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6.2 Prospezione esterna
La ricerca di nuovi ingressi e` essenziale per l'esplorazione di nuove
cavita`, e per estendere la conoscenza di un ambiente carsico.
La prospezione sul campo e` preliminare ed indispensabile prima di
intraprendere una seria attivita` speleologica a lungo termine
in una area carsica.
Essa serve per conoscere i luoghi, e per localizzare gli ingressi
delle cavita`.
Prima di andare sul campo e` bene raccogliere quante piu`
informazioni possibile, anche di carattere non prettamente speleologico:
- carte geologiche, corredate delle note esplicative che descrivono con
maggior dettagliio le rocce e le particolarita` geologiche della zona;
- carte topografiche, in scala 1:25000 e/o regionali in scala 1:10000;
- carte e pubblicazioni escursionistiche;
- fotografie aeree;
- dati climatici e logistici;
- ricerca bibliografica speleologica (localmente e presso il
http://www.cds.speleo.it/
Centro di Documentazione F. Anelli dell'Universita` di Bologna);
- contatti con gruppi locali e con altri gruppi che hanno gia` operato
o che sono tuttora attivi nella zona;
- informazioni sullo stato della ricerca speleologica, posizionamenti di
cavita` note e loro rilievo.
Spesso informazioni di carattere logistico/burocratico risultano pure
indispensabili: permessi di accesso ad aree protette, permessi di
pernottamento, etc. Per questi occorre contattare le autorita`
competenti.
Sul luogo occorre essere equipaggiati con strumenti per l'orientamento:
bussola (quelle da escursionismo
sono dotate di righello, graduato in millimetri e in pollici, e spesso
anche da una lente), orologio, altimetro (esistono in
commercio orologi digitali con altimetro incorporato, che arrivano a
precisioni di circa 10 m), carta topografica, binocoli, GPS,
torcia elettrica, tacquino (possibilmente con carta millimetrata),
e matite.
Di notte e` molto facile determinare il nord, trovando la stella
polare, che e` facilmente identificabile a partire dall'"Orsa Maggiore".
Fig. 211. Orientamento lunare
Un orientamento approssimative e` fornito dalla luna.
Quando la luna e` piena essa sorga alle 18 (ad est) e tramonta alla 6
(ad ovest). Il primo quarto sorge alle 12, quindi si vede solo verso sera
quando ormai e` a sud, e tramonta alle 24. L'ultimo quarto sorge alle 24
(ad est) e al mattino si trova a sud.
Tenenedo conto che un giorno di differenza dalla luna piena corrisponde
a circa un'ora, la posizione della luna (in base all'orario solare)
permette di determinare approssimativamente l'orientamento.
6.2.1 Materiali
Dato che l'attivita` di prospezione comporta molto movimento
all'esterno e molti spostamenti, l'equipaggiamento deve essere contenuto
al minimo: un peso eccessivo oltre ad affaticare, impedisce i movimenti
e riduce l'efficacia della ricerca.
Questo e` tanto piu` importante quando la prospezione dura
alcuni giorni, per cui occorre portare viveri a sufficienza e
l'equipaggiamento per pernottare.
I vestiti devono essere leggeri e ad asciugatura veloce.
Una calzamaglia con maglietta, utilizzabili sia in caso di freddo che
per la notte, pantaloni lunghi in tela e maglietta, per il giorno.
La felpa (o maglione) e la giacca sono comunque indispensabili.
Come guanti si usano guanti da lavoro (si trovano in ferramenta):
vanno benissimo per scavare i potenziali ingressi e anche per
l'esplorazione preliminare di questi (nel caso fortunato).
Eventualmente guanti di lana, o moffole se fa freddo.
Opzionali, il cappello o il berretto, a seconda della stagione,
come pure il foular o la fascia per il collo, ma pesano poco per
il confort che procurano.
Indispensabile la mantella impermeabile (poncho), perche`
le condizioni atmosferiche cambiano facilmente in montagna.
Infine le mutande, e le calze. Del ricambio di mutande si puo` fare
anche a meno per un giorno; quello delle calze e` molto piu`
importante visto che si deve camminare molto.
