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paese del "Cristo" ]
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Poesia Segnalata
come "meritevole di pubblicazione"
Nata di lunedì l’idea di precipitare verso un altro sole.
Prendermi il cielo che mi basta, per quel poco che serve a volare dentro un sogno vestito d’alba e di prima luce (dove grilli cantano ancora intermittenti sopra la frangia del penultimo sonno). Prendermi la giusta aria, il giusto profumo del nuovo mattino. Presto. Prima di arrotolarmi nel solito vestiario quotidiano.
L’oriente è gia tardi, comincia a rovesciare luce Sulle ombre lunghe dei dormienti. Ma basta: avrò di che vivere avventure sul bordo sbiadito di questo mattino già così aspro, così ruvido, imbevuto di caffellatte e biscuits. Giorno di morte? Proprio questo sarà? O di riscossa?… Dunque, non ti basta il domicilio, hai proprio desiderio d’una tua itaca? Cercatore incontentabile, indeciso, alla fine di questo sgonfio mare incontrerai forse altre indie, altri eldoradi? Ma no, forse altre terre, diverse da questo condominio più volte usato, prosciugato, privo d’aria. Ma sempre terre di questo mondo, fatto d’atomi e di trapassi. Dunque: rimani.
Anima mia, non sconsolarti dell’aggrovigliato rimescolio d’albe e di tramonti, non sognare questo mattino d’altre utopie, non partire all’incontrario!
L’oriente è già tardi, mio caro! È inutile precipitarti. Non troverai che rimedi di luce artificiale: il solito lume sul comodino per capire bene che è l’ora: partire ancora nel giorno ennesimo, vestita l’anima d’un abito banale preso così, en passant, giù al mercatino rionale.
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