico era l'ariete, e non il maiale, e quindi erano i montoni e i capri che venivano sacrificati nel tempio di Gerusalemme. Sacrificati, e quindi mangiati. Il maiale, non fu mai sacrificato, poiché non era associato ai riti ebraici. I leviti, unitisi ai clan ebraici meridionali (giudaici) che pascolavano nel Sinai e nel Neghev, probabilmente insieme ai sacerdoti di Aton che avevano dovuto lasciare l'Egitto dopo la contro-rivoluzione dei sacerdoti di Amon, persero anche l'unico compito che ancora avevano in Egitto: quello di allevare maiali per il sacrificio annuale in onore di Osiride. E qui arriva il Deuteronomio e assicura loro la decima della decima, poiché nel frattempo, nel processo dell'emergere dalla rimozione del ricordo d'Egitto, furono nuovamente riassociati al sacer. Allevare e sacrificare maiali non potevano più, e allora fu affidato loro il compito di scopare il tempio e di lavare i piedi ai Cohanim. Ma il concetto di maiale = sacro = intoccabile rimase dal ricordo d'Egitto, e continuò a essere conservato dai leviti (e dai Coahanim stessi), che adesso erano entrati a far parte dell'apparato del servizio divino. Questi si assunsero il compito di non far dimenticare ai giudei quanto sacro = intoccabile = proibito di cibarsene, era stato il maiale nella loro terra di origine (dei leviti e dei Cohanim).
Toccare l'intoccabile equivale a profanazione. La cosa più cara che abbiano gli ebrei sono i rotoli della Torà, simbolo della prostituta sacra Asherà, madre dei popoli semiti e simbolo della Madre rimossa. Negli ultimi 2000 anni, ogni volta che gli antisemiti volevano ferire gli ebrei, mettevano i rotoli della Torà a contatto con carne di maiale (e non per esempio con carne di coniglio o di cane che sono ugualmente impuri e proibiti ), per profanarli e renderli così intoccabili. Come già sappiamo, il Tabù passa attraverso il contatto e quindi impedivano loro, in questa maniera, di toccare l'agognato corpo materno. Questo dimostra come il dialogo tra i popoli passi direttamente da inconscio a inconscio, senza emergere alla coscenza. Se avessero messo i rotoli della Torà a contatto con carne di cane, coniglio, cavallo, molluschi, ecc. sarebbero diventati ugualmente inusabili e profanati. Ma a questo gli antisemiti non hanno mai pensato. Proprio carne di maiale. Gli antisemiti, zaristi, polacchi o nazisti, niente sanno di Torà = simbolo della madre, maiale = Totem d'Egitto, Leviti = lebbrosi e porcari, ma vanno diretti all'associazione Torà versus carne di maiale, entrambi oggetti sacri, ma il secondo contamina il primo della propria intoccabilità - sacralità. Come nel sintomo di una nevrosi ossessiva, l'azione riconduce al significato originale. Questi, per profanare, mettono nuovamente insieme sacro con sacro, confermandone così la sacralità anche se, apparentemente, l'intenzione originale era stata quella di invalidarla. Accostando la Torà alla carne di maiale, lo strato manifesto dice: "vedete, la vostra Torà è impura come il maiale", ma il senso latente che emerge dall'azione è : "La vostra Torà è sacra come il maiale". Questo è un classico sintomo da nevrosi ossessiva; l'intenzione manifesta viene invalidata da quello latente, doing e undoing.