Come calzature (a nostro avviso) sono in genere
preferibili gli scarponcini [
489] [
490] [
491]
(di peso intermedio) piuttosto che gli stivali. Questi ultimi fanno
sudare parecchio il piede impedendogli di traspirare; possono
essere comunque usati in particolari situazioni.
Si possono usare anche le ghette (di nylon impermeabile o di cotone
traspirante a seconda della situazione): proteggono le gambe, evitano
che polvere, sassolini, legnetti finiscano negli scarponcini, e servono
per fermare le gambe della tuta, semmai si entri in una grotta.
Gli scarponi devon esser di 1 o 1.5 misura in piu`, poiche` con la
fatica il piede tende a gonfiarsi. Per provarli appoggia prima il tacco
poi la punta su uno spessore di circa 6 cm. In entrambi i casi devi
sentirti il piede comodo e senza fastidi. Il tallone deve essere ben fisso,
mentre le dita devono essere libere. Per questo e` importante che
lo scarpone abbia una allacciatura a tensione variabile (ottenuta
mediante uno o due ganci intermedi che bloccano la stringa.
Un rimedio per gli scarponcini bagnati, e` di infilare un sacchetto
di plastica tra la calza (asciutta) e lo scarpone.
Riduce monlto la traspirabilita` del piede, ma almeno questi rimangono
asciutti e quindi meno freddi.
Per la manutenzione degli scarponi [
492] si toglie con una spazzola
lo sporco piu` grosso e si lavano con acqua tiepida e spazzola
(anche l'interno se puzza). Se la fodera e` in pelle si puo` impiegare
sapone. Se e` in Gorotex si usa solo acqua. Si lasciano asciugare senza
esporli direttamente a fonti di calore (sole, stufe, termosifoni).
Per facilitare l'asciugatura della fodera si imbottisce la scarpa con carta da
giornale appallottolata, sostituendola di frequente. Quando la scarpa e`
ancora umida si cura con spray (cordura) o con cera (pelle). La cera
viene applicata a freddo con uno straccio o una spugnetta.
Infine ingrassare i ganci e i passanti per evitare la corrosione.
L'asciugatura degli scarponi avviene in due fasi. In un primo tempo
si inseriscono fogli di giornale accartocciati negli scarponi in modo
che la carta assorba l'umidita` da questi. Quando la carta non piu`
in grado di estrarre umidita` dagli scarponi si lasciano asciugare
all'aria in ombra.
Anche le calze sono importanti [
493]
in particolare devono essere prive di cuciture che potrebbero
irritare il piede. Devono essere comode, proteggere il piede
(evitando sfregamenti e vesciche), tenerlo ne` caldo ne` freddo,
e aiutare la traspirazione veicolando il sodure fuori dalla calzatura.
Sono rinforzate su
punta e tallone (con una trama a maglie strette) e sono elastiche
sul collo del piede e sulla gamba (devono avvolgerla con pressione
decrescente verso l'alto per aiutare la circolazione).
Nella scelta sono preferibili piuttosto aderenti che larghe.
Bisognerebbe provarle per sentire come calzano.
In caso di un modello nuovo e` bene acquistarne un solo paio
e provarlo prima di prenderne altri.
Devono essere lavate prima dell'uso e poi con regolarita`
(i sali contenuti nel sudore ne danneggiano le fibre)
a bassa temperature (30-40 C).
I bastoncini da trekking per marce di avvicinamento lunghe
[
494] .
I bastoncini da trekking servono per dare maggior equilibrio al corpo
nella mrcia su terreni accidentati e per allegerire il peso sulle
articolazioni (ginocchia, caviglie, spina dorsale)
scaricandone una parte attraverso le braccia sui bastoni.
La loro lunghezza e` regolabile da 60-70 cm a 130-145 cm.
Sono formati da tubi scorrevoli uno dentro l'altro, bloccando i quali
si regola la lunghezza. Tradizionalmente il bloccaggio delle
sezioni avviene mediante un sistema composto da un meandrino ad
espansione inserito in una vite conica.
