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ANALOGIE E DIFFERENZE FRA CRISTIANESIMO E ISLAM
Appunti dopo l'attacco agli USA
1) Ogni volta che parliamo o soltanto
pensiamo noi ragioniamo su un "modello" del reale,
semplificato, più o meno aderente. A volte, per focalizzare un'idea-forza,
un concetto saliente, rischiamo che il "modello" sia
caricaturale. E' difficile, poi, mettere tutto in poche parole.
Perciò è quasi inevitabile che ogni ragionamento, anche il più
assennato, mostri il fianco alla possibilità di essere
contraddetto, o anche "smontato". [Non per nulla il
mestiere dell'avvocato è tra i più diffusi e remunerati].
Questo valga a premessa di quel che sto per dire.
2) E' semplicistico sia unificare l'islam ortodosso con l'effettivo
comportamento ... "islamico" (islam significa fede
pura, fede e basta, fede cieca); ed è anche semplicistico
distinguere tra i criminali terroristi e lo sfondo culturale
islamico che sta loro dietro.
3). Resta il fatto che il cristianesimo è l'unica religione follemente
non del "mondo".
Agli occhi del mondo "la nostra fede è follia, perché
predichiamo un crocifisso" (S.Paolo). Non esiste nulla di
simile in tutta la storia.
Il fondamentalismo cristiano inizia dopo Costantino, è certo
solo con Teodosio. Gesù, dopo aver consigliato di offrire l'altra
guancia, dopo aver detto "gioite quando vi perseguiteranno
per causa mia dicendo di voi ogni male", si lascia catturare,
dice a Pietro di riporre la spada, precisa a Pilato che è sì re,
ma che il suo regno non è di questo mondo. In croce chiede a Dio
di perdonare i suoi crocifissori perché non hanno chiara
coscienza di quel che fanno.
Solo il confucianesimo ha una morale "altruista" simile
al cristianesimo: e tuttavia non pone la centralità della morale
nel perdono. Non esiste religione tranne il cristianesimo che,
appunto, ponga il perdono al centro della morale.
Il Corano è all'opposto del vangelo. La
maledizione di Dio per i nemici è straripetuta. E' compito del
fedele odiare gli infedeli. Tutt'al più non infierire su chi è
già sconfitto. Cosa ben diversa dall'agnello sacrificale che
prende su di sé il male del mondo.
Sì, l'individuo è anche chiamato a soccombere: ma per la
vittoria dell'Islam, per vincere in terra, per vincere "in
questo mondo" i nemici di Dio.
Il cristiano invece è chiamato a soccombere
per "mitezza", per non resistere alla violenza, per
colmo del perdono di chi lo offende, per rimettere solo al Padre
il giudizio in quanto solo al Padre comune spetta dirimere
le controversie tra fratelli e fare giustizia.
Maometto è sì il profeta (=che parla per
conto di Dio): ma anche il primo "re di questo mondo",
che cerca ed ottiene il potere guidando militarmente i seguaci a
sconfiggere gli infedeli.
Leggiamo le parti storiche della Bibbia. Le
radici dell'Islam sono lì. (Sansone, proto-kamikaze: "Muoia
Sansone con tutti i Filistei". E l'eroina perfetta: Giuditta,
che si prostituisce spontaneamente al re per poi scannarlo. E l'altra
donna che ospita nella sua tenda il re nemico in fuga, finge di
soccorrerlo, lo ubriaca, mentre dorme gli pianta un
picchetto nella tempia e poi corre fuori a festeggiare con le
vicine ghignando: La moglie e i figli son là ad aspettarlo e non
sanno che gli ho piantato il picchetto nella tempia! Ecco: nella
bibbia c'è il gusto di assaporare il male del nemico dopo il
successo della vendetta. Uno dei salmi più belli termina con l'invettiva
a Babilonia: «Beato chi afferra i tuoi bambini e li sfracassa
contro la roccia». Tutto al contrario del messaggio evangelico.