Una delle espressioni antisemite più comuni per insultare un ebreo è di dirgli "porco d'ebreo". I nazisti erano particolarmente affezionati a questa espressione. Ma questa è una maniera molto strana per insultare un gruppo etnico. Di solito, quando qualcuno vuole insultare i tedeschi li chiama "crauti", come facevano gi americani durante l'ultima guerra, perché i tedeschi si cibano di crauti. Quando qualcuno vuole insultare gli italiani, li chiama "maccheroni", poiché questi si cibano di maccheroni. Quando un ebreo orientale vuole insultare un ebreo polacco lo chiama ghefilte fisch, poiché i polacchi si cibano di quel particolare tipo di pesce. Solo gli ebrei vengono insultati con il nome di un animale che non mangiano, e che è a loro proibito.
Il motivo per cui si attribuiscono a un gruppo le qualità di quello che mangia è perché attraverso l'ingerimento - introiezione avviene un'identificazione. I tedeschi mangiano crauti e quindi diventano loro stessi crauti, gli italiani mangiano maccheroni e quindi diventano essi stessi macheroni e così via. Il ricollegamento è all'ingerimento e identificazione originale, che è il divoramento del Padre Totem e l'acquisizione delle sue stesse qualità. Quindi per definire gli ebrei in maniera dispregiativa avrebbero dovuti chiamarli "pane azzimo" , "dolci di Purim" o qualcos'altro. Chiamarli con il nome di qualcosa che non mangiano, non ha apparentemente nessun senso. Ma se ricordiamo che il maiale era il Totem originale, non degli ebrei, ma dei Leviti, che lo mangiavano sì, una volta all'anno nell'unica occasione permessa e obbligatoria, e in questa maniera mettevano in atto l'ingerimento - identificazione, e l'accento è sul obbligatoria in quanto, come Freud ci ha spiegato, tutti i maschi del clan sono obbligati a partecipare al rito di uccisione sbranamento del Totem, che da proibito diventa permesso solo grazie all'azione collettiva, ecco che ci diventa chiaro. Le tracce mnestiche del passato egizio riemersero nell'inconscio collettivo giudaico dal rimosso dopo l'olocausto d'Israele e alle soglie dell'esilio, i leviti furono riassociati al sacer egizio, e con questo anche al sacer originale maiale = sacro = proibito. Una parte della loro psiche, proprio la più arcaica, si identificò con i sacerdoti - porcari - leviti e il loro Totem. Essendo ormai stati rimossi i riti totemici collegati a Osiride, in cui il maiale veniva mangiato, non poterono completare l'identificazione ingerendo de facto la Bestia sacra, e la proibizione di cibarsi della carne di maiale rimase il rito totemico, privata del suo acting out finale, in cui questa avrebbe dovuto venire ingerita. Solo così il rito totemico acquista un significato coerente. Quindi, "a ragione" chi vuole insultare gli ebrei li chiama col nome della bestia sacra, secondo la stessa chiave secondo la quale gli italiani vengono definiti maccheroni e i tedeschi crauti. L'antisemita percepisce inconsciamente che la proibizione di cibarsi di carne di maiale è solo l'altra faccia della moneta, in cui è obbligatorio ingerire la carne della bestia uccisa e mettere così in atto il processo di identificazione. Questa è stata la grande rivincita dei leviti � porcari, intoccabili e reietti, sui loro fratelli giudei. La rivincita del padre primigenio Totem - Osiris - Maiale sull'Egitto, attraverso gli ebrei � Apiru che a mala pena erano venuti a contatto con la valle del Nilo, ma che avevano avuto l'ispirazione - imprudenza di accogliere tra di loro i leviti egizi. Secondo me, questo è il ritorno del rimosso di cui parla Freud, e che non ha potuto articolare in quanto non voleva riconoscere l'aspetto regressivo del monoteismo di Aton, che ha scatenato il ritorno del rimosso padre primigenio. Se avesse capovolto i parametri e invece di monoteismo = acquisto di civiltà, avesse introdotto la corretta equazione, monoteismo = regressione dalla civilizzazione, avrebbe anche potuto riconoscere gli altri elementi dell'equazione, come la condizione di paria dei leviti e soprattutto il fatto che Mosè, qualsiasi sia stata la sua natura originale, dopo che gli ebrei si erano insediati in Canaan, e rifiutarono qualsiasi tipo di monoteismo - monolatria - ritorno del Padre primigenio, fu rielaborato come dio - Figlio salvifico, al pari di Esculapio, figlio di Apollo, e al pari di Gesù.
Infatti, così ci rivela il testo stesso, parlando delle prime riforme religiose di Ezchia, re di Giuda (VII sec. A.C.): "Egli eliminò le alture e frantumà le stele, abbatté il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo eretto da Mosè; difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano incenso e lo chiamavano Necustan" (2Re, 18,4).
Il serpente di bronzo di Mosè era diventato un simbolo risanatore e salvifico, come il serpente di Esculapio.
A questo punto, non mi rimane che aderire alla conclusione di Ahmed Osman in Out of Egypt (London 1998), che ha provato come Mosè e Akhnaton siano stati una persona sola, e che Akhnaton - Moses sia stato ucciso nel Sinai, non dagli ebrei ma dagli Egizi stessi, che non ne volevano più sapere della sua distruttiva avventura monoteista.

