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8.3 Progressione in emergenza

Riferimenti: [600] [622]

8.3.1 Imbrago d'emergenza

Un imbrago e` composto da due cosciali, e una cintura in vita. Possibilmente anche un pettorale. Per fare un imbrago di emergenza occorre costruire questi elementi con materiali di emergenza (spezzone di corda o fettuccia), collegati in modo stabile e con un punto di attacco ventrale.

Imbrago d'emergenza
Fig. 279. Imbrago d'emergenza

Una prima tecnica e` copiata dall'alpinismo [496] [622] : si forma una tripla gassa facendo un nodo bulino con la corda doppia. Poi si regolano le tre gasse in modo che cingano ben strettamente le coscie e la vita. E` parecchio scomodo! Ma funziona.

Imbrago di emergenza (2)
Fig. 280. Imbrago di emergenza (2)

Un altro modo prevede anche il pettorale. Si formano prima i cosciali con un nodo bulino inseguito, doppiando la corda. Poi si esegue un pettorale con un anello chiuso con un bulino.

Imgrago d'emergenza (3)
Fig. 281. Imgrago d'emergenza (3)

Disponendo di una fettuccia conviene usare una seconda tecnica. Si passa la fettuccia intorno alla vita e si preparano due gasse (con nodi semplici) sul davanti, che serviranno per chiudere l'imbrago di fortuna col delta (o un moschettone a ghiera). Non stringerli subito. si passano i due capi della fettuccia ognuno attorno ad una coscia, partendo dall'esterno per rientrare all'interno. Poi si chiudono questi cosciali passando la fettuccia nel nodo (inseguendo le spire). Alla fine si regola l'imbrago e si stringono i nodi. Deve essere parecchio stretto, perche' la fettuccia tende a "lasciarsi".

Imbrago d'emergenza (4)
Fig. 282. Imbrago d'emergenza (4)

Da ultimo, due soluzioni [241] . La prima ottenuta con un anello di fettuccia: il punto di attacco prende l'incrocio (sul davanti) della fettuccia che cinge la vita. Nella seconda il pundo di attacco prende tutti e tre le asole che vengono a formarsi sul davanti, quella dai cosciali, e le due fra i cosciali e la cinta in vita.
Farsi un pettorale in caso di emergenza e` piu` semplice, poiche` il pettorale non assolve funzioni di sostegno, ma serve (principalmente) a tenere il croll teso in modo che la corda scorra facilmente in esso. Pertanto un pettorale puo` essere realizzato con un anello di fettuccia (o di corda se non si ha altro), nella forma di pettorale a "otto". Per collegarlo al croll se disponibile si usa un pezzetto di cordino, oppure si passa la fettuccia nel foro superiore del croll prima di chiuderla ad anello.

8.3.2 Nodi bloccanti


Nodo bloccante
Fig. 283. Nodo bloccante

I nodo autobloccanti sono nodi eseguiti con un cordino attorno alla corda, utilizzabili in caso di emergenza per rimpiazzare i bloccanti [623] [624] [46] [70] . Sono tutti basati sullo steso principio: il cordino e` avvolto in piu` spire attorno alla corda, quando viene tensionato queste si stringono e bloccano sulla corda per attrito [625] . In figura e` rappresentato un nodo bloccante eseguito sia con un anello chiuso di cordino che con un cordino aperto; ha una buona tenuta e non tende ad allentarsi, eppure resta facile da sciogliere dopo bloccato [626] .
Se si dispone di un bloccante, usa un nodo autobloccante per fare la maniglia e il bloccante come ventrale (e` decisamente piu` comodo nel passaggio dei frazionamenti) [4] . Il bloccante ventrale puo` essere fatto con dei moschettoni (v. dopo). In caso di caduta i nodi in cordino di nylon bruciano la corda. In cordino di kevlar non bruciano la corda e tengono [93] . E` importante che il cordino abbia un diametro inferiore alla corda; in mancanza di cordino possono essere eseguiti anche con fettuccia.