Per la lunghezza corretta l'avambraccio deve formare un angolo di circa
90° col bastone. Percio` si usano piu` corti in salita
e piu` lunghi in discesa.
L'impugnatura e` solitamente anatomica e fornita di lacciuolo regolabile.
Possono avere un sistema ammortizzante a molla inserito nell'impugnatura.
Su terreno innevato oppure fangoso si montano sulle punte le apposite
rotelle. Sui pendii impervi non mettere le fascette attorno ai polsi
per ridurre il pericolo in caso di caduta.
Non devono essere lubrificati, ma vanno tenuti puliti da acqua, fango e terra.
Per una miglior cura si smontano le sezioni e si ripuliscono le parti
e le superfici interne.
La tenda e il saccoletto sono
essenziali se si prevede di restare piu` di un giorno.
Di notte fa comunque freddo e un adeguato riposo e` importante per
una proficua attivita` di ricerca.
Il materassino non e` necessario, pero`
aumenta l'isolamento dal suolo durante il sonno.
E` possibile portare il solo saccoletto (oppure anche il materassino)
se si conoscono dei ripari in cui rifugiarsi in caso di maltempo.
In caso di necessita` potremo usare la mantella impermeabile
per fare un riparo di fortuna per una notte (ma poi sara` il caso
di tornare a casina).
L'attrezzatura speleo e` ridottissima: quando si fa
prospezione si cercano gli ingressi, non si esplorano i grandi complessi.
Pertanto si porta un imbrago leggero (eventualmente fatto con un
pezzo di fettuccia [
197] ), il delta col
croll, la longe doppia (due moschettoni
di cui uno in acciaio) e
un cordino (per fare una maniglia con un nodo autobloccante), il pedale
(opzionale se pensiamo di risalire i pozzi a braccia).
Se vogliamo un ulteriore moschettone (a ghiera in lega) per emergenza.
Come discensore si usano due moschettoni.
Il casco e` indispensabile; e` sufficiente una sola fonte di luce.
La tuta non e` proprio necessaria;
si puo` entrare negli ingressi con i pantaloni
di tela e la giacca. Tuttavia se si prevede di visionare parecchi
ingressi e` meglio averne una (leggera).
Come guanti usiamo quelli da scavo (cioe` da lavoro).
Come gia` detto la calzature sono le stesse che abbiamo per la
prospezione esterna.
Non occorre che ognuno abbia la propria attrezzatura speleo: una
attrezzatura ogni due o tre componenti e` sufficiente, pertanto essa
sara` condivisa (a parte guanti e calzature).
Inoltre occorre portare una corda, la cui lunghezza dipende dal tipo di
carso che si esamina (30 o 50 m) e due fettuccie per armi naturali.
Per proteggere la corda in punto ove sfrega si
usano salvacorda fatti con pezzi di tubo di gomma
tagliati per il lungo in modo da poter
essere facilmente infilati attorno alla corda e tolti.
Il diametro interno del tubo deve essere uguale al diametro della corda,
cosi` il tubo e` abbastanza grande da avvolgere la corda, e tuttavia
non scende scivolando su di essa.
La corda viene utile anche per scendere in doppia su paretine
all'esterno. Se la discesa non e` nel vuoto, si puo` scendere anche senza
imbrago con la tecnica Piaz [
495] [
496] .
Si passa la corda a monte in mezzo alle gambe
e attorno alla coscia a valle; poi si porta la corda sul davanti e
sopra la spalla opposta (a monte) e quindi sul dorso da cui esce verso valle.
La corda e` tenuta con la mano a valle, mentre la mano a monte tiene la
corda per equilibrarsi. Non e` una tecnica da fare con pantaloni leggeri e
maglietta: lo sfregamento della corda e` abbastanza intenso
sia sulla coscia che sulla spalla. Occorre avere pantaloni resistenti,
e una buona giacca. La tecnica Comici evita lo
sfregamento sui pantaloni. Richiede pero` l'imbrago: si passa la corda
a monte in un moschettone attaccato all'imbrago, anziche` attorno alla
coscia. Per il resto e` come nel metodo Piaz. Quando il pendio e` molto
ripido e` consigliabile l'imbrago ed un cordino di sicura con un nodo
bloccante (eg. Prusik).