Quando gli ebrei vivevano in pace in Canaan - Eretz Israel, avevano elaborato la figura Mosè -- faraone come dio -- Figlio salvifico, in quanto questo è quello che era il faraone per gli Egizi: il figlio di Osiride, Horus, che mediava tra loro e il Padre Osiride, che nel frattempo aveva abbandonato la sua natura suina per diventare il Re dei Cieli e il Giudice Supremo. Infatti, come il simbolo del faraone -Horus era stato l'Ureus, che non è altro che un serpente, così il simbolo di Mosè era il serpente , che nel regno di Giuda chiamavano Necushtan e adoravano nel tempio di Gerusalemme. Da quello che ci racconta la bibbia fu distrutto solo con le prime riforme di Ezchia. L'equivalenza è, dunque,faraone (Ureus) - Horus e Mosè (Necushtan). Ed ecco che anche l'Osarsiph citato da Manetho era il faraone stesso, poiché questi era anche il sommo sacerdote di Osiris, con cui si identificava durante la ricorrenza annuale di morte e rinascita di Osiride, nella quale il faraone fungeva da interprete principale. Probabilmente questa è la ricorrenza menzionata da Erodoto in cui gli immondi maiali venivano sacrificati e mangiati, in quella che era una trasfigurazione dell'arcaico rito totemico egizio. Osiride veniva ucciso come maiale, e resuscitava attraverso l'identificazione dei figli con lui. Sulle cerimonie annuali della risurrezione di Osiride si basava tutto l'equilibrio d'Egitto. La legittimazione del governo faraonico si basava sull'identificazione di questi con Osiride, ma nella sua nuova trasfigurazione di sintesi di dio - Padre con il dio-Figlio. Quando Akhnaton volle sterilizzare la sostanza del figlio da quella della sintesi, in favore di un ritorno in forza dell'Unico Padre, mise in grave pericolo l'equilibrio d'Egitto, e fu per questo eliminato. Gli Egizi non potevano tramandarsi di aver violato la sacra persona del Faraone, per quanto eretico e incapace potesse essere, e quindi si tramandarono un Osarsiph, cacciato come capo dei lebbrosi, la cui etimologia tradisce però il significato originale.
La parte straordinaria è che Freud aveva inconsciamente capito che l'assassinato era stato il faraone - Mosè stesso, ma non permise a questa sua intuizione di emergere alla coscienza se non attraverso un inversione. Infatti, a p.373 ci dice:

Il popolo ebraico di Mosè era tanto poco capace di sopportare una religione così altamente spiritualizzata [sic!]...quanto lo erano gli Egizi della diciottesima dinastia. In entrambi i casi accadde la stessa cosa, quanti si sentivano tenuti sotto tutela e sminuiti si sollevarono e buttarono il fardello della religione loro imposta. Ma mentre i docili Egizi attesero finché il destino li sbarazzò della sacra persona del faraone, i selvaggi semiti presero il destino nelle lor mani e tolsero di mezzo il tiranno.
Ovvero, Freud ci dice che gli Egizi non uccisero il faraone. Se spostiamo il non, ecco che emerge quello che era realmente successo. Gli Egizi non attesero che il destino li sbarazzasse della sacra persona del faraone, come ha provato Ahmed Osman, né potevano permettersi di attendere, pena la disintegrazione d'Egitto. E quale parricidio - deicidio può essere più considerato tale dell'uccisione del Faraone, lui stesso Dio e reincarnazione di Osiride?
Quando i giudei, infatti si tratta solo di appartenenti al superstite regno di Giuda e non di Israeliti, sotto la pressione degli eventi disastrosi che li colpirono, misero in atto la propria regressione monoteista e il ricordo d'Egitto come loro lo avevano esperimentato, si trovarono a ricollegarsi automaticamente con la regressione Akhnatoniana, e Mosè - Akhnaton fu ri - interpretato come quello che probabilmente era stato, un Vicario del Padre primigenio e Padre e Dio lui stesso. Da qui i sensi di colpa per un assassinio che non avevano commesso loro, ma che nella nuova situazione li ricollegava ai propri riti totemici, in cui la banda dei figli uccide il Padre, e che quindi era diventato il loro misfatto. Come ci ha spiegato Freud stesso, i sensi di colpa peggiori non sono il risultato di quello che è stato commesso, ma di quello che si è desiderato.

