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Gaetano Filangieri 

(Napoli 18 agosto 1752 - Vico Equense 21 giugno 1788)

Terzogenito del principe di Arianiello, a 19 anni scrive Pubblica e privata educazione (poi rifuso nella Legislazione). Avvocato nel 1774 per volere dei suoi, si dedica invece che alla professione allo studio della riduzione della legislazione ad unità di scienza normativa, previa stesura di Aforismi politici (da Plotone ad Aristotele in sostanza). Dei 7 libri progettati per la Scienza della legislazione (opera che attaccava dalle fondamenta i privilegi feudali dei baroni) uscirono nell'80 le norme generali, nell'83 il diritto e la procedura penale,  nell'85 il libro sull'Educazione. 
R. Morghen (inc.), Ritratto di Gaetano Filangieri, NA:Museo NAz. S. Martino

L'opera fu messa all'Indice nel 1784, ma Franklin gli chiese più volte consiglio per la Costituzione americana, Goethe lo ammirò e da lui apprese il pensiero di Giambattista Vico). Usciva postumo, nell'anno della sua morte, l'indice e una parte del quinto libro sulla Legislazione. Spariti durante i saccheggi del 1799 i manoscritti de Nuova scienza delle scienze e Istoria civile e universale perenne. Al di là dello stile "concionatorio"  (Fausto Nicolini, Enciclopedia Italiana, sub voce), è  pratico e rigoroso insieme nelle proposte di riforma (quasi tutte attuate durante  la repubblica francese e il periodo napoleonico specie per la procedura penale e per la riforma della istruzione pubblica all'interno di una visione platonica e rousseauiana). 

Il suo è un illuminismo giuridico che corrisponde solo formalmente alla vichiana visione razionalistica dei contemporanei Galiani e Cuoco. Infatti il suo astorico e ottimistico razionalismo, basato sul modello della monarchia illuminata- paternalistica, tiene presente il DOVER  ESSERE  ma trascura il vichiano "considerare gli uomini non quali dovrebbero essere ma quali realmente sono". Era convinto che la sola riforma della legislazione avrebbe portato alla "riforma" dell'umanità e all'instaurazione della felicità attraverso una "rivoluzione pacifica" guidata dal monarca. Benjamin Constant operò un largo commento alla vulgata francese  (1821) della "Scienza". 

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