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Pow-wow,
Mission, Canada. Foto di Alan Jay
- Direttore Generale delle Comunicazioni del Dipartimento Affari
Indiani, Vancouver, Canada.
" Fratelli miei, in questa terra bisogna che mai gli Indiani vengano
dimenticati. Parole della nostra lingua sono servite a dar nome
a moltissime cose belle che per sempre parleranno di noi. L'Ohio
riderà di noi, il Mississippi, padre di tutte le acque, riecheggerà
le nostre voci, il Seneca rifletterà la nostra immagine, il fertile
Michigan, il rapido Dakota, l'Illinois mormorante sussurreranno
i nostri nomi al sole che li bacia; il fragoroso Niagara, l'ampio
Iowa e il canoro Delaware ripeteranno senza posa il nostro canto
funebre. Potrete, voi e i vostri figli, ascoltare quelle eterne
canzoni senza che il vostro cuore si infranga? Una sola colpa avevamo:
quella di possedere una terra su cui l'uomo bianco aveva messo gli
occhi. Siamo andati via in direzione del sole che tramonta; abbiamo
lasciato la nostra terra all'uomo bianco… ". " … Una delle leggende
del mio popolo racconta di un capo che, alla testa dei resti della
sua gente, passò un grande fiume e, piantando il palo della sua
tenda sull'altra riva, mormorò " Alabama ", che nella nostra lingua
significa " Qui possiamo restare ". Quel capo non aveva previsto
il futuro. Vennero i bianchi ed egli e il suo popolo furono scacciati
e miseramente annegarono nel fango delle paludi. La parola che il
capo aveva pronunciato con triste accento divenne il nome di uno
Stato dei bianchi. Oggi non vi è luogo alcuno sotto le stelle che
dal cielo sorridono dove l'Indiano possa aiutare la sua tenda e
sospirare " Alabama ".
( William Harsha, Muskogee-Creek )
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