Fig. 212. Tecnica Piaz
Quando invece si scende su corda singola (con discensore o mezzo barcaiolo)
occorre legare la corda in modo che un capo resti bloccato, mentre l'altro
permetta di sbloccare l'ancoraggio e recuperare la corda. Se non ci sono
rischi che la corda si impigli si puo` fare una gassa a otto a meta` corda,
e passare un capo al'interno della gassa, in modo che sso blocchi, con la
gassa attorno all'ancoraggio (per es. un albero). Si scende sul capo bloccato,
e si recupera tirando con l'altro capo. Nel recupero la corda scorre
sull'ancoraggio. Se questo non e` abbastanza liscio bisogna usare un
anello di fettuccia o cordino, che verra` abbandonato in loco.
Come materiale da "disostruzione" si portano:
mazzetta (800 gr), punta, e leverino.
I viveri: cibo ed acqua.
Sono importanti, perche' dobbiamo alimentarci e dissetarci,
eppero' pesano e occupano spazio.
I carsi possono essere dei veri
deserti dove non si trova
una goccia d'acqua. Se non prevediamo di trovare acqua dovremo portarne
una scorta adeguata (2-3 litri per persona al giorno se fa caldo, almeno la
meta` se fa freddo).
Una volta si usavano le borraccie; oggi queste sono rimpiazzate dalle
bottiglie di plastica piu` leggere (e comprimibili una volta vuote):
la misura migliore e` 1.5 o 2 litri.
Se c'e` neve e` possibile ottenere acqua sciogliendola
(bisogna comunque integrarla di sali e spesso purificarla).
In alta montagna e` possibile trovare corsi d'acqua dello
scioglimento di ghiacciai (integrarli di sali).
Nei casi fortunati si conosce la presenza di fonti.
Al limite si possono trovare vecchie cisterne (la cui acqua
deve sempre essere purificata con amuchina;
al 0.01cioe` una goccia per un litro).
L'acqua puo` essere purificate anche con filtri al carbone [
497] :
si fa percolare l'acqua attreverso il filtro che raccoglie le impurita`
e animali patogeni e batteri (quali escherichia coli e Salmonella typhi).
Il diametro dei pori e` 0.2 micron.
Si riesce a filtrare circa tre litri all'ora.
Nel caso (sfortunato !!!) che piova, si puo` raccogliere l'acqua
piovana, disponendo la mantella a mo' di imbuto.
Evitare cibi imballati: occupano tanto volume e generano tanta spazzatura
(che dovremo riportarci a valle se non possiamo bruciarla).
Percio' pane (pagnotte che si conservano a lungo) in sacchetti di carta,
formaggio stagionato, e salami.
Verdure, come carote e sedano, e frutta (mela e agrumi: limoni in
particolare).
Dolciumi: frutta secca e biscotti (secchi) in sacchetti di carta.
Il the e` meglio del caffe` (oltre alla comodita` delle bustine).
Il the caldo disseta anche quando si suda, e riscalda quando fa freddo.
Zucchero in un barattolo di plastica o in un sacchetto da freezer.
Si puo` portare della pastina (a veloce cottura 2 minuti;
in un sacchetto di plastica per alimenti) o del couscous (richiede solo di
bollire l'acqua) per fare
qualcosa di caldo, con un po` di sale e verdure (chi vuole anche i dadi).
Al posto della pastina si possono usare le minestre precotte disidratate,
anche se comportano un poco di spazzatura.
Indispensabile il fornelletto con il pentolino (da mezzo litro per il the`
e da 1-1.5 litri per la pastina), il coltello e il cucchiaio.
Altri alimenti per maggior confort (vino, alcolici, torte, latte, yogurt,
caffe`, paste e sughi, ...) devono essere presi in considerazione
in relazione alla difficolta` o possibilita` di approvigionamento,
cioe` di trasporto sul luogo di prospezione.
