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1. Lo spazio scenico
2. Macchine teatrali del teatro greco
3. Temi della letteratura drammatica
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Romano
1. Storia della messa in scena e organizzazione degli spettacoli
2. Le origini
3. Il Teatro Marcello
4. Il Colosseo
5. Gli spazi scenici
6. I romani a teatro
7. Confronto fra gli ordini architettonici greci e romani

Medioevo e sacra rappresentazione

Rinascimento
1. Teatri di corte e scena dipinta
2. La scena mutevole
3. Il Rinascimento in Europa
Inghilterra
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Barocco
1. La scaena ductilis
2. L'edificio teatrale nell'et� barocca

Neoclassicismo, Romanticismo
1. I teatri meccanici
2. Stanislavskij e la crisi del realismo

Il Novecento
1. I pionieri Appia e Craig
2. Le avanguardie artistiche e gli sviluppi sull'edificio teatrale

cinema
Considerazioni sulla scenografia

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Neoclassicismo, Romanticismo


Pianta del Teatro La Scala di Milano, progetto di G. Piermarini (1778)

Negli ultimi anni del Settecento, in Inghilterra, in teatro si cominci� ad elaborare scenografie e costumi che fedele ricostruzione storica per drammi ambientati, ad esempio, nell'epoca classica e ci fu, quindi, un impulso verso il realismo storico.
Gi� nel 1725 Aron Hill aveva suggerito, per un dramma su Enrico V, che i costumi indossati dagli attori fossero simili a quelli indossati realmente sotto quel re. Anche nella prefazione il Cesare di Antonio Conti (1726) la proposta di allestimento andava in questo senso. Il passo successivo coinvolse, oltre i costumi, anche la scena e fu definitivamente compiuto da William Capon sul finire del secolo, nei bozzetti da lui eseguiti si nota una vera e propria ricerca storica, meticolosa, sugli edifici del passato e quando doveva disegnare una scena composita di strada, gli edifici riproducevano esattamente case elisabettiane esistenti.Lo stadio successivo fu il raggiungimento, nel 1823, quando J.R.Planch�, entusiasta amante dell'antichit�, oltre che drammaturgo infaticabile, ottenne da J.P. Kemble l'incarico di disegnare i costumi per la nuova messa in scena di King John di Shakespeare. Con la collaborazione di numerosi studiosi e confortato da una ricerca accurata condotta su manoscritti miniati, Planch� allest� quella che, senza dubbio fu la prima messa in scena completamente "storica" del dramma di Shakespeare, perch� prest� attenzione non soltanto al costume del protagonista, ma anche a quello delle comparse meno importanti.
Da allora in poi , nei programmi delle riprese dei drammi shakespeariani � scritto che gli interpreti indossano fedeli e autentici abiti dell'epoca, e nei cartelloni risultano debitamente citate le varie autorit�. Accanto all'accentuazione realistica nel porre attenzione alle scene e ai costumi, si fa strada un'attenzione anche ai rumori e agli effetti paesaggistici. Questi effetti realistici servirono anche per gli spettacoli fantastici, molto popolari in tutt'Europa: dalle f�eries francesi, alle extravaganzas inglesi, l'attenzione consisteva nell'applicare metodi realistici a fantasticherie bizzarre. Si introducono a questo scopo anche oggetti d'uso comune come vetture, carri, lampioni stradali, animali come galline ed oche vive. Al posto di un interno reso per mezzo di quinte "prospettiche" si preferivano interni di camere con maniglie vere e veri soffitti poggiavano sulle pareti delle stanze. Nella maggior parte dei Paesi la passione per il reale e il verosimile prendeva il posto del gusto per lo spettacolo grandioso e ci� condusse ad un genere nuovo di realismo che, non soltanto cercava di imitare il reale, ma che mirava anche a ritrarre il sordido. Molti uomini di teatro giunsero a posizioni in cui il termine "realismo" aveva perduto molto dei suo originale riferimento alla scena ed era invece inteso in senso ideologico.
Ci� era stato possibile solo dopo un'invenzione sostanziale: gi� nel Rinascimento si poneva molta attenzione all'illuminazione, effettuata attraverso l'uso di candele, lampade e l'interposizione di vetri variamente colorati per gli effetti spettacolari.
Le lampade erano poste sulla ribalta o a file, dietro le quinte laterali, ma la loro regolazione era piuttosto difficoltosa. Quando giunse l'ora della scena di camera, ci si accorse che l'illuminazione doveva poter essere regolata solo all'esterno della scena stessa.
L'innovazione pi� caratteristica del teatro dell'Ottocento fu l'introduzione di un nuovo sistema di illuminazione, prodotta prima a gas, introdotta all'Op�ra di Parigi nel 1822, e adottata da tutti i teatri europei verso il 1850. Poi venne l'utilizzazione delle luci della ribalta e, nella seconda met� del secolo, l'adozione dell'illuminazione elettrica consent� la maggior duttilit� di utilizzo.
Con il rinnovarsi della tradizionale illuminotecnica, ci si accorse immediatamente dell'inadeguatezza del precedente modo di costruire le scene (scenosintesi completamente dipinta su quinte piatte) e si dovette, in questo campo, cominciare daccapo, con scene con un minimo di rilievo. Un'altra conseguenza di questa innovazione fu l'introduzione del golfo mistico. Nel 1802 Franz Ludwing Catel pubblicava uno studio intitolato Vorschlaghe zur Verbesserung der Schauspielhauser, che offriva suggerimenti per migliorare la progettazione dei teatri contestando il modello barocco, troppo profondo, e le quinte piatte. Sosteneva la necessit� di scene il pi� possibile "plastiche", in tal modo la forma ad anfiteatro tornava ad essere attuale. Karl Friedrich Schinkel (1781-1841) sostenitore di queste tesi riusc� a far realizzare alcune sue idee nella ricostruzione del Neues Schauspielhaus di Berlino; contrario all'illusionismo barocco (in quanto neoclassicista) fece costruire la sala per il pubblico a forma di anfiteatro e abol� le quinte a favore di un unico sfondo dipinto, distante dagli attori, in modo da non far entrare in contatto l'elemento tridimensionale con quello bidimensionale. L'allievo di Schinkel fu Gottfried Semper, autore di numerosi studi che erano anche in rapporto con le idee filosofiche di Richard Wagner. Quando nel 1876 fu aperto il Festspielhaus a Bayreuth, l'architetto Oscar Bruckwald, basandosi sulle idee del Semper, abol� la fossa dell'orchestra e sistem� il pubblico ad anfiteatro senza suddivisioni marcate nelle varie classi sociali, Le idee di Wagner erano finalmente attuabili, poich� necessitavano di uno strumento di illuminazione perfettamente controllabile.
Con l'avvento dell'illuminazione a gas, in un primo tempo, ed elettrica, successivamente, estesa oltre che al palcoscenico, anche alla sala, che fino a quel momento era stata sempre illuminata quanto la scena, chiamando l'invenzione golfo mistico. Nacque cos� la vera sena a scatola ottica.
Accanto all'introduzione del cosiddetto golfo mistico si introdusse anche l'uso del sipario che, durante tutto il periodo barocco era tenuti fisso, poich� il Torelli desiderava che i cambiamenti di scena fossero tutti a vista, ma nell'Ottocento era abbassato alla fine degli atti o nelle scene, per favorire una lettura dell'opera a quadri che anticipa l'idea della quarta parete.

