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Jean-Paul Sartre - L'existentialisme est un humanisme  

Parigi, lunedì 29 ottobre 1945, club Maintenant (edito da Nagel 1946).[Gallimard 1966]  

(mia sintesi - prima parte)

 

 

L'e. è una dottrina che rende possibile la vita umana. Vi è una visione  cattolica dell'e. (Jaspers e Marcel) e una visione atea.

[visione tecnica del mondo] Mentre dal p.d.v. tecnico l'essenza precede l'esistenza: faccio esistere una forbice come risultato di un concetto di forbice che mi guida nella fabbricazione della stessa: la produzione (concettualmente i)  precede l'esistenza, così nel concepire un Dio creatore, artefice, ancora i filosofi del settecento, anche quelli atei, pongono come presente l'essenza prima dell'esistenza.

L'esist. ateo, che io rappresento, è più conseguente: vi è almeno un essere, e cioè l'uomo (la realtà umana, secondo Heidegger) in cui l'esistenza precede l'essenza. L'uomo non è definibile in partenza, ma solo dopo, in seguito, e sarà quello che si sarà fatto: non esiste cioè natura umana (come ancora recitava Kant), perché non c'è un Dio per concepirla. [l'atto individuale impegna tutta l'umanità] L'uomo sarà quello che avrà progettato di essere. Non ciò che vorrà (la volontà intesa come decisione cosciente non può essere la scelta originaria, spontanea), ma ciò che E'. L'uomo è responsabile di ciò che è.  L'uomo si sceglie. Non nel senso di scegliere  tra bene e male: perché scegliere significa affermare contestualmente il valore di ciò che si sceglie; quello che scegliamo è sempre il bene, e niente può essere buono per noi senza esserlo per tutti. Per cui l'atto individuale impegna tutta l'umanità.

[l'angoscia] L'uomo che s'impegna e che si rende conto che egli è non solamente quello che sceglie d'essere, ma anche un legislatore che sceglie nello stesso tempo insieme a sé l'umanità intera, non saprà sfuggire al sentimento della sua totale profonda responsabilità. Questo genera angoscia. Anche l'angoscia d'Abramo, che pare risolversi  nell'affidarsi a Dio, maschera altra angoscia: infatti chi mi garantisce che quella è la voce di Dio? O dell'angelo comunicatore? Se cuna voce si indirizza me, sono sempre io che dovrò decidere se quella è la voce di un angelo. l'angoscia non conduce all'inazione, al contrario, ogni scelta essendo compiuta tra pluralità di possibilità, dà A CHI SCEGLIE la coscienza che quella scelta ha valore solo perché è stata scelta. Lungi dall'essere un ostacolo per l'azione, l'angoscia fa parte dell'azione stessa. Per l'esistenzialista (al contrario di quanto fa il radicale che nega Dio ma ritiene di dover mantenere del valori come necessario connettivo sociale) il fatto che Dio non esiste e molto scomodo: con lui scompare ogni possibilità di trovare dei valori nel cielo intelligibile.

[l'uomo è libertà] Bisogna partire dalla considerazione di Dostojevsky: "Se Dio non esistesse, tutto sarebbe permesso". E in effetti, l'uomo è abbandonato: non trova né in lui né fuori di lui possibilità di ancorarsi, neanche possibilità di scuse. Siamo soli, senza scuse. L'homme est condamné à être libre.  Condamné, parce qu'il ne s'est pas creéé lui-même, et par ailleurs cependant libre, parce qu'une foi jeté dans le monde, il est responsable de tout ce qu'il fait. L'existentialiste ne croit pas a la puissance de la passion. … Il pense que l'homme est responsable da sa passion … est condamné à chaque instant à inventer l'homme.

[il sentimento si costruisce attraverso i  nostri atti]  Il sentimento si costruisce attraverso gli atti che si compiono.  Non posso quindi consultarlo per trarne una mia guida. . Anche scegliere un consigliere è impegnarsi.  Non posso quindi consultare una morale, non esiste una morale generale. Anche l'interpretazione del segno va portata tutta intera da parte di chi interpreta.

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