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6.1 Materiali da campo
6.1.1 Zaino
Lo zaino [
482] [
483]
serve per trasportare il materiale da campo e quello da grotta
durante l'avvicinamento al luogo del campo, e anche dopo durante
spostamenti e battute.
Per questo motivo deve essere abbastanza capiente e comodo.
Come volume suggeriamo zaini da 50, 60 a anche 65 litri.
Puoi usare anche uno zaino piu` grosso se proprio hai tanto
materiale da portare.
Metti il materiale nello zaino all'interno di un grosso sacco
dell'immondizia: questo serve a preservarlo asciutto anche
in caso di pioggia, e evita di sporcare lo zaino.
Vediamo i criteri per scegliere uno zaino, oltre alla capienza.
Deve essere comodo da portare.
Questo vuol dire che deve mantenere la forma quando e` riempito, e
soprattutto deve avere uno schienale anatomico, una comoda cintura
anatomica con imbottiture e spallacci ergonomici imbottiti.
Lo schienale deve avere internamente sbarre sagomate ad 'S' che
aiutano a scaricare il peso sulla cintura.
Molti modelli hanno lo schienale regolabile alla lunghezza della schiena
questo e` un bene per lo speleologo che puo` sistemarsi lo zaino alla
propria misura, ma e` pure una necessita` imposta dai produttori che altrimenti
dovrebbero costruire molti zaini di diverse dimensioni come viene fatto
per gli scarponcini. La regolazione deve essere tale che la maggior parte
del peso grava sulla regione lombare (tramite la cintura ventrale),
e solo il 10% sulle spalle (tramite gli spallacci).
Le spalle devono tenere lo zaino, piuttosto che portarlo.
Per le donne il peso viene scaricato sulle anche, per gli uomini
sui fianchi.
Quando lo schienale e` ben regolato,
i cinghietti compressori degli spallaci devono formare un angolo di
30 gradi, e il cinghietto pettorale deve essere 2-4 cm sotto la
clavicola.
Quando lo acquisti dovresti provartelo a pieno carico, e per un po'
di tempo.
La traspirabilita` dello schienale e` un dettaglio da non trascurare,
per il confort dello zaino.
Nel caricarelo, quindi disponi
materiale leggero (vestiti) in basso, quello piu` pesante
contro il dorso, ed
infine leggero verso l'esterno e in alto.
Gli oggetti di uso frequente vanno nella tasca superiore.
Alcuni modelli hanno lo schienale opportunamente traforato per favorire
la traspirazione sulla schiena. Questo e` un accorgimento non indifferente
d'estate, ma anche d'inverno si suda parecchio.
Stabilita`.
Lo zaino indossato deve essere stabile, cioe` non sbilanciare i movimenti.
Un buon schienale e` essenziale per la stabilita`, ma servono anche
altre cose: il cinghietto regolabile pettorale (che collega gli spallacci),
le fettuccie per stringere lo zaino, sia orizzontalmente che
verticalmente, (lo zaino deve essere "compresso"
in modo che il materiale non balli all'interno), i cinghietti per tendere
gli spallacci (per aiutare l'"aderenza" dello zaino alla schiena),
la cintura anatomica (perche` buona parte del carico va sulla cintura).
Accessori.
Lo zaino deve avere delle tasche: almeno una tasca esterna nella parte
superiore e una tasca interna per documenti e piccole cose.
Due tasconi laterali a soffietto sono
utili per fornire spazio addizionale in caso di necessita`, e comprimibili
contro lo zaino se vuoti.
Lo zaino puo` essere "compartimentato" internamente, cioe` suddiviso
in due parti una inferiore e una superiore.
Lo zaino deve avere due (o almeno uno) fissaggi per picozza: si tratta di
anelli di fettuccia sul fondo e cinghietti in alto.
Deve avere la possibilta` di fissare esternamente (mediante fettuccie)
la tenda, il materassino, e il saccoletto (o il sacco speleo),
in caso di necessita`.
Di solito gli zaini da montagna hanno fissaggi (laterali) per gli sci,
che possono essere usati per carichi leggeri, e fissaggi (superiori
e/o sul dietro) per i ramponi.
Infine il coprizaino impermeabile, inserito nel fondo dello zaino o in una
tasca superiore, e` importante
per proteggere lo zaino durante le marce sotto la pioggia.
Il coprizaino puo` essere acquistato anche separatamente, se lo zaino ne
e` sprovvisto.