Prusik
Fig. 284. Prusik

Tre nodi comunemente usati in alpinismo vengono utili in questi casi: il Prusik (figura in alto), il Machard (figura sotto, a sinistra e in centro) e il Bachman (figura sotto a destra). Ognuno di essi puo' sostituire la maniglia e/o il croll
Il Prusik [1763] [627] viene fatto con un anello di cordino, avvolto attorno alla corda, e bloccato facendolo passare nella propria asola. Quando stretto blocca in entrambe le direzioni. Puo` esser fatto anche con un cordino aperto chiudendo l'anello con un nodo bulino. Nell'esecuzione prestare attenzione a non sovrapporre le spire. Il numero dei giri deve essere almeno due; fare piu` giri se la corda e` rigida, oppure il diametro del cordino non e` molto differente da quello della corda. Non va tanto bene su corde infangate, inoltre, in caso di caduta, un prusik con troppe spire (sei o piu`) blocca e rompe la corda, anziche` scorrere [139] .

Machard
Fig. 285. Machard

Il Machard [1762] puo` essere fatto con un anello di cordino, avvolto attorno alla corda, e facendo passare un'asola nell'altra, oppure con un moschettone che prende entrambe le asole [628] . Nel primo caso e` monodirezionale, nel secondo bidirezionale. Inoltre il primo ha meno tenuta iniziale: deve essere stretto quando si carica il peso [139] . Il Machard puo` essere fatto anche con un anello di fettuccia. La tenuta del nodo e` data dagli avvolgimenti piu` esterni, percio` non serve fare troppi giri (piu` di 6). Puo` essere fatto anche con cordino di uguale diametro della corda (almeno quattro spire). Il nodo Machard bidirezionale puo` essere usato come sicurezza in discesa, sotto il discensore [388] .
Il nodo Bachman [629] consiste di un anello di cordino che cinge sia la corda che un moschettone. Un'asola dell'anello e` chiusa nel moschettone (in alto), l'altra passa nel moschettone ed e` a quella che si ci appende. E` monodirezionale.
In tutti questo nodi fai attenzione a tenere il nodo che chiude il cordino fuori dalle spire che stringono la corda.

Nodo bellunese (o Blake)
Fig. 286. Nodo bellunese (o Blake)

Il nodo bellunese (o nodo svizzero, o "Blake") e` un altro nodo autobloccante [46] . E` monodirezionale: si usa caricandolo da una sola parte (verso il basso in figura). e richiede di essere "controllato", altrimenti non blocca [626] . Puo` essere effettuato anche con corde dello stesso diametro. Blocca bene ed e` facile da sbloccare e far scorrere. Si fanno da quattro a sei spire attorno alla corda; con troppe spire diventa come un nodo scorsoio, con poche spire non fa abbastanza attrito da bloccare. Si fa uscire il capo a meta` delle spire (troppo giu` non blocca, troppo su diventa scorsoio).

Nodo treccia
Fig. 287. Nodo treccia

Il nodo a treccia e` un nodo bloccante monodirezionale. Si esegue formando una treccia attorno alla corda. Il numero si incroci dipende dal diametro e dalla scivolosita` delle corde. In genere ci vogliono da tre a sei incroci.

Nodo treccia con anello
Fig. 288. Nodo treccia con anello

Puo` essere fatto anche con un anello di fettuccia o di cordino, avvolto doppio attorno alla corda. La treccia viene chiusa con un moschettone che prende le due asole, e a cui ci si appende [93] .

8.3.3 Corda fangosa

Se la maniglia tende a scorrere (corde fangosa) puoi fare un Bachman con il pedale (che deve essere di cordino) nel moschettone con cui questo e` appeso alla maniglia (v. Sez. 3.2 ). Oppure spingere il cricchetto della maniglia contro la corda con un dito.
Se il discensore non frena abbastanza, devi aggiungere un freno supplementare. Questo puo` essere fatto passando la corda dal rinvio attorno alla testa del discensore. Solitamente cio` e` sufficiente. Se proprio non basta fai un nodo mezzo barcaiolo nel rinvio.

8.3.4 Discensori d'emergenza

Se si perde il discensore, o se ci cade giu' dal pozzo, si puo' fare un discensore di emergenza, in svariati modi. Se il pozzo e` corto, un mezzo barcaiolo con un moschettone e` il modo piu' sbrigativo. Tende a ritorcere la corda, percio' non va bene su tratte lunghe (oltre i dieci metri): ci si ritrova come degli stupidi inchiodati su una corda tutta aggrovigliata! Per limitare questa torsione bisogna cercare di tenere il capo a valle verticalmente, parallelo alla corda a monte. Rovina comunque le corde ed usura il moschettone se d'alluminio. Percio' se possibile evitarlo.

