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IL LIBRO "I PELLEROSSA"

 

AFFAIRES INDIENNES
ET DU NORD CANADA
 
OFFICE OF NATIVE CLAIMS
    1360, 800 BURRARD STREET
    VANCOUVER, B.C.
    30 luglio 1984
 
 Cara Carla,

La completezza del tuo lavoro – studio più esperienza – mi impegna ad esprimerti l’affetto che il Popolo Indiano nutre nei tuoi confronti per le tue doti di sincerità e integrità morale.

Essi stessi mi hanno incaricato di esprimerti questi sentimenti, perché l’empatia e la fiducia che tu hai stabilito sono unici.
Sinceramente

Noel Bayliss ( Lulutahi )
Special Projects Officer
 
 

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Dedica del libro di Carla Fornasari a " Lulutahi ".  

Dedico a te, “ Lulutahi “, questa mia sofferta fatica, con tanto amore. A te, che sei il mio più caro e impareggiabile amico, fedele compagno mio e del popolo indiano. Devo a te l’importanza del ruolo che rivesto fra la mia gente pellerossa, perché tu mi consegnasti le chiavi per percorrere il mondo degli Indiani dando a me coraggio quando veniva meno.

Per sempre e con amore, “ walk in peace “ ( cammina in pace ).

CARLA FORNASARI ( RED EAGLE WOMAN )

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“ Le donne “
Tratto da “ I PELLEROSSA “ di Carla Fornasari REW
 
La donna ha un ruolo importante nella tribù ed è molto rispettata. Partecipa alle attività sociali ed anche ai concili tribali. Presso gli Irokesi alcune donne rivestivano anche un importante ruolo politico e sono chiamate “ Madre del clan “.Nel Nord, la donna si occupava dell’agricoltura e del raccolto ( dove veniva effettuato ), perché generalmente l’uomo era a caccia e spesso in guerra.Nel Sud Ovest, invece, l’uomo era agricoltore, mentre la donna si dedicava alla tessitura ( abiti, coperte, scialli ) e anche alla fabbricazione di vasellame.Pocahontas ( 1595-1617), figlia di Capo Powathan ( tribù  situata nella Virginia ), salvò la vita al Capitano John Smith, ed è una delle donne più ricordate nella storia.Ancora più importante di Pocahontas fù Sacajawea, Indiana Soshone vissuta alla fine del 18° secolo. Fece da interprete e guida nella spedizione di Lewis e Clark. Sacajawea guidò la spedizione fino all’Oceano Pacifico. Come sempre succedeva, tutto il successo di quella spedizione venne attribuito ai Bianchi, ma senza l’aiuto di quella donna Lewis e Clark quasi sicuramente non avrebbero potuto attraversare quei territori sconosciuti.Dopo il forzato smembramento che aveva visto il popolo nativo sul’orlo dell’annientamento, le donne per prime hanno dato un forte impulso alla rinascita dell’identità indiana, impegnandosi in molteattività sociali e politiche.Solo nel British Columbia ci sono 36 capi donne.

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“ Mia madre indiana Mildred Gottfriedson “
Tratto da “ I PELLEROSSA “ di Carla Fornasari REW

