..L'Europa che ci vendono.

L'Osservatore europeo

 

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Sospensione di Schengen?

Davvero l'Europa penalizza l'Italia?
Nizza 2000

Abolizione delle monetine da 1 e 2 eurocent?

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La cosiddetta "sospensione" degli Accordi di Schengen
Come l'applicazione di una disposizione degli Accordi viene descritta come "sospensione" di quegli stessi Accordi

Così scriveva l'Independent del 23 giugno 2001: "Austria said on Friday that it is opting out of the Schengen agreement. From Monday, the country will reintroduce controls on its borders with other EU members for nine days." http://news.independent.co.uk/
oppure la Repubblica.it del 10 luglio 2001:
"L'Italia sospenderà per qualche giorno l'accordo di Schengen sulla libera circolazione delle persone nell'UE, come misura di sicurezza per il vertice del G8 a Genova. Lo ha detto il ministro degli interni tedesco..."

Lo si ripete a proposito delle misure antiterrorismo, e in occasione di ogni manifestazione internazionale a rischio di degenerazioni violente..

Le cose, dette in questo modo, suggeriscono l'idea che i vari Stati facciano passi avanti e indietro, e che tutti gli Accordi e i Trattati si possano firmare e poi stracciare, o rinegoziare, o sospendere quando più fa comodo.

La realtà è diversa, e in genere è riportata anche in queste stesse occasioni ma ben all'interno degli articoli, lasciando che siano i titoli a molte colonne ad essere fuorvianti.
La realtà è che gli Accordi di Schengen rimangono in vigore: da molti anni ormai non ci sono controlli di routine alle frontiere interne dell'Unione perche' esiste il SIS: il Sistema Informativo di Schengen.  

Che cos'è quest'oscuro sistema? E' una rete informativa basata anche sulle nuove tecnologie di telecomunicazioni che permette di gestire la sicurezza a livello continentale. Il fatto che non ci sia un controllo di routine, come da secoli ad esempio non ci sono controlli di routine agli ingressi delle città (il "Chi siete? Che volete? Cosa portate?" delle guardie ai portoni delle mura) non significa che il territorio dell'Unione è diventato più insicuro.

Ma può capitare che, in base ad una delle disposizioni degli stessi Accordi, vengano posizionati dei posti di blocco in corrispondenza delle frontiere per il controllo dei documenti. Tutto qui.
Se il posto di blocco fosse di un chilometro lontano nemmeno farebbe notizia.

Chi partecipa a Schengen


Davvero l'Europa penalizza i prodotti italiani?
Come a più di 10 anni dall'istituzione del Mercato unico europeo (1993) si ragioni ancora in termini di noi italiani e resto d'Europa

Nello sforzo di sostenere i consumi agroalimentari e di promuovere le produzioni di maggiore qualità, a volte si mettono volutamente fra parentesi delle verità che dovrebbero essere evidenti:
1) da molti decenni esiste la Politica Agricola Comune (PAC) che costa fra l'altro 50 miliardi l'anno ai contribuenti europei (circa 120 euro a testa);
2) dal 1993 non esistono più le esportazioni italiane verso il resto del mondo, ma piuttosto un commercio intraeuropeo ed uno extraeuropeo;
3) quello intraeuropeo si avvale dal 1999 di una moneta unica, l'euro;
4) le regole per il funzionamento dell'agricoltura europea sono decise secondo procedure che coinvolgono tutti gli europei e quindi anche i rappresentanti italiani ad un livello di integrazione tale che negli organismi internazionali siedono i rappresentanti della UE e non dell'Italia.

Ci piacerebbe sapere quindi perché ci si ostina a voler mettere sullo stesso piano le olive ad esempio tunisine con quelle greche e spagnole.

Ultimamente si invoca un'etichettatura più trasparente.
E' giusto sapere da dove viene cosa mangiamo, e magari anche cosa contiene ciò che mangiamo. Meno corretto e aderente allo stato dei fatti è immaginare che esista un'agricoltura italiana contrapposta a quella mondiale.