Le cerniere devono essere robuste (in genere hanno i gancetti grossi),
scorrevoli con facilita`, e protette da coperture.
Per facilitare l'apertura delle cerniere si devono mettere cordini
(pochi centimetri) attaccati alle chiusure.
Qualita`.
Lo zaino deve essere di qualita`. Il tessuto deve essere resistente,
possibilmente rinforzato sul fondo. Le fibbie devono essere comode da
usare (anche in condizioni invernali) e resistenti.
Tutte le cuciture devono essere doppie e bordate.
Le fettuccie ribattute almeno tre volte nei
punti di sollecitazione e bloccate.
Riguardo alla manutenzione, lo
zaino va lavato a mano con acqua fredda e sapone neutro,
strofinando leggermente con una spazzola mordida.
Sciacquare accuratamente. Non strizzare, non esporre a fonti di calore.
Nello zaino tenere sempre un paio di sacchi di plastica
(tipo quelli per l'immondizia)
di grosse dimensioni (almeno 50x70) in cui riporre i
materiali da grotta sporchi, evitando di
sporcare eccessivamente lo zaino.
6.1.2 Saccoletto
La scelta del saccoletto (detto anche sacco a pelo)
dipende molto dal tipo di campo che si deve
affronatare: si va da sacchiletto invernali, che consentono di avere
una temperatura interna confortevole a -12°C, a sacchiletto
estivi con una temperatura di confort intorno allo zero
[
484] .
I sacchiletto non scaldano, ma mantengono il calore prodotto dal nostro
corpo e sono piu` o meno in grado di sostenere un gradiente termico (cioe`
una differenza di temperatura) fra l'interno e l'esterno.
Questa loro proprieta` dipende dalla struttura delle celle, dalla
quantita` e tipo di imbottitura,
dalla forma (la forma a mummia e` piu` efficace di quella a coperta),
ma pure dal tessuto esterno, e dalla lavorazione.
La resistenza termica si misura in m2 K/W, ma i produttori di tessuti
usano due altre unita`: il Tog = 0.1 m2 K/W,
e il Clo = 0.155 m2 K/W (isolamento termico di un vestito
per sentire confort a 21°C)
Per l'imbottitura dei sacchiletto si usano piumino d'oca o
fibre sintetiche (in particolare fibra cava H4).
Il piumino e` ancora quello che da` la miglior resa per durata, peso
e compressibilita`.
I sacchi in piumino sono contrassegnati dalle percentuali di
piumino e di piccole penne: 90/10 per alpinismo estremo, 80/20 per
alpinismo, 50/50 per escursionismo.
La capacita` termica del piumino viene ridotta in condizioni di umidita`
e la pulizia e` impegnativa, tanto che si consiglia di pulire appena
collo e cappuccio con uno straccio umido.
Lavarlo solo quando ha perso molta della capacita` isolante: col lavaggio
le piume perdono parte del loro grasso.
Le fibre sintetiche sono meno compressibli, ma mantengono la capacita`
termica in condizioni di umidita` e la manutenzione e` piu` facile.
Inoltre asciugano rapidamente. Sono consigliabili per i campi interni.
Fig. 209. Saccoletto
In base alla struttura delle celle i sacchiletto possono essere
- a due strati, con celle sfalsate;
- a camere trapezoidali;
- a camere a tegole;
- a camere a 'H';
- a strati.
La struttura a camere separate impedisce lo spostamento dell'imbottitura
e ne garantisce la distribuzione uniforme.
La disposizione doppia, trapeziodale e a tegole aiuta a diminuire
le perdite di calore. La cuciture sfalsate, fra interno ed esterno,
contribuiscono alla termicita`
Il materiale esterno deve essere leggero, traspirante, resistente al vento,
e idrorepellente. In genere si usano nylon o poliestere,
Verifica che siano dichiarati "ripstop", cioe` resistenti alle lacerazioni.
Il trattamento "Teflon" aumenta l'idrorepellenza.
Il saccoletto e` un componente del sistema di riposo.
Questo comprende anche il materassino (in gomma o gonfiabile),
la tenda (o il sacco bivacco), il sacco lenzuolo, e l'abbigliamento
indossato durante il sonno [
365] .
Il materassino riduce le perdite di calore per conduzione con il suolo.
La tenda serve ad isolarlo dal vento (perdite per convezione), e dalla
umidita`. Il sacco lenzuolo aiuta a mantenerlo pulito.
