L'Europa
che ci aspetta
La UE nel 2020: 36 Paesi e 600 milioni di abitanti? |
Il massimo allargamento possibile
riguarda la Turchia
che sarà sempre più integrata nella UE fino alla completa
adesione nel corso degli anni Dieci, i Paesi della ex Jugoslavia
più l'Albania che entreranno entro il 2020 e i rimanenti Paesi
europei occidentali come Svizzera, Islanda e Norvegia se dovessero
decidere di unirsi anch'essi al gruppo.
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In questa Unione Europea del 2050
avremmo 24 Stati membri, ma uno di questi sarebbe un'autentica federazione,
cioè un'Unione politica per la politica estera e di sicurezza
comune formata dagli Stati che lo desiderano e che lo possono fare.
Questi Stati potrebbero essere il Benelux, la Francia
e la Germania.
La loro capitale federale è Strasburgo, nel distretto federale
di Alsazia.
Con il tempo, molti altri Paesi entrano in questa federazione,
conservando le loro competenze per tutto ciò che non è
moneta, esercito e politica estera.
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Alcune
celebri prese di posizione
Paris, 2001.06.18
Lamy
& Strauss-Kahn |
Proposta
di Unione franco-tedesca in campo culturale, militare e di
politica estera aperta a chiunque voglia parteciparvi |
Summary |
Français |
Berlin,
2000.05.12
Joschka Fischer |
In
occasione del 50° anniversario della Dichiarazione Schuman, il
ministro degli Esteri tedesco, a titolo personale, rilancia il
progetto federale per l'Europa |
Italiano |
Sintesi |
English |
Deutsch |
Il
dibattito nella società
BOTTA
Multiappartenenza!
Come Sindaco in occasione di ogni
Consiglio comunale, di ogni ricorrenza e di ogni manifestazione faccio
sempre esporre oltre al gonfalone comunale la bandiera europea,
quella italiana e quella della mia regione: la Lombardia.
Inoltre in ogni occasione porto
sempre l'attenzione sull'Europa come Patria comune.
Mi sento ... lombardo, italiano ed
europeo e non vedo contrasto tra queste
identificazioni..
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RISPOSTA
Hai detto benissimo! Quante volte,
da federalista, ho ripetuto che la "Patria" è graduale
e va dal rione al mondo!
I gradini non sono però
tutti uguali. Per esempio, l'Italia ha una rappresentatività su
di noi quasi totale: giuridicamente siamo
innanzitutto cittadini italiani , e solo pallidamente cittadini europei.
E dunque: la Patria si sente anche
quando non c'è ancora o non è ancora completata. Per
questo i "patrioti" combattono: per realizzare una Patria che, mentre
lottano, è solo un progetto ed una speranza.
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BOTTA
Multiculturalità!
Oggi l'Europa non esiste come
entità politica ma solo come realtà geografica.
Occorre che gli europei ritrovino nella loro storia le comunanze (nel
rispetto delle differenze e delle autonomie) per promuovere un
"RINASCIMENTO" (culturale, eccetera) ed un "RISORGIMENTO" (politico,
sociale, eccetera).
Perchè questo avvenga occorre che abbiano coscienza di essere
altro rispetto ad una pappa omologata a livello internazionale.
Essere altro ovviamente non vuol
dire essere superiori, ma differenti, ed essere differenti ovviamente
vuol dire rispettare tutte le differenze.
Per Storia e dimensione, per
potenzialità tecnologiche ed economiche l'Europa è
l'unica entità che possa garantire equilibrio e democrazia a
livello internazionale, evitando che una sola Potenza egemone governi
il mondo dando vita ad un "NeoImpero".
C'è chi non crede che
l'Europa abbia in sè la forza morale per
rivendicare questo compito (si veda Scalfari su "La Repubblica") e
prospetta per l'Europa rispetto agli Usa un futuro simile a quello
delle città greche rispetto all'Impero Romano:
umanizzazione e acculturamento ("Grecia capta....").
Io ritengo che sia invece ancora
possibile un futuro diverso, anche se i tempi si stanno restringendo
paurosamente, a patto che quanti ne sono altrettanto convinti
quanto me decidano di muoversi, uscendo dall'isolamento o dalle
discussioni soltanto culturali.
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RISPOSTA
Hai capito il succo della
questione!
E' il clou del vero federalismo:
salvaguardare le diversità (che sono il sale
della civiltà) e tuttavia unirsi per essere co-protagonisti nel
mondo, invece di subire e basta; e quindi avere più chances
proprio nella difesa dell'identità culturale.
Hai colto benissimo quello che fa fatica ad entrare nella zucca di
molti.
Allo scopo di salvaguardare la
propria specificità, molti vorrebbero una sola
patria e magari regionale, comunque tanto piccola da essere omogenea:
e sbraitano contro il pericolo del "superstato" europeo...
Non capiscono che tanto più si è piccoli (e quindi
deboli) e tanto più si rischia di essere omologati sullo
standard di chi detta legge sui costumi, sui consumi, sull'orientamento
culturale ecc.
E quello che "detta legge", lo fa
in quanto... può farlo, essendo grande e quindi avendo
naturalmente (come sempre nella storia) il compito di dirigere il mondo
intero!
E' sbagliata sia l'avversione agli
USA che l'accondiscendenza supina. Quando mai una
potenza grossa, forte, sviluppata e prospera non ha di fatto esercitato
una certa di egemonia in ogni settore (militare, politico, commerciale,
monetario, linguistico, ecc.)?
L'unico modo che hanno gli Stati europei per salvaguardare la propria
identità e difendere le proprie radici è quello di
mettersi in condizioni di parità; e per fare ciò l'unico
modo è quello di essere uniti.
Ricordo quel brano di Luigi
Einaudi del 1951 (mezzo secolo fa, e ancora tanto attuale): "Per gli Stati europei, ben lungi dal
competere per la supremazia europea, si tratta ormai di perdurare
unendosi o di scomparire come attori
politici, perché gli Stati europei, da soli, sono polvere senza
sostanza".
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BOTTA
Contro la burocrazia
europea e i suoi mostri!
Ma cosa ci aspettiamo di buono da
una burocrazia gigantesca che regola persino (sbagliandolo!) il
diametro dei preservativi?
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RISPOSTA
La storia dei regolamenti
comunitari che stabiliscono il diametro dei cetrioli e il peso dei
preservativi è una fonte inesauribile di sarcasmi.
Bisogna ammettere che spesso le risate sono giustificate,
e che alcuni dei regolamenti di normalizzazione si prestano
particolarmente bene allo scopo, sia per l'argomento trattato che per
la forma "stilistica".
Quello che invece trovo fondamentalmente sbagliato
è che l'argomento "regolamenti" venga usato in funzione
anti-comunitaria: i regolamenti comunitari infatti non introducono
nuove norme, ma si limitano a sostituire 25 norme
nazionali con una unica norma comunitaria, quindi
riducono le eventuali aberrazioni da 25 a 1.
Se si ride dei regolamenti comunitari e non lo si fa
per quelli nazionali, è per il semplice fatto che quelli
comunitari sono di dominio pubblico, stampati nero su bianco sulle
gazzette ufficiali, mentre quelli nazionali hanno una distribuzione
limitata ai diretti interessati (amministrazioni ed operatori).
Quanto agli errori, purtroppo non rarissimi, è bene ricordare
che i regolamenti sono adottati di comune accordo
dalle delegazioni tecniche dei ministeri nazionali e che la burocrazia
bruxellese (sempre colpevole a priori?) c'entra davvero poco.
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