Ma poi i cristiani hanno cambiato stile. E ci sono le crociate e
c'è un sant'uomo come "Pier l'eremita" che grida (profetizza)
"Dio lo vuole!". E ci sono i cavalieri Templari (in
verità più inclini all'abnegazione di sé che al soffocare il
nemico), i domenicani, i gesuiti, e San Roberto Bellarmino (doctor
Ecclaesiae, quello che inquisì Galileo). Non
confondiamo i "dritti" in ogni religione il potere
religioso finisce col confondersi con quello temporale... Paris
vaut bien une messe con i fanatici che si reputano
ortodossi in buona fede, di cui la storia "cristiana"
è zeppa. E ci sono quei vescovi tedeschi che non trovano miglior
luogo per rendere l'anima a Dio del campo di battaglia (emblematica
follia, dice Erasmo da Rotterdam). Ma ancora in nessuna
religione, tranne il cristianesimo, ci sono i Francesco d'Assisi,
o i Camillo de Lellis, o i Vincenzo de Paolis.
Insomma: il clou della autentica dottrina morale del
cristianesimo è l'esatto opposto del clou della dottrina
islamica, la quale è l'esasperazione delle dottrine di molte
religioni, a partire da quella giudaica).
4) Il medio evo è spesso presentato come l'epoca di massimo
cristianesimo. Ma, come osserva B. Russel, non si spiega senza l'impatto
sulla latinità cristiana del barbarismo germanico.
[Un principe tedesco dice Russel è sì tanto cristiano da
fare in ginocchio nella neve la penitenza impartitagli dal
ministro di Dio; ma se si infuria non indugia a sbudellare l'avversario,
foss'anche un vescovo]. Il duello è una delle più chiare
manifestazioni del tralignamento dal cristianesimo autentico. Un'altra
è la "prova di Dio" del rogo. La
lontananza della civiltà europea medievale dal vero
cristianesimo risalta nel primato della "confessione
religiosa" sulla "morale", come palesa la frase
evangelica «Non chi dice "Signore, Signore", ma chi fa
la volontà del Padre...». La sostanza del cristianesimo non è
nella professione di fede ma nella prassi morale. Dunque il medio
evo può esser visto come l'epoca del maggior tradimento del
cristianesimo.
Invece nell'Islam, come dice proprio la parola, il primato sta
nella confessione della fede e la morale non conta in sé ma solo
se è asservita alla fede.
5) Il prendere piede della riforma luterana, la "guerra dei
trent'anni", la stessa Vandea non si spiegano con il
solo principio della strumentalizzazione politica della religione
("oppio del popolo"). Cause concorrenti e anche
dominanti sono la propensione alla conservazione di ciò che -a
torto o a ragione- è diventato cultura endemica. Per carità:
viva la tolleranza, la convivenza pacifica ... Ma questi valori
sono riconosciuti ora perché sono essi che sono divenuti cultura
endemica: e il diventarlo è costato non solo fiumi di sangue ma
anche, da parte dei più convinti ed onesti "ortodossi",
la sensazione di apocalisse, la frustrazione totale e
la disperazione.
6) Avere il coraggio di analizzare le cose come sono (compreso il
riconoscere che la stessa costituzione israeliana è un tantino...
discriminatoria e razzista) non significa demonizzare la civiltà
islamica (e tanto meno Israele e il sionismo). Significa, invece,
constatare quanto bisogno c'è di presenza (a cominciare da
quella politica) di Europa e di civiltà europea (come è adesso,
mica invocando l'unità cristiana medievale!). E non
dimentichiamo che solo 55 anni fa i nazisti avevano la fibbia
della cintura con la scritta "Gott mit uns" e ragazzi
dell'Azione Cattolica del tutto ignari di politica andavano in
chiesa col distintivo "Dio stramaledica gli inglesi"
solamente perché era di moda.
Gli uomini di più di mezzo mondo sono in ritardo con la civiltà.
Più in fretta facciamo loro conoscere la nostra civiltà,
li portiamo a mangiare abbastanza e ad aver sufficiente
tempo libero per riflettere e ragionare, meglio sarà per loro,
per noi e per il mondo intero. La democrazia e la tolleranza non
nascono, di colpo e per miracolo, perfette come
Minerva dalla testa di Giove.
Né il modo migliore di avvicinarli alla civiltà della democrazia laica e della tolleranza è quello di bombardarne le città allo scopo di punire la cattiveria dei governanti sterminando un po' di poveracci innocenti ed innocui.
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