1. I teatri meccanici
L'introduzione delle scene plastiche comport� una serie di problemi leganti ai cambiamenti di scena che, con la scenosintesi barocca erano assicurati facilmente per mezzo di quinte su corsie ed argano centrale sotto il palco. Ci� non era possibile con la scenoplastica che comportava l'impiego di una grossa squadra di macchinisti che portassero via il pi� rapidamente possibile i pezzi che compongono la scena per collocarne altri.Si adott� anche l'espediente di un'azione scenica di copertura, svolta nella parte anteriore, davanti ad un telone, comportando interruzioni inopportune. Nel 1879, in America, Stele Mackaye presenta la domanda di brevetto per un palcoscenico doppio, che realizz� al Madison Square Theatre.
Trasfer� l'orchestra sopra e dietro l'arco di proscenio a vista e costitu� una piattaforma montacarichi, calando le scene tutte intere dall'alto. Mentre, nel 1896, Karl Lautenschlager, ispirato dal teatro kabuki giapponese, costru� una piattaforma girevole per il Teatro di Berlino: in essa, mentre gli spettatori assistevano allo spettacolo posto sulla prima met� della piattaforma, sulla seconda met� si allestiva la scena successiva. Il concetto di quarta parete � inerente alla filosofia teatrale di Wagner, ma a partire dalla seconda met� dell'Ottocento, il sipario e la cornice di proscenio erano divenuti elementi essenziali: con l'introduzione dell'oscuramento della sala, il mantenimento dell'arco scenico fu fondamentale, ma intorno al 1880, con le problematiche determinate dalle discussioni sulle necessarie norme antincendio, che si andavano ad elaborare in quegli anni, resero obbligatorio l'uso del sipario metallico tra palcoscenico e sala si costru� un solido muro per l'arco di proscenio, ma le nuove norme insistevano anche sulla solidit� dei teatri, avendo come conseguenza l'uso del cemento armato, che si impose fino ai giorni nostri.