Discensore a due moschettoni
Fig. 289. Discensore a due moschettoni

Con due moschettoni, si va gia` meglio (figura) [630] . Le aperture dei due moschettoni devono essere rivolte in versi opposti. Usare moschettoni paralleli (simmetrici). Questo discensore e` realizzabile anche con un solo moschettone, usando il delta dell'imbrago in luogo del secondo moschettone. Questo discensore di emergenza puo` persino essere "bloccato". Si fa una "chiave" passando la corda libera tra la corda in tensione e la parte alta del moschettone superiore. Prima di mollare la corda e` bene fare una seconda chiave di sicura, tipo quella del mezzobarcaiolo.
Ci sono due modi per passare la corda: non saprei dire quale dei due e` migliore.
E` bene che i moschettoni siano d'acciaio. E` un "discensore" rischioso: se il moschettone superiore si mette di traverso, ci passa dentro l'altro e il discensore si riduce ad una "barra". Si tratta quindi di un discensore di emergenza.


Freno moschettone
Fig. 290. Freno moschettone
Se si hanno tanti moschettoni si puo' fare un freno moschettone [40] : una catena di moschettoni in cui, attorno ai moschettoni alterni si inserisce un ulteriore moschettone a mo' di barra di freno. Si fa passare la corda in questi moschettoni alterni fermata dai moschettoni inseriti. Attenzione che il primo moschettone si consuma notevolmente.
La catena siffatta e` comunque rischiosa in quanto un moschettone potrebbe essere sollecitato sul cricchetto. Un modo piu` sicuro e` di usare una coppia di moschettoni (meglio se senza ghiera) per ogni "anello" della catena, disposti con i cricchetti da parti opposte e con le aperture rivolte verso l'alto (per evitare che entri accidentalmente la corda). Come freno si dispone uno (o due moschettoni di traverso sopra questo anello, a mo' di barra. Se un anello non basta se ne possono di piu`. Per collegarli (e connetterli al delta) e` sufficiente un singolo moschettone (in quanto non sollecitato sul cricchetto).


Anello di moschettoni
Fig. 291. Anello di moschettoni

8.3.5 Scendere sulla corda bloccata


Discensore a
Fig. 292. Discensore a "I"

Per scendere su una corda bloccata, si procede con maniglia e croll, caricanndosi alternativamente su uno mentre si abbassa l'altro. Se pero` occorre scendere velocemente (eg, per soccorrere un compagno) si puo` scendere con il discensore a "I" [631] . Si mette un moschettone (di acciaio) nel foro del discensore e si passa la corda dentro di esso e fra le due puleggie del discensore. In questo modo il discensore blocca. Per scendere si preme verso il basso la testa del discensore.

8.3.6 Bloccanti d'emergenza


Maniglia di corda
Fig. 293. Maniglia di corda

Per le risalite ci sono un paio di tecniche non completamente sicure, che richiedono un solo bloccante [623] . Vanno bene per saltini attrezzati molto brevi, ma possono diventare utili anche in casi di emergenza. Sui piccoli pozzetti puoi risalire con il solo croll. Se la risalita e` contro-parete, cioe` inclinata quasi come uno scivolo, ti puoi tirare con le mani. Se e` verticale puoi fare una "maniglia con pedale" mediante una ansa lunga circa un metro e mezzo fatta sulla corda a valle bloccata sulla corda a monte con un giro (figura a sinistra).

Bloccante con maillon
Fig. 294. Bloccante con maillon

Quando invece ti serve un croll d'emergenza puoi ricorrere ad un moschettone e una maglia rapida disposti come nella figura a destra. Oppure se ce l'hai, il discensore autobloccante diventa un comodo bloccante ventrale d'emergenza.
In ogni caso e` abbastanza scomodo tendere la corda a valle verso l'alto mentre si sale. Se possibile conviene passarla in un moschettone collegato con la maniglia (o il nodo bloccante in sua vece) e tirarla verso il basso quando dai la pedalata.

