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8.4 Speleologia invernale
8.4.1 Avvicinamento
In inverno le grotte non sono piu` fredde, ma l'avvicinamento all'esterno
puo` richiedere alcune precauzioni per il gelo.
Se l'avvicinamento non e` lungo conviene indossare la tuta da speleologia,
magari con la parte alta aperta e rivoltata in cinta, e con una giacca.
In questo modo si evita di bagnarsi le gambe con la neve alta,
riparate dalla tuta sopra gli stivali.
In caso di battuta non si porta la tuta, ma gli stivali sono meglio
degli scarponi. Inoltre se la neve e` profonda conviene
mettere le ghette allacciate
intorno alla parte alta degli stivali e fin sopra le ginocchia.
Per avvicinamenti lunghi invece ci vuole l'attrezzatura da montagna
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scarponi (a volte anche ramponi e picozza), pantaloni, giacca (guscio),
guanti (o moffole), passamontagna, e vestiario interno caldo.
Il vestiario interno e` bene che sia "a strati" per poterlo adeguare alle
condizioni di accaloramento: indumenti intimi (sintetici o di lana,
oppure di seta, ma mai cotone) abbastanza leggeri, e pile.
Da non trascurare gli occhiali per il sole, e creme protettive.
In avvicinamenti lunghi non
indossare ne` la tuta ne il sottotuta, poiche` risulterebbero
umidi (se non bagnati) quando si entra in grotta.
Ramponi e picozza non servono sempre.
La picozza puo` essere una classica o intermedia; per la lunghezza,
tenuta in mano stando in piedi la punta dovrebbe essere all'altezza
della caviglia i 5/10 cm sopra, rispettivamente.
Per i ramponi un tipo intermedio a 12 punte e` sufficiente nella maggior
parte delle situazioni. Devono avere la placca antizoccolo (di neve).
L'avvicinamento su pendii innevati comporta l'esposizione al rischio
di valanghe. Una conoscenza delle situazioni di pericolo e` opportuna.
Inoltre e` bene portare materiale d'emergenza: arva, un fornelletto,
telo termico (rinforzato).
I vestiti da montagna vengono portati all'interno della grotta
(in un sacco per l'immondizia) per evitare che gelino. E saranno poi
utili quando si esce.
8.4.2 Materiale speleo
In inverno le grotte d'alta montagna sono piu` asciutte (poiche`
viene a mancare l'apporto di acqua di fusione della neve). Pero`
sono comunque molto fredde. Quindi occorre avere un sottotuta
caldo, e possibilmente un altro capo di vestiario per proteggersi
dal freddo in discesa, ma che si possa togliere in risalita.
Il cappuccio della tuta e` importante per ridurre le perdite di calore
attraverso la nuca e la testa.
Come calzature si usano gli scarponi; non mettere troppe calze, poiche`
il piede deve essere abbastanza libero per una buona circolazione del
sangue. Se i guanti speleo sono troppo freddi, usare dei sottoguanti
in pile (o lana).
La scelta della tuta dipende da quanto la grotta e` bagnata.
Se non e` decisamente bagnata, una tuta traspirante (non impermeabile)
e` preferibile.
I moschettoni che non si aprono per il gelo possono essere scaldati
utilizzando la fiamma del fornelletto.
In inverno le condizioni climatiche sono decisamente piu` rigide.
Occorre pensare anche al momento dell'uscita. La tuta e il sottotuta
ci riparano dal freddo fintanto che sono asciutti, ma spesso quando
si esce di grotta siamo completamente bagnati. Se poi e` notte e c'e` il
vento, le condizioni sono ancor peggiori.
E` bene aver provveduto a portare un cambio di vestiti asciutti,
da lasciare all'ingresso per mettere appena usciti.
A volte occorre portarsi il ricambio all'interno della grotta e
cambiarsi prima di uscire sotto l'ultimo pozzo.
La giacca a vento e il
cappello (o berretto) non dovrebbe mancare mai.
Oppure, ancor meglio, il passamontagna, che permette di scaldare le mani
mettendosele sotto davanti alla bocca.
Il sottocasco puo` fornire un ottimo copricapo (tenendo anche il casco
in testa, che del resto serve per illuminare quando e` buio),
ma e` importante che
arrivi a proteggere anche le orecchie.
Anche se superfluo, ricordiamo l'importanza dei guanti e delle calzature:
(forse e` soggettivo ma) le estremita` sono le parti del corpo
che risentono di piu` della temperatura esterna a causa della
alta densita` di capillari superficiali.
8.4.3 Bivacco
Sia che si preveda di fare un bivacco in montagna, o che si sia
costretti a farlo per le condizioni del tempo, e` bene farlo
nella neve, per il suo carattere isolante (se le pareti sono almeno
50 cm, la temperatura all'interno arrivera` a 0 gradi)
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Deve esser costruito fuori da zone con pericolo di valanghe,
caduta di pietre o ghiaccio. Verificare lo spessore della neve
(col sondino). Durante la costruzione evitare di bagnarsi: bisogna
restare asciutti. Il volume ideale e` per due o tre persone; deve
essere piccolo per facilitarne il riscaldamento interno.
Dato che l'aria fredda e` piu` pesante di quella calda il piano
interno deve essere rialzato e l'entrata
deve essere il piu` bassa possibile. Se si ha una fonte di calore,
non metterla troppo in basso dove scalderebbe l'aria fredda.
Predisporre un foro di aerazione, per evitare il rischio di asfissia.
Isolarsi dal suolo con del materiale asciutto (zaino, corde, ...)
che formi un "cuscino" d'aria. Spianare bene il fondo, poiche` le
piccole asperita` provocano goccie d'acqua.
Esempi di tipi di bivacco sono quello "a grotta", scavato orizzontalmente
in un pendio di neve, e quello "a trincea", scavato
veticalmente. Il primo e` piu` facile fa scavare, ma necessita di
un grande spessore della neve, ed e` piu` scomodo.
Il secondo e` costruibile anche dove c'e` poca pendenza, ma richiede
un supporto per la neve del "tetto", ed e` meno isolante.
8.4.4 Armo dei pozzi d'ingresso
Se gli ancoraggi dei pozzi di ingresso sono reperibili ed utilizzabili
(potrebbero essere inutilizzabili per il ghiaccio) non ci sono problemi:
si usano quelli.
In caso di neve si mette un corpo morto (un sacco, una picozza)
in un buco nella neve e gli si collega la corda. Si copre con neve
e la si schiaccia coi piedi per refforzare la tenuta. Il buco deve
essere tanto piu` profondo quanto meno compatta e` la neve.
La corda deve essere legata al centro di massa del corpo morto, in modo
che lo tiri uniformemente, e non da una sola parte.
In caso di ghiaccio si usano chiodi da ghiaccio.
Occorre metterne almeno tre, e collegarli con un ripartitore di carico.
Se i chiodi sono esposti al sole, occorre coprirli per evitarne il
riscaldamento (e la fusione del ghiaccio intorno).
marco corvi - Wed Sep 10 22:03:50 2008
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