2. Stanislavskij e la crisi del realismo
Pi� che in Francia, in Germania o in Inghilterra, nell'ultimo scorcio dell'Ottocento, il naturalismo doveva trovare un terreno singolarmente fertile in Russia.
In questi anni la vita teatrale moscovita si incentrava nel Malij Teatr, la cui produzione per� rientrava nella pi� piatta routine. Accanto ad esso, tuttavia, erano attivi presso l'Istituto Filarmonico, Vladimir Ivanovic Nemir�vic-Dancenko e la Societ� di Arte e Letteratura di Konstantin Stanislavskij. Dall'incontro di queste due personalit� nascer�, nel 1898 il Teatro dell'Artela cui attivit�, nel giro di pochi anni avrebbe inserito Mosca tra le maggiori capitali europee dello spettacolo. Il problema centrale per Stanislavskij, che aveva appreso da Tommaso Salvini i primi rudimenti di regia, consisteva nella necessit� di evitare che la recitazione dell'attore, sottoposta ad un lavoro di routine, finisse col cristallizzarsi in un clich� standardizzato. A tale scopo aveva messo a punto un sistema basato su una serie di esercizi psico-fisici mutuati dalla filosofia indiana ed in particolare dallo zen.
Il metodo, denominato da Stanivlaskij perezivanie ossia rinvivimento della parte, consentir� non di interpretare semplicemente la storia di un personaggio, ma di riviverla di sera in sera con la stessa carica psicologica. Stanivlaskij attribuisce alla sena una funzione strettamente utilitaristica, auspica l'avvento di un tipo di scenografia plastica meglio rispondente ai suoi principi: "datemi piuttosto una poltrona in stile, datemi una pietra su cui sedermi e sognare...questi oggetti che noi possiamo toccare e vedere sulla scena...sono molto pi� necessari ed importanti, sul palcoscenico, delle tele cariche di colore che non vediamo". Una delle innovazioni da lui introdotte fu quella del fondale nero di velluto "per nascondere la profondit� della scena e creare una nera superficie piana, monocolore, non a tre, a a due dimensioni, poich� il pavimento coperto di velluto, le quinte e gli archi cadenti, fatti dello stesso materiale si sarebbero fusi con il fondale di velluto nero; ed allora la profondit� della scena sarebbe scomparsa" ed ancora: "immaginatevi che su un'enorme foglio nero, quale appariva il boccascena dalla sala degli spettatori, fossero state tracciate delle linee bianche delimitanti in prospettiva i contorni della stanza e del suo arredamento, al di l� di queste linee si sente dovunque la spaventosa, infinita profondit�".
Nell'opera del maggiore esponente del naturalismo russo (Stanislavskij) si ritrovano alcuni presupposti della reazione antiverista: l'interesse si sposta dal testo poetico all'azione scenica e quindi alla persona fisica dell'attore, mentre la scenografia, sia pure senza rinunciare al figurativo, cosa che faranno invece Appia e Craig con un processo di astrazione quasi assolute, assume un carattere plastico. 
Quest'ansia di nuovo, congiunta ad una crisi pi� o meno evidente lo port� nella direzione ce, da un "realismo psicologico" si muove verso un decadente simbolismo.
Nell'ambito del teatro, pi� che in quello della letteratura drammatica furono importanti le innovazioni di Gordon Craig e Adolphe Appia.
Agli inizi del secolo gli scrittori, come Maurice Maetrlinck, cominciarono a proporre un neo-romanticismo pi� moderato: la loro critica non era rivolta contro il realismo in s�, ma tentavano di offrire una possibilit� di utilizzare drammaticamente un'emotivit� meno grossolana.
Anche nella ricerca di Craig possiamo individuare l'essenza della sua ricerca nella rivolta contro la falsit� nel mondo realistico, sostituendolo con la forma simbolica e scacciandone tutta la trivialit�, per fare del teatro un tempio. Al particolare naturalistico Craig sostituisce masse di lice ed ombra, invece di interni illusionistici, forme plasticamente concepite, ponendo sul palcoscenico vari piani che permettono una pi� adeguata posizione degli attori. Egli combatte il realismo a teatro, ma combatte anche la scena dipinta. Gli effetti, nel suo teatro, sono interamente creati dall'uso di forme volumetriche elementari. In Questo Graig si congiunge con un altro pioniere: lo svizzero Adolphe Appia. La luce, per entrambi, ha un ruolo fondamentale e non si limita ad illuminare gli attori, ma ne determina un'atmosfera. 

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