Il sacco lenzuolo e` obbligatorio se si dorme in rifugio.
Infine un abbigliamento termico (calzettoni, maglia, mutandoni, passamontagna)
aumentano la funzionalita` del saccoletto, soprattutto il passamontagna
poiche` il capo e` la zona di maggior dispersione termica.
Fig. 210. Temperatura di confort
I sacchiletto sono caratterizzati da tre tempertaure: estrema, limite
di comfort,
e di comfort (norma prEN13537). La temperatura estrema e` il limite cui puo`
resistere un fisico medio femminile senza danni fisici da ipotermia,
per sei ore.
Quella di limite di comfort e` la piu` bassa temperatura a cui un fisico
maschile in posizione rannicchiata non ha sensazione di freddo.
Infine la temperatura di comfort e` il limite a cui un fisico femminile
in postura rilassata non ha sensazione di freddo.
A parte questi valori indicativi, occorre tener conto anche delle proprie
caratteristiche fisiche e del personale adattamento al freddo.
Questo dipende dal tipo di vita/lavoro, dall'eta` (un fisico giovane e`
meno sensibile), e dal sesso (le donne sentono di piu` il freddo).
Il valore estremo richiede una ottima preparazione del fisico alle
basse temperature.
In base alla capacita` di tener caldo possiamo distinguere i sacchiletto
in quattro classi (valori indicativi):
tipo
|
temperatura di confort (°C)
|
temperatura limite di confort (°C)
|
temperatura estrema (°C)
|
impiego
|
tre stagioni |
5 |
-2 |
-12 |
escursionismo
|
quattro stagioni |
0 |
-8 |
-24 |
trekking
|
invernale |
-4 |
-12 |
-30 |
alpinismo
|
estremo |
-10 |
-25 |
-45 |
alpinismo estremo
|
Lo speleologo dovrebbe avere almeno due sacchiletto: uno "leggero"
per l'estate, e uno da alpinismo per l'inverno.
Entrambi di forma a mummia. Se proprio hai freddo
puoi anche combinare i due sacchi e metterne uno dentro l'altro.
Le dimensioni regolari dei sacchiletto sono concepite per persone che
non superano 190 cm di altezza. Se sei molto alto, fai attenzione
alle dimensioni del sacco prima di acquistarlo.
Un buon saccoletto e` inoltre dotato di alcuni piccoli accorgimenti
che lo rendono piu` funzionale:
- la cerniera di chiusura deve essere protetta da una fascia imbottita
per ridurre le perdite di calore lungo la cerniera;
- nastro antinceppamento per la cerniera (che altrimenti potrebbe
incepparsi nel tessuto);
- la cerniera deve potersi aprire anche dal fondo;
- deve essere dotato di un cappuccio e di un collo termico, cioe` di
un collare imbottito che avvolge il collo quando il sacco e` chiuso;
- cappuccio sagomato per migliorare l'isolamento termico;
- cordini indipendenti per chiudere collare e cappuccio strettamente;
- anelli esterni in fondo, per appenderlo ed asciugare;
- anelli nella parte alta per poterlo tener parzialmente
chiuso, stando seduti;
- sacca di trasporto con nastri di compressione;
- taschino portaoggetti.
Per evitare di sporcare eccessivamente il saccoletto, si puo`
utilizzare un saccolenzuolo all'interno. Questo puo` essere di cotone
(circa 500 g) oppure di seta (120 g).
Dopo ogni utilizzo il saccoletto deve essere fatto asciugare
accuratamente all'aria.
Il saccoletto deve essere conservato in un luogo asciutto, non piegato,
arrotolato, ne` tantomeno compresso, appeso per gli anelli inferiori.
Se non puoi tenerlo appeso riponilo in una grossa sacca di cotone
in modo che non sia compresso e possa respirare.
Non pulire il saccoletto a secco. Lavarlo a bassa temperatura (30 C)
con un dosaggio minimo di detersivo per capi delicati.
Non centrifugare. Asciugare all'aria, scuotendolo spesso.
6.1.3 Tenda
Le tende [
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utilizzate per i campi speleologici sono tende leggere da
trekking e/o alta montagna.
Sono in genere costituite da una camera interna, idrorepellente
e traspirante nella parte
superiore, e con un catino impermeabile in quella inferiore, e da un
telo esterno impermeabile, e riflettente verso l'interno (per diminuire
la dispersione del calore).
Il catino deve salire per almeno dieci centimetri e
puo` essere alluminato, per una maggiore coibenza termica.