Se le categorie produttive di una regione italiana (ad esempio l'Emilia-Romagna) affermassero: "Mangiate vera piadina romagnola con vero prosciutto di Parma" avremmo un'iniziativa simpatica e intelligente. Ma se aggiungessero: "dobbiamo tutelare i prodotti emiliano-romagnoli dalla concorrenza veneta, austriaca e libica" oppure "l'Italia penalizza i prodotti emiliano-romagnoli" giustamente sorrideremmo.

Invece affermazioni analoghe riferite a Bruxelles con facilità ci fanno dimenticare che l'Europa siamo (anche) noi (italiani).


Le manifestazioni finiscono sempre a sassate e lacrimogeni?

Come l'attenzione dei media quasi sempre è dedicata a chi usa la violenza, a volte cieca e criminale

Dopo quella di Milano del 1985, ci fu un'altra grande manifestazione federalista a Nizza nel dicembre 2000. Fu ignorata dalla quasi totalità dei giornali, perchè fortunatamente gli eurofederalisti non rompono vetrine e non incendiano auto. E forse perchè manifestarono "a favore" di qualcosa e non "contro".  

A proposito, a favore di cosa?
A favore di una vera Unione politica europea: chi vuole una vera Unione politica accetta l'idea di poter essere messo in minoranza in qualche decisione.
Le vere Unioni sono quelle in cui si decide a maggioranza.
In effetti, se si è d'accordo all'unanimità non occorre creare complesse istituzioni.
E nemmeno in un gruppo informale di amici si può essere sempre assolutamente d'accordo su tutto. La vera forza di un gruppo sta nel prendere decisioni avendo sentito tutti, ma seguendo poi tutti insieme le indicazioni della maggioranza, nell'interesse dell'intero gruppo.

Ma per chi vuole saperne di più, ecco l'indirizzo del sito adatto per gli approfondimenti:  
 

www.jef-europe.org

Un momento della festosa manifestazione accolta dai nizzardi con applausi dai marciapiedi e dai balconi


Può Roma abolire le monetine da 1 e 2 centesimi?
Come la realtà della moneta unica sia ancora mal compresa

Di quando in quando in Italia si sentono appelli per l'eliminazione delle monetine da 1 e 2 cent, "come hanno fatto in Finlandia".

Al riguardo occorre fare alcune precisazioni.

Già dal gennaio 1999 il potere di battere moneta è passato da 12 diverse Banche centrali, all'unica Banca Centrale europea. Questo potere dunque da alcuni anni è esercitato in condivisione da 12 Paesi nell'interesse di 300 milioni di cittadini europei, tramite "regolamenti europei" che hanno forza di legge in tutta Europa (senza che i Parlamenti nazionali debbano fare nulla).

Quando si elimineranno le monetine più piccole, questo non si potrà fare in Finlandia o in Italia, ma si potrà/dovrà fare in tutta "Eurolandia".

In Finlandia dunque non sono state eliminate le monetine più piccole, perché le autorità finlandesi non hanno nessun potere in materia.
Invece, una legge nazionale finlandese ha disposto che i debiti e i crediti in Finlandia debbano essere arrotondati ai 5 centesimi più vicini.
Nulla vieta però a un finlandese e a un qualsiasi cittadino che si trovi in Finlandia di pagare il suo debito usando un certo numero di monetine da 1 e da 2 centesimi (massimo 50 pezzi per ogni pagamento, in forza di un'altra legge europea.)

La Finlandia comunque aveva coniato pochissimi pezzi da 1 e 2 centesimi (due milioni, mentre la sua popolazione supera i cinque). Il risultato è che queste monetine, scomparse dalla circolazione, sono offerte sul mercato numismatico europeo a 25-30 euro, cioè 2500-3000 volte di più del loro valore nominale, a causa della loro relativa rarità.

 

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