Abbiamo visto come la sacralità - immondezza del maiale egizio sia passata agli ebrei attraverso i porcari leviti.
Ma Erodoto ci dice molto di più. Dalle sue parole possiamo anche imparare come la sacralità del Totem - maiale egizio sia passata all'Occidente attraverso l'Egeo, attraverso il veicolo di Dioniso, il Capro e Totem dei Greci.
Dopo il brano  riportato sopra  (Hist ., II.47), Erodoto continua:

In onore di Dioniso [Osiride], alla vigilia della festa, ognuno uccide un porcellino davanti alla sua porta di casa e lo dà da portar via allo stesso custode di porci che gliel'ha venduto. Il resto della festa dagli Egiziani è celebrato quasi in tutto allo stesso modo dei Greci, se si eccettuano i cori. Però, invece di emblemi fallici, essi hanno escogitato un'altra trovata: delle marionette, alte quasi un cubito (40 cm.), che mettono in movimento il membro virile, non di molto più piccolo di tutto il resto del corpo, e che le donne portano in giro per i sobborghi: va loro innanzi un suonatore di flauto [come il pifferaio di Hamelin] ed esse lo seguono cantando Dioniso [Osiride]. Perché queste marionette abbiano il membro sproporzionato e perché muovano solo questa parte del corpo, c'è una leggenda che lo spiega e che si racconta continuamente. Secondo il mio parere, già Melampo, figlio di Amitaone, non doveva essere all'oscuro di questo sacrificio, anzi ne doveva essere esperto, poiché fu Melampo che fece conoscere fra i Greci la figura di Dioniso, il suo culto e le processioni falliche. A dire il vero, egli non illustrò tutto in una volta il procedimento sacro; furono i saggi che vennero dopo di lui, ad ampliare i suoi insegnamenti. Però la processione fallica in onore di Dioniso l'introdusse Melampo e da lui i Greci hanno imparato a fare quello che fanno. Io, dunque, sostengo che Melampo, da uomo avveduto, non solo fece propria l'arte divinatoria, ma introdusse tra i Greci molte nozioni che egli aveva appreso in Egitto. Tra l'altro, anche ciò che riguardava Dioniso, solo con qualche piccola modificazione nei confronti dei modelli. Infatti non potrò mai accettare che i riti, che si svolgono in Egitto in onore del dio, coincidano per puro caso con quelli che si celebrano fra i Greci (Hist., II.48- 49).
Osiride non era, dunque, solo il sacro Maiale d'Egitto, ma anche il suo sacro fallo, e veniva festeggiato in processioni falliche, come dopo lo fu il Dioniso occidentale.
L'equazione è la seguente: Padre = Totem = Maiale = Fallo = Osiride, per gli Egizi. Padre = Totem = Capro = Fallo = Dioniso, per i Greci. Quindi il fallo paterno era lui stesso il Topos del sacer, e in Egitto corrispondeva al Maiale. Lo stesso per i Greci era il Capro.
Da sacro, il fallo diventò scurrile solo con la decadenza del mondo greco. Per gli antichi la sessualità stessa era il temenos della sacralità. Filo che fu ripreso dal Rinascimento italiano, dove i genitali nudi furono ri- introdotti nelle chiese, il loro habitat naturale. Nelle strade e nelle piazze della Firenze del "400 la gente andava ben vestita. Il nudo era sacro, e quindi relegato alle chiese, il vestito era il profano, e quindi relegato alle strade. Oggi, i parametri si sono invertiti. Il sacro è ben vestito (nelle chiese) e il profano va in giro nudo nelle strade e sulle spiagge. L'inversione dei parametri originali è sintomatico della decadenza. Come è stato invertito il significato originale dell'espressione "testa di cazzo", che significa uomo sapiente. Il genitale, come era il caso di Medusa e dei Serpenti, e ugualmente per la conoscenza biblica e il serpente dell'Eden, era infatti il topos della sapienza. Quindi, l'espressione occidentale: "Gli uomini sono tutti porci" è un'inversione della dichiarazione di fede originale: "Gli uomini sono tutti grandi Falli e quindi sacri, come il Padre, Totem e Maiale d'Egitto.