A questo punto possiamo riepilogare il peso che ognuno deve portarsi.
Materiale personale
|
Materiale collettivo
|
Zaino |
2000 gr
|
Attrezzatura speleo |
2000 gr
|
Vestiti |
3500 gr
|
Corda |
2000 gr
|
Saccoletto |
1700 gr
|
Mater. da scavo |
2500 gr
|
Scarponi |
2000 gr
|
Tenda |
3400 gr
|
Per i vestiti abbiamo considerato: felpa 700 gr, giacca 600 gr,
pantaloni 600 gr, magliette e calzamaglia 400 gr, mantella 700 gr,
altro (guanti, berretto, calze, mutande) 500 gr.
Il saccoletto da 1600 gr e` un buon sacco in piumino adeguato anche
per l'inverno. Assieme e` considerato il materassino 100 gr.
L'attrezzatura speleo comprende: imbrago (250), delta (145), croll (152),
due moschettoni lega ghiera (2x70), uno acciaio (140), casco e luce (550),
cordini e longe (250), batteria (300).
La corda corrisponde a circa 40 metri da 9: una trenta e una 10
(la maggior parte dei pozzi esterni chiude subito)
I materiali da scavo comprendono: mazzetta (1000) punta (600) e leverino (800).
Percio` ognuno ha circa 8.5 Kg di materiale personale, e 3.5 Kg di materiale
collettivo (pensando di essere in tre), per un totale di 12 Kg.
A questo si deve aggiungere il cibo e soprattutto l'acqua
(fino a 3 Kg/giorno).
6.2.2 La battuta
Far battuta e` certamente piu` stancante che non esplorare le grotte.
Si cammina moltissimo, percorrendo il paesaggio carsico su e giu`
continuamente. L'ambiente puo` variare da nudi campi solcati (in alta
montagna), a pendii con copertura arborea d'alto fusto (nelle zone non
eccessivamente alte del carso alpino), a zone con fitto bosco e
sottobosco, fino ad arrivare alla fitta macchia mediterranea.
Se durante la battuta occorre utilizzare imbrago e attrezzi con la corda,
e si porta lo zaino, bisogna collegare gli spallacci dello zaino con un
cordino e moschettone alla corda, a mo' di pettorale di una imbragatura
completa, per evitare che in caso di caduta il peso dello zaino
comporti il rovesciamento.
Definire l'area di battuta.
Suddivisione usando riferimenti geografici chiari e ben identificabili.
Segnare le zone battute: annotare su carta i posti visti e cosa si e`
trovato (o non trovato); marcare (con piccole sigle chiare e visibili a circa
10 m) gli ingressi, le fessure, etc. Si possono utilizzare vernici
in tubetto. Scrivere su una roccia pulita; le vernici sono piu` resistenti
all'acqua che ai microorganismi.
Annotare le correnti d'aria, le temperature, quote, condizioni atmosferiche,
data e ora, etc.
Se si trova un ingresso uno entra e fa una veloce prospezione della zona
iniziale. Quando esce scrive la relazione, con uno schizzo a memoria.
La sua visita ha lo scopo di accertare se l'ingresso puo` o meno
diventare una grotta.
Fig. 213. Localizzazione
Il compagno intanto procede a localizzare l'ingresso. La localizzazione
di una cavita` deve permettere di ritrovarla anche a chi non l'ha
mai vista e a distanza di molti anni. Percio` e` importante
usare riferimenti stabili e corredare la localizzazione con una
descrizione del percorso di avvicinamento e una dell'ingresso.
Schizzi con evidenziati elementi salienti del paesaggio sono
altresi` importanti. Fare sia uno schizzo topografico dell'area
intorno alla cavita` sia uno schizzo prospettico dell'ingresso e delle
sue vicinanze visto da un punto facilmente reperibile.
Gli schizzi (se ben fatti) sono generalmente migliori delle fotografie.
