..Approfondimenti |
Pagina iniziale | Europa apparente | Europa reale | Europa futuribile | Approfondimenti | Segnalibri | Mappa sito |
IL MINIMO
POLITICO-ISTITUZIONALE
E LA COSTITUZIONE FEDERALE EUROPEA
1. L'iniziativa sul futuro dell'Unione è stata decisamente
assunta da Francia e Germania. La Germania, prima con il Ministro
degli Esteri Fischer e poi, con maggiore precisione su alcuni
aspetti istituzionali, con il Cancelliere Schröder, ha proposto
una Costituzione che istituisca una Federazione europea, con un
sistema bicamerale e un governo federale. La Francia, come hanno
affermato sia il Presidente Chirac sia il Primo Ministro Jospin,
sostiene l¹obiettivo di una Costituzione europea. Ma Jospin ha
respinto decisamente la proposta di Schröder di un governo
federale di tipo tedesco o statunitense: la Francia non accetta
di svolgere in Europa il ruolo "dei Länder tedeschi o degli
Stati federati americani". Jospin è invece d'accordo sul
fatto che si debba istituire "un governo economico della
zona dell'euro". Il disaccordo tra Francia e Germania
riguarda dunque la forma e le competenze dell'esecutivo europeo.
E' pertanto necessario esplorare se, entro i limiti fissati dal
dibattito franco-tedesco, esiste la possibilità di costruire la
Federazione europea.
2. E' vero che la Federazione europea non deve necessariamente
rappresentare una replica del modello tedesco o di qualsiasi
altra federazione esistente. Per questo il dibattito sulle
istituzioni federali è difficile. Esistono problemi di
architettura istituzionale e problemi di competenze. Vanno tenuti
distinti. La Francia esita ad accettare pienamente il modello
federale di tipo tedesco per non rinunciare alla sovranità
nazionale sulla "force de frappe". Su questa questione
non esistono significative differenze tra le maggiori forze
politiche francesi. Nel progetto di Costituzione europea Juppé-Toubon
(che può essere considerato come una manifestazione d'intenti
sia di Chirac sia del movimento gollista) la politica estera
resta intergovernativa. Lo stesso orientamento compare nelle
proposte di Jospin ed è stato ribadito dal Ministro degli Esteri
Védrine. Anche la forza più federalista della Francia, l'UDF di
François Bayrou, ha presentato una bozza di Costituzione europea in cui la politica estera e della sicurezza compare tra
"le
competenze condivise".
Occorre dunque prendere atto che, nonostante l'avanzato stato di
costruzione di una forza di rapido intervento al livello europeo,
cui la Francia ha dato un impulso determinante, i tempi non sono
maturi per il trasferimento della sovranità sulle forze militari
dagli Stati nazionali all'Unione. Questa situazione non
rappresenta, tuttavia, un ostacolo insormontabile nella lotta per
una Costituzione che istituisca un governo federale.
3. Un governo federale dell'Unione economico-monetaria è
possibile: questo è il compromesso sul quale possono convergere
Francia e Germania. Nel discorso di Jospin sono già contenute
alcune proposte decisive per far assumere alla Commissione
europea il ruolo di governo politico dell'Unione. Il Presidente
della Commissione, secondo Jospin, dovrebbe venir designato dalla
coalizione politica che uscirà vittoriosa dalle elezioni europee.
In questo modo i partiti europei saranno costretti a impegnarsi a
fondo nella campagna elettorale: dovranno presentare agli
elettori programmi di governo convincenti. Inoltre, dovranno
sostenere con maggioranze parlamentari la Commissione nel corso
della legislatura, affinché il loro programma possa venir
attuato. In caso di crisi politica, Jospin propone che il
Consiglio europeo (che in tal caso svolgerebbe una funzione di
presidenza collegiale dell'Unione) possa sciogliere il Parlamento.
Si tratta della normale procedura democratica che caratterizza
tutti i governi parlamentari e che consente di ridare la parola
agli elettori quando non è più possibile ristabilire un
circuito di fiducia tra parlamento e governo.
Jospin è meno chiaro sui poteri del Parlamento europeo. Ma in
proposito va osservato che nel dibattito sul futuro dell'Unione
il Parlamento europeo ha cominciato ad esprimersi rivendicando
una Costituzione europea e il potere di codecisione su tutte le
questioni sulle quali nel Consiglio si vota a maggioranza. E
poiché, sulla politica estera e della sicurezza gli Stati
pretendono di mantenere in vita il sistema intergovernativo, si
sta delineando una netta linea di demarcazione tra competenze
federali e competenze confederali. Il residuo confederale va
limitato alle questioni di politica estera e di sicurezza. Ogni
competenza restante deve cadere sotto il dominio della democrazia
federale.
