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Fiorisce attorno al 400 a C. Allievo di Democrito di cui segue le tesi atomistiche. Restano due frammenti del suo "Sulla natura". Intesa tradizionalmente come elemento scettico ("Affermo che non sappiamo se sappiamo o ignoriamo qualche cosa; e che non sappiamo neppure se sappiamo o non sappiamo questa stessa cosa, né assolutamente se esista qualche cosa o no") l'introduzione alla sua opera viene oggi interpretata come appello alla ragione rispetto alla semplice testimonianza dei sensi. Anche l'altro frammento [Esiste tutto ciò che si può pensare" (in Eusebio, Preparazione evangelica, XIV,19,8)] è interpretato nel senso dell'adeguazione dell'intelletto alla cosa. Ne parla all'interno dell'Epicureismo Diogene Laerzio.
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Metrodoro, bronzetto dalla villa dei Pisonidi Ercolano |
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