Il catino e` realizzato in poliestere con spalmatura poliuretanica.
La resistenza all'acqua del catino varia a seconda del tipo di tenda
(e del peso g/m
2 del materiale):
da 2500-3000 mm, per le tende 3-stagioni,
fino a 10000 mm (alta quota).
Tra la camera interna e il telo esterno restano uno o due spazi
(detti "absidi") utilizzabili per tenere zaini, scarponcini, etc.
La tende deve avere
- cuciture minime, comunque a doppio ago e termosaldate;
- tiranti controvento;
- cerniere con nastro, per facilitare l'apertura anche con i guanti;
- guaine per la paleria, per distribuire piu` uniformemente lo
sforzo in caso di maltempo. Le cuciture delle guaine devono
essere rinforzate;
- rinforzi sugli angoli dove si attacca la palettatura;
- aperture di ventilazione del telo esterno,
per ridurre la formazione di condensa all'interno;
- sopratelo con falda a terra, rialzabile;
- possibilmente una sola entrata.
La palettatura della tenda e` in materiale leggero, lega di alluminio
(ergal), e leggermente deformabile.
Le palettature in resina sono piu` pesanti e meno resistenti.
E` realizzata con spezzoni giuntabili collegati, per facilitare la
composizione dei pali, con un elastico.
L'elastico non serve a comporre automaticamente la palettatura,
ma a tenere uniti i singoli pezzi.
I pali hanno un puntale che si inserisce nei nastri d'angolo del catino,
per facilitare il montaggio anche da soli. Se i pali sono di differenti
lunghezze, devono essere facilmente distinguibili (per esempio avere
colore diverso); altrimenti marcali con nastro isolante.
I pali si inseriscono i guaine guidapalo della camera, oppure questa
si attacca alla palettatura con ganci. Nel primo caso la struttura
risulta piu` rigida. Nel secondo caso la struttura si deforma piu`
facilmente in caso di forte vento; la tenda si piega e rischia meno
di rompersi.
Anche i picchetti per fissare la tenda sono in alluminio leggero.
In acciaio pesano troppo. Devono essere inseriti con angolatura
opposta rispetto a quella dei tiranti, infissi saldamente nel suolo,
comunque almeno per due terzi. Nel toglierli non tirare la tenda ma il
picchetto stesso.
La tenda puo` avere l'apertura da un solo lato (alta montagna) o da due
(trekking). In entrambi i casi sia il telo esterno che la camera interna
hanno una cerniera d'apertura. I lembi dell'apertura si possono
tenere aperti tramite lacciuli laterali.
La camera interna ha sui due lati delle tasche per le piccole cose, e al
soffitto un gancio per appendere una lampada. Questo gancio e` collegato
con un lacciulo esterno che va legato alla palettatura, per far si' che
sia questa a portare il peso.
La scelta del posto dove metter la tenda e` importante [
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Deve esser fatta almeno un paio d'ore prima del buio, per avere
il tempo per sistemarsi e mettere le cose a posto.
Il posto ideale e` al sicuro da pericoli (caduta di sassi, temporali, vento),
e con acqua nelle vicinanze (corrente o nivale).
In caso di vento un riparo puo` essere edificato con massi.
Il fondo deve essere in piano (sabbioso o erboso):
anche pochi gradi di pendenza sono sufficienti
per rendere meno efficace il riposo.
Irregolarita` nel fondo sono parimenti da evitare ed eventualmente
spianare.
Occorre soprattutto fare attenzione allo stato del suolo:
questo deve essere liberato da
legni, grossi steli secchi, sassi ed altro che possa danneggiare il
fondo della tenda.
Se c'e` erba alta e si prevede di lasciare la tenda per piu` giorni,
bisogna tagliarla, per evitare che, non respirando, marcisca e rovini
il fondo della tenda.
Si puo' mettere anche un telo di plastica (un telo termico, tipo pesante)
per proteggere il fondo e isolare meglio dall'umidita`.
Non posizionare la tenda sotto gli alberi, soprattutto se resinosi.
Non mettere la tenda in un avvallamento. Se possibile scegliere una
zona ombreggiata, poiche` il sole rovina il sovratelo.
Tener conto che il sovratelo e` teso quando e` secco (di giorno)
e si rilascia con l'umidita` (notte e mattino). Evitare l'eccesiva
tensione che puo` causare la rottura delle cerniere. In caso di pioggia
si puo` regolare la tensione della tenda. La tenda deve essere montata
con le cerniere completamente chiuse.