E’ con vero piacere che presento mia madre Indiana, donna di primo piano nel vasto British Columbia, non solo fra gli Indiani, ma anche fra i Bianchi che la rispettano e la stimano per il suo coraggio per la sua dedizione alla causa della rinascita della cultura Indiana in tutti i suoi aspetti.
Mia madre Indiana appartiene alla tribù Sushwap, Interior Salish, Canada e vive in Kamloops.
Nel 1964 vinse il premio “ Madre dell’Anno “ per il suo notevole coinvolgimento nelle attività comunitarie.
Allevò 12 dei suoi figli e prese cura di altri 13 adottandoli e dando loro la possibilità di crescere come parte integrante della famiglia. Sviluppò il suo lavoro principalmente con gruppi di donne e bambini Nativi, cercando di mantenere vivo il ripristino della cultura Indiana attraverso la lingua, l’artigianato, le danze e i canti tradizionali.Nel 1948 le condizioni di vita degli Indiani dell’interno del British Columbia si deterioravano sempre più a causa degli alloggi malsani.
Il sistema idraulico era pressochè inesistente e causava serie preoccupazioni fra le donne che dovevano accudire ai bisogni della casa e dei figli; creando così discontenti.
Gli Indiani erano abituati a vivere vicino ai fiumi o a corsi d’acqua e pertanto non conoscevano il disagio provocato dalla mancanza di tale servizio.Due anni più tardi cominciarono a prendere vita alcuni clubs chiamati “ Homemakers “ e le donne si dimostrarono più aggressive degli uomini nell’esprimere i bisogni delle loro comunità.
Mia madre Indiana si rese conto che la mancanza di attività nella riserva, specialmente per i giovani, rischiava di portarli al più totale annientamento culturale e fisico. Decise così di formare due clubs, uno per i più piccoli chiamato “ Poni Tail Club “ e l’altro per le ragazze “ Softball “.
Dopo queste positive esperienze ne creò uno per i giovani e finalmente uno per le donne.
Alla fine riuscì ad unirsi alla lega della città di Kamloops e i suoi giovani parteciparono a tutti gli eventi sportivi della città.Nel 1960 la discriminazione verso gli Indiani era sempre più evidente.
Poiché in alcuni ristoranti era proibito entrare, mia madre fondò un club chiamato “ Nika Nika “ che in lingua Indiana vuol dire “ tu ed io “. Questa organizzazione era formata da Indiani e non Indiani e coinvolgeva avvocati, dottori, R.C.M.P. ( reparti di polizia ) e tanta altra gente. Uno dei più importanti fondatori fù Len Marchand che in quel tempo era deputato al parlamento federale.
Si occuparono di molte cause, ma principalmente della disoccupazione che era causata soprattutto dalla discriminazione razziale e tutt’ora è una grave piaga nelle comunità Indiane.
Fu proprio durante questi anni di incessante attività che mia madre venne eletta “  Buona Cittadina di Kamloops e Distretto “ e “ Madre dell’Anno “ della provincia; partecipò al concorso per estendere il suo lavoro a livello nazionale.Negli anni seguenti fu membro del “ North America Indian Brotherhood “, una organizzazione che includeva uomini e donne. Il lavoro concerneva soprattutto le questioni dei diritti di proprietà delle terre, scuole integrate e il diritto di bere i liquori. In quel tempo infatti all’Indiano era era vietato bere bevande alcooliche e questo, anche se igienicamente poteva essere salutare, costituiva una grave discriminazione razziale.
Ogni individuo libero ha il diritto all’autodecisione. Lei ha sempre affermato che proibendo il bere si dava lo stimolo del proibito, senza considerare che all’inizio l’alcool era stato dato abbondantemente agli Indiani per facilitarne l’estinzione.

Venne creata più tardi una Società delle Donne Native del British Columbia. Ancora una volta le donne si dimostrarono molto attive e agguerrite nel presentare i loro punti di vista e le loro rivendicazioni alle agenzie governative.Da quel momento il suo coinvolgimento come Membro della Commissione Nazionale di Cultura Indiana la costrinse a molti viaggi fuori provincia trattenendola lontana da casa per lunghi periodi.
Questo le diede una visione ampia e chiara di ciò che gli altri popoli Nativi stavano facendo.Ritornata a Kamloops si dedicò ai molti e pressanti problemi della riserva. Cominciò a fare programmi per formare assistenti sociali, aiuto insegnanti, personale sanitario nell’ambito della comunità Indiana.
Incitò le donne ad essere particolarmente preparate negli affari amministrativi delle diverse tribù Indiane.
Tutto questo gigantesco lavoro la portò ad essere Presidentessa delle Donne Native del British Columbia, carica riconosciuta a livello governativo. Lei ha seminato nei nostri cuori il coraggio, la perseveranza, la pazienza, e un unico grande obbiettivo, la rinascita di una Nazione Indiana. Siamo in molti decisi a raggiungere tale obbiettivo. Ora mia madre ha 75 anni ed è malata; pur non riuscendo più a seguirci come un tempo, il suo esempio e il suo coraggio hanno illuminato i nostri cuori ed i nostri sentieri.

Grazie madre.

 

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