4. E' implicito nelle conclusioni precedenti che anche la
fiscalità debba essere inclusa nel contesto della democrazia
federale europea. E', in effetti, in questa prospettiva che
assume particolare rilievo la proposta, originariamente formulata
dal Cancelliere Schröder, che il Parlamento europeo diventi
sovrano in materia di fiscalità europea. Questa proposta è
stata ripresa dal Presidente della Commissione Prodi e dal Primo
Ministro belga Verhofstadt. La creazione di un sistema fiscale
europeo consentirà al governo federale - nella misura in cui i
cittadini europei lo vorranno - di affrontare le maggiori sfide
dell'Unione. E', infine, ovvio che solo una Costituzione europea
può legittimare, nei confronti dei cittadini europei, il
prelievo di una imposta europea (diretta o indiretta).
5. Resta ora da chiarire se una Costituzione (che istituisca il
governo federale dell'Unione economica e monetaria, ma contempli
un residuo confederale nella politica estera e della sicurezza)
possa essere definita come federale. Il problema non è giuridico,
ma politico. La Costituzione sarà federale se il residuo
confederale potrà, in un lasso di tempo ragionevole, venir
eliminato. Valgono in proposito tre osservazioni: a) l'istituzione
di un governo federale consentirà lo sviluppo di una reale vita
politica europea, grazie alla partecipazione dei cittadini al
dibattito europeo non solo in occasione della campagna elettorale,
ma anche nel corso della legislatura, perché nel Parlamento
europeo si attiverà la tradizionale dinamica tra maggioranza e
opposizione; b) il governo federale europeo, di fatto, finirà
per agire ampiamente anche sul terreno della politica estera,
perché rappresenterà l'Unione in alcuni organismi
internazionali (WTO, FMI, ecc.); promuoverà la cooperazione tra
l'Europa e il resto del mondo; difenderà gli interessi economico-politici
dell'Unione nei confronti delle altre potenze mondiali. E'
inoltre impensabile che l'impiego della forza di rapido
intervento possa avvenire senza il consenso del governo europeo e
del Parlamento europeo; c) infine, lo sviluppo delle tecnologie
militari anti-missili, come dimostra il dibattito avviato dall'amministrazione
Bush, renderà sempre più obsoleta la "force de frappe".
La Francia ha già riconosciuto che solo al livello europeo è
possibile lo sviluppo di efficaci sistemi satellitari di
avvistamento rapido. I sistemi nazionali di difesa sono dunque
destinati ad una inesorabile eclissi.
In conclusione, si può sostenere che, una volta istituito il
governo federale europeo, il residuo confederale dell'Unione
possa venir eroso, sino alla sua totale scomparsa di fatto e di
diritto.
6. Con una Costituzione che istituisca il governo federale dell¹Unione
economico-monetaria il processo di unificazione europea entrerà
in una nuova fase: quella del gradualismo dentro la Costituzione.
Sino a che il residuo confederale non verrà eliminato, l¹Unione
europea non sarà in grado di agire con efficacia sulla scena
mondiale e sopravviverà un deficit democratico. Tuttavia, la
natura del processo di unificazione europea muterà radicalmente.
Le forze favorevoli all¹eliminazione del residuo confederale
potranno sfruttare procedure democratiche e un quadro politico
europeo inesistenti nella fase pre-costituzionale di unificazione.
7. Un ultimo avvertimento tattico. Nella lotta costituente, i
federalisti devono essere consapevoli che i confederalisti, anche
nel caso in cui siano costretti ad accettare la trasformazione
dei Trattati in Costituzione, faranno il possibile per spostare
la linea di divisione delle competenze a loro vantaggio. I
confederalisti faranno valere l¹argomento che per gestire con
efficacia la politica estera e della sicurezza, con l¹impiego
della forza europea di rapido intervento, è necessario
rafforzare il Consiglio dei Ministri, che deve conservare
ovviamente una funzione esecutiva. Tuttavia, chi difende la
funzione esecutiva del Consiglio dei Ministri rivendica
coerentemente anche maggiori poteri, al di là della politica
estera e della sicurezza, come quelli relativi alla fiscalità.
Si ridurrebbero così in modo consistente i poteri del governo
federale, si offuscherebbe la linea di divisione tra competenze
federali e confederali e si porrebbe il Consiglio dei Ministri in
costante competizione con il governo federale. L¹obiettivo
cruciale dei federalisti deve dunque consistere nel circoscrivere
il residuo confederale alla sola politica estera e della
sicurezza.
Pagina iniziale - Europa apparente - Europa reale - Europa futuribile - Segnalibri - Mappa sito