In montagna considerare la protezione del luogo dai venti: mettere la tenda
su una sella assicura una bellissima vista, ma anche un ottimo vento.
Se le condizioni sono buone questo puo` essere favorevole per asciugare
i vestiti nell'arco di una notte.
Se le condizioni meteorologiche sono pessime, puo` essere un disastro:
meglio metter la tenda dieci metri sotto la cresta
(dalla parte sottovento naturalmente).
Non avvicinarsi mai alla tenda con fiamme vive.
Evitare l'uso di fiammiferi e candele all'interno. Dovendo usare il
fornelletto dentro la tenda prestare la massima attenzione:
deve essere posto ben in piano e costantemente controllato
mentre e` acceso ed anche dopo fintanto che e` caldo.
Dopo ogni uso la tenda deve essere pulita, fatta asciugare completamente
all'ombra,
e controllata prima di metterla via piegata e arrotolata nel suo
sacchetto contenitore. Riporla con le cerniere chiuse.
La palettaura e i picchetti devono essere puliti dal fango e asciugati.
6.1.4 Materassino
Il "dormiben" e` un materassino di spugna a celle chiuse,
e serve per isolarsi col saccoletto dal terreno, e a conferire
una minima morbidezza al giaciglio.
I vantaggi sono la leggerezza e il costo contenuto, e la facilita`
di manutenzione (pulizia e immagazzinamento).
Gli svantaggi sono l'ingombro di volume, e il limitato confort.
I materassini ad aria assicurano un miglior riposo, e sono
meno voluminosi, ma sono piu` pesanti e costosi.
Sono fatti solo per dormire in tenda, e sono facilmente bucabili con
oggetti taglienti e/o acuminati.
Non vanno lasciati al sole o presso fonti di calore per evitare
sovrapressioni dovute al riscaldamento con danneggiamenti
alle sigillature. Sono facilmente infiammabili.
Non sono idonei come galleggianti.
Sono di due tipi, autogonfiabili e superleggeri.
Il materassino autogonfiabile contiene una gommapiuma con "memoria":
dopo che e` stata compressa, se rilasciata tende a ritornare alla
forma iniziale. Percio` aprendo la valvola il materassino si gonfia da solo
quasi del tutto ed occorre solo dare una regolazione finale.
Se mantenuto a lungo compresso e` possibile che la gomma perda la memoria;
in tal caso bisogna gonfiarlo e lasciarlo cosi` per alcune ore
affinche` riacquisti la memoria.
Il materassino superleggero pesa solo 400 gr circa ed
e` abbastanza delicato: evitare di gonfiarlo troppo e
violente compressioni.
Consiste di sei camere indipendenti.
Per sgonfiare il materassino si aprono le valvole e lo si arrotola
facendo uscire l'aria, partendo dalla parte opposta.
Poi si chiudono le valvole, lo si stende di nuovo, e si arrotola
in modo che l'aria residua finisca dalla parte delle valvole.
Si aprono le valvole e si fa uscire l'aria residua.
Se necessario si ripete questa operazione.
I materassini si puliscono con acqua insaponata (con le valvole chiuse).
Solventi organici (creme e detergenti) li rovinano.
Devono essere conservati in un posto aerato, puliti e asciutti,
con le valvole aperte. Quello autogonfiabile possibilmente orizzontale.
Quando bucato, il materassino puo` essere riparato usando mastice
apposito e pezze (solitamente forniti col materassino).
Si individua il foro col materassino gonfio e usando acqua insaponata
per localizzare dove si forma la bolla. Lo si sgonfia e asciuga accuratamente
(aspettare tre ore). Quindi si applica mastice e toppa, tenendo
premuto (per 12 ore).
6.1.5 Pronto soccorso
I materiali di pronto soccorso possono essere veramente minimali:
- alcuni cerotti medicati,
- un rotolo di cerotto non medicato alto 5 cm,
- una benda,
- una confezione di garze,
- cotone idrofilo,
- un flaconcino di disinfettante, polvere cicatrizzante,
- crema antiinfiammatorio per stati dolorosi e flogistici,
- aspirina,
- crema per punture e ustioni,
- collirio.
Se questi non bastano vuol dire che e` meglio ricorrere ad una
struttura specializzata (pronto soccorso o ospedale).
marco corvi - Mon Aug 25 12:17:02 2008
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