Antonio Montanari

Galeotto di Pietramala, cardinale francescano.

Notizie su Tommaso da Frignano

Dalla voce «FRIGNANI, Tommaso», di Hélène Angiolini, Dizionario Biografico degli Italiani, 50 (1998).
«Nel 1360 ricoprì, dopo essere stato uno dei nove riformatori dello Studium teologico di Bologna, l'incarico di professore presso lo stesso ateneo; del suo breve periodo d'insegnamento ci sono rimasti manoscritti, commentari teologici e un breve trattato intitolato De providentia. Il suo ruolo di ministro generale lo portò a intervenire in diverse questioni interne all'Ordine: così, nel 1363, sollecitò, presso il cardinale legato Egidio Albornoz, un intervento più severo per reprimere un abuso disciplinare nel monastero delle clarisse di S. Guglielmo di Ferrara. I legami intercorsi tra il F. e il cardinale Albornoz dovettero essere molto cordiali e amichevoli se un anno più tardi, in occasione della stesura del testamento rogato in Assisi il 29 sett. 1364, il F. fu nominato dall'Albornoz suo esecutore testamentario. L'incarico di ministro provinciale fu ricoperto dal F. fino al capitolo generale di Assisi del 1367 quando, il 6 giugno, venne eletto all'unanimità ministro generale dell'Ordine, quale successore di Marco da Viterbo; la sua nomina suscitò però, stando alla storiografia minoritica, l'invidia di Tommaso Racani di Amelia, ministro della provincia umbra.»
Successivamente, F. fu accusato di sostenere l'eresia dei "fraticeli": «Verso la fine dell'anno papa Urbano V lo sospese dalla carica e dalle funzioni di ministro generale».
Fu appoggiato da «alcune delle maggiori personalità laiche ed ecclesiastiche del tempo», fra cui Petrarca e Pierre Roger di Beaufort, il futuro Gregorio XI, e Nicolas de Cabasolle, divenuto nel giugno 1369 cardinale protettore dell'Ordine francescano.
Nel giugno del 1370, F. nel corso del capitolo generale dell'Ordine fu riconosciuto innocente e reintegrato nella sua carica di ministro generale.
Nominato Cardinale nel 1378, egli svolse presso la Curia romana «l'incarico di cancelliere e di inquisitore nei confronti dei fautori dell'antipapa».
Nel «Martirologio Franciscano» del padre Arturo de Muster, agostiniano recoleto francese, impresso in Modona l'ann. 1679, espressamente si dà a Tommaso il titolo di «Beato».
Ne scrisse la vita Giambattista Tondini , professore di Eloquenza in Macerata: «Delle memorie istoriche concernenti la vita del Cardinal Tommaso da Frignano: libri due», Luigi Chiappini, e Antonio Cortesi, Macerata 1782, pp. 48.



Immagine da P. Ridolfi, "Historiarum seraphicae religionis libri tres", Venezia 1586, p. 222.



Il ritratto è ripreso da Lodovico Vedriani, «Catalogo de Vescovi Modonesi», Soliani, Modena 1669, p. 76.



Qui, pp. 76-77, si narra, fonte Luca Vadingo, della sospensione di Tommaso da Frignano dal Generalato per aver tentato di riformare i costumi di certi confratelli che gli si ribellarono: poi in San Pietro, presenti tre Cardinali, molti Privati, moltissimi Religiosi e «numerosissimo popolo Romano» fu «approvata la sua innocenza, la bontà della sua vita, et il suo Religioso zelo», e furono «scoperte le false imputationi inventate da suoi avversarij», e «fu restituito con ogni onore, et applauso alla primiera Dignità».



Immagine ripresa dal testo di Antonio di Paolo Masini, "Bologna perlustrata", Benacci, Bologna 1666, p. 80. Qui lo si dice «d'origine Bolognese».

Questa pagina rimanda alla precedente che si ripropone di seguito.

Carriere francescane in famiglia.

Quando il «protonotario Apostolico» Galeotto Tarlati di Pietramala nel settembre 1378 è creato Cardinale diacono da Urbano VI, tra i suoi colleghi c'è Tomaso Frignano da Modena, Dottore del Collegio di Bologna, XXII Ministro generale dell'Ordine dei Minori Conventuali eletto il 6 giugno 1367, dopo esser stato Custode del convento di San Francesco di Modena (1349), Ministro provinciale dell'Ordine per l'Emilia Romagna (1352) e Patriarca di Grado (1372).
La sua presenza nel territorio emiliano-romagnolo dal 1352 al 1372, può suggerire l'ipotesi che sia stato affidato a lui l'incarico di collocare il giovanissimo Galeotto Tarlati di Pietramala in qualche convento toscano.
Ad Arezzo ci indirizza una notizia relativa alla chiesa di Sant'Agostino, ricostruita verso la metà del Trecento per volontà dei Tarlati (come si legge in M. G. Paolini, «Arezzo», Enciclopedia dell'Arte medievale).
Ed il nostro Galeotto potrebbe esser stato ospitato proprio nel Convento di Arezzo "dentro le mura", eretto sul finire del XIII sec., con la chiesa terminata nel 1337, anche grazie al contributo degli stessi Tarlati.
Circa Tomaso Frignano una fonte del 1679, il «Martyrologium Franciscanum» del Padre Arturo Du Monstier (1586-1662), Parisiis 1638, gli attribuisce il titolo di Beato (p. 431).
Giuseppe Billanovich chiama Tomaso Frignano «il dotto francescano caro al Petrarca» («Petrarca letterato, I. Lo scrittoio del Petrarca», Roma 1947, p. 210).
Una delle epistole «Seniles» del Petrarca (libro XI, n. XII) è indirizzata da Padova al Papa Urbano V, per raccomandargli «la causa del Padre Tommaso da Frignano Generale de' frati minori» (1 gennaio 1363).
Oltre a questo contesto religioso, per la biografia del nostro Galeotto di Pietramala occorre considerare in breve anche quello famigliare, con particolare riferimento ad un vescovo vivente, Leale Malatesti, cugino di sua madre Rengarda, e ad uno defunto, Guido (+1327) cugino del nonno paterno di Galeotto.
Leale fu dapprima Vescovo di Pesaro e poi di Rimini (1374-1400). Egli ebbe un fratello frate.



A Rimini Masio Tarlati di Pietramala trova occupazione e moglie: Rengarda Malatesti, figlia di Galeotto I, il cui fratello Malatesta Antico Guastafamiglia ha un figlio «spurio», Leale, che diventa Vescovo di Pesaro (1370-1374) e poi di Rimini sino al 1400.
Proprio dal 1374 è vescovo di Rimini Leale Malatesti, provenendo da Pesaro dov'era giunto nel 1370. A Leale Malatesti potrebbe esser stato affidato il giovane Galeotto, nato nel 1356, per avviarlo ad una carriera religiosa.
Leale è generato da una non meglio precisata Giovanna, il cui nome è fatto da Leale nel proprio testamento. Leale, che ha pure un fratello frate, è legittimato da Papa Urbano II nel 1363. Si ha motivo di credere che Leale sia stato un frate francescano (volle infatti essere sepolto nella chiesa riminese di San Francesco), nato attorno al 1320, e non prima.

In famiglia, due discepoli di San Francesco, poi Beati.

Nella pagina Istruzioni per l'uso si trova la genealogia del Cardinal Galeotto.

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