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Protagora

(480 ca . - ? ca a. C.)

 

L'uomo è la misura di tutte le cose

VERCELLESE 1994,43 suggerisce di citare la massima solo come luogo comune. Ma attenzione, se ci si trova di fronte un sofista pignolo non bisogna permettergli di attaccare discorso e di fare le domande per primo, chè potrebbe ridurvi nella situazione di ripudiare la massima di partenza. Comunque,"se proprio non ci state a perdere, potrete sempre pagare un altro sofista per confutarlo".

 
Mentre vi sarà con Platone e Aristotele un approfondimento sull’Essere [per quest’ultimo la metafisica si identifica con la filosofia, cioè con la scienza (epistème) delle cause prime], vi sono nell’Atene democratica i SOFISTI, filosofi che non accettano un pensiero stabile, che rifiutano quindi la ricerca metafisica. Secondo il sofista Gorgia, per esempio, l’Essere non solo NON è, ma anche se fosse non sarebbe pensabile, e pure se fosse pensabile non potrebbe essere comunicato. Per sofisti infatti l’elemento base del pensiero è il comunicare.  

I SOFISTI: UNA SCUOLA MODERNA

Si può dire che la sofistica sia il risultato del clima democratico dell’Atene del V- IV secolo a. C.. Essi amavano distinguere e porre a confronto tutte le  parole che affrontano lo stesso oggetto,  per esempio virtù e bontà. Per loro tutto è insegnabile, compresa la virtù (principio etico, cioè di cornportamento, vale a dire pratica del bene). I sofisti furono i primi “professori” dell’antichità classica. IL loro insegnamento non riguardava tanto i contenuti, o il LOGOS (ragionamento per raggiunger la verità), quanto il metodo costituito dalla DIALETTICA (arte di controbattere in un dialogo) e dalla RETORICA (arte di persuadere).

PROTAGORA (come molti altri sofisti) crebbe nel clima democratico di Atene: è infatti con la partecipazione popolare, con le assemblee dei cittadini liberi, che si evidenzia la necessità di usare la parola per convincere. Egli era uno dei massimi sofisti, e sosteneva che di tutte le cose è misura l’uomo, e che quindi la verità non è nelle cose ma nell’uomo, che può articolare tale verità in modo a lui utile. Per esempio, alcuni sofisti sostenevano che gli dei non esistono, ma molti sofisti erano disposti a costruire anche un discorso che dimostrasse il contrario. In questo cambiamento di idee, unica cosa certa era la realtà dell’uomo in quanto essere che gestisce tale cambiamento logico. Anche nell’epoca moderna ritorna la considerazione che sia l’uomo al centro delle cose, cioè della conoscenza, così come torna la tesi che la lingua sia una convenzione di segni, e non un sistema con regole presenti in modo innato nell’uomo. Vi è anche una modernità nel dare poca importanza ai contenuti e molta ai messaggi (non a caso oggi  si studia la retorica della comunicazione ipertestuale, e l’arte di convincere, al di là dei contenuti, è alla base della società dei consumi sostenuta dalla pubblicità).

Per i sofisti tutto è utilizzabile, strumentalizzabile, convenzionale. Per esempio linguaggio, giustizia, leggi sono da seguire nella misura in cui servono all’uomo, alla sua felicita.  La massima beatitudine è quella dei potente che - usando le leggi nel suo interesse anche se provoca ingiustizia nei sottoposti -  trae i massimi piaceri senza soffrirne la minima pena­

Il sofista CRIZIA (prozio di Platone) sostiene che gli dei non esistono: furono inventati da coloro che avevano il potere nella società, per convincere gli uomini ad obbedire alle leggi anche quando i potenti  erano assenti (il dio vede sempre e ovunque)  

 

Il più citato dei sofisti, sapeva sostenere una tesi e la sua opposta, ed insegnava quest'arte [a pagamento - questo suscitava l'indignazione di di Socrate e di Platone (che però come nota Russell, era ricco di suo)]. La base della discussione doveva essere comunque l'assemblea, la discussione pubblica, la democrazia quindi.  

Fu il primo filosofo occidentale a passare dalla dimensione naturalistica a quella umanistica (l'uomo alla base del conoscere e dell'agire etico).  Anticipa il sensismo, sostenendo che ogni conoscenza nasce dai sensi e non ha riferimenti vere-universali (relativismo). VERCELLESE 1994 nota però che si tratta di un relativismo non assoluto, in quanto P. individuava opinioni più utili di altre:  e queste ultime vengono assunte dall'uomo come base del comportamento (anticipa in questo senso il pragmatismo, cioè della verità intesa come utilità.

Anticipando l'elaborazione di Kant, sosteneva che "degli dei non si può dire né che esistono né che non esistono" (per questo fu processato ad Atene e condannato all'esilio). 

Ne parla Diogene Laerzio.

FONTI

   VERCELLESE 1994   Michele Vercellese, Cogito ergo sum. Breve storia della filosofia, MI:Garzanti, 1994 (un giro guidato nell'universo filosofico in 50 massime commentate)

Multimediale (vhs)

 

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