La città Celeste: dal basso in alto: La Chiesa, i vari ordini degli eletti, il Cristo. Il modello agostiniano ebbe ricadute politiche: Costantinopoli doveva rappresentare agli occhi dei suoi costruttori cristiani la città divina da contrapporre a Roma (LAMB 1960, 384)
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Nell'opera tarda e più volte rielaborata (410-426) di S. Agostino si compie l'apologia del Cristianesimo. Più che una filosofia della storia, una metafisica della società. Il male non appartiene a Dio ma agli uomini (periodo del saccheggio di Roma da parte dei Vandali di Alarico). Non il caso epicureo o il fato stoico bensì la Provvidenza divina governa il mondo. Le due città sono originate dalla caduta degli angeli ribelli (per cui dall'originale e unica "Città di Dio" costituita dagli angeli, si forma la "Città dei malvagi" costituita dagli angeli ribelli). All'interno del singolo individuo e della singola società interagiscono in tensione perenne le opposizioni tra umano e divino, tra prima volontà umana che tende alla felicità immediata, e volontà divina espressa attraverso la grazia redentrice che libera gratuitamente). Tenendo presente che le due città sono entità metafisiche coesistenti nella fase temporale-mondana, si può esemplificare il loro percorso/conflitto (dal punto di vista sociale più che dal punto di vista storico) con i seguenti temi posti da Agostino: |
La città terrena: dal basso in alto: le fatiche dell'uomo, le sue disgrazie, il giudizio particolare dell'anima [(miniature dal codice De Civitate Dei, XI sec. FI:Bibl.Medicea Laurenziana) - da DE BARTOLOMEO-MAGNI,Filosofia, BG:Atlas, tomo 0, 315]
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Città terrena | Città celeste |
carnale(il peccato originale di Adamo si traduce di padre in figlio) | spirituale | |
amor sui | amor Dei | |
finalizzata alla sequenza temporale (felicità transeunte) | vive sulla terra ma ha il suo fine nella felicità celeste |
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sorge con il fratricidio di Caino | inizia con il sacrificio di Abele | |
grandi monarchie di Babilonia e Assiria | generazioni bibliche (Abramo-Isacco-Giacobbe-Mosè Giudici-Noè) |
Il giudizio divino (nulla di sicuro sul tempo e modo del suo svolgersi) pur all'interno della predestinazione relativa alle due città, considerato il libero arbitrio del singolo, determina per ogni anima: | |
infelicità eterna | felicità eterna attraverso il risorgere ad una vita ideale |
Rispetto alla teologia cristiana, la "teologia naturale" presente nei precedenti filosofi mostra questi limiti:
Presocratici | non giungono a sondare l'immaterialità dell'essere e l'evento della creazione |
Platone | ignora il percorso dell'anima verso la redenzione |
Stoici | la razionalità umana non è sufficiente a porre ordine nella violenza mondana |
Neoplatonici | non riescono a conciliare la loro demonologia con l'onnipotenza e la perfezione dell'essere-Dio |
Tutto il vero della riflessione filosofica pre-cristiana si trova nel Cristianesimo. Sue fonti sono il Paolo della Epistola a i Romani, e l'Apocalisse di S.Giovanni nel commento di un solitario donatista, Ticonio.
Con le Confessioni aveva ridotto il dramma dell'individuo al dramma Dio-uomo. Con il De civitate Dei riduce il dramma della società al dramma Dio-uomini (Dio assedia tutti gli uomini con il suo amore, gli uomini fuggono Dio dietro i beni illusori, cadono di conseguenza in "salutari amarezze" che fanno riapparire la nostalgia di Dio).
Confuta la tesi del monaco irlandese contemporaneo Pelagio secondo la quale il peccato originale non si trasmette né annulla la libertà umana che non necessita della grazia per agire virtuosamente.Confuta inoltre la tesi del vescovo Donato (Cartagine, IV sec.) secondo il quale per chi non è perfetto cristiano (e in genere per chi non è coerente con i sacramenti) cade l'efficacia del battesimo e si ha l'esclusione dalla Chiesa.
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LAMB 1960 Harold Lamb, Theodora and the Emperor, (tr. it. dall' originale americano: Teodora, MI:Dall'Oglio, 1960)