Infatti, l'associazione porco = libidinoso è ben strana. I maiali non sono animali dalla libido genitale più sviluppata degli altri mammiferi. L'associazione non ha quindi la sua genesi in una particolare virilità dei maiali, ma in quella maiale = Padre primigenio. L'ammirazione stupefatta per il saggio, sacro e potente fallo, maschile e paterno, echeggia nell'aria. Tutto viene dall'Egitto, ed Erodoto lo sapeva. La permissività sessuale odierna non è convincente, proprio perché è stata sterilizzata dalla sacralità ad essa inerente, che è la parte più importante. A differenza dei secoli precedenti, oggi siamo apparentemente liberi di esprimere la nostra sessualità, ma ad un'inibizione esteriore se ne è sostituita una interiore, che si traduce in isolamento dei contenuti originali. Quindi, la libertà di fare, secondo me, non si è tradotta, come avrebbe dovuto, in libertà di essere. La mia impressione è che, con la diffusione dei certificati di Nulla Osta per quello che riguarda l'attività sessuale, stia anche diffondendosi un malessere generale che inibisce la mano dal raccogliere i frutti. Manca il sacer, ovvero è andata persa la capacità di identificarsi con il fallo, per gli uomini, e di anelarlo, per le donne. Gli organi sessuali, deprivati dei loro contenuti di sacralità e saggezza, sono solo ordigni meccanici, di cui è obbligatorio servirsi come meccanismo di difesa dall'estraneazione sociale nella quale siamo immersi. Ed ecco perché periodi di permissività sessuale, in cui sia avvenuta una divergenza tra sessualità e sacralità, sono anche il preludio alla disintegrazione totale, come era avvenuto nel periodo antecedente il crollo del mondo antico, e sta succedendo nuovamente oggi.
Il Dott. Bolmida, nel suo articolo "Passi nella notte. Il caso clinico di Ines", scrive:
In termini di psicologia clinica, Ines rappresenta il classico caso di border-line, ossia una struttura psichica che affida al passaggio all'atto (egosintonico) la risoluzione di un conflitto. E' proprio per questo motivo che mi soffermo sul caso di Ines dato che, come qualunque specialista della psiche può testimoniare, attualmente gli eventi border-line costituiscono la stragrande maggioranza dei casi in consultazione, a scapito delle manifestazioni nevrotiche, che sembrano scomparire dai registri della clientela ordinaria.
Il fatto che oggi la maggior afflizione stia diventando il borderline personality disorder (BPD), al posto delle tradizionali nevrosi ossessive, mi era noto come psicostorico, in quanto mi era stato confermato dai colleghi americani che riportano adirittura statistiche precise. Come facciano a fare statistiche per ogni cosa, per me è un mistero, ma l'impressione che alle nevrosi peculiari di una società oppressiva si sia sostituito il borderline disorder di una società permissiva, mi viene confermata da sempre più parti. Per me, il borderline disorder è una conseguenza dell'assenza dell'imago paterna, ovvero, della mancanza di capacità dei maschi di identificarsi con il fallo paterno e delle femmine di anelarlo. Infatti, anche l'articolo su Ines, ci parla di un padre che era assente. Non solo, ma pare che a soffrirne maggiormente siano proprio le femmine che, secondo le statistiche americane, rappresentano tre quarti dei casi. Greci ed Egizi erano immuni dal borderline disorder, poiché il fallo paterno era sacro, la loro sessualità era sacra, adoravano Osiride attraverso i porcellini con un membro di 40 cm., e le donne greche facevano processioni falliche alla fine delle quali copulavani con i Priapoi del Padre, il Sacro Capro Dioniso. La copulazione era il medium della Communio, e non un diritto acquisito dopo decenni di lotta per "women rights". Paradossalmente, proprio quello smantellamento dell'autorità paterna che ha reso possibile la codificazione ufficiale del diritto di orgasmo, è anche quello che adesso le inibisce dal raggiungerlo, poiché ne hanno il diritto, ma non lo anelano più.

