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Tim
Berners-Lee
ovvero alle origini della rete
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Tim Berners-Lee |
Ricercatore inglese al Cern, nel 1989 inizia ad
elaborare un progetto che renda condivisibili su tutte le piattaforme i
file di testo. Nel dicembre 1990 insieme a Robert Cailliau pensa ad un
sistema che colleghi le informazioni sui pc connessi ad internet
e propone per tale sistema l'immagine di una"ragnatela"(
web). Nel 1991 pubblica
WWW: un progetto per un ipertesto, cioè la proposta di un Hypertext Markup Language che interagisca tra i documenti in
rete. Fu lui a sviluppare anche il protocollo HTTP per la rete. Qui si realizza la
sintesi greca: il direttore del MediaLab del MIT Michael Dertouzos si incontra con l'amico George Meteadikes capo del programma europeo
sull'Information Technology e i due propongono uno standard globale basato su html più www, dapprima attraverso il browser
Mosaic.
Si trattava del primo software a navigare in rete con interfaccia grafica. Era
stato presentato da Marc Andreessen (Illinois Un.) nel 1993 e fu all'origine del
successivo software lanciato l'anno dopo da quest'ultimo - attraverso
un'apposita società - con il nome di Netscape.
Successivamente direttore del Web Consortium (www.w3c.org, organizzazione no-profit), partendo da un'ipotesi di Vannevar Bush, arriva ad ipotizzare e poi a rendere operativo, attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro, il Web semantico: un sistema per registrare i contenuti web tenendo conto del valore semantico da gestire nella ricerca automatica. ( www.vivisimo.com ha sfruttato questo meccanismo per primo). |
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Vannevar Bush (foto) nel 1945 aveva ipotizzato per primo una struttura di conoscenze basata su legami concettuali prodotti da un automatismo (la macchina "Memorex"). Berners-Lee sfrutterà tali concetti. |
Se il progettista della pagina web utilizza la sintassi XML (html esteso), indica non tanto dei contenuti, quanto i rapporti interni tra questi contenuti, vale a dire la loro sintassi soggetto-verbo-complemento. Ogni pagina, ogni documento, fa affermazioni sul fatto che cose particolari (persone, altre pagine web, ecc.) hanno proprietà ("è autore di", "è padre di", ecc.) con altri valori (un'altra persona, un'altra pagina, un altro termine).Con la sintassi RDF (Resource Description Fraamework). si riconoscono le "triple" soggetto-verbo-complemento. Le triple sono identificate da un Universal Resource Identifier. Anche i verbi sono legati a URI.
Il problema radicale da risolvere era quello di far colloquiare db con identificatori diversi. Si rendeva necessario infatti sovrintendere ai risultati delle ricerche dei MR esistenti (ognuno dei quali lavorava su un proprio db, con criteri ovviamente dedicati). Avveniva (e avviene) che uno stesso concetto veniva identificato da due MR con etichette diverse.
Per gestire informazioni provenienti da due db bisognava produrre un programma in grado di sapere quali termini vengono usati per indicare la stessa cosa. Berners-Lee è riuscito a dotare il web semantico di questo componente: si tratta di una raccolta di informazioni (chiamate ONTOLOGIE, vale a dire studio della reale essenza delle cose che contano) in un file che definisce formalmente le relazioni tra termini. L'ontologia-tipo è una tassonomia con una serie di regole di deduzione. Per esempio la tassonomia di un indirizzo postale deve definire (classificare e sottoclassificare) come "ubicazione" la via, come "codice" il numero da riferire inequivocabilmente a ubicazioni e solo alle ubicazioni (p.e. legando il codice al tipo "città". Classi, sottoclassi, relazioni tra enti sono alla base del web semantico, in quanto assegnando proprietà alle classe e permettendo alle sottoclassi di "ereditare" tali proprietà, si costituisce una rete di relazioni. Circa l'ente "indirizzo postale", se il codice postale è del tipo "città", possiamo trattare il sito web associato a un codice postale anche se nessun db connette direttamente questo codice con un sito web (BERNERS-LEE 2001). | Kant e il web semantico
Il gruppo di lavoro di Berners-Lee fa riferimento all'ontologia riprendendo un'esigenza espressa da Kant nella "Critica della Ragion pura": "il nome orgoglioso di una ontologia, la quale presume di fornire una dottrina sistematica delle conoscenze sintetiche a priori di cose in generale (...), deve far posto al nome modesto di una semplice analitica dell'intelletto puro" (PECORI 2001). Kant voleva ridurre le esigenze di unitarietà e universalità vanamente espresse dalla metafisica tradizionale, ad un livello più concreto di analisi empirica aperta a tutte le possibili scoperte. Ora i tecnici dell'informatica e dell'intelligenza artificiale compiono (con un'operazione di orgoglio ma - credo - di consapevolezza critica, l'operazione opposta: riportare le esperienze sotto comune denominatore "ontologico" (solo simbolicamente metafisico). |
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BERNERS-LEE 2001 Tim Berners-Lee- JamesHendler- Ora Lassila, The SemanticWeb, in "The Scientific American", 2001, maggio ( www.scientificamerican.com/2001/0501issue/0501berners-lee,html - tr. it. in "Le Scienze", 2001, n.393 (maggio)
PECORI 2001 Fabrizio Pecori, L'ipertesto semantico, in "Computer&internet", 2001, n-15 (luglio-sett.)18-24.
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