Nodo Lorenzi
Fig. 295. Nodo Lorenzi

In mancanza di un bloccante puoi ricorrere al nodo Lorenzi [632] . In figura e` mostrato in posizione rovesciata (cioe` lavora bloccando la corda verso il basso); puo` essere utilizzato anche per rimpiazzare il croll in caso di necessita`. E` unidirezionale e` puo` essere fatto con moschettoni anche diversi. Il principio di funzionamento, comune a tutti i bloccanti di emergenza realizzati con moschettoni, consiste nel far si` che il doppino "D" stringa la corda quando un carico viene applicato alla corda "C". Il secondo moschettone "M" impedisce che il doppino si rovesci nel primo moschettone e riduca il nodo ad un doppio avvolgimento della corda nel moschettone, come in figura "2". L'esecuzione del nodo e` descritta dalle figure "1-3", dove viene mostrato l'impiego come bloccate rovesciato per il recupero carichi:
  1. iniziando con la corda che passa nel moschettone, si esegue un avvolgimento della corda libera a-monte,
  2. si rovescia il doppino cosi` ottenuto,
  3. infine si blocca il nodo col secondo moschettone (questo non e` incluso in figura).

Nodo Lorenzi (2)
Fig. 296. Nodo Lorenzi (2)

Alternativamente (figura a lato) si puo` preparare il doppino, facendo attenzione che la corda che sara` in trazione resti sopra, e metterlo nel moschettone. Poi si blocca con il secondo moschettone.

Nodo Remy
Fig. 297. Nodo Remy

Un altro nodo bloccante e` il nodo Remy. E` un mezzo barcaiolo in cui si impedisce al doppino di rovesciarsi inserendo un secondo moschettone. La figura ne mostra l'esecuzione: differisce dal mezzo barcaiolo in quanto il capo di corda in trazione passa anche nel secondo moschettone: in tal modo la trazione su tale corda stringe il secondo moschettone contro il doppino nel primo moschettone. Entrambi i moschettoni hanno la chiusura dalla stessa parte e nello stesso verso: rivolta verso l'alto.

Nodo Remy (2)
Fig. 298. Nodo Remy (2)

Da notare che togliendo il secondo moschettone diventa un mezzo barcaiolo, e percio`, in caso di necessita`, e` possibile calare il carico un poco durante la manovra di recupero.
Il nodo Remy puo` essere usato anche come bloccante da risalita. Basta rivolgerlo verso l'alto (figura a destra).

Nodo cuore
Fig. 299. Nodo cuore

Nel nodo a cuore la corda passa in due moschettoni paralleli, ritorna all'interno ed esce in mezzo ad essi (Figura: la corda in tensione e` quella a sinistra). Richiede due moschettoni uguali, meglio se a "D" (comunque anche moschettoni ovali funzionano), disposti con le aperture dai lati opposti.
Il capo libero deve rimanere stretto tra i due moschettoni per bloccare. E` sbloccabile passando il capo libero indietro, fra i due moschettoni, e tirandolo. Ne risulta la corda senza nodo, passante nei due moschettoni. Utilizzabile come paramco d'emergenza, e come ventrale (ma attenzione a non sblocccarlo).
Si trasforma in un mezzo barcaiolo facendo entrare una asola della corda non in carico prima in un moschettone, poi nell'altro, poi ancora nel primo passando al di sopra della corda [93] .

Nodo
Fig. 300. Nodo "va e vieni"

Il nodo "va e vieni" e` realizzato con due moschettoni uguali (anche a ghiera). E` unidirezionale.

Blocco per paranco
Fig. 301. Blocco per paranco

Un bloccante di emergenza per paranchi puo` esser realizzato con un moschettone e una maglia rapida (o un moschettone), come in figura. Il giro di corda attorno alla maglia crea abbastanza attrito per sostenere un carico di ... Questo blocco non e` autobloccante, ma deve essere sempre "tenuto" a mano.

8.3.7 Moschettone d'emergenza


Moschettone di cordino
Fig. 302. Moschettone di cordino

Un moschettone d'emergenza puo` essere costruito con un piccolo cordino [25] . Si forma un anello di cordino chiuso da un nodo semplice. Questo anello si puo` quindi chiudere come fosse un moschettone usando un nodo a bocca di lupo. Il nodo semplice impedisce ai due cordini di scivolare fuori dal bocca di lupo.

8.3.8 Assicurazione a spalla


Sicura a spalla
Fig. 303. Sicura a spalla

Nella assicurazione a spalla la corda in carico entra sotto la spalla a valle, passa dietro la schiena e torna davanti sopra la spalla a monte. Quindi viene afferrata dalla mano a monte che regola la tenuta [93] . Avendo l'imbrago, si fa passare la corda nel delta prima di afferrarla con la mano di tenuta.
L'assicurazione a spalla puo` essere utilizzata come freno, per scendere uno scivolo abbastanza inclinato, senza ricorrere agli attrezzi.

marco corvi - Sun Sep 14 20:39:48 2008
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