Riporto sotto un articolo molto interessante, che rappresenta la spiegazione di un rabbino al brano settimanale della Torà (Parashat Hashavua)che viene letto il sabato nelle sinagoghe:

When Pigs Fly... by Rabbi Ari Kahn.
This week's Parsha teaches, that for an animal to be kosher it needs both to chew its cud and have split hooves. It is interesting that the pig is the only animal that has the unique traits of - outwardly acceptable (split hooves), but the inner analysis reveals the deficiency (doesn't chew its cud). The pig therefore, has become synonymous with hypocrisy. There is a tradition related to the etymology of the word pig `hazir' - which has the root chet-zayin-resh. The Hebrew verb "return" has the same root, suggesting that one day the pig will return. The problem with the pig becoming kosher, is the basic tenet of Judaism that the Torah is unchanging, and no person, even a prophet, has the right to add or subtract from the Torah. There is another way to reconcile the two seemingly opposing positions - of the immutability of Torah and the pig becoming kosher in the Messianic age: The pig can change. A number of authorities, including the Chatam Sofer, suggested that the pig will undergo what may be called an evolutionary process and develop a cud, rendering it kosher! If the pig can change and become kosher, and cease to be a symbol of hypocrisy and evil, certainly the peoples who have been compared to the pig can undergo a fundamental change and return to the inherent good with which God endowed http://216.239.53.100/search?q=cache:nVZkqBH9CfcC:home.iprimus.com.au/katanga/Shemini.pdf+talmud+hazir+cohanim&hl=en&lr=lang_en|lang_it&ie=UTF-8 [Entered Feb. 13, 2003]

E' molto rivelante l'associazione inconscia di Rabbi Kahn (che incidentalmente significa Cohen): "The Hebrew verb "return" has the same root, suggesting that one day the pig will return".
Il ritorno del Porco, ovvero del nostro Padre primigenio assassinato che, secondo le parole di Freud, è anche un antico simbolo di fecondità. Infatti, il Padre primigenio era fantasticato dai fratelli dell'orda come un essere onnipotente e narcisista dalla libidine insaziabile e illimitata. Non solo, ma quando ritornerà, tornerà anche ad essere Kasher, ovvero, gli ebrei potranno finalmente divorarlo, come una volta, quando il nostro Padre totemico veniva divorato durante il rito. Quello che Rabbi Kahn ci dice è questo: "adesso siamo inibiti dal consumare il rito totemico inerente al parricidio primordiale e a soddisfare la libido cannibalistica, ma verrà il Messia, il dio - Figlio, che ci libererà dalle nostre inibizioni libidiche di cui soffriamo da millenni sotto la cappa della tirannia paterna, e ci permetterà quello che oggi ci è proibito" (come infatti è accaduto ai cristiani).

Quando Gesù dice: "non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino a sbranarvi (Matt., 7,6), intende, dunque: Non date le vostre donne al Padre (il Porco) che le calpesterà, ovvero, le terrà tutte per sé e vi sbranerà, riallaccianoci all'orda primordiale, dove il Padre si teneva tutte le femmine ed evirava i figli.
Gesù è infatti il caporione della banda dei fratelli, e li incita alla ribellione. (Per perle e altre pietre preziose, come simbolo del genitale femminile, vedi Biancaneve e altre vergini, capitolo quarto e Il Cherubino di "Le Nozze di Figaro" e l'Arca Santa).


Links:

Trauma della nascita, esilio e monoteismo
L'Esodo e gli zoppi. Pesah: la festa del salto + Pasqua = Kippur; Natale = Pesah
 
 

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