In particolare rileva la quota con l'altimetro,
e traguarda alcuni punti di riferimento con la bussola
(cime di montagne, massi isolati, sorgenti, ponti, campanili, torri)
misurando gli angoli che formano con il nord.
E` importante annotare il grado di precisione di ogni misura e
come e` stata effettuata.
Per esempio la quota si scrive "q. 1235 m slm (altimetro)".
Annotare sullo schizzo il punto di riferimento in cui si fanno le misure.
Le misure di direzione con la bussola magnetica dovrebbero essere compensate
per tener conto della declinazione
magnetica (se la precisione delle misure e` superiore alla declinazione).
Se traguardando un punto notevole osserviamo che la sua direzione forma
un angolo A col nord, allora la linea che va da noi a questo punto
sulla carta forma un pari angolo A con la verticale (nord)
(vedi figura), e la linea dal punto traguardato a noi forma
un angolo pari ad A + 180°.
I valori della declinazione magnetica sono disponibili
tramite l'IGM. Pero` e` sufficiente compensare misurando la direzione
da un punto quotato a tre o quattro altri punti quotati e prendendo
la differenza media.
Si annotano le direzioni da almeno tre punti
di riferimento per localizzare la posizione dell'ingresso come
intersezione di queste linee sulla carta.
La distanza massima di collimazione dipende dall'accuratezza dello strumento
e dalla precisione con cui occorre fare il posizionamento. Con una
bussola con tacche a mezzo grado la precisione e` di circa 1/100
della distanza di collimazione; per esempio 10 m con una distanza di
un kilometro.
La descrizione del percorso di avvicinamento completo
deve partire da un centro abitato,
e contenere tutte le biforcazioni con la direzione da seguire.
Man mano che si avvicina alla cavita` deve essere sempre piu`
particolareggiato.
Rilievo e descrizione dei dati geologico-strutturali:
- misurazione della direzione degli strati o della loro direzione
di immersione (perpendicolare alla prima), con la bussola;
- misurazione dell'angolo di immersione con il clinometro;
- per faglie e diaclasi misurare direzione e immersione, e
descrivere il movimento se si riesce a desumerlo
dalle osservazioni (strie);
- per le pieghe e` piu` difficile misurarne l'asse (direzione e
inclinazione). In pratica descriverne almeno il tipo,
sinclinale o anticlinale, e l'ordine di grandezza (decimetrico,
metrico, etc.).
Fig. 214. Simbolo immersione
Indicazioni grafiche.
L'immersione e` indicata con un tratto nel verso dell'immersione
uscente dal punto medio di un segmento orientato lungo la direzione degli
strati. Il tratto e` tanto piu` corto quanto piu` l'immersione diventa
verticale. Al limite (90°) si fanno due trattini da ambe le parti.
Se gli strati sono orizzontali si fa una croce.
Il valore della immersione si indica vicino al tratto.
Per iscritto si riporta direzione/immersione, per esempio 265/34,
la direzione della direzione riferita a destra della immersione.
Per segnare un percorso di avvicinamento, in modo da ritrovarlo,
si possono eseguire ometti,
lasciare rami spezzati verso il basso, sassi incastrati sugli alberi,
freccie fatte coi sassi per terra [
498] .
Per stimare il tempo di percorrenza considera un'ora ogni 4 Km;
aggiungi 15 min ogni 300 metri di dislivello in salita.
6.2.3 La localizzazione con il GPS.
L'impiego del GPS non sostituisce l'altimetro e la bussola,
ma li integra. Il GPS fornisce le coordinate in un sistema di riferimento
e poi occorre riportare poi il punto sulla carta.
Le cose importanti da tener presenti per un ricevitore GPS sono:
- il formato con cui vengono scaricati i dati
e la disponibilita` di programmi per gestirli e manipolarli;
- la correzione dell'errore di altezza (rispetto al geoide di riferimento);
- la possibilita` di avere una medie di molte posizioni (aumenta
l'accuratezza del dato);
- ...
Per ulteriori informazioni sul GPS vedi
App. 7.A.
marco corvi - Wed Sep